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Autore: Giova85    21/06/2007    10 recensioni
Una One shot ambientata dopo la fine del terzo film, riguardo il fatto che l'attesa fedele di Elizabeth libera Will dalal maledizione. E' una voce che ho sentito più volte sul web, e qui c'è la mia interpretazione di come potrebbe andare l'incontro...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non Più Capitano

Una one shot ambientata subito dopo la fine del terzo film, spero vi piaccia. Tratta della presunta liberazione di Will dalla maledizione grazie all’attesa fedele di Elizabeth.

 

Non Più Capitano

 

Elizabeth Swann era una donna forte, ancora di più dopo le avventure vissute negli ultimi anni, ma ciò che la attendeva era la prova più dura. Suo marito, l’unico amore della sua vita, Will Turner, era dovuto diventare capitano dell’Olandese Volante per non morire, dopo essere stato trafitto dritto al cuore dalla spada di Davy Jones.

 

Ora, dopo un toccante addio sulla spiaggia, dove avevano consumato il loro matrimonio, facendo l’amore per la prima volta, lo stava perdendo per dieci lunghi anni. Così tanto si sarebbe dovuto dedicare a traghettare le anime di coloro che morivano in mare, prima di poter tornare a terra da lei per un singolo giorno.

 

Guardare il forziere che conteneva il cuore faceva sembrare tutto più reale, ora che la nave era scomparsa a seguito del verde baleno. Asciugandosi le lacrime che le scendevano sulle guance, Elizabeth mise il forziere nella scialuppa, vi entrò e remò fino alla Perla Nera, che la riaccompagnò alla città da cui tutto era iniziato e dove aveva vissuto per lungo tempo, Port Royal.

 

Ora che suo padre era morto, e Lord Beckett anche, toccava a lei governare. Dopotutto, era la figlia del Governatore.

 

Col passare del tempo, Elizabeth si rese conto che sarebbe stato duro. Oltre alle responsabilità che aveva, scoprì di essere incinta. Non c’era dubbio che il padre fosse Will, dopotutto era stato l’unico uomo con cui aveva raggiunto una tale intimità. Si, aveva baciato Jack. Era stata baciata da Sao Feng, un po’ con la forza a dire il vero, e aveva anche lasciato che l’ammiraglio Norrington catturasse le sue labbra in un bacio, poco prima di venire ucciso da Sputafuoco, il padre di Will. Ma il suo unico vero amore era lui, Will Turner, e solo con lui si era spinta oltre.

 

Dunque era sicuro. Sapeva chi fosse il padre, e sapeva che avrebbe dovuto aspettare dieci anni per poterlo rivedere e farlo conoscere a loro figlio.

 

Ma anche se incinta, Elizabeth restava comunque una donna giovane, molto bella, ricca e potente. E quindi, molti nobili di Port Royal ambivano ad averla come moglie. Ogni giorno, doveva fronteggiare qualcuno dei suoi corteggiatori.

 

Per fortuna, la maggior parte capivano dopo il primo rifiuto, ma alcuni insistevano, e le davano molto sui nervi. Ma dopotutto non avevano idea che lei fosse già sposata, e certo il matrimonio rocambolesco sul ponte della Perla, mentre lottavano con gli uomini di Jones, non era quello che in alta società si riterrebbe appropriato per una dama del suo livello, ma lei ne era entusiasta, e non l’avrebbe cambiato con la cerimonia più bella del mondo, perché quel giorno aveva preso come sposo il suo adorato Will.

 

Peccato che solo qualche minuto dopo il suo mondo crollò, con Will prima ferito dalla spada di Jones e poi costretto a mettere il suo cuore nel forziere e vivere come capitano dell’Olandese, quindi lontano da lei, o morire.

 

Quando la gravidanza avanzò, e fu evidente il suo stato, le cose, se possibile, peggiorarono. La gente cominciò a sparlare della sua condizione, di cosa le fosse successo mentre era via, di come fosse inadeguato per una donna non sposata essere incinta.

 

Elizabeth li odiava, e se avesse potuto sarebbe fuggita a Tortuga, cercando Jack, per andare a bordo della Perla con lui. Almeno, lì avrebbe rivisto facce amiche, che avrebbero capito, e non la avrebbero fatta sentire come se fosse colpevole, di chissà cosa poi. Di essersi concessa all’uomo che amava? Stupidaggini! C’erano cose più gravi di cui preoccuparsi al mondo, e lei ne aveva affrontate e viste parecchie, ultimamente.

 

Però non poteva, non ora che aveva una piccola vita che le cresceva dentro.

 

Così, giorno dopo giorno, affrontò Port Royal e la sua comunità maldicente, finchè diede alla luce un bel bambino, che chiamò come suo padre, William.

 

Il tempo passava, e il bimbo cresceva sano e bello, e lei ne era orgogliosa. Incoraggiava il suo interesse per i pirati, e gli spiegava che a volte, non erano loro le creature peggiori della terra, ma proprio i Lord e i nobili che cui vivevano a contatto ogni giorno. Cutler Beckett era un esempio di Lord che si era comportato peggio del pirata più ingordo ed egoista.

 

A William mancava suo padre, ma lei lo rassicurava, dicendogli che no, non era morto, e che un giorno lo avrebbe conosciuto.

 

Ogni giorno, Elizabeth parlava col forziere, qualcuno probabilmente avrebbe pensato che fosse diventata matta, ma era il suo modo di comunicare con Will, anche se sapeva che lui non poteva sentirla. Però glielo faceva sentire più vicino. Spesso guardava il mare pensierosa, chiedendosi dove fosse l’Olandese in quel momento, a svolgere il suo dovere.

 

Le mancava anche la ciurma, dopotutto non si va insieme ai confini del mondo, nello Scrigno di Davy Jones, senza sviluppare un sentimento di affetto per i propri compagni, e avrebbe voluto rivederli. Non era molto probabile, ma la speranza la si poteva avere, no?

 

Finalmente, il giorno di partire per raggiungere il luogo dell’incontro arrivò. Lei e suo figlio si imbarcarono su una nave della flotta, ed il piccolo William si divertì molto durante il viaggio. Si vedeva che stare per mare gli piaceva, Elizabeth gli aveva insegnato ad amarlo, e non poteva trattenere un sorriso alla vista del suo piccolo così euforico.

 

Quando giunsero all’isola, Elizabeth lo condusse su una collina. Da lì, avrebbero visto prima l’Olandese avvicinarsi. Mentre il suo bambino cantava la stessa canzone di pirati che lei aveva sempre amato fin dalla sua età, non poté fare a meno di sorridergli e stringerlo a sé. Era felice all’idea di rivedere Will, ma anche un po’ nervosa.

 

All’improvviso, apparve. Un verde baleno illuminò i loro volti, ed eccola lì, l’Olandese Volante che avanzava verso terra. Sforzandosi, Elizabeth cercava di individuare Will, e lo trovò, che si sporgeva reggendosi a una cima dell’albero maestro, e guardava verso terra. Il suo volto si illuminò di un sorriso quando vide sua moglie, e il figlio che non sapeva di avere.

 

Il piccolo William sorrideva, finalmente avrebbe conosciuto suo padre. E poi, lo spettacolo dell’Olandese che appariva dal nulla lo aveva stupito.

 

Qualche minuto dopo, accolsero Will sulla spiaggia. Lui corse verso sua moglie, la abbracciò forte, e respirò il suo profumo, che gli era mancato per dieci anni. Elizabeth non riuscì a impedire che lacrime di gioia le solcassero il viso, e le asciugò mentre gli sorrideva felice. Finalmente era di nuovo lì con lei.

 

Poi, Will catturò le sue labbra in un bacio appassionato, e a fatica si trattenne dal fare di più. Aveva un’immensa voglia di lei, e come minimo doveva baciarla. Mettendogli le braccia intorno al collo, Elizabeth sorrise contro le sue labbra, e poi rispose al bacio più che entusiasticamente.

 

Dio, come le era mancato!

 

Quando le cose cominciarono a farsi forse troppo appassionate, una voce li ricordò della sua presenza.

 

“Ehi!” il piccolo William protestò, non gradendo molto lo spettacolo, e coprendosi gli occhi con le mani. Dopotutto, era ancora troppo piccolo per interessarsi alle ragazze e capire quanto fosse bello per due innamorati baciarsi, specie dopo essere stati lontano a lungo.

 

Elizabeth rise, e Will lo guardò.

 

E chi è questo piccolo?” chiese, sorridendo.

 

“William, ti presento tuo padre. Will, questo è tuo figlio” lei disse, con un sorriso. Poi osservò il marito per vederne la reazione. Non aveva avuto modo di dirglielo prima, e così all’inizio vide shock, ma era ovvio, poi i suoi occhi si illuminarono di gioia.

 

“Figlio? Mio figlio?” chiese, un po’ stupidamente. Lei annuì, sempre sorridendo.

 

Lui fece altrettanto, poi la abbracciò stringendola forte a sé. “Elizabeth, è bellissimo! Un figlio! Sono padre!” continuava a gridare, in preda a una felicità mai provata prima. Lei rise al suo entusiasmo, e si rilassò. Era contento di avere un figlio, bene.

 

Poi Will arruffò i capelli del piccolo. “E allora, cosa vorresti fare oggi, figliolo?” gli chiese.

 

“Possiamo andare sulla tua nave?” quello gli chiese.

 

“Veramente no” Will rispose con un mezzo sorriso. “Vedi, la mia nave è…particolare…”

 

“Oh” il bimbo disse, un po’ deluso.

 

Però posso raccontarti storie sulla Perla Nera, vuoi?” Will propose, e suo figlio annuì felice.

 

“Si, grazie!” esclamò, abbracciandolo.

 

E così, Will si sedette su una roccia, con Elizabeth sulle sue gambe e appoggiata al suo petto, mentre il bambino era seduto di fronte a loro, sulla sabbia, e gli raccontarono tutte le loro avventure, prima il salvataggio di Elizabeth dalla ciurma maledetta di Barbossa, poi la battaglia col Kraken, il recupero di Jack nello Scrigno, e infine la battaglia con Jones e i suoi, nel bel mezzo di un maelstrom, con il matrimonio durante quest’ultima.

 

William li ascoltava meravigliato. Poi, andò a giocare un po’ sulla spiaggia, dando loro del tempo da soli.

 

Mentre camminavano mano nella mano, entrambi sapevano che la giornata sarebbe finita presto. Fecero tesoro di ogni momento, perché gli sarebbero serviti tutti per resistere altri dieci anni lontani, prima di potersi rivedere.

 

Will all’improvviso la abbracciò portandola a sé, e coccolandola. “Sei sempre bellissima” le disse.

 

Lei rise dolcemente. “Anche tu non sei male” gli rispose, con un occhiolino. Sapeva che lui non sarebbe mai cambiato, né invecchiato né morto. Un giorno, sarebbe tornato a terra e non l’avrebbe trovata più. Era il loro destino, e lo sapevano entrambi.

 

Ma non volevano sprecar momenti preziosi a pensarci.

 

Avvicinandosi per un altro bacio, Will cercò di metterci tutto il suo amore per lei, un amore iniziato a Port Royal molti anni prima, quando lui era ancora il signor Turner, apprendista del fabbro locale, e lei era Miss Swann, figlia del Governatore, e tra loro non poteva esserci nulla, troppe le barriere sociali da superare.

 

Lei non voleva lasciarlo,e  lo tenne stretto a sé, immobile, con le braccia intorno al suo corpo, le loro labbra unite. Sembrava potessero rimanere così per sempre.

 

Poi, quando interruppero il bacio, Will le appoggiò la fronte sulla sua, come avevano fatto dieci anni prima al loro primo saluto, prima della sua partenza.

 

Elizabeth sospirò. “Il momento sta arrivando” gli disse. Non voleva, ma sapeva che doveva lasciarlo tornare alla nave.

 

Anche lui sospirò, ma annuì.

 

Raggiunsero il piccolo William, che così poté salutare suo padre, il quale lo sollevò, lo baciò sulla fronte e poi gli fece promettere che avrebbe avuto cura della mamma. Dopodiché, lo rimise a terra, e con un ultimo sguardo a sua moglie, parlò.

 

“Tieni gli occhi piantati sull’orizzonte” le sussurrò, come dieci anni prima, e si avviò alla sua barca, con cui sarebbe tornato alla nave.

 

Ma appena si avvicinò, un’onda la portò via. Chiedendosi cosa fosse successo, notò una figura che emergeva dall’acqua.

 

Subito prese la spada, disposto a far tardi al suo dovere pur di difendere la sua famiglia. Il piccolo William guardava stupito l’acqua che si tramutava in una persona vera.

 

Visto di chi si trattava, Will rimise a posto la spada, confuso.

 

“Calipso?” chiese, vedendo davanti a sé quella che era stata Tia Dalma.

 

“Sei stato un buon capitano per l’Olandese, William Turner” lei gli disse. “Come ti dissi molti anni fa, avevi la mano del destino su di te, e hai accettato il tuo compito, anche se voleva dire rinunciare alla donna che amavi. Mi è stato detto che sono terribile, indomabile come il mare, ma so anche essere buona con chi lo merita”

 

Will si chiedeva cosa volesse dire. Gli stava facendo fare tardi per il suo ritorno alla nave.

 

Lei gli lesse nello sguardo i suoi dubbi. “Non dovrai tornare all’Olandese, William Turner. Come ho detto, sei stato un buon capitano, e hai trovato oggi il tuo amore ad attenderti fedele. Il patto che hai sottoscritto al momento che sei diventato capitano era di traghettare le anime dei morti in mare per dieci anni, e poi tornare a terra un giorno. Ma siccome la tua amata ti ha aspettato, come io non ho fatto con Davy Jones, il tuo compito è finito. Sei un uomo libero, William Turner, e io troverò un nuovo capitano per la nave” la dea, sempre in forma di Tia Dalma, gli spiegò, sorridendo.

 

Il piccolo William era sempre più meravigliato.

 

“Stai dicendo che posso rimanere a terra con la mia famiglia?” Will chiese, non credendo alle sue orecchie.

 

La dea annuì.

 

E che ne sarà del mio cuore?” lui chiese, poggiando una mano dove sarebbe dovuto essere, ma sentendo il vuoto.

 

“Elizabeth Swann, ritengo che tu l’abbai tenuto al sicuro, giusto?” la dea le chiese. Elizabeth annuì e le porse il forziere, dove si poteva sentire il battito, anche da fuori.

 

“Molto bene, allora” la dea annuì, poi appoggiò una mano sul petto di Will, e magicamente dal forziere che Elizabeth teneva non provenne più alcun suono, mentre Will prendeva un respiro profondo, sentendosi per un attimo come in apnea, e poi poté sentire il battito regolare nella parte sinistra del suo petto, lì dove il suo cuore doveva essere.

 

“La chiave, per favore” la dea disse poi a Will, che gliela porse. Con un lieve inchino, la donna si ritirò.

 

“Il mio compito qui è finito. Che voi possiate vivere felici” disse, prima di svanire nelle acque così come era venuta.

 

Elizabeth e Will si guardarono, e non poterono non sorridere ampiamente. Si abbracciarono forte, e lei non poté trattenere le lacrime per la felicità.

 

Il suo Will era tornato, e definitivamente. Non si sarebbero mai più dovuti separare, e lei lo rese più vero baciandolo appassionatamente, al che lui rispose con lo stesso entusiasmo.

 

Guardando i suoi genitori, William sorrise. Di tutta la faccenda aveva capito solo che suo padre non doveva più andare via e che sarebbero stati sempre insieme da quel momento. Ed era molto felice per quello.

 

Mentre il sole calava, dando inizio al tramonto, i tre salirono sulla scialuppa con cui Elizabeth e suo figlio avevano raggiunto l’isola prima, e remarono fino alla nave che li avrebbe riportati a casa.

 

Finalmente erano di nuovo uniti, e da quel momento sarebbero stati una vera famiglia.

 

 

 

 

  
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