Le loro labbra si unirono dolcemente ma si staccarono subito dopo perché sentirono il piccolo Son che gridava: << Fratelloooooneeeeee! Mamma ha detto di tornare a casa! >>.
I due, rossi come non mai, si alzarono e senza nemmeno guardarsi in faccia si avviarono verso la casetta. Quella notte la ragazza non riuscì a dormire, ripensava a ciò che era successo qualche ora prima e questo la portò a ripensare al loro rapporto. Si era già posta delle domande ma le aveva smentite a sé stessa con grande dolore; insomma cosa prova per lui? Solo amicizia o qualcosa di più? Non sapeva se Gohan provasse le stesse cose ma con quel bacio inaspettato tutti i suoi dubbi, tutte le sue debolezze, tutte le sue parole riemersero dando vita a un uragano di confusione.
La mattina seguente la mora non fece che sonnecchiare tanto da non accorgersi che l’amico non era presente perciò, con la scusa dei compiti da consegnare, volò verso i monti Paoz per chiedergli spiegazioni quello stesso pomeriggio. Arrivata a destinazione suonò il campanello e subito dopo la porta si aprì per mano di Goten che le saltò addosso non facendola cadere per poco e, a sentire quel nome, pure Chichi li raggiunse per salutare la ragazza.
<< Come mai Gohan non è venuto oggi a scuola? >> chiese alla donna mentre preparava il the e andava a prendere tutto il necessario per servirlo.
<< E’ andato con Goku ad allenarsi stamattina presto. Penso siano partiti all’alba ma tra poco tornano! Ti va di restare a cena? >> le spiegò la moglie di Goku.
La mora ovviamente cercò di declinare l’invito, già pranzava da loro due volte a settimana non voleva disturbarla a preparare qualcosa pure per lei visto la quantità di cibarie che ingurgitavano i tre uomini della famiglia, ma Chichi insistette e lei non volle darle un dispiacere. Per Chichi quella ragazza era come se fosse la figlia che lei non aveva mai avuto, era testarda ma coraggiosa e pure forte, un po’ come lei invece per Videl quella donna era diventata importante come una madre, le voleva un bene dell’anima e tutto quel tempo passato insieme direttamente e indirettamente aveva contribuito a renderla speciale ai suoi occhi.
Dopo aver avvisato suo padre si sedette al tavolo e iniziarono a chiacchierare finché non arrivarono i due Saiyan stanchi, sudati e pieni di ferite e bruciature. Furono subito soccorsi dalla donna con una tale amorevolezza e naturalezza che la ragazza si meravigliò. Quando però gli sguardi dei due ragazzi si incontrarono arrossirono leggermente lasciando intendere cosa fosse successo il pomeriggio prima.
Finita la cena i due andarono a fare una passeggiata nel boschetto ma tra i due non c’erano quelle risate, quegli scherzi, quei sorrisi, quei colpi simpatici, c’era solo imbarazzo. Imbarazzo per quella situazione così voluta ma anche così inaspettata, imbarazzo per quel silenzio così vuoto.
<< Gohan mi spieghi come mai oggi hai osato non venire a scuola? Per colpa della tua assenza sono stata interrogata da quella vipera! >> disse la ragazza cercando di rompere il ghiaccio.
<< Mio padre mi ha chiesto di allenarmi con lui in vista del torneo. Goten è troppo debole per incassare i suoi colpi e quindi sono dovuto chiedere a me. Stranamente mamma era d’accordo! >> le spiegò il ragazzo sorridendo.
Per non farsi vedere rossa a causa del sorriso rivoltele, Videl infilò la testa nella borsa per trovare le chiavi ma quando si rese conto di averle dimenticate nella borsa di scuola ed esitante gli fece una richiesta alquanto strana in una situazione del genere al ragazzo.
<< Gohan… non è che posso dormire da te stanotte? Ho dimenticato le chiavi e mio padre è partito per un viaggio di lavoro e… non so dove stare stanotte! Eheh >>
Gohan la guardò con tenerezza, era così dolce quando arrossiva in quel modo, sembrava una bambina a suo parere.
<< Va bene signorina Satan le concedo l’onore di pernottare nella nostra lussuosa dimora ma domani voglio vedere sul tavolo della nostra tredicesima sala da pranzo il compenso! >> disse Gohan con l’aria da saputello. Videl allora lo incominciò a picchiare scherzosamente finché i loro visi non si trovarono a un palmo di naso di distanza e lì avvamparono entrambi.
Quando al ritorno del figlio la donna vide che c’era anche Videl, si avvicinò loro e la ragazza, preso tutto il coraggio che aveva in corpo, le pose la richiesta. Si aspettava chissà che risposta invece le rispose con un grande sorriso: << Va bene! Ma non fate troppo casino e cara attenta che non ti travolga!>>
A quell’esclamazione si guardarono in modo strano. Per la prima volta Videl notò che avevano aggiunto un’altra stanza e, mettendo la testa oltre la porta, vide una vera e propria zona terremotata: vestiti sparsi a destra e a manca, il letto pieno di quaderni e libri e il pavimento pieno di giocattoli.
Evidentemente quella era la camera di Goten e lo si poteva capire dal fatto che a differenza del più piccolo dei Son che era così disordinato, il grande era di un ordine a dir poco maniacale!
Quella notte la ragazza capì il significato di quell’affermazione: Gohan non si stava fermo un secondo e, ciliegina sulla torta, parlava pure! Vicino a quel terremoto vivente non che fece che stare in dormiveglia o almeno cercare fino a quando non sentì qualcosa che la fece svegliare: il ragazzo la chiamava poi abbassava la voce e sussurrava qualcosa. Di conseguenza, vinta dalla curiosità, gli si avvicinò per capire cosa dicesse ma in un attimo fu presa dalle braccia di Gohan e portata sul suo petto muscolo e duro (non pensate a male! xD NdMiss_fairy). In quella posizione sentì non solo il suo cuore battere ma anche il suo respiro regolare far alzare e abbassare ritmicamente il petto coperto da una canottiera bianca di cotone molto sexy. Videl si sgridò, non poteva pensare quelle cose su Gohan perché lui era Gohan, era il suo migliore amico e niente di più. Risvegliatasi da quel momento di fusione mentale ritornò ad ascoltare cosa dicesse e, quando sentì quelle parole, avvampò più di quanto l’oscurità della stanza non nascondesse; in poche parole nel suo sogno le confessava il suo amore.
Non poteva credere che pensasse e provasse quelle cose nei suoi confronti e questo fece ritornare nuovamente tutti i suoi dubbi. Alla fine si addormentò tra le sue braccia cullata dal cuore del moro.
La mattina dopo Chichi li ritrovò in quella stessa medesima posizione e si intenerì, erano carini insieme e decide di lasciarli dormire ancora un po’ e se fosse successo di far saltare la scuola per quel giorno ma il previdente ragazzo aveva messo la sveglia alle 5.30 in punto facendo non solo svegliare lui ma anche l’amica che di solito si svegliava un’ora dopo.
Si ritrovarono l’uno abbracciato all’altra e, presi dall’imbarazzo e rossi come non mai, si alzarono e andarono a fare una ricca colazione da Saiyan.
A scuola la poverina fu investita dalle domande di Erasa che incominciò il suo interrogatorio non appena mise il piede oltre il cancello.
<< Dove sei stata ieri? Ti ho chiamato al cellulare ma era spento, a casa non rispondeva nessuno quindi sono andata da te ed era tutto chiuso. Pretendo delle spiegazioni! >> disse la bionda neanche un secondo dopo.
<< Calma! Sono rimasta a dormire da Gohan perché non avevo le chiavi di casa e il cellulare si era scaricato! >> rispose la ragazza.
<< COOOOSAAAA?- esclamò la bionda per poi ritornare la solita – e cosa avete fatto? LO avete fatto? >>
<< No! Ma che ti salta in mente. Non abbiamo fatto ne quello ne niente! Abbiamo solo dormito. >>
<< Stessa stanza e stesso letto?>>
<< Si ma solo perché non potevo dormire sul divano… Chichi non me lo avrebbe mai permesso! >>
<< Chiami la madre di Gohan per nome, dormi a casa sua e per giunta nel suo stesso letto con lui…. confessa! State insieme! >>
<< No ma sei impazzita!? Siamo solo amici! A M I C I! >> rispose infine non rendendosi conto che l’aveva praticamente spifferato a tutta la scuola.
Dopo quella sfuriata in classe tutti non facevano che indicarla e ridacchiare tra loro, come se non avessero mai fatto una figuraccia del genere anche loro! Consolazione il giorno dopo si cambiò pettegolezzo e vittima fu la stessa Erasa… forse il fato le stava dando ragione.
Nel pomeriggio Gohan le inviò un messaggio in cui le chiedeva di prendere i biglietti per il ballo. Si era praticamente dimenticata, avrebbe voluto non andarci ma ormai glielo aveva promesso e non poteva infrangere quella promessa.
Qualche giorno dopo accompagnò l’amica a trovare un abito e andarono in una botique che aveva gli abiti per l’occasione infatti tutte le ragazze andavano lì e di conseguenza era sempre pieno. Mentre provava di malavoglia qualche abitino vide su un manichino all’entrata un abito blu con una gonna a balze non molto voluminosa e delle perline sul corpetto capaci di dargli luce e, nel vederlo, gli occhi le si illuminarono. Vedendo la scena l’amica lo fece prendere e glielo fece portare nel camerino.
Quando lo vide la bionda sbucò da dietro la tenda e le confessò ciò che aveva fatto. Quando lo indossò inutile dire che sembrava una dea, gli occhi le si illuminarono e la pelle divenne radiosa. Aveva trovato l’abito, l’occasione e il principe azzurro che purtroppo non sapeva di esserlo.

Dewa mata a tutti! :D come va? scusate la tarda ora ma ho fatto una scommessa con me stessa e la devo vincere xD

Questo è il secondo e penultimo capitolo! Lo so che siete felici che questa ff finiscaa ma vi volgio inclinare le sfere del drago e, rettifico, se lo faccio è perchè mi importa di voi! xD

Come avrete notato è molto più lungo questo capitolo e forse è anche il più introspettivo secondo me :) fatemi sapere!

Spero vi piaccia e che commentiate in tanti! :) xoxo Miss_Fairy :*