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Autore: Keros_    02/12/2012    1 recensioni
[Daddy-Seblaine]
Dopo varie OS in stile Family ho deciso di fare una raccolta di cinquesei Oneshot piene di Fluff.
"Blaine rise tra se e se entrando nella camera da letto. Doveva immaginarselo, era tipico di Sebastian corrompere i figli in qualsiasi modo pur ti ottenere o mantenere qualcosa. Poi con Juliette le cose erano molto più che semplici, bastava un sorriso del padre per farla sciogliere e cadere al suo volere, questo ovviamente quando non si invertivano i ruoli ed era la bambina ad avere il controllo su di lui."
-Forchette contese e Glassa al cioccolato.
-Un pomeriggio coi Trucchi
-Super Sebastian (?)
-Mi scappa la pipì, papà.
-Tommy, ch'è successo?
-Papà Sebascian
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tommy, ch'è successo?

Personaggi: Famiglia Anderson-Smythe al completo, Famiglia omofoba.
Rating: Verde.
Genere: Oddio non so o.o
Cose da sapere: 10, 6 e quattro. 7 il nano malefico.


.



Ella faccia tua prof di Religione, che ogni volta non mi fai parlare e mi linci con lo sguardo. Tu non mi fai dire la mia opinione? e io creo una FF su quest'argomento.
 Tie!





Tommy, ch'è successo?





Blaine si trovava davanti allo scaffale, indeciso su quale merendine comperare. I cornetti al cioccolato a Thomas non piacevano, i Panecioc Grant li sputava, alle Delice Jiuliette storceva il naso, le Fieste se la mangiava quel pozzo senza fondo di suo marito.

Forse le Kinder colazione più potevano andare, ma quella a latte o al cioccolato?
 Prese in mano entrambi  i pacchetti di merendine cercando di ricordare quella che piacesse mano a Sebastian, perché si sa, con lui le cose in casa non duravano niente. Poi si accorse che suo figlio si stava avvicinando a lui.

"Tommy quale vuoi?" Gli chiese, mostrandogli i due pacchi che teneva in mano ma con lo sguardo sugli scaffali più in alto.

"Quelle al cioccolato" rispose il bambino con la voce tremolante.

Blaine si voltò verso di lui e il suo cuore si strinse nel vederlo con gli occhi arrossati, la testa leggermente bassa e le mani che gli coprivano la bocca. Lasciò perdere il suo dilemma sulle merendine e poggiò gli scatoli sullo scaffale, poi lentamente, molto lentamente, si avvicinò al figlio, cercando di guardarlo bene in volto.

Questi però girò la testa da un lato, rendendo così impossibile la sua intenzione. Blaine si accovacciò a terra, arrivando così  all'altezza del figlio.

"Hey" Gli sussurrò allacciando le braccia all'altezza del fondoschiena di quest'ultimo cercando d'avvicinarlo il più possibile a se.

Tommy soffocò un singhiozzo cercando di trattenere le lacrime, facendo un passo in avanti per trovarsi in mezzo alle gambe del padre.

"Tommy, ch'è successo?" Surrurrò dolcemente Blaine, cercando il contatto visivo con il figlio. Quest'ultimo si decise ad eccontentare il padre, girando la testa e facendo incatenare i loro sguardi.

"Pa..papà" Piagnicolò quest'ultimo, lanciandogli le braccia al collo e aggrappandosi a lui.

Blaine capì subito che quella era una cosa seria. Thomas era un bambino timido, dolce e sensibile, ma per farlo piangere con la tristezza negli occhi doveva essere qualcosa di serio.

Doveva assolutamente capire chi fosse stato. Jiuliette? No, troppo dolce per farlo piangere. Grant? troppo poco Sebastian per ridurlo in quello stato. Sebastian! Maledetto lui e i suoi rimproveri. No aspetta, non poteva essere stato lui;  li avevano lasciati al Baby Park del centro commerciale. Qualcosa non quadrava.

"Tommy?" Lo chiamò dolcemente, sentendo il suo corpo smettere di tremare a causa dei singhiozzi, segno che il bambino si stava calmando. "Vuoi parlare?" Aggiunse allontanandosi di poco da lui.

Tom, lo guardò negli occhi e abbassò lo sguardo. Restò un attimo in silenzio e poi disse "Sono stati cattivi"

Blaine gli passò una mano in mezzo ai capelli corvini, ancora perplesso per la risposta poco chiara del figlio.

"Chi è stato cattivo?"

"un bambino" Specificò il piccolo con gli occhi appannati da nuove lacrime "Andiamo  a casa?" Chiese poi, lasciandosi sfugire un singhiozzo con lacrime che gli rigavano di nuovo le guance.

"Ce-certo" Balbettò Blaine prendendolo in braccio e alzandosi impiedi drittetto verso l'uscita  e dimenticandosi del tutto il motivo per cui era entrato al supermercato, la spesa poteva anche aspettare.

Camminava velocemente, zizzagando tra i passanti e accarezzando delicatamente la schiena di suo figlio, diretto al Baby Park per recuperare anche Juliette e Grant. portò la mano in tasca e ne uscì il cellulare per chiamare Sebastian. Compose il numero e iniziò a squillare.

 Ovviamente quando serviva, di Sebastian non se ne sapeva più nulla. Chiuse la telefonata e rimise il cellulare in tasca. Se non fosse sbucato fuori prima di raggiungere i figli, l'avrebbe lasciato li.  Poco, ma sicuro.

Prese la scala mobile e scese al piano terra, attraversò quasi correndo il centro commerciale fino ad arrivare davanti l'aria per bambini.

"Siete anormali"

"..Papà dice che le persone come te sono maleducate" Blaine riconobbe subito quella voce, l'avrebbe riconosciuta tra mille. Si girò lentamente e vide sua figlia accompagnata dal fratello, impegnata in un litigio a una decina di metri di distanza.

"I vostri papà sono malati, e voi pure!" controbatté un bambino di fronte ai suoi figli.

Sentendosi chiamato in causa, Blaine iniziò a camminare verso la scenetta, alquanto strana, un cui erano protagonisti i suoi bambini.

"I miei papà non sono malati. I tuoi genitori sono dei bigotti e tu un coglione!" Intervenne Grant, avvicinandosi di qualche passò al bambino e stringendo la mano a pugno, pronto a colpire da li a poco.

"E tu sei un figlio di frocio" quasi urlò l'altro bambino. Grant a quel punto perse completamente la testa e insieme a  Juliette si buttarono su di lui.

Blaine fece gli ultimi metri di distanza di corsa, afferrando per il colletto della maglietta il figlio maggiore che per poco non colpì lo zigomo del bambino.

"Hey! Tutti e due smettetela" Li rimproverò immediatamente, bloccando con un braccio entrambi i figli, visto che l'altro era occupato a tenere sù Thomas.

"Papà.. lasciami!.. gli devo spaccare la faccia!.. Lasciami.. ho detto.." Urlava Grant cercando di liberarsi per colpire l'altro bambino che aveva spostato la sua attenzione su Thomas.

"Sei andato a piagnucolare da papino?" lo prese in giro, guardandolo a mo' sfida.  In risposta il piccolo Anderson-Smythe, girò la testa affondando il viso nell'incavo del collo di Blaine.

"Dove sono i tuoi genitori?" Chiese Blaine, deciso a chiudere quella storia.

"Mia mamma e mio papà, genitori normali, sono a fare la spesa" Spiegò il bambino che per la prima volta guardò Blaine negli occhi. Era un bambino davvero bello, alto, guance paffute, magrolino, lineamenti delicati ma non femminili, capelli castani e occhi castano dorato. Tuttavia in quegli occhi, di un colore così intenso ed eccezionale, mancava qualcosa, che però Blaine non capì.

Si sarebbe volentieri messo a discutere su quanto fosse un bravo genitore, a difendere i suoi diritti e quant'altro, ma non gli sembrò il caso. Il suo intelocutore era un bambino di appena sette anni massimo e di certo, molte cose non poteva capirle.

"Benissimo, Grant, Juliette. Andiamo" comunicò. I figli anche se ancora molto agitati, fecero come gli venne detto.

Si allontanarono da quel bambino maleducato, per andare a prendere i propri effetti personali e Blaine ne approfittò per tentare di richiamare Sebastian. Come volevasi dimostrare, ancora una volta il cellulare squillò a vuoto. Sbuffò sonoramente prima di rimettere il cellulare nella tasca dei pantaloni, aspettando i figli.

Sentì due mani sfiorargli il sedere prima di cingergli i fianchi e  due labbra morbide baciargli il collo.

"Dov'eri finito?" Sbottò girandosi verso di lui, guadagnandosi una smorfia confusa.

"Sono andato a comprare.."

"Non importa. prendi Tommy in braccio che il mio mi fa male." Lo interruppe, porgendogli la spalla su cui era aggrappato il bambino.

Sebastian lo prese in braccio, ancora confuso dal comportamento del marito. Appena però guardò il viso del figlio, arrossato e con gli occhi gonfi, non capì più nulla e sentì la rabbia crescere dentro di lui. Era successo qualcosa.

"Tommy, ch'è successo?"

"Papà.. un bambino.." Iniziò Thomas che però venne subito interrotto dalla voce del fratello maggiore arrivato in quel momento.

UIn coglione ci ha preso in giro.."

"Perché voi siete i nostri papà" aggiunse Jiuliette aggiungendosi pure lei alla conversazione.

Sebastian fece scivolare lo sguardo da Blaine a Juliette; Da Juliette a Thomas; Da Thomas a Grant, per poi farlo ricadere su Blaine. Era completamente allibito. Molte persone erano davvero bigotte, ma pure i bambini? e poi nessuno poteva far piangere uno dei suoi figli, a pante lui, ovvio.

"Hanno pure la faccia tosta d'avere dei figli"

"Poveri bambini"  

Tutti e cinque si voltarono in sincrono, puntando gli occhi su una famiglia poco distante da loro. Ovviamente era la famiglia del bambino di poco prima.

Sebastian, alzò un sopracciglio sorpreso, ridendo tra sé e sé.  Avevano pure la faccia tosta di criticare. Due genitori che di quel figlio ne avevano fin sopra i capelli, loro due che erano una coppia scoppia riconoscibile da chilometri di distanza.

"Come scusi?" Fece il finto tonto avvicinandosi a loro, portandosi dietro automaticamente tutta la famiglia.

"Avete pure la faccia tosta d'avere dei figli. Non solo siete due finocchi  ma mettete in mezzo anche i bambini" Rispose l'uomo avvicinandosi a sua volta, mentre sua moglie restava li dov'era.

"Finocchio  ci sarà lei e suo figlio tra qualche anno" Rispose Sebastian sentendo la rabbia divampare dentro di sé. La faccia tosta d'avere dei bambini? ma cosa stava dicendo? "Chieda scusa a mio marito e ai miei figli"

"perché mio figlio ha detto che siete due malati, i vostri figli anormali e che siete due finocchi? Non posso scusarmi perché  ha detto qualcosa d'infinitamente giusto" rispose l'uomo con fare divertito.

Sebastian istintivamente si avvicinò ancora di più a lui, cercando di non perdere il controllo e non spiaccicarlo a terra e fraccarlo di legnate. In fin dei conti aveva Thomas in braccio.

"Che c'è? ti stai eccitando?" cercò di canzonarlo.

"fidati, nessuno ti toccherebbe mai e, dalla faccia di vostra moglie, deduco che a letto non sei nemmeno granché!" Rispose Sebastian con un Ghigno divertito in volto, dato che anche la donna sembrava dargli ragione "qui l'unico malato è lei. Dovrebbe farsi visitare, l'omofobia è una malattia molto seria" Aggiunse Sebastian.

"Sebastian, potremmo andare?" Lo interruppe Blaine, vedendo la preoccupazione negli occhi dei figli e la rabbia crescere dentro suo marito e dentro di lui.

"Andiamo" Concordò Sebastian, girando i tacchi e prendendolo per mano. Avrebbe continuato ad insultare quell'uomo per ore e l'avrebbe pure picchiato, ma quello non era il luogo adatto e di certo non poteva farlo davanti ai suoi figli. C'era un motivo per cui lui era un padre migliore di quello la.

"Sono pure egoisti, rovinare la vita di tre bambini per dei capricci" Sputò l'uomo dietro di loro.

Sebastian ebbe l'istinto di girarsi e aggredirlo ma Blaine non glielo permise,  stringendogli ancora di più la mano e strattonadolo.

Arrivarono alla macchina nel completo silenzio. Sebastian perché arrabbiato, Grant perché avrebbe  voluto dire qualcosa ma senza idee in testa, Juliette perché nessuno doveva parlare in quel modo ai suoi papà,  Tommy perché ancora non si era ripreso e Blaine perché sentiva un peso all'altezza del cuore.

Salirono tutti in macchina, Sebastian accese il motore e lasciò il parcheggio di quel centro commerciale che per quel giorno aveva, decisamente, fatto troppo.

"Papà"

"Uhh?" Risposero i due uomini all'unisono alla voce di Tommy.

"Compriamo il gelato?" 

"Si" Risposero entrambi ancora una volta.




*



I bambini stavano giocando al parco sotto i loro occhi. Blaine e Sebastian  erano seduti al tavolino intenti a mangiare il gelato.

Blaine era stranamente silenzioso e non stava nemmeno rimproverando Grant per essersi sporcato tutti i pantaloni di terra.

"Blaine?" Lo chiamò infine Sebastian, non potendone più di suo marito che continuava a guardare un punto fisso sul tavolo senza neanche vederlo.

"Uhhm?"

"A cosa stai pensando?"

"A niente"

"Blaine" Lo rimproverò, stufo di quel comportamento degno di un bambino di cinque anni. Anzi di sei, come Tommy.

"Siamo egoisti secondo te? Voglio dire, abbiamo davvero rovinato la vita ai nostri figli?" Blaine spostò la gamba così da essere a cavalcioni sulla panca e di fronte a Sebastian, per poi continuare "Voglio dire, siamo due uomini e abbiamo tre figli, i bambini hanno bisogno di confrontarsi anche con una madre. Ci siamo passati solo un capriccio.."

Sebastian gli poggiò una mano sulle labbra, costringendolo così a fermarsi. Lo guardò per un paio di secondi prima di cominciare a parlare.

"Blaine, non voglio sentirti più dire cose del genere, ok? Noi pensiamo al bene nei nostri figli ventiquattro ore su ventiquattro. Facciamo di tutto per loro e ogni singolo uomo ha diritto ad essere padre, così come una donna ad essere madre.
Questo non è un capriccio, eravamo consapevoli di cosa comportasse evere dei figli e abbiamo ponderato bene la decisione. E adesso siamo una famiglia anormale, ma non perché siamo due uomini con tre figli, ma perché facciamo cose stupide con loro,  amandoci l''un l'altro.
I nostri figli sono più felici di molti altri bambini con una madre, perché i bambini hanno bisogno d'amore e di nient'altro.
 Prendi il bambino di oggi al centro commerciale: Ha una madre, un padre che gli vogliono bene, ma non ha una famiglia, non ha il giusto amore. Non è felice. Lo potevi vedere nei suoi occhi.
Pensa ai nostri figli Blaine, pensaci. Loro non hanno una madre ma hanno due padri e soprattutto hanno amore che gli spetta, hanno la felicità che li spetta."

"Lo credi davvero?"

"Guarda i nostri figli, Blaine." Gli rispose Sebastian.


Juliette era sdraiata su Grant cercando di sporcargli il naso di gelato, mentre lui e Tommy erano seduti sul prato intenti a ridere, scherzare e far impazzire la sorella.


La felicità, Blaine, la poteva vedere negli occhi Vedere smeraldo di Grant, In quelli verde prato-caramello di Jiuliette e in quelli Azzurro cielo di Tommy, che non ostante fossero ancora provati dal pianto di qualche ora prima, erano splendendi, pieni di vita e amore. Proprio come quelli che ogni bambino dovrebbe avere.












Taaaaaaaaadannn!!
E' venuta più corta del previsto, ma è molto toccante a parer mio. Mi si è stretto il cuore a descrivere Thomas piangente e o fangirlato (?) alle parole di Sebubububu. Amatelo!

Vorrei dire che Tommy non è un piolo o cose del genere, è solo sensibile ed è piccolo, a sei anni i è molto più fragili. Chi ha sofferto\soffre di bullismo come me, capirà molto di più il mio piccolo topolino.

Ad ogni modo, vi piace il Banner?  spero si veda, è la prima volta che cerco di metterne uno e spero di non dover sclerare nel tentativo di farlo vedere. Ad ogni modo lo potete vedere meglio qui  http://www.facebook.com/photo.php?fbid=289077267879203&set=pb.264280927025504.-2207520000.1354479941&type=3&theater

Spero in una vostra receszione ma rigrazzio ugualmente tutte le persone che leggono silenziosamente.

Baci,

Keros_


P.s. so che non doveva essere demenziale, ma non ho resistito. Il dilemma sulle merendine di Blaine dovevo metterlo.
















   
 
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