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Autore: Beapot    03/12/2012    7 recensioni
Voldemort non ha mai conosciuto l'amore e ha sempre negato la sua esistenza, ma scoprirà a sue spese che forse si è sempre sbagliato.
Sei poi così diverso dagli uomini, Tom?
[...]
Cosa ti sta succedendo, Tom? Tu sei quello che le ferite le infligge, sei quello che prova soddisfazione nel vedere il sangue scorrere sulla pelle, non puoi sentirti addolorato per quella ragazzina che nemmeno conosci e che anzi, è responsabile della fuga del ragazzo.

Accenni al pairing Harry/Hermione visto dal POV di Voldemort.
[Terza classificata al Christmas in Pov Auror - Contest organizzato dal gruppo "Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione]"]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Terza Classificata al Christmas in Pov Auror - Contest organizzato dal gruppo "Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione]"

 

  



The disclosure of love

 

Cammini lentamente per lo stesso sentiero innevato che hai percorso sedici anni fa, aspettando che Nagini lo metta con le spalle al muro per prepararlo al tuo arrivo.
Lei è te, in fondo, non fallirà come gli altri.
Cammini lentamente come l'ultima volta, ma nessun ragazzino ti sbarra la strada oggi; non dovrai alzare la bacchetta inutilmente - non che ti disturbi farlo, certo, ma non hai voglia di essere interrotto mentre pregusti il momento della vittoria.
Sono così sciocchi, gli uomini. Così legati ai sentimenti che è stato fin troppo facile riuscire ad attirare Harry Potter nella tua trappola. La Profezia diceva che sarebbe stato l'unico in grado di sconfiggerti, ma è stato solo perché qualcuno si è messo tra lui e te che è sopravvissuto tanto a lungo, e quanto sta per succedere lo dimostrerà una volta per tutte.
Questa volta andrà bene, ne sei sicuro; non è rimasto nessuno disposto a sacrificarsi per lui, e mentre lo pensi un ghigno ti deforma le labbra pallide e sottili. Non siete più così diversi ormai, e stavolta sarà la grandezza del tuo potere ad avere la meglio contro un ragazzino sprovveduto, stavolta nessuno si metterà tra te e i tuoi obiettivi.
È troppo umano per sopravvivere, troppo legato ai sentimenti invece che alla vita, convinto come tutti gli altri che l'una non abbia senso senza gli altri, ma tra poco lo priverai di entrambi e non dovrà più porsi il problema. La tua risata, gelida e vuota, riempie la notte mentre i fiocchi di neve cadono intorno a te e si sciolgono sulla strada, puntellando il tuo mantello di bianco.

Te la ricordi la neve, Tom? Te la ricordi dietro le finestre dell'orfanotrofio Babbano in cui sei cresciuto? Era bianca e pura, e avresti voluto toccarla e sentirne il sapore, avresti voluto fare come gli altri bambini e uscire a giocare con loro, ma tu sei sempre stato diverso, vero?
Eri il ragazzino cupo e scontroso, quello diffidente, quello con cui non si poteva giocare perché poi diventava cattivo.
Te la ricordi la neve macchiata di sangue? Te la ricordi la carcassa ancora calda dell'uccellino che, spinto dalla tormenta, ti aveva graffiato inavvertitamente il viso con le zampette congelate? Te le ricordi le grida di orrore e spavento dei tuoi compagni, e poi la punizione della Preside?

Non puoi dimenticarle queste cose; puoi cercare di scavalcare i limiti, di farli tuoi, ma non puoi cancellare il tuo passato o le tue origini. Uccidere tuo padre non ti ha purificato, non ti ha reso più forte, ti ha solo fatto credere di essere riuscito a vendicarti; privarti di un'anima integra non ti ha reso migliore, ma più solo e vulnerabile.

L'aria gelida ti sferza il viso e si insinua sotto il mantello, ma il tuo nuovo corpo è come anestetizzato contro cose banali come il freddo o la sofferenza fisica, e sono anni che non provi alcuna sensazione. Così continui a camminare verso la casa alla fine della strada finché non senti l'ultimo messaggio di Nagini: il ragazzo è in trappola, ora tocca a te.

*

Le schegge del vetro della finestra devono ancora finire di toccare terra, ma lui è già sparito. Loro sono già spariti; li hai visti Smaterializzarsi nel buio della notte davanti ai tuoi occhi, e non lo avevi previsto. Doveva essere solo, indifeso e vulnerabile mentre cercava il suo passato - tu eri solo quando lo hai fatto. Non avevi programmato che potesse esserci qualcuno con lui, e la tua arroganza e il tuo desiderio di crogiolarti nella prospettiva del successo ti hanno impedito di ucciderlo ancora una volta.
Quanti Mangiamorte hai torturato, quanti ne hai uccisi perché hanno commesso il tuo stesso errore in passato? Li hai rimproverati di aver perso tempo, di essersi fatti incastrare da dei ragazzini, e ti sei beato della sofferenza che la tua bacchetta ha inflitto loro solo per sentirti appagato, eppure adesso hai fallito anche tu. Sei poi così diverso dagli uomini, Tom?
La trepidazione che hai provato fino ad ora lascia il posto alla rabbia e alla frustrazione, e in un attimo ti ritrovi fuori dal tuo corpo ad assistere a qualcosa che non ti appartiene.


La ragazza è china su di te mentre ti agiti in preda al dolore che minaccia di distruggerti, piange senza rendersene conto e cerca di calmarti; ti abbraccia, ti stringe a sé, ma ti dimeni troppo perché lei possa riuscire a tenere tutto sotto controllo, così per un attimo si ritrae spaventata e ti lascia urlare. Non capisci cosa stia succedendo, intorno a te c'è solo tanta neve gelata e la chioma di qualche albero che si staglia contro il cielo scuro; non sei più a Godric's Hollow, la voce con cui urli non è la tua, e non è tuo nemmeno il corpo che sembra volersi squarciare da un momento all'altro. Stai condividendo quello del ragazzo per qualche ragione a te sconosciuta, come è successo nell'Ufficio Misteri, solo che stavolta non sei stato tu a volerlo. Sei intrappolato dentro di lui e non sai come liberarti. Senti la voce della ragazza mormorare qualcosa, e immediatamente vieni sollevato dalla forza di un incantesimo e adagiato con delicatezza su un letto. Il freddo della neve viene sostituito dal tepore del luogo in cui ti trovi, e la sensazione delle coperte sul tuo corpo è quasi piacevole. L'avevi dimenticata, vero? Per anni non hai provato altro che rabbia e voglia di vendetta, e hai rinunciato facilmente alla possibilità di provare cose piacevoli come quella quando hai avuto l'opportunità di riappropriarti di un corpo.
Ci metti qualche minuto per smettere di agitarti - o forse è il ragazzo che finalmente si calma, non lo sai più - e quando cominci a respirare di nuovo con regolarità puoi sentire delle dita sottili che ti accarezzano la fronte sudata e vi appoggiano sopra un panno bagnato.

Nessuno ti aveva mai degnato di tante attenzioni prima d'ora. Quando ti ammalavi all'orfanotrofio gli altri ragazzini ridevano più forte fuori dalla porta della tua stanza, ridevano senza la paura di essere aggrediti da te, e le infermiere ti facevano ingoiare lo sciroppo senza troppi complimenti. Nessuno restava mai al tuo fianco a rimboccarti le coperte e a sussurrarti parole di conforto, e tu non ti sei mai reso conto di cosa ti fossi perso. Non hai mai provato il bisogno di attaccamento a un altro essere umano, non volevi che qualcuno ti vedesse debole o vulnerabile, hai sempre voluto farcela da solo. Non potevi desiderare qualcosa che non conoscevi, eppure ora il tocco delicato delle carezze di quella ragazza ti conforta in un modo che non credevi possibile.
Senti la sua voce ripetere che andrà tutto bene, che lei resterà con te finché ne avrai bisogno e che per ora il pericolo è passato. State bene, ti dice, siete al sicuro, e tu non devi preoccuparti di niente perché penserà a tutto lei. Si stende vicino a te, e le lacrime che non si è accorta di aver versato si mischiano al sudore che ricopre il tuo collo.

È piacevole la sensazione del suo corpo accanto al tuo, e quando ti accorgi che è ferita provi l'assurdo desiderio di volerla accudire come lei ha fatto con te.
Cosa ti sta succedendo, Tom? Tu sei quello che le ferite le infligge, sei quello che prova soddisfazione nel vedere il sangue scorrere sulla pelle, non puoi sentirti addolorato per quella ragazzina che nemmeno conosci e che anzi, è responsabile della fuga del ragazzo. Cerchi di allontanarla da te con uno strattone, ma non sei padrone del tuo corpo e la tua mano si muove ad accarezzarle il viso pallido e stanco.

“Harry...” si mette seduta, incurante delle fitte di dolore, e guarda verso di te. Sorride per un attimo, stringendoti la mano e concedendosi un istante di sollievo, poi si morde il labbro e comincia a chiederti come ti senti, ti dice che per un attimo ha avuto paura che non ti saresti svegliato, e ricomincia a piangere in silenzio. Vorresti rassicurarla, ringraziarla per essere ancora lì al tuo fianco, dirle di riposarsi, ma il solo pensiero di desiderare di farlo di dà la nausea. Tu non hai mai chiesto niente a nessuno, non hai mai dovuto rassicurare nessuno; ancora una volta non capisci quello che ti sta succedendo, rinchiuso in un corpo che non è il tuo a provare emozioni - sì, Tom, emozioni, quelle che hai sempre condannato - che non hai mai provato prima. Per quanto ti voglia rifiutare di ammetterlo, ancora una volta ti trovi di fronte a una magia potente e sconosciuta che non riesci a comprendere. Era già successo nell'Ufficio Misteri, quando hai posseduto il ragazzo e lui si è opposto, ma questa volta è diverso.
Adesso non è dolore quello che provi, la reazione di Harry non è una resistenza a te ma desiderio di rassicurare la ragazza, e allora sta facendo di tutto per tornare a essere se stesso. Tu sei solo un danno collaterale, ora: nessuno si accorge della tua presenza, e ancora una volta soffri da solo.

Forse allora Silente aveva ragione, forse l'amore esiste veramente ed è lì davanti a te, nelle piccole premure di due ragazzi spaventati e nelle carezze di una mano. Forse l'amore è nei sussurri di rassicurazione e in quella volontà di sostenere l'altro prima ancora che se stessi. Forse è l'amore che ancora una volta ti sta colpendo, Tom, forse è quello che continuerà a sconfiggerti senza che tu possa difenderti.

 



NdA: ok, questa storia è stata un parto e ancora c'è qualcosa che non mi convince, ma non posso continuare a tenerla sul desktop ancora per molto, considerando che non ho nemmeno capito cosa è quel 'qualcosa'. Comunque eccola qui, e spero che convinca voi più di quanto convinca me :P
È ambientata quando Harry e Hermione vanno a Godric's Hollow (abbastanza Natale Auror? XD). Sappiamo che Harry è rimasto incosciente per un po' dopo che Hermione lo ha riportato alla tenda, perciò ho ricamato un po' sopra a questo fatto!

   
 
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