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Autore: Sogno    06/07/2004    2 recensioni
Potrei dire che questa è la mia prima ff,è diciamo ispirata al Fantasma dell'opera,anche se in questo primo capitolo non si capisce molto bene...comunque è ambientata in Giappone,però i nomi sono americanizzati insomma è una ff da pricipiante però se lasciate qualche commento potrò cambiare il mio stile e accrescere questa ff!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non è sempre quello che sembra” quelle furono le ultime parole che Colin disse a sua sorella. Un visino rigato da lacrime amare osservava una foto,dove un ragazzo dagli occhi di un blu intenso lucidava una moto. -Christine poco fa ti cercava Victor!Gli ho detto che non ti sentivi bene,perché non lo richiami? La bambina alzò il viso verso la madre e poi riperse lo sguardo nella foto. -Lo sai Christine,non ti capisco!Io alla tua età non vedevo l’ora di uscire a giocare con i miei amici,invece tu stai lì seduta a rimuginare su quella foto da ore,e non ti decidi a crescere! Christine con accuratezza posò la foto sul letto,poi si alzò e guardò arrabbiata la madre -Per fortuna che non sono come te…tu e papà avete fatto di tutto per cancellarlo dalla vostra vita,avete tolto ogni sorta di foto,dato via le sue cose …come se a voi non importaste se lui non c’è più!Io voglio ricordare Colin per sempre… La madre gli diede uno schiaffo -No - non ripetere più quel nome!non voglio più sentire la minima parola su di lui!E ora fai quello che vuoi! Christine uscì di corsa dalla sua camera cercando di non pensare a quello che era successo pochi secondi prima,si fermò per pochi instanti nel grande soggiorno a prendere il suo zainetto e vide suo padre,che tranquillamente leggeva il giornale,non curante della sua presenza. -Christine dove credi di andare?-le chiese lui. Lei non rispose,e sbattendo la porta uscì di casa. -Lontano da qui -mormorò. -Colin,un'altra volta eh? -Christine sai non siamo mica tutti perfetti!-un dolce sorriso comparve sul suo volto- e poi la scuola non è tutto!Io ho la moto e la sorellina più impicciona del mondo,e questo compensa tutto,no?-rise. Christine osservò per qualche minuto il fratello mentre lucidava come suo solito la sua moto nera,e come suo solito era un sopravvissuto delle prediche del padre. -Cosa ha minacciato di toglierti stavolta?-le chiese lei. -Indovina?-lui sorrise ironicamente. La bambina ci pensò su un po’, poi indico il punto debole di Colin,la moto. -Brava,vedi che impicciarsi ogni tanto ti serve a qualcosa?-gli diede una caramella. -Secondo me non dovresti viziarmi così,non lo sai che fa venire la carie?comunque papà ha esagerato stavolta…uhm,non credo che se lui te la tolga,tu sopravvivresti senza!E poi questa è la…-disse lei. -Centesima volta che lui ti fa la predica,quand’è che incomincerai a studiare sul serio?-continuò lui imitando la voce della sorella. Christine arrossì dallo stupore,si mise a sedere su un gradino poi guardò con i suoi occhi blu,male Colin. -Chris sai tu in fondo hai ragione, ma a me la scuola non va e questo tu lo sai,io amo sentire il vento nei capelli,e amo la mia moto,cerca di capirlo almeno tu!E poi di quello che pensano di me mamma e papà non mi importa nulla!-sorrise beffardamente,e in men che non si dica aveva già messo il casco. -Dove vai?-domandò preoccupata Christine. - Lontano da qui!-rispose lui- Non è sempre quello che sembra! La bambina si alzò di corsa per chiedere spiegazioni,ma Colin filò via velocemente… Aveva corso fin che aveva avuto fiato in gola,era stanca e aveva appena cominciato a piovere,si guardo attorno per cercarsi un riparo ma quel quartiere non lo conosceva molto bene,all’improvviso notò un edificio all’apparenza abbandonato così scostò le assi che bloccavano l’entrata e vi entrò,ci rimase di stucco. -Che cosa è successo?-chiese la bambina agitata. Un'infermiera scosse la testa,e guardo i genitori con un viso alquanto triste. -Mi dispiace ma non ce l’ha fatta!Aveva segni di miglioramento,ma alla fine ha avuto un attacco cardiaco e…mi spiace!-li informò. Christine non riusciva a capire,così mentre i suoi genitori venivano consolati dai medici e dall’infermiera,lei si avventurò in una stanza isolata dell’ospedale. -Ehi piccola,non sai che non è permesso entrare lì dentro?-la avvisò un medico. La bambina scosse la testa e per risposta indietreggio di qualche passo. -Tu sei Christine vero?Mi spiace per tuo fratello… -Cosa è successo a Colin?voglio saperlo, è ferito? L’uomo abbassò lo sguardo. Christine da quel gesto capì la situazione,ma non pianse,prese dalla sua tasca la caramella che tre ore prima le aveva regalato suo fratello e la scartò,poi la offrì all’uomo. -Colin per me era un mito,e ora mi rimane solo questa- mostrò la caramella- di lui,e voglio condividerla con lei! Il medico guardò la bambina con dolcezza,poi gli scompigliò i capelli in senso d' apprezzamento. -I tuoi genitori ti stavano cercando,stai vicino a loro! -Io…vorrei sapere come… -Come è se né andato vero? Lei annuì -Tuo fratello si era fermato a fare una sosta in un bar e…intanto una donna anziana stava attraversando la strada proprio mentre tuo fratello stava uscendo dal bar,e un pirata della strada… Christine scosse la testa e delle lacrime le solcarono il viso -E’ morto per salvarla…è una morte da Colin!-un sorriso finto si velò sul viso. Era un teatro…un grandissimo teatro,sul volto le comparve un sorriso compiaciuto per la sua scoperta,si scostò una ciocca di capelli dal viso e poi avanzò di qualche passo verso il palcoscenico. -Fantastico- mormorò –però per essere abbandonato è tenuto bene! Osservò il drappo rosso del sipario,che era stato accuratamente tolto e legato con una corda e messo a terra,proprio a lato del palcoscenico. Qualcosa improvvisamente attirò la sua attenzione,oppure qualcuno… Era un libro rilegato!la cosa che l’aveva colpita era la scritta incisa sopra alla copertina -The Shadow,l’ombra!-sussurò,si sentiva osservata…un brivido le percorse la schiena,afferrò il libro e corse fuori dal teatro. Sono passati cinque anni -Nooooooooo!-si alzò di colpo e appena appoggiò il piede a terra scivolò. -Ahi,ma allora è vero che non bisogna mai scendere dal letto con il piede sinistro!-borbottò Christine mentre si rialzava. -Sono in ritardo!-continuava a ripetere ad alta voce mentre tentava di aggiustarsi il fiocco della divisa. Si lego i capelli con un fiocco rosso,poi scese di corsa le scale,afferrò la cartella stava al lato della porta ed uscì di corsa. -Christine fermati… Un ragazzo dai capelli rossi e dalle tante lentiggini le corse dietro con i roller blade -Anche tu in ritardo vedo?Victor ancora a caccia dei tuoi beni amati alieni?-chiese lei sorridendo. Victor diventò rosso,poi sospirò e annuì -Ieri ho fatto tardi perché vicino al quartiere di Ishizo è stato avvistata una luce sospetta,così sono andato a costatare di persona e … -Uno dei tuoi soliti buchi nell’acqua!-continuò lei. -E tu sempre in cerca di nuove commedie,eh? Christine rise -Uhm…ma sai noi appassionati del genere teatrale… -No,ti prego non imitare la signorina Ghenta,ti prego!-la scongiurò lui. La signorina Ghenta era la loro professoressa di musica,di storia e non che là coordinatrice del progetto teatrale,in classe veniva sempre presa in giro per il suo accento inglese,era una donna magra,come un grissino ma aveva una voce così acuta da riuscire a rompere i vetri della scuola. -Sai Victor non so se hai più paura di lei,se non di un compito di matematica! Oh,no parli del diavolo… -Ma guarda un po’ chi c’è questa è la seconda volta che vi becco ad arrivare in ritardo!-urlò la loro amata professoressa Ghenta- vi dò un consiglio;Sbrigatevi ad entrare in classe,può darsi che questa volta chiuderò un occhio! I due si guardarono ridendo poi corsero nell’aula. Erano in 16 in classe e dato che Christine era nell’ultima fila doveva per forza passare nell’angolo delle super minute,erano le ragazze più in voga della scuola e ogni volta che la vedevano cercavano sempre o di imbucarla a qualche festa o di architettare incontri al buio con qualche ragazzo. -Ehi,Christineeeeeee! Lei fece finta di niente,ma la ragazza che la chiamava le andò in contro -Che ne dici oggi di venire con noi dal parrucchiere eh?i tuoi capelli hanno perso lucentezza! -Megan Rikuzo,mi hai scambiato per un gatto?-le rispose lei,ignorandola. Non aveva niente contro di loro,ma lei amava starsene in pace,erano cinque anni che ormai era successo e lei non aveva ancora dimenticato,ma grazie al suo migliore amico Victor e la passione per le commedie teatrali era riuscita a sollevarsi un po’ da terra. -Ehi,questo è il mio posto!-mormorò Christine con lo sguardo su una cartella minacciosa sulla sua sedia. -Scusami,io non trovavo un posto libero e dato che…non c’era nessuno!Mi dispiace ora cerco da un'altra parte. La ragazza inquadrò il ragazzo dal basso all’alto,non lo conosceva ma la cosa che la colpì furono i suoi occhi verdi,non ne aveva mai visti di così profondi,e poi i capelli color del grano e… -Alan Yuara…vieni qui!-la voce della prof Ghenta arrivo fino in fondo alla classe. Il ragazzo corse alla cattedra e la signorina Ghenta si rinforzò la voce e poi.. -Bene,e così in cominciamo l’anno con un nuovo arrivato,si chiama Alan Yuara!Mi raccomando voglio che si integri nella classe,non lo lasciate in disparte…Alan hai già trovato posto? Alan scosse la testa velocemente -Bene allora ti siederai vicino a Toniaky-gli indicò il posto vuoto vicino a Christine. Lei abbassò il volto e si girò verso il suo amico Victor che le stava dietro -Victor facciamo scambio di posto,dai… Victor la guardò male -No -Eddai…-insistette. -Toniaky qualche problema?vuoi una tazzina di The,e magari qualche cioccolatino?-ironizò la prof Ghenta. Christine si voltò verso la professoressa e le venne spontaneo un risolino. -Ti pare ci sia da ridere?Toniaky perché non vieni alla lavagna e non incominci l’anno con un bello schema di storia?-le chiese ancora. La ragazza si alzò,e mentre si stava recando verso la cattedra mandò un’occhiataccia al nuovo arrivato. -Te la sei cercata,dovevi proprio ridere? Christine addentò la mela che aveva in mano. -Mi è venuto spontaneo -un sorriso beffardo le comparve in volto. Victor gli diede una pacca sulla spalla -Sei pazza!-scherzò. -Si è vero sono appena scappata da un manicomio,guarda qua questa camicia di forza a righe è fuori moda,Victor dovresti cambiarla! -Ah,ah!-sbuffò lui –hai visto il nuovo arrivato è già popolare!-indicò verso un tavolo lontano da loro di qualche metro,dove una folla di ragazzine attorniavano Alan. La ragazza fece spallucce mentre posava il suo sguardo su Alan -Non ha niente di che,è solo un ragazzo nuovo di qui! -Beh,però alle ragazze piace! -A me no!- puntualizzò lei. -A te non piace perché non sei una ragazza!-ironizò lui. Lei diventò rossa e guardò l’amico -Ma pensa,se non lo sono,secondo te cosa sarei? Il ragazzo incominciò a ridere -Un alieno o magari una ranocchia,cosa preferisci? Christine gli fece una linguaccia -Antipatico! -Attenta che qualche gatto potrebbe mangiarti la lingua!-continuò a ridere. -Sì,sì certo!Comunque questa sera ci sarà l’ inaugurazione del teatro… -Tinamura!Sono settimane che me lo ricordi,io devo andarci per via di mio padre…vuole avere una promozione dal suo capo e lui sarà lì! Christine era legata molto a quel luogo,era tornata molte volte dopo la sua scoperta,e il teatro Tinamura era diventato il suo luogo di riflessione preferito fino a quando il sindaco di Tohiba aveva deciso di riaprirlo. -Voglio andare prima a dare un occhiata,è da molto che non ci vado!-mormorò. -Se vuoi vengo con te… -No,ecco…io…di solito ci vado da sola,lo sai no? Victor abbassò lo sguardo intristito,poi la guardò di nuovo con un finto sorriso -Bene è ora di rientrare in classe,ci tocca un'altra ora di matematica! -Pile,torcia…guanti…guanti?Naaa,questi non mi servono!-borbottò Christine mentre riponeva gli oggetti nella sua borsa,tutto il necessario per andare nel suo amato teatro. -Ragazzina cosa stai combinando?-le chiese il padre,che era entrato nella sua camera. -Niente!-rispose lei,nascondendo dietro le spalle lo zaino. -Bene,perché non voglio avere guai! Appena il padre uscì,Christine si guardò per un istante allo specchio,sul suo viso apparve un sorriso,in fondo non era così difficile sorridere…dopo un po’ quella parvenza di dolcezza si trasformò in uno sguardo impaurito. -Che cosa…-balbettò. Le era apparso per un attimo di essersi vista allo specchio vestita in un altro modo…in kimono. -Naa,che scema che sono,ho un immaginazione spigliata oggi!-continuò appoggiandosi una mano sulla testa. Prese la borsa e uscì,cercando di non incrociare i suoi genitori ,quando riuscì ad evadere(si fa per dire!!!) da casa(fuori) tirò un sospiro di sollievo,amava uscire di nascosto dai suoi,si sentiva superiore al dolore e all’aria di dimenticanza che aleggiava nella sua casa. Diminuendo via,via il tragitto che la separava dal suo obbiettivo primario,Christine ripeteva fra sé -Non c’è nessuno,lì finalmente potrò avere un po’ di pace! Sapeva,che nel suo luogo di riflessione avrebbe potuto sfogarsi,l’incessante bisogno di seppellire il suo dolore le fece affrettare il passo,mancava solo un metro dal teatro Tinamura e i suoi occhi brillavano dalla contentezza. Le assi di legno non c’erano più ma al loro posto,attaccato al lato del grande portone c’era un foglio “Stasera riapertura!”,Christine abbassò e cercò di trattenere un risolino -Tutta la città lo sa,non credo che serva un foglietto così a ricordarlo,il sindaco Mohita si è sprecato!-ironizò. Quando entrò l’oscurità la avvolse,ma il luogo si schiarì subito grazie al fascio di luce della torcia che la ragazza aveva portato,tastò in un puntò poi il grande teatro si illuminò del tutto,si guardò attorno e avanzò verso il palcoscenico,salì e poi si mise seduta proprio sull’orlo di questo. -E ora all’opera!-sussurò. Tirò fuori dalla borsa un quaderno e una penna “Mi manca,è passato molto tempo lo so…ma se lui non fosse morto…io avrei una spalla ora,avrei qualcuno con cui parlare,non che con Victor non lo faccio,ma non è mio fratello…e mi avrebbe imparato a suonare la chitarra,avrei potuto vantarmi di lui con le mie amiche…le mie amiche,quali poi?mio fratello Colin,l’unico ” la penna le cadde dalle mani,il portone del teatro si aprì di scatto,Christine sussultò -Ora sono nei guai!-borbottò,afferrò la borsa e corse a nascondersi dietro il telo rosso del sipario,sperando di non essere stata vista. Due figure,che la ragazza non riusciva a visualizzare bene erano salite sul palcoscenico una di loro aveva in mano una scopa… -Allora come è andata oggi nella nuova scuola? -Bene! -Hai fatto amicizia con qualcuno figliolo? -Credo di sì! -Credi? -Beh,è solo il primo giorno!qualcuno mi ronzava a torno… -Ragazze? -Un orda di ragazze,nell’altra scuola non era così… -Sei proprio come me io alla tua età facevo strage di cuori,ragazzo mio…però non le ignoravo come fai tu! Christine si sporse per capire chi erano quei due,stava perdendo l’equilibrio così si aggrappò al drappo del sipario, ma o era fissato male o si era strappato,ma comunque le cadde sopra e lei inciampò. -Perché capita tutto a me-borbottò lei,mentre si toglieva di dosso il sipario mentre lo faceva incrociò degli occhi che aveva visto ore prima a scuola. -Tutto bene Christine?-le chiese il proprietario di quegli occhi. -A-Alan!-balbettò diventando improvvisamente rossa,osservò il ragazzo che si era chinato per vedere come stava. -Vedo che almeno la lingua ti funziona ancora!-ironizò il ragazzo-E’ bello spiare la gente alle spalle vero, Toniaky? La ragazza abbassò lo sguardo colpevole,Alan le porse la mano per aiutarla ad rialzarsi. -Yuara,ero venuta a dare un occhiata…comunque ce la faccio da sola!-contestò lei,alzandosi di scatto,non sopportava le persone che la chiamavano per cognome-Mi spiace,per il sipario!-si rivolse all’uomo che osservava i due con occhi sbarrati,intanto diede le spalle al ragazzo. -Beh,non in porta me ne occuperò dopo io!Sono il custode del teatro e questo è mio dovere,come è mio dovere di padre dire ad Alan di non essere così scortese con le ragazze!-rispose l’uomo sorridendo a Christine. -Scortese?Ci stava spiando!che devo fare?devo dirgli “Ehi,Toniaky benvenuta,e ora puoi spiarci quanto vuoi!”,a volte papà non ti capisco!-controbattè Alan. Christine roteò gli occhi,già al primo impatto Alan le era sembrato uno sbruffone,ora lo vedeva come un pallone gonfiato. -Io non spiavo,di tanto in tanto vengo qui a vedere il teatro,sono molto attaccata a questo luogo e…dato che non ho il permesso di entrarci ho avuto paura,e mi sono nascosta!contento ora?-spiegò lei. Alan guardò Christine scuotendo la testa -Inventati qualcos’altro,con me non attacca! Il signor Yuara continuava a guardare i due inorridito poi intervenne di nuovo -Alan è una tua compagna di scuola vero?-chiese al ragazzo indicando Christine. -Sì,la più maleducata e impicciona compagna di scuola che esista!-borbottò il ragazzo. Christine sussultò a quelle parole “La sorellina più impicciona del mondo”,le vennero in mente quelle parole,ciò che scherzosamente suo fratello Colin tanto tempo a dietro le aveva detto,una lacrima le rigò il viso. -Signor Yuara mi scusi di nuovo per quello che ho combinato,ora devo andare!-si rivolse all’uomo con il volto basso,per non far vedere che piangeva,poi prese la borsa che aveva lasciato per terra e corse via. -Alan,spero tu sia contento!-disse il Signor Yuara rimproverando il figlio,con uno sguardo torvo. Il ragazzo guardò con aria innocente il padre,poi sorrise beffardamente -Beh,papà che ho fatto di male,ho detto ciò che pensavo di lei! -Alan non l’hai osservata bene,stava piangendo,sei proprio nei guai figliuolo,ora ti toccherà chiederle tu scusa,se vuoi che lei ti consideri ancora!-consigliò il padre al figlio avviandosi verso l’uscita –Quella ragazza è un bel tipino,e tu te ne accorgerai presto,ti consiglio di riportargli il quaderno che si è dimenticata,e cogliere quell’attimo per scusarti! Alan volse il suo sguardo a terra,e notò il quaderno,si chinò a raccoglierlo con indifferenza e poi urlò al padre che stava uscendo dal teatro –Non lo farò mai,quella ragazza è una sbruffona! L’uomo si voltò di scatto e sorrise –Se hai una coscienza si che lo farai-rispose uscendo,poi sussurrò senza farsi sentire dal figlio –Ragazzo fai attenzione,rischi di perderla di nuovo,quando saprai la verità te ne accorgerai!
  
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