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Autore: gaeshi    02/12/2012    1 recensioni
Tokyo, sera inoltrata; un qualunque vicolo con cassonetti e immondizia sparsa.
“Facciamo una scommessa?”
La bambina comparsa davanti a lui sembrava uscita da un film horror; apparsa dal nulla, capelli lunghi, scarmigliati e decisamente sporchi, vestiti macchiati e dai bordi a tratti lacerati. Qualunque studente avrebbe provato un minimo di timore, inquietudine, o alla peggio fastidio. Yoichi Hiruma, invece, esibì il ghigno che già a quindici anni lo caratterizzava e si fermò.
“Sentiamo”
Il quarterback dei Deimon non la racconta giusta alla sua squadra; ha una sorella, diabolica quasi quanto lui, ma nessuno sa quale sia il legame che li unisce... Forse nemmeno loro. Dal reciproco sfruttamento all'amore il passo non sembra breve... La strada per il Christmas Bowl sarà abbastanza lunga da aiutarli, o porterà solo imprevisti e problemi?
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Deimon Devil Bats, Nuovo personaggio, Youichi Hiruma
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest
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In capo ad una settimana si tenne l’estrazione degli accoppiamenti per il torneo del Kanto. I fratelli Hiruma furono i primi ad arrivare assieme a Musashi, che aveva dato loro un passaggio. Vennero presto raggiunti da Kurita –che, neanche a dirlo, si mise a piangere come una fontana quando vide Yoni-, Mamori e i fratelli Taki –la manager sfoggiando un nuovo taglio di capelli che le stava molto bene, ma che non riscosse alcun commento dal quarterback, con suo sommo dispiacere-, e a poco a poco tutta la squadra. Si dimostrarono molto contenti di riavere l’esperta di muscoli e legamenti di nuovo con loro, ma in pochi riuscirono ad evitare espressioni imbarazzate e compassionevoli.
Sapeva sarebbe stato così, ma Yoni lo trovò ugualmente fastidioso.
Accolti da una sparatoria, arrivarono infine anche gli ultimi ritardatari. Potevano entrare.
 
Le squadre partecipanti erano tutte riunite in un’ampia sala formalmente decorata; uno alla volta, i rappresentanti di Seibu, Ojo, Deimon, Hakushu, e Tayo salirono per estrarre il loro abbinamento. Poi toccò agli Shinryuuji.
Yoni vide Agon sogghignare osservando Sena, e istantaneamente il mini-pallone da football con sopra il numero schizzò come un proiettile verso l’occhio destro del nano di merda.
-Fuck!-
Fortunatamente, lo schivò al pelo. Il cuore di Yoni riprese a battere normalmente, e smise di preoccuparsi di come far trapiantare a Sena un nuovo occhio funzionante e a farlo correre in campo prima della partita.
“Dannato rasta di merda…” sussurrò Yoichi, anche lui estremamente sollevato per i riflessi del loro running back.
Agon non aveva ancora finito di divertirsi, però; seguito dalla sua squadra si diresse dritto verso i Deimon, lanciò un’occhiata al nano di merda –che istantaneamente rabbrividì dal terrore- e marciò verso i fratelli Hiruma. Non degnò di uno sguardo il maggiore, mentre l’altra lo fissava perplessa e vagamente irritata per l’invasione.
Poi si chinò, fulmineo, bloccò i polsi di Yoni e la baciò.
 
“È riuscito a fregarci”
“Già. Non mi aspettavo sarebbe stato così audace, non in pubblico”
“Questo prova che avevo ragione io. Vuole solo portarmi a letto, come tutte le altre ragazze, ma non lo fa perché sono tua sorella e tua simile. E perché sa che finirebbe male”
Erano a casa, seduti sul divano a bersi una tazza di caffè e a riesaminare quanto era successo nelle ultime ore.
Agon aveva baciato Yoni di fronte a tutti, tenendo presenti alcuni punti:
A)     Yoichi non poteva fargli niente, così come il resto della squadra, pena la squalifica immediata dal torneo
B)      I suoi riflessi innaturali gli avrebbero permesso di anticipare ogni movimento delle mani di Yoni, che era in grado, volendo, di fargli esplodere il cuore alla Kill Bill Vol.2, ma per stare sicuro le aveva stretto i polsi per non farla muovere
C)      Calci non ne rischiava, era una dannatissima paraplegica ancora per un po’
D)     Nessuno sarebbe intervenuto, sia perché troppo sorpreso, sia perché non stava facendo niente di illegale
E)      Voleva farlo e si sarebbe divertito
Alla luce di questi fatti, gli imbattibili fratelli Hiruma erano stati fregati. Normalmente questo sarebbe stato considerato come una spinta a migliorare, sempre utile, ma essendoci in ballo questioni più personali facevano fatica a mantenere la normale lucidità.
“Ok, li stronchiamo sul campo e poi lo ammazzo”
“Ah-ha, molto maturo Nee-shit”
“Quell’idiota ha osato troppo, stavolta. O sono solo io a pensarla così? Non ti da’ fastidio il fatto che mi abbia baciata?”
Fissò Yoichi con sguardo di accusa; possibile che non fosse minimamente geloso? Lei, al suo posto, sarebbe esplosa. Internamente, certo, ma esplosa. E avrebbe fatto esplodere qualcuno.
“Più di quanto tu possa mai immaginare”
Meno male; Yoni appoggiò la schiena contro il bracciolo del divano, facendo distendere una delle sue inutili gambe e finendo l’ultimo sorso di caffè.
“E quindi? Cosa gli facciamo?”
“Beh, prima dovremo batterli sul campo. Sai come la penso. E poi, personalmente credo tocchi a te risolvere la faccenda. Agli occhi di tutti, rimango tuo fratello”
“E un bravo fratello maggiore non dovrebbe difendere l’onore della sua sorellina?”
“Avanti, Yoni, ti ha solo baciata, e per un attimo. Una reazione esagerata da parte mia sarebbe sospetta. Già Musashi non è mai stato troppo convinto. E ho forti sospetti che Agon stesso immagini qualcosa, o non si sarebbe compromesso tanto”
Di cattivo umore, Yoni si fissò con ostinazione le ginocchia. Il giorno dopo cominciava il nuovo ciclo di riabilitazione, e non vedeva l’ora di poter camminare di nuovo… Così da assestare un sonoro calcio nelle palle al rasta di merda.
Passarono qualche minuto senza parlare; erano una di quelle coppie che non hanno bisogno di riempire con parole inutili ogni attimo di silenzio imbarazzante, e ferventi sostenitori del “taci invece di dare aria alla bocca”. Tuttavia, qualcuno non era d’accordo.
“Era il tuo stomaco, quello?”
“I miei succhi gastrici, vorrai dire”
“Quel che è. Va bene, vedo di preparare la cena” concluse il quarterback ridacchiando, e dirigendosi in cucina. Yoni restò ancora qualche secondo sul divano, poi trovò la forza di fare il trasbordo sulla sedia a rotelle.
-Bah, almeno alla fine di questa storia avrò bicipiti e tricipiti fenomenali...- pensò mentre guidava il suo mezzo fino in cucina, dove suo fratello stava tagliando delle verdure.
“Ti tengo da parte una copia in anteprima dell’intervista che devo fare domani? Si prospetta divertente”
“Uh? Che intervista?”
“Riko Kumabukuro vuole giocare a fare la reporter, e sta intervistando le personalità di spicco delle squadre che partecipano al torneo”
“Di spicco? Intendi gli assi?”
“Diciamo di sì. Ha già fatto Shin, Kid, Marco e quegli altri due dei Wolves e dei Golem”
“Quindi mancate tu e… Oh, che palle, Agon?”
“Kekeke! Ovvio! Per questo dico che sarà divertente!”
 
“Il mio punto forte: non perdo mai. Il mio punto forte: vinco sempre. Siete una coppia di tamarri, lo sai, vero?”
“Kekeke!”
“Tipo di ragazza preferita... Ah, carino, “Una che posso usare”. Molto dolce, Nii-dick”
“Kekekekeke”
Gli tirò in testa la rivista, ovviamente senza successo, poi si avvicinò alle sue spalle per sbirciare lo schermo del computer.
“Uh? La scheda del pelato?”
Yoichi annuì, sempre col ghigno sulle labbra.
“Sarà lui la nostra arma segreta contro i Naga”
La perplessità cosmica di Yoni venne man mano ridotta dalla spiegazione del quarterback. Quando Hiruma ebbe concluso, la sorella sorrise e prese il portatile che le veniva porto.
“Ho capito, domani gli faccio il mio trattamento. Vediamo un po’ i suoi dati...”
 
“Ammassi casuali di cellule, toglietevi le protezioni e venite tutti qua!”
I Devil Bats, che stavano facendo una pausa durante gli allenamenti, si affrettarono ad obbedire. Nonostante si fosse fatta più mansueta, Yoni rimaneva una Hiruma, e quel marchio di fabbrica significava esecuzione immediata degli ordini pena conseguenze terribili.
“Uno alla volta qui da me. Domani voglio le vostre prestazioni al 100%, quindi fatevi dare una controllata”
In fila, con rassegnazione –non sempre le mani di Yoni dispensavano sollievo-, tutti si sottoposero a quel check-up finale. Per la prima volta, sotto le sue dita passò anche Yukimitsu.
“Umh... Ok, vista la tua struttura fisica e le tue abitudini è un miracolo tu non abbia la cifosi... Ma qua in alto...” disse dando un forte colpo all’altezza dell’atlante che strappò un gemito acuto al povero ragazzo “C’è un principio di gobba. Comprati un leggio per studiare, dannato secchione!”
“O-ok... Grazie, Yoni-san”
“Prego. Ok, vi ho fatti tutti, no? Forza, tornate ad allenarvi!”
Vide Kurita passarle di fianco in quel momento, tenendo fra le mani quella che aveva tutta l’aria di essere una divisa dello Shinryuuji Naga taglia XXXXXL. Perplessa, lo osservò mettere la giacca addosso ad uno degli ostacoli che usavano i linemen per allenarsi... E farla a pezzi un secondo dopo lanciandosi in avanti in uno dei suoi temibili smash.
Fu Musashi a spiegare quel gesto insolito; i membri fondatori dei Devil Bats avevano avuto la possibilità di entrare al liceo Shinryuuji, Musashi e Hiruma tramite regolare test, mentre quella capra di Kurita come beneficiario di una borsa di studio per meriti sportivi.
“Poi è arrivato Agon, ha deciso che gli pesava il culo entrare normalmente senza dare fastidio a nessuno, e addio posto per il ciccione, giusto?”
“Esattamente”
-Tipico di Agon. E tipico di Nii-dick non dirmelo. Strano che abbiano continuato a frequentarsi anche dopo questo gesto simpatico... Ma immagino che per entrambi sia più utile sfruttarsi a vicenda anche se si odiano...-
Il proverbio dice “Parli del diavolo e ne spuntano le corna”; coerentemente con questo, Agon Kongo apparve in quel momento all’ingresso del campo di allenamento.
Ci fu un momento di silenzio, qualche brivido, poi il commento seccato di Jumonji “Che diavolo è venuto a fare qui?”, mentre Kuroki già assumeva la posizione del teppista all’assalto.
Senza dire nulla, Yoni spinse la sua sedia a rotelle fino al cancello, fece un cenno ad Agon, questi lanciò un’occhiata di disprezzo totale alla squadra, e se ne andarono insieme.
Fu Monta ad esprimere il dubbio di tutti chiedendo a Hiruma, che lustrava in silenzio il suo fucile:
“Ma... Yoni-san è andata via con Agon?”
“La sta solo accompagnando in ospedale per la riabilitazione. Io devo tenervi d’occhio, mentre lui non si allena. Ed è questo che lo farà perdere domani”
“Sì, ma... Hiruma-sempai, non sei preoccupato per tua sorella? Insomma... È Agon! Tutti sanno come tratta le ragazze!”
Il quarterback sogghignò, fissando il punto in cui i due erano scomparsi.
“Non quelle di cui è innamorato”
 
Quando Yoni tornò a casa la sera, era già piuttosto tardi. Tuttavia Yoichi la aspettava alzato, smanettando come al solito con il suo portatile.
“Allora, le ginocchia?”
“Siamo sulla buona strada. C’è qualcosa per cena?”
“Ramen istantaneo”
“Yey... Vabbè, non ho così fame. Tu hai già mangiato?”
“Nah, non ho fame”
Era molto serio. I suoi occhi saettavano da un punto all’altro dello schermo, vibrando impercettibilmente quasi come Trinity in Matrix quanto scarica le informazioni.
“Sei nervoso?”
“Un po’”
La ragazza si fermò e spalancò gli occhi, stupefatta, esagerando la reazione.
“Non fare quella faccia da pesce idiota. Sono nervoso perché non riesco a stabilire le nostre percentuali di vittoria”
“Nemmeno uno zero virgola molti zeri e qualcosa?”
“Già, nemmeno quello”
Lesse ancora qualcosa, poi chiuse il pc con uno scatto. Si girò verso Yoni, che gli era di fianco e lo fissava quieta, e d’impulso la baciò.
Positivamente sorpresa, Yoni sorrise e ricambiò il bacio, accarezzandogli il collo e la testa mentre le loro labbra danzavano assieme. Fu qualcosa di molto dolce e passionale, ma calmo, di quella bellezza che può avere il tramonto sull’oceano o una montagna innevata in una notte limpida.
“Sono stanco. Andiamo a dormire?”
Tutta quella situazione era strana, molto strana, ma alla vigilia di una partita tanto importante ed emotivamente impegnativa Yoni non se la sentiva di indagare e rompere troppo le scatole. Quindi annuì, e una volta a letto lo prese tra le braccia e aspettò di sentire il suo respiro farsi regolare, prima di addormentarsi. Ci volle parecchio.
  
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