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Autore: 1rebeccam    02/12/2012    20 recensioni
"L’infermiera era molto carina. La sua pelle aveva una sfumatura ambrata. Me lo ricordo perché pensai che il bianco della divisa, faceva risaltare il suo colorito. Gli occhi erano scuri e, mentre guardava Alexis e si sporgeva verso di me per mettermela tra le braccia, il sorriso dolcissimo che le riservava, la rendeva ancora più bella. Sistemò la sua testolina rossa sopra la mia mano e mi fece le congratulazioni, dicendo che era bellissima…"
Questa storia fa parte della serie 'Stella...Stellina!' - 5
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stella...Stellina!'
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…Quando penso alla prima immagine che ho di Stella, mi ritrovo davanti a due occhioni azzurri pieni di lacrime e otto dentini… si, otto bianchi, piccoli, deliziosi dentini… e mi sono innamorato perdutamente, ancora una volta. Tu mi dirai: ‘però, sei propenso all’innamoramento facile!’ che vuoi che ti dica, le donne mi fanno questo effetto, subisco il loro fascino e se, quando mi guardano, arricciano anche il nasino, allora sono veramente perso…
 




Mancano Ancora tre Settimane...
*
'Tu ed Io... Castle!?'
'Tu ed Io... Beckett!'




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…Certo, Stellina era già impacchettata e pronta, non ho contribuito alla sua nascita, ma quando si è stretta a me e ha appoggiato il suo viso al mio, ho provato la stessa emozione del giorno in cui è nata Alexis. Quelle braccine attorno al mio collo, mi hanno fatto lo stesso effetto di quella manina stretta attorno al mio dito. Chiunque direbbe che è stata una bambina fortunata, ma non è vero: essere amati e abbracciati da lei, ricevere un suo sorriso, vedere quegli occhi splendidi brillare per qualunque novità… questo rende me un uomo e un papà fortunato…
 
 
Grazie al cielo la dottoressa Shelby risponde al quarto squillo, Rick le spiega la situazione in maniera confusa, ma lei riesce a capire la cosa più importante: la sua paziente sta per partorire e l’unico che può aiutarla, al momento, è solo l’uomo che sta farneticando al telefono.
-Signor Castle, la prego si calmi. Faccia un bel respiro e cerchi di rilassarsi.-
-Io sono rilassato, davvero… completamente rilassato…-
Risponde Rick, facendo su e giù per la stanza come una trottola.
-L’ospedale ha già due ambulanze bloccate nel traffico, per i feriti dell’incidente hanno mandato gli elicotteri, però sto partendo io stessa con un’altra ambulanza, magari se il traffico si sblocca un po’, riusciamo a raggiungervi, nel frattempo la guiderò io e lei sarà i miei occhi, ha capito?-
Rick guarda Kate, che continua a respirare tenendo il ritmo e annuisce, come se la dottoressa potesse vederlo attraverso il telefono.
-Signor Castle… ha capito cosa le ho detto?-
-Si, si… capito… cosa devo fare? Aspetti, la metto in viva voce.-
Posa il telefono a terra vicino a Kate e si inginocchia davanti a lei.
-C’è qualcuno con lei che può darle una mano?-
Chiede speranzosa la dottoressa, lui le sembra troppo nervoso.
-Si, c’è Lindsey.-
Risponde lui, come se la dottoressa la conoscesse già.
-Che devo fare?-
-Ogni quanto tempo ha le contrazioni?-
Rick solleva la testa spaventato, non ha cronometrato le contrazioni, se ne è completamente dimenticato, eppure lo sapeva che doveva tenere il tempo. Lindsey guarda il suo orologio e si avvicina al telefono.
-Sono Lindsey dottoressa, 6 minuti, ora sono ogni 6 minuti esatti.-
Castle chiude gli occhi rilassandosi, grato che quell’angelo avesse fatto il suo lavoro.
-Lindsey, ascolti, prepari a portata di mano dello spago resistente ed un paio di forbici bene affilate e, se ne ha la possibilità, le sterilizzi con dell’alcool, serviranno per tagliare il cordone ombelicale. Ha modo di procurarsi qualcosa che somigli ad una pompetta, per potere aspirare dalle narici e dalla bocca del bambino, per aiutarlo a respirare quando sarà nato?-
Lindsey ci pensa su un secondo e poi sorride.
-La peretta per i microclismi va bene? Quelle le ho qui nel negozio.
-Perfetto, prenda anche quella.-
La ragazza annuisce e prontamente sparisce ancora nel magazzino.
-Bene, signor Castle, adesso devo sapere di quanto si è già dilatata.-
Lui corruccia la fronte, guardando Kate, che continua a lamentarsi e a respirare affannosamente.
-Avanti Rick, sbrigati, hai sentito cos’ha detto la dottoressa Shelby?-
-Certo che ho sentito… ma… ma devo guardarci io?-
Kate solleva gli occhi al cielo imprecando qualcosa di incomprensibile.
-Io non posso di sicuro, tu che dici?-
Castle si posiziona davanti a lei, le solleva il vestito e sospira, non accennando però ad abbassare lo sguardo.
Kate emette un altro urlo che lo paralizza ancora di più.
-Castle, maledizione, guarda… non c’è niente che tu non abbia già visto centinaia di volte!-
Sbotta lei che, improvvisamente, sembra aver ritrovato la combattiva Beckett.
Lui chiude gli occhi, deglutisce e poi fa il suo dovere, controlla la dilatazione. Spalanca gli occhi e guarda Kate.
-Che… che… tu ci creda o no tesoro… io non ho mai… visto niente del genere… in tutta la mia vita!-
-E non chiamarmi tesoro… accidenti!-
Urla Kate mentre un’altra contrazione la paralizza.
-Allora signor Castle?-
La voce della dottoressa lo fa sussultare, mentre Lindsey rientra nella stanza con tutto l’occorrente.
-Non so esattamente quanto sia dilatata, ma le posso assicurare che c’è qualcosa che sta uscendo… da lì dentro!-
Kate si solleva di colpo sulle mani e urla ancora.
-Allora ci siamo proprio, quella che vede è la testa. Ora l’unica cosa che deve fare Kate, è rilassarsi e prendere un respiro ritmato. Lindsey, lei si metta dietro a Kate e le sorregga la schiena se necessario, Rick, lei appoggi la mano sul ventre e cerchi di captare le contrazioni, per aiutarla a capire quando deve spingere… la spinta deve durare circa 5 secondi… chiaro?-
-Chiarissimo!-
Risponde convinto, appoggiando la mano sul ventre di Kate, mentre  Lindsey fa come le ha detto la dottoressa.
-Bene, siamo pronti…-
Nessuna risposta proveniente dal telefono.
-Dottoressa Shelby?-
Ancora silenzio. Rick controlla il telefono e si rende conto che la linea è interrotta, Kate emette un altro urlo, più acuto degli altri.
-Non riesco più a mettermi in contatto, come se non ci fosse campo...-
Kate sgrana gli occhi e urla ancora.
-Signor Castle dia il telefono a me, riprovo io a chiamare, lei pensi a farla spingere.-
Dice Lindsey e Kate fulmina tutti e due con lo sguardo.
-Aiutarmi a spingere?-
-Tranquilla tes… ehm… Kate, so esattamente quello che devo fare.-
Castle sembra essersi stranamente tranquillizzato, continua a guardare tra le gambe di Kate e non fa una piega.
-Sai esattamente cosa fare? Ma se 2 minuti fa non volevi nemmeno guardare?-
Kate si sta agitando sempre di più.
-Te l’ho detto, so cosa fare, ricordati che io ho già una figlia.-
-Ma non l’hai partorita tu… eri lì almeno quando è nata Alexis?-
Rick solleva la testa e la guarda con la fronte corrucciata.
-Ehm… non esattamente…-
Lindsey riprova a mettersi in contatto con la dottoressa senza successo e Kate ha un’altra contrazione.
-Ok… spingi Kate, adesso… uno, due, tre, quattro, cinque… stop!-
Dopo qualche secondo, si rilassa e riprende fiato.
-Che significa non esattamente?-
-Che non ero proprio in sala parto, ero nel corridoio, ma ho sofferto anch’io come Meredith, proprio come sto soffrendo adesso insieme a te. E poi ho visto migliaia di volte quella trasmissione su Real Time, quella in cui fanno vedere i parti in diretta, so esattamente cosa fare…-
Kate stringe le labbra, se solo non stesse per partorire lo picchierebbe a sangue. Un’altra contrazione, un’altra spinta, un altro urlo.
-Uno, due, tre, quattro, cinque… ok… rilassati Kate.-
-Lindsey… la dottoressa?-
Chiede lei ansimante.
-Niente, la linea è proprio sparita.-
-Rick…-
Non riesce a formulare la frase, che un’altra contrazione la costringe ad urlare, il dolore stavolta è lancinante.
-Spingi Kate, forza, sta… sta uscendo… sul serio…-
Balbetta lui, sgranando gli occhi.
-Meno male che sta uscendo sul serio e non per scherzo!-
Risponde lei, visibilmente irritata, accasciandosi su Lindsey.
Finalmente all’ennesimo tentativo, il telefono riprende vita.
-Siamo rimasti bloccati dentro ad una galleria e non c’era ricezione… il traffico sembra essersi sbloccato di poco, stiamo procedendo a passo di lumaca, ma credo manchino solo circa 5 isolati… a che punto siamo?-
Rick alza gli occhi al cielo e sbuffa.
Siamo? Perché parla con il plurale maiestatis?
Mentre questo pensiero malsano gli attraversa la mente, Kate grida più forte di prima e gli stringe le mani, posizionate sulle sue ginocchia.
-Spingi… così… brava…-
Dopo la forte spinta, Kate si rilassa e Linsey le asciuga il sudore dal viso, Castle solleva lo sguardo su di lei. Gli occhi spalancati e l’espressione indecifrabile, mentre muove le labbra senza emettere suono. Finalmente deglutisce e prende fiato.
-La testa… è… è fuori…-
Lo sussurra così piano che la dottoressa Shelby non riesce a sentire.
-Signor Castle, cosa succede?!-
Lui si asciuga il sudore dalla fronte con il braccio.
-Dottoressa Shelby, la testa è uscita.-
-Bene! Kate non spinga adesso, per nessun motivo. Rick, lei controlli attentamente che il cordone non sia attorcigliato al collo, guardi bene, mi raccomando.-
Rick fa come gli è stato detto. Tiene la testa del piccolo in una mano e con l’altra controlla attentamente.
-Non mi sembra, il collo è libero.-
-Allora adesso si prepari, alla prossima contrazione deve aiutarlo a ruotare e vedrà che le spalle verranno fuori da sole… basteranno solo un altro paio di spinte. Mi raccomando, lo accompagni lei nell’uscita Rick!-
-Va bene… sentito Kate? Un altro paio di spinte soltanto… ci siamo… stai andando benissimo…-
La contrazione arriva subito, Kate si solleva sulle braccia, sorretta da Lindsey, chiude gli occhi e spinge con tutta la forza che le è rimasta in corpo. Rick vede una spalla del piccolo uscire, fa come detto dalla dottoressa Shelby, sorregge la testa in una mano e con l’altra fa ruotare di poco il bambino e anche l’altra spalla si ritrova fuori.
-Brava Kate… è praticamente uscito… un’altra spinta…-
L’urlo di Kate è lancinante, si sforza nell’ennesima spinta, ormai esausta.-
-E’ uscito… è nato dottoressa Shelby… è tra le mie braccia…-
Esclama Rick verso il telefono, senza togliere gli occhi di dosso dal figlio. Kate si solleva, aiutata da Lindsey, non riesce a vedere il suo bambino, ma gli occhi le si riempiono di lacrime vedendo l’espressione imbambolata di Rick.
Paura, emozione, felicità… questo mostra la sua faccia, mentre guarda il piccolo tra le sue braccia. Solleva lo sguardo su Kate e le sorride, subito dopo però, una strana paura s’impossessa di lui e sgrana gli occhi sul bambino.
-Non piange dottoressa Shelby, perché non piange… che devo fare?-
A quelle parole Kate spalanca gli occhi e trattiene il respiro.
-Ha le narici e la bocca piene di liquido, prenda la pompetta e aspiri, non abbia paura, lo faccia in maniera decisa, il suo bambino non si rompe.-
Lindsey gli porge la pompetta e Rick procede alla piccola operazione, il piccolo ha come un sussulto e comincia a piangere.
Rick solleva lo sguardo. I suoi occhi sono pieni di lacrime, come quelli di Kate che ha ripreso a respirare, insieme al figlio. Si sorridono e Rick le poggia una mano sulla sua.
-Adesso Lindsey, prenda lo spago e lo leghi a due estremità del cordone, lo faccia molto stretto in modo che non passi sangue, Rick, quando vede che la parte del cordone tra lo spago diventa scura, tagli pure… Noi siamo solo a due isolati, stiamo arrivando.-
Lindsey fa come le è stato detto, stringe lo spago intorno al cordone più forte che riesce a fare, il piccolo continua a urlare e Kate si sporge per guardarlo. La ragazza porge le forbici a Rick.
-A lei l’onore, papà!-
Gli dice con il sorriso sulle labbra, lui annuisce e, cercando di non tremare, taglia di netto il cordone.
-Fatto dottoressa, cordone tagliato.-
-Bravi, ora cercate di tenerlo al caldo, lo metta sul petto di sua moglie, io sto arrivando.-
Lindsey ripulisce il bambino alla meglio e lo avvolge in un’asciugamani pulita, Castle si alza e si avvicina a Kate, le mette il piccolo addosso e le dà un bacio sulla fronte, abbracciandola stretta.
Lei guarda il suo bambino e non riesce a dire nulla, continua a piangere e ridere allo stesso tempo, Gabriel, invece, appena ha sentito il calore della sua mamma, si è subito calmato.
-Kate, sei stata grande tesoro!-
Si scosta un attimo da lei e la guarda negli occhi.
-Adesso ti posso chiamare tesoro?-
Lei ride e si asciuga le lacrime.
-Noi… siamo stati grandi, Rick!-
Lui le scosta i capelli attaccati sul suo viso e la bacia dolcemente sulla guancia.
-Tu ed io… Beckett!?-
Le sussurra Rick all’orecchio.
-Tu ed io… Castle!-
Annuisce lei, continuando a sorridere, senza staccare gli occhi dal fagottino tra le sue braccia.
-Oddio Castle! Ma non è bellissimo? E’… è nostro figlio ed è…-
Non riesce a finire la frase, guarda prima il bambino, poi il marito e non riesce a parlare.
-Si, lo so Kate… è bellissimo!-
Termina lui la frase per lei, l’ennesima di tante completate a vicenda, mentre Lindsey li guarda ridendo e asciugandosi le lacrime, che nemmeno lei è riuscita a trattenere.
Restano abbracciati a guardare quella nuova vita, arrivata come un improvviso acquazzone estivo. Kate gli sfiora i contorni del viso, si sofferma sul nasino e accarezza le piccole labbra, mentre Rick gli tocca la manina, forse per controllare che ci siano tutte le dita. Quando Gabriel si aggrappa al suo pollice, stritolandolo con forza, chiude gli occhi e un paio di lacrime cadono addosso a Kate, che solleva lo sguardo.
-Rick…-
Lui scuote la testa per fermarla.
-Non dire niente, ti prego… baciami!-
Lei gli mette la mano sul viso e si abbandona alle sue labbra.
Lindsey si schiarisce la voce e abbassa lo sguardo.
-Beh… io… io dico al nonno che è tutto a posto e aspetto l’arrivo della dottoressa.-
 
Finalmente l’ambulanza si ferma davanti al negozio, Lindsey fa strada alla dottoressa Shelby e ad un altro uomo con il camice bianco. La donna guarda i neo genitori e sospira soddisfatta.
Si china vicino a Kate e le sorride.
-Siete stati bravi! Kate, lui è il dottor Carver, il pediatra neonatale, lasci che controlli il bambino, io mi occuperò di lei.-
Il dottor Carver prende Gabriel e lo poggia sulla barella per visitarlo e la dottoressa Shelby fa la stessa cosa con Kate. Rick sembra preoccupato.
-Sta bene, vero dottoressa?-
La Shelby controlla Kate e annuisce.
-Sembra tutto a posto signor Castle, adesso la pulisco per bene… tranquillo.-
Kate invece, guarda insistentemente il dottor Carver.
-E Gabriel… sta bene?-
Il dottore finisce di visitarlo, lo avvolge in una coperta termica e si avvicina alla mamma.
-Ad occhio e croce sta benissimo. In ospedale faremo un prelievo per altri accertamenti, ma pare che sia sano, i polmoni sono perfetti, sentivamo le sue urla per telefono!-
Sorridono tutti, sollevati. Carver le porge il bambino e la dottoressa Shelby, dopo aver finito di visitarla, mette una coperta anche addosso a Kate.
-Appena il traffico sarà fluido, andremo in ospedale, con calma, ormai non abbiamo più nessuna fretta, giusto?-
Mette una mano sulla spalla di Rick e sorride.
-E bravo signor Castle, si è comportato magnificamente, devo dire che quando è caduta la linea mi sono un po’ preoccupata, la sentivo leggermente nervoso.-
-Lei… era… preoccupata!?-
L’espressione stralunata di Castle strappa una risata a tutti, mentre MacFadden e Stella appaiono sulla porta.
-Mammina…-
Sussurra Stella e Kate le rivolge un sorriso così raggiante, che la bambina sospira e sorride raggiante a sua volta. Quel sorriso le sta dicendo che sua mamma sta bene. Rick le va incontro e la prende tra le braccia.
-Vieni tesoro, guarda un po’ chi è arrivato?-
La piccola guarda il neonato in silenzio, continuando a ridere.
-Allora Stella, che ne pensi del tuo fratellino?-
Le chiede Kate, la bambina solleva le spalle.
-E’ minuccolo! Tembla un bambolotto!-
Si guarda attorno, quando sente le persone accanto a lei ridere e arriccia il nasino.
-Gli potto dale un batino?-
-Certo che puoi.-
Le risponde Kate e lei si sporge con cura, appoggia le labbra sulla sua fronte e schiocca un bacio. Si ritira sorridendo.
-Ma come ha patto ad uscire dalla tua pancia?-
Chiede, con gli occhi sgranati sui suoi genitori, che si guardano, scuotendo la testa.
-E’ una lunga storia Stella, ora mamma è stanca, magari te la raccontiamo dopo, che dici?-
La piccola annuisce e appoggia il viso sul braccio di Kate, che si china a darle un bacio.
-Ora stai bene mammina?-
-Benissimo Stella, sto benissimo.-
-PufPuf lo ha detto che stavi bene!-
Kate la bacia di nuovo.
-PufPuf ha sempre ragione.-
-Ti, ti.-
Risponde lei soddisfatta.
-Tignor MacPadden, vieni a vedele il mio pratellino!-
La bambina gli tende la mano, ma lui sembra imbarazzato e Lindsey lo spinge da dietro.
-Avanti nonno… vai!-
L’uomo si avvicina, mette una mano sulla testa di Stella e si china a guardare il piccolo. Se non fosse troppo di parte, Rick, potrebbe giurare che l’antipaticone ha gli occhi lucidi.
-Sai una cosa Stella? E’ bello quanto te!-
La bambina annuisce orgogliosa, mordendosi le labbra.
-Mi spiace per tutto questo, signor MacFadden e le chiedo ancora scusa per il comportamento di Rick prima, era un tantino…-
L’uomo solleva la mano e ferma Kate, scuotendo la testa.
-Scusatemi voi. Sono rimasto un tantino spiazzato anche io, non è una cosa che succede tutti i giorni…-
Accarezza la testolina di Gabriel e corruccia la fronte, pensieroso.
-Sarà una bella pubblicità per il mio negozio!-
Guarda Castle e si lasciano andare ad una bella risata, mentre l’autista dell’ambulanza li interrompe.
-Dottoressa, quando vuole possiamo andare, la circolazione è lenta, ma si cammina.-
Kate e Gabriel vengono adagiati sulla lettiga e portati fuori, Castle prende Stella in braccio e si ferma un momento a guardare la stanza adibita a libreria per bambini. Sorride e scuote la testa.
-Chissà che non sia un segno del destino, magari farà lo scrittore anche lui, vista la sua nascita!-
Esclama Lindsey ridendo.
-Grazie infinite Lindsey, sei stata indispensabile.-
Le dice Rick e lei saltella quasi su se stessa.
-Oh… è stato bellissimo, eccitante, l’esperienza più bella della mia vita.-
Si rivolge al nonno stringendogli il braccio.
-Avresti dovuto esserci nonno, vedere quel bambino venire al mondo… indescrivibile!-
MacFadden sorride e abbraccia la nipote, guardando Castle, la cui espressione invece dice qualcosa tipo: a me sembrava un film horror!
Li saluta calorosamente, sistema Stella sul seggiolino dell’auto, si accoda all’ambulanza e compone il numero di casa per avvertire tutti.
Finalmente prendono la strada verso l’ospedale.


Continua...


Angolo di Rebecca:

Nghe... nghe... ngheeeeeeee...
E' arrivato Gabriel! Auguri zie :p
Riccardone è stato bravo non trovate?
Kate spiritosa nel momento cruciale e Stella... che dolcezza!!!

Chissà se c'è qualche fan di Jag tra di voi, se così fosse, si accorgerà che c'è una citazione di Harmon Rebb, ho riso tanto a quella frase e in bocca a Rick, ci stava a pennello!

Un'ultima cosa: posso aver scritto un mucchio di stupidaggini per il parto, ma siate buone, fatemele passare come licenze poetiche.




 

 
 

  
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