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Autore: Califas the great    20/06/2007    5 recensioni
Questa è la mia prima storia sia di Diablo sia in generale. Siete curiosi di sapere cosa pensava l'Eroe mentre stava per sconfiggere Diablo e segnare il suo destino?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vexilla regis prodeunt Inferni

Vexilla regis prodeunt Inferni

Le insegne del Re dell’Inferno avanzano

Non sono mai stato un abile guerriero, da giovane ero un semplice contadino, non sapevo maneggiare una spada, almeno non meglio di come avrei maneggiato una zappa; vivevo a Sincraick, nei pressi di Tristram, la città della grande cattedrale, non sapevo scrivere e a stento leggevo, non ero il tipo di persona che si possa immaginare a sfidare i nemici più potenti del mondo… eppure sono qui. Un giorno giunsero al mio villaggio i Grandi Prelati di Zakarum e i loro paladini per scegliere un nuovo apprendista, il loro capo, Lachdanan, esaminò molti giovani di gran lunga più forti di me, ma li scartò… per scegliere me! Perché? Perché tra tanti giovani più aitanti di me Lachdanan mi scelse quale suo apprendista? Il grande Paladino mi iniziò ai segreti dell’Ordine di Zakarum, mi insegnò l’arte della scherma e quant’altro mi occorresse per diventare un abile paladino, poi, dopo dieci anni di addestramento, mi consacrò nella Cattedrale di Tristram, dinnanzi agli occhi compiaciuti del giusto Re Leoric e del santo Arcivescovo Lazarus.

Lasciai Tristram e vagai per tutta Sanctuary offrendo i miei servigi al prossimo, poi giunsero inquietanti notizie dalla mia casa natale, sembrava che Re Leoric fosse impazzito, ordinava la decapitazione di molti suoi fedeli collaboratori accampando come scuse assurde storie di complotti ai suoi danni, Lazarus non faceva nulla per placare i sospetti del sovrano, anzi, sembrava aizzarli… ma perché mai? Cosa stava accadendo nella mia terra? Quando l’unico figlio di Leoric, Albrecht, scomparve il re impazzì definitivamente: dichiarò guerra al vicino regno di Westmarch che mai aveva dimostrato ostilità verso le genti di Khanduras, a guidare l’esercito fu Lachdanan in persona, ligio al suo giuramento di fedeltà guidò se stesso e i propri fratelli verso una missione suicida… presso il Monastero delle Ranger della Sorellanza dell’Occhio Invisibile venni a sapere che Lachdanan aveva fatto ritorno con pochi sopravvissuti e aveva assassinato il folle Re Nero, come ormai veniva chiamato Leoric, quel pazzo miserabile, prima di morire, maledisse Lachdanan, condannandolo a vagare senza pace tra le rovine della cattedrale che Leoric aveva eletto a sua dimora. Possa la sua anima riposare all’Inferno! FOLLE!

E io, io all’Inferno ci sono già, la brulla terra ai miei piedi riarde di pura malvagità, è difficile credere che questo luogo orribile, un tempo, era un reticolo di catacombe ove i Maghi del passato, gli Horadrim, dormivano il sonno dei Giusti. Giunsi a Tristram nella sua ora più oscura, il re era morto, Lachdanan, Lazarus e Albrecht scomparsi, i più valorosi uomini del villaggio erano stati massacrati dalle creature deformi che la cattedrale vomitava ogni giorno, nel vano tentativo di distruggere il male che dimorava nella Cattedrale.

–Un male ben più antico del Mondo ti minaccia, giovane cavaliere!- mi aveva detto il vecchio Deckard Cain, aveva ragione. L’aria è fetida, un misto di sangue e carne in putrefazione… devo avanzare… estraggo la spada dal corpo inerte di Lazarus… povero folle! Davvero credeva di potermi sconfiggere? Una luce rossa si sprigiona dalla sala più avanti… è lui! Diablo, il Signore del Terrore, avanza impettito verso di me, il corpo è rosso come il fuoco, due corna ricurve gli spuntano dalle tempie, una fila di lunghe punte accuminate gli percorre la schiena e la coda, una pietra cremisi è conficcata nella fronte della bestia… Il Signore degli Inferni ride, la sua risata cupa e maligna mi ghiaccia il sangue… siamo faccia a faccia… all’improvviso faccio roteare la spada, Diablo mi colpisce con un poderoso colpo, vengo sbattuto sul muro e per poco non sono precipitato nel ribollente mare di lava, mi rialzo e corro verso la bestia, Diablo tenta di colpirmi di nuovo ma riesco ad evitare il colpo con un abile scatto in avanti, lui protende le mani verso di me e da esse scaturisce una lunga fiammata, la evito appena in tempo! Ruggendo Diablo alza le mani al cielo e una miriade di scheletri si innalza dal suolo: l’esercito degli Horadrim. Gli scheletri non sono troppo difficili da annientare, pochi ma abili fendenti li riducono ad un innocuo cumulo di polvere. Ora tocca a lui, è tempo che il Signore del Terrore paghi per tutte le sue atrocità, sento in me una forza che non capisco da dove arrivi, mi getto sul demone, lui tenta di colpirmi con una nuova fiammata, ma io sono più veloce, basta un solo colpo preciso…

Diablo si accascia a terra, la lunga e profonda ferita sulla schiena vomita continuamente sangue nero come il cuore della bestia, ammesso che ne avesse uno, il suo ruggito è così potente da spezzare tutte le vetrate della Cattedrale, una tempesta di fiamme e furore si sprigionò dall’antica costruzione avvolgendo il cielo plumbeo della notte, lentamente l’urlo di Diablo si fa più flebile e la creatura si accascia a terra… la bestia è morta e il Male che minacciava Tristram è destinato a svanire per sempre…. O forse no? La gemma cremisi sulla fronte di Diablo pulsa ancora di linfa vitale… lui è lì ed è vivo… si può distruggere un simile oggetto? Come porre fine per sempre al Terrore? L’unica soluzione possibile è la più terribile di tutte, ho sconfitto il Signore degli Inferi e ora, ora per la prima volta, ho sinceramente paura… i nemici che combattevo erano reali, autentici, stavano lì innanzi a me, anche Diablo, anche lui aveva un corpo, corpo che io avevo abbattuto, ora… ora la battaglia sarà dove spade e corazze non servono, dove solo una tempra potente potrà ottenere una definitiva vittoria… estraggo il mio pugnale e con esso estraggo la pietra dalla fronte della bestia… non appena la pietra è tolta il corpo di Diablo inizia a mutare, la pelle si avvizzisce mostrando il nudo e biancheggiante scheletro del demone, poi anch’esso si riduce in polvere… dove prima giaceva il Signore del Terrore ora giace un ragazzo, il terrore più puro scolpito sul volto pallido, lo riconosco subito, è il principe Albrecht. Ciò che più mi disgusta è l’enorme squarcio che il ragazzo ha sulla fronte… nel vedere quel ragazzino nudo, con gli occhi sbarrati e le braccia spalancate ho un tuffo al cuore… cos’è, pietà? Ne dubito, gli uomini provano pietà, ma io non sono più un uomo… cosa sono allora? Afferro la pietra cremisi e l’osservo attentamente, Albriecht ha un solo spasmo che ne decreta la definitiva morte… i miei occhi sono fissi sulla pietra, sto per fare la scelta giusta? Ma mi accorgo che non è una scelta, una vampata d’odio verso coloro che hanno permesso che un simile destino lo subissi io mi riempie il cuore, non so cosa dimori negli alti cieli ma di certo ciò che provò per quest’entità ora è solo odio… odio, è questo che sono diventato? Un servo di coloro che tentavo di annientare? Ma ho davvero vinto oggi o la mia vittoria è solo una fragile facciata? Dovrei essere felice e invece sono solo triste, triste e stanco…

Non ho scelta ormai, sussurro una sola parola: -Perché?- poi prendo la pietra e con forza la conficco nella mia fronte…

Fuoco fiamme morte

Odio terrore distruzione

Sette è il numero dei poteri dell’Inferno, e sette è il numero dei grandi mali

Dolore angoscia menzogna peccato

Odio terrore e distruzione

…Ho perso…

  
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