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Autore: anotherlivingpoet    02/12/2012    1 recensioni
Amo vedere la paura negli occhi delle bestie che uccido.
Per un attimo, la vidi anche negli occhi di quel ragazzo.
Genere: Azione, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Carattere.


 

La mattina dopo non svegliai Ryan, sgattaiolai via furtiva come una ladra, ma prima gli presi qualche vestito dall'armadio per Garrett.
Quando arrivai a casa, mi trovai quest'ultimo molto arrabbiato sulla soglia.
Inarcai il sopracciglio.
«Si può sapere dov'eri?» mi gridò contro.
«Perché dovrei dirtelo?» risposi calma.
Con la scusa di chiudere la porta dietro di me mi si avvicinò e mi annusò.
«Profumi di.... uomo.» gli scoppiai a ridere in faccia.
«E allora?» dire che si arrabbiò è dire poco.
Lo sorpassai mentre urlava e lo lasciai sfogarsi.
Dopo circa due minuti avevo le orecchie massacrate.
«Basta!» urlai.
Si zittò.
«Non sei nessuno per dirmi cosa devo fare, ok? Quindi, per favore, stai zitto! E, ti ricordo, questa è casa mia, se nont i piace, te ne vai! Ma prima, dato che sono così cattiva io, prenditi questi vistiti puliti!» e glieli lanciai con malagrazia.
Aveva la bocca aperta.
«Io... Scu-» fece per scusarsi, ma lo interruppi mettendogli una mano sulla bocca, come un ladro farebbe al proprio ostaggio.
«No, non ti scusare, non lo vuoi. Ok?»
Mi annuì e mollai la presa, allontanandomi.
«Oggi, andremo in città. Devo prendere un sacco di cose. Tu mi accompagnerai, ok?» decisi.
Annuì ancora.
«Perfetto, cambiati.»
Circa dieci minuti dopo, eravamo in viaggio.
Garrett non faceva che chiedermi ogni due minuti se eravamo arrivati, non rendendosi conto che non saremmo arrivati finché nnon avremmo visto gli alberi diradarsi.
Sbroccai.
«Ma secondo te siamo arrivati? Come facciamo ad essere arrivati se gli alberi sono ancora a quasi cinque centimetri di distanza tra di loro, eh? Me lo spieghi, Garrett?» ero completamente andata.
Si ammutolì e ci rimettemmo in viaggio.
«Chiudi gli occhi.» gli ordinai.
Per non farmi arrabbiare di più obbedì all'istante.
E, furtivamente, mi girai.
E corsi silenziosamente lontano da Garrett.
Mi avrebbe rallentato e non mi sentivo per niente in colpa.
Era fame quella che avevo alla bocca dello stomaco, vero?
Non ci pensai e tirai dritto, cancellando tutte le tracce dietro di me.
Purtroppo, non ero stata così brava come al solito e sentii un passo pesantissimo dietro di me, tanto che stava facendo vibrare il terreno.
«Ehi! Perché mi hai lasciato lì? Non è giusto!» mi fermò.
Alzai l'arco e incoccai la freccia puntandogliela al petto. 
Ovviamente in meno di un nanosecondo.
Non se n'era accorto, infatti quando si ritrovò la freccia sul petto, sobbalzò.
«Stai. Zitto.»
E misi via l'arco.
«Mi fai paura.» mi disse sconcertato.
Risi.
«Anche io.» ribattei.


Quando uscimmo dalla foresta, il sole stava andando in giù.
Prendemmo il bus e la metro e ci dirigemmo in centro, Tony, mio zio.
Quando mi vide, fece per abbracciarmi calorosamente, ma restituii con poco entusiasmo.
«Norah, come stai?» mi chiese affettuoso.
Era proprio fratello di mio padre.
Da quello che mi avevo sempre saputo, mio padre era buono come il pane ma mia madre no, era cattiva, o così dicevano tutti quelli che la conoscevano.
Ho un vago ricordo di lei, ma ricordo dei vaporosissimi capelli rossi, lentiggini e degli occhi smeraldo intensissimi.
Anche se sono stata con lei poco, mi ricordo che con me era dolce, dolcissima.
Di viso, ero tutta mio padre, come amava ripetere Tony, ma di carattere, ero mia madre.
Forse, anche con tutto il suo carattere dolce.
Dovevo solo capire su chi indirizzarlo.




Hush Just Stop.
Ehi babe! 
Oggi sono in un brodo di giuggiole,
perché è il compleanno della dea.
Mrs. Britney Spears, the princess of pop!
*w*
mio dio, la amo troppo.
Auguri cucciola snfduissd.
quanto a voi, spero vi piaccia.
a presto,
jawaadsbiscuits.

   
 
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