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Autore: S05lj    03/12/2012    0 recensioni
La storia si svolge nell'universo alternativo di Mortal Kombat 9 ed è un'ulteriore what if.
Shao Kahn indice un nuovo Mortal Kombat, con la differenza che questa volta sembra voler dare la possibilità agli edeniani di tornare indipendenti dal suo reame. Kitana non può lasciarsi sfuggire questa possibilità e chiede aiuto ai terrestri. Sembra si stia per preparare un nuovo Mortal Kombat.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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4.3 Onaga VS Shao Kahn

Ormai la guerra stava giungendo al termine, Shao Kahn era arrivato in cima, alla piramide, quella scalata aveva messo a dura prova la sua resistenza e determinazione, sia fisica, che mentale, quando mise il piede sull’ultimo gradino davanti a lui un essere completamente di fuoco si innalzò in tutta la sua altezza.
Era gigantesco e le fiamme lo ricoprivano dalla testa ai piedi.
-Sei giunto fin qui guerriero. - La sua voce riecheggiava come un esplosione vulcanica. -Ma non sei solo. - Con un movimento della mano l’essere di fuoco indicò verso la sua sinistra.
Liu Kang era sull’ultimo gradino, ferito per i combattimenti affrontati e sembrava piuttosto affaticato, ma finché sarebbero stati in due, nessuno avrebbe ottenuto il potere illimitato.
-Ancora tu! - Gridò Shao Kahn furioso.

-Non ti lascerò vincere. - Liu Kang gli corse in contro e saltò cercando di colpirlo. -La vendetta urla soddisfazione! -
Shao Kahn lo lasciò andare a segno, facendo vedere quanto poco considerava i suoi colpi, e partì con un pugno che lo fece volare al tappeto.
-Combatti per vendetta monaco? - Scoppiò in una risata divertita. -Finalmente potrò ucciderti. -
Liu Kang si rialzò e partì all’attacco, ma l’Imperatore dell’Outworld lo colpì al plesso solare, facendolo piegare in due sul suo pugno e sputare saliva e sangue dalla bocca. Cadde in ginocchio senza fiato impossibilitato a muoversi o reagire, vide il pesante ed enorme martello da guerra formarsi nella mano di Shao Kahn, se lo avesse colpito, gli avrebbe staccato la testa di netto.

-Preparati a morire. - Ghignò sollevando il martello.
Non riusciva a capire che cosa fosse avvenuto. Non riusciva ad essere incisivo, eppure nell'ultimo torneo era riuscito a batterlo. Che cosa era cambiato da allora? Possibile che Shao Kahn fosse diventato così tanto potente? O forse era lui ad essere cambiato?
Poco importava ormai. Strinse gli occhi, mentre le sue unghie graffiavano la roccia sotto le sue mani.
Stava per morire.

Un urlo poderoso e delle onde nell’aria colpirono l’Imperatore, facendolo indietreggiare di qualche passo. Sindel gli atterrò davanti, proteggendo con il suo corpo quello del monaco.
-Stai lontano da lui. -
-Sindel… - Shao Kahn la guardò quasi sconcertato, Sindel era la sua debolezza. La amava e questo lo rendeva debole, e lui… non poteva permetterselo. Doveva seppellire nuovamente quella vocina interna vece della sua coscienza.

Sindel partì all’attacco, sembrava una furia, i suoi occhi divennero bianchi come l’avorio, la sua velocità era straordinaria, non credeva possibile che fosse così tanto migliorata in così poco tempo.
Dovette indietreggiare, di fronte a tanta ostinatezza, voleva colpirlo in tutti i modi, poi finalmente un pugno a segno gli fece girare la testa di lato, un calcio dietro al ginocchio lo fece crollare su di una gamba, altri colpi a segno, il suo pugno che distruggeva un dente dell’elmo d’osso che gli copriva il volto. Fu un pensiero che gli balenò in testa a metterlo in allarme. Mentre sentiva il sapore del sangue in bocca, pensò che non gli sarebbe dispiaciuto perdere, o addirittura morire, per mano di Sindel. Per mano dell’unico amore della sua vita.
Quel pensiero, forse durò un secondo, forse meno, ma il solo fatto che lo avesse formulato lo fece imbestialire. Alzò il braccio sinistro parando una gomitata dritta alla sua testa, con l’altra mano gli falciò la gamba d’appoggio e la fece volare al tappeto. In un attimo le fu sopra e le bloccò le braccia ai lati della testa.
La osservò fiera e battagliera che non si lasciava intimidire da lui, non lo aveva mai fatto, aveva sempre saputo che poteva dominarla fisicamente, ma mai caratterialmente. Ebbe nuovamente un momento di esitazione, uccidere quella donna per lui voleva dire seppellire completamente la sua coscienza, già così affusolata da un’eternità di guerre, lotte interne per il potere, violenze, dolore.

L’esitazione gli fu fatale, si accorse troppo tardi dell’aria che si concentrava intorno alla bocca della donna, per poi fuoriuscire con un urlo acutissimo che lo lanciò a diversi metri di distanza.
La botta fu tremenda, atterrò con una schienata sugli scalini che gli mozzò il fiato, non fece in tempo ad alzarsi a sedere che se la vide nuovamente piombare addosso come un falco.
Di scatto si alzò e l’afferrò per il collo, sollevandola da terra. Strinse appena e la vide strabuzzare gli occhi e boccheggiare alla ricerca di aria.
Nessuno avrebbe mai saputo quanto gli sarebbe costato quel gesto, ma non poteva permettersi lui, Shao Kahn, di amare, non poteva permettersi di avere debolezze, né esitazione di fronte a nessuno. Troppo tempo addietro aveva scelto la guerra alla pace, il potere alla felicità, aveva sacrificato troppo per diventare quello che adesso era ,per non arrivare fino in fondo.
Strinse più forte, consapevole che presto avrebbe sentito il collo spezzarsi.

Sindel gli graffiava la mano e scalciava debolmente per liberarsi, ma ormai era convinta che sarebbe morta in quel modo, per mano del suo aguzzino.
-Shao Kahn! - Un urlò furioso, roco per la rabbia che traspariva, le fece voltare la testa, ma la vista le si offuscò, udì solo un suono sordo, per un attimo credette che fosse il suo collo che si rompeva, poi si sentì cadere a terra, l’aria cominciò a circolare nuovamente nei suoi polmoni. Tossì e annaspò aria, riprendendo i sensi.

Shao Kahn era in piedi e stava combattendo contro Shang Tsung, lo stregone era furioso, sembrava avere il diavolo in corpo, era veloce, potente, perfetto in ogni movimento.
L’Imperatore però, nel combattimento corpo a corpo non aveva rivali, la sua forza fisica gli permetteva di accusare un gran numero di colpi, senza rimanerne troppo affaticato.
-Non sei abbastanza forte Shang Tsung! - Ringhiò colpendolo con un calcio frontale che lo fece volare diversi metri in dietro.
Il moro rotolò fino al bordo della piattaforma, dove sbatté violentemente contro le gambe di qualcuno. Alzando lo sguardo vide Ermac, fermo che lo osservava impassibile.

Liu Kang era tornato all'attacco, ma era stato liquidato immediatamente dall'Imperatore con un manrovescio che lo aveva fatto volare addirittura di sotto dalle scale e adesso sembrava volersi concentrare nuovamente su Sindel.

La regina si era rimessa in piedi, seppur barcollante e lo provocò chiamandolo a se.
-Non ho paura. Fatti sotto. -

Shang Tsung si alzò in piedi pulendosi il sangue che gli usciva dal labbro spaccato.
-Non sei ancora in grado di batterlo. - Disse il ninja dietro di lui.
-No… - Lo stregone si voltò a guardarlo. -Per questo dobbiamo tornare ad essere un’unica cosa. -
Il ninja non disse niente, allargò le braccia, imitando i gesti dello stregone, i loro corpi vennero avvolti da una luce verde talmente intensa da nascondere le due figure al suo interno. Quando, raggiunto il culmine di luminosità, la luce andò ad affievolirsi, rivelò la sola figura di Shang Tsung, ai suoi piedi, i vestiti di Ermac giacevano come stracci abbandonati.

L’Imperatore aveva visto la scena, doveva capirlo da subito che Ermac non era che una pedina, di Shang Tsung, una spia e una fonte di energia a cui attingere in caso di bisogno.
Probabilmente era divenuto abbastanza forte da poter controllare le anime contenute in Ermac. Ma come era possibile? Doveva aveva trovato tutta quella forza?
Un boato simile ad un tuono gli fece alzare la testa di scatto, in tempo per vedere una palla di fuoco abbattersi sulla sua testa.
Indietreggiò sorpreso, schivando il colpo che andò ad abbattersi sulla piattaforma.
A seguire comparve Onaga che atterrò come un meteorite sulla cima della piramide, facendola tremare al suo impatto. -Tu! - Ringhiò.

-Abbiamo un conto in sospeso noi due. -
Il Dragon King partì all’attacco, e i due cominciarono una lotta incredibile.
Per coloro che osservavano dall’esterno era uno spettacolo di un altro livello.
Shang Tsung credeva, dopo aver assorbito le anime, di poter competere alla pari con Shao Kahn, ma ora vedendo la qualità del combattimento, si rese conto che non era possibile.
Due dei più grandi lottatori di tutti i tempi si stavano battendo per la supremazia, era uno spettacolo spietato, ma al contempo bellissimo.

Shao Kahn cadde in ginocchio per un gomitata sulla spalla da parte di Onaga, prontamente imbracciò il suo martello da combattimento e colpì le gambe dell’avversario mandandolo al tappeto. Subito tentò di colpirlo ancora, ma il Dragon King rotolò all’indietro e il martello si abbatté a terra aprendo una profonda crepa.
-Sei migliorato. Questo te ne devo dare atto. - Onaga sorrise con quei suoi denti appuntiti mentre i suoi occhi rossi come il fuoco assunsero un’espressione quasi umana per quanto parvero divertiti. -Ma non sei alla mia altezza. -

Shao Kahn sgranò gli occhi incredulo, neppure si era accorto che Onaga gli si era avvicinato, un pugno al mento lo fece staccare da terra e cadere pesantemente al terreno. Lo vide sopra di lui con il piede pronto a schiacciarlo, rotolò verso sinistra scansando il colpo, ma quando fece per rialzarsi una scia di fuoco gli si stava facendo in contro, d’istinto alzò le braccia parandosi il volto, sentì il calore delle fiamme avvolgergli le braccia, e tutto il corpo, si chinò in ginocchio respirando, tentando di non pensare al dolore, ma con Onaga non ci si poteva permettere il lusso di rilassarsi.
Un’artigliata del Dragon King gli aprì un enorme squarcio nel petto, colpi a ripetizione che sembravano sassate, poi nuovamente Shao Kahn cadde a terra, assaporando il gusto amarognolo del sangue e del pavimento.

Sindel si voltò distogliendo lo sguardo. Odiava Shao Kahn per quello che le aveva fatto, indubbiamente, ma sarebbe stata un’ipocrita se non avesse ammesso che quella stava diventando una scena troppo penosa da sopportare.

Shang Tsung, che l’aveva affiancata, invece non riusciva a distogliere lo sguardo.

L’Imperatore dell’Outworld si rialzò a fatica, la pelle sulle spalle era viva e fumante per le scottature, le braccia gli dolevano l’incendio gli aveva logorato i muscoli, non poteva competere con Onaga, non avrebbe mai potuto batterlo. Lo vide ridere di lui, sapeva di aver vinto.
-Il dolore, la sofferenza, il potere, tutto svanisce. Ma la gloria rimane nei secoli. - Quella era una frase che da giovane si ripeteva spesso, quando aveva appena cominciato la sua ascesa al potere come recluta dell’esercito.
La gloria. Aveva votato la sua vita alla gloria, nei secoli a venire avrebbero parlato di lui. Shao Kahn, il grande imperatore dell’Outworld, che aveva conquistato e terrorizzato tutti i regni. La sua leggenda non poteva terminare in quel modo, non con una sconfitta così eclatante.

Chiuse gli occhi, in attesa del colpo finale che ben presto gli sarebbe giunto come un’artigliata che gli avrebbe reciso la testa di netto. Lo sentì avvicinarsi, lentamente, arrogante bastardo, lo dava già come cadavere.
Aprì gli occhi, il suo corpo si avvolse di una luce accecante.

Onaga alzò un braccio davanti agli occhi per proteggersi, e se lo vide correre in contro, era una figura inverosimile, con le braccia bruciate, con gli avambracci quasi ridotti all’osso, ferito e sanguinante, gli sembrò la morte in persona.
-Io sono Shao Kahn! Imperatore dell’Outworld! - Si abbassò schivando un pugno e roteò su se stesso, portandosi alle spalle del Dragon King, afferrandolo per le spalle.
-Nessuno può uccidermi. - Ringhiò furioso.
-Che diavolo stai facendo?! - Onaga tentò di liberarsi, si stupì di quanta forza ancora Shao Kahn possedesse.

Il tutto non durò più di una manciata di secondi, il corpo di Shao Kahn si avvolse di luce, poi entrambi cominciarono a fumare, Shao Kahn urlò, forse per la prima volta, di dolore.
Shang Tsung afferrò Sindel e la fece accovacciare a terra, urlandole di stare giù.
Sentirono un boato, come un’esplosione, la terra tremò dalla forza dell’impatto. Liu Kang poco distante da loro si era portato le braccia sopra la testa, fu il primo a voltarsi e guardare che cosa fosse avvenuto, i suoi occhi sembrarono voler uscire dalle orbite.
Anche Shang Tsung e Sindel si voltarono, era incredibile.

Di Shao Kahn non c’era traccia, Onaga era immobile nella posizione in cui il suo avversario lo aveva bloccato, il suo corpo era una statua di pietra nera, completamente ricoperta di sangue.
Sindel si portò una mano alla bocca e si voltò.
-E’ terribile. -
-E’ quello che si meritava. -
Liu Kang si era avvicinato, il suo volto non tradiva nessun’altra espressione se non la rabbia.

  
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