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Autore: Hermes    03/12/2012    1 recensioni
Ero una ragazza come le altre, niente di strano in questo.
E come tutte le altre avevo i miei difetti ed i miei pregi.
E so cosa state per chiedermi…no, non mi sono innamorata di lui.
Innamorarsi vuol dire essere legati ad un’altra persona e ciò non è successo.
Mi chiedo solo quali strade abbia intrapreso e basta, non voglio andare oltre.

[Questa storia fa parte della serie 'Steps']
Genere: Science-fiction, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Steps'
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Pleading with Athos of the Rock
In the ancient language which he spoke.
But I didn't even give a damn
'Cause all I wanted to do was just sit and have a talk.
Talk about the restless winds that were blowing in my mind
That twisted all we grow as too thin.
And the feelings that I had which I couldn't describe
And the places I'd come within
The Verve ~ Noise epic

Mi svegliai più volte quella notte a causa della sbornia.
Una bottiglia di vino…mi faccio ridere da sola.
Sentivo la testa piena d’ovatta ed arrancai nel minuscolo bagno per svuotare la vescica, dolorosamente al limite delle sue capacità.
Già che c’ero mi buttai dell’acqua fredda sul viso, per schiarirmi le idee e tolsi il vestito…a quel punto, e solo in quel momento, mi resi conto sul serio.
Linds non era rimasto!
Tornai a letto, trovando sul comodino un bicchiere d’acqua e due bustine di aspirina…oddio, i medicinali hanno le gambe e non me ne sono mai accorta!
Per il momento le ingurgitai, m’infilai il pigiama e tornai nel mondo dei sogni…

…almeno finché il mondo esterno non decise di svegliarmi, suonando il campanello in maniera insistente.
Emergo dal mio sonno, con un occhio verso la sveglia che segna le sette e trenta ante meridian.
Impreco, lo faccio più volte, e con lentezza post-ubriacatura mi alzo, raggiungendo la porta.
Non ci trovo niente e nessuno.
Stavo già maledicendo il vicino stronzo ed innominato in vena di scherzi quando vedo con la coda dell’occhio un sacchetto di carta posato per terra. Lo afferro, e torno dentro.
Mi ribalto come un sacco di patate sul divano scompagnato ed apro il sacchetto con in bella vista la sirena di Starbucks. Dentro c’è un altro sacchettino più piccolo e un inconfondibile bicchiere con coperchio del caffè.
Arrivo prima al contenitore di brodaglia pieno fino all’orlo, trangugiandone una bella sorsata e scottandomi.
Tirando fuori il bicchiere era scivolato per terra un foglietto piegato in due.
Lo acciuffo, curiosa…sarò ancora sotto i postumi di una sbornia ma alcune aree del mio encefalo iniziano a carburare grazie al caffè…chi mi ha lasciato sulla porta la colazione a quest’ora?
Avevo già visto la scrittura una volta in rosso, sul mio quaderno di biochimica…non era cambiata.

Ciao, ma belle…ti ho portato la colazione.
Ieri notte eri decisamente troppo occupata a smaltire (la prossima volta so di non offrirti vino).
Consiglio: assaggia i croissant…

Linds? Che dolce…
Alle sette e mezza del mattino dopo una leggera sbornia? …ma anche stronzo!
Mattiniero…ma conoscendolo, faceva solo parte della sua insonnia.
Probabilmente crollava quando non dormiva da più di due giorni…io se saltavo una notte mi ritrovavo in coma profondo per il resto della giornata.
Si merita un ringraziamento…se non mi avesse tirato giù dal letto di certo non mi sarei mai alzata per andare alle lezioni del mattino.
Fra Biochimica applicata e Scienze naturali, faccio un salto al bar…ci stava uno spuntino e morivo dalla voglia di mangiare l’ultimo croissant al caffè. Erano peggio di una droga una volta assaggiati, accidenti…
Missione della settimana: ottenere il luogo di produzione dei croissant al caffè, se non lo scopro ne và della mia reputazione!
Qualcuno in avvicinamento stava fischiettando appena un motivetto fin troppo familiare…
But how many corners do I have to turn? How many times do I have to learn all the love I have is in my mind?
No cioè…per vivergli vicino uno ha bisogno dei tappi di cera!
Si siede al mio fianco con il solito sorriso, fresco come una rosa “Tre caffè lunghi.”
“Tre, professore?” domando curiosa.
“Tre…soffro di doppia personalità non sapevi?” afferma, guardandomi con occhio strabico, di buon umore.
“Scemo…”
“Com’erano le brioches?”
Alzo gli occhi al cielo in atto d’estremo godimento “Senza parole!”
“Mi piace quell’espressione…” frecciatina ad ore tre! Come non detto…il maniaco torna alla carica.
“Fammeli avere più spesso davanti alla porta, allora.” dico solo.
Allarme rosso, sbaglio o sto flirtando con lui, invitandolo a rimpinzarmi di cornetti? Michelle, per il bene dei pochi neuroni che ti rimangono, tira fuori le p-
“Ecco dove ti eri cacciato!!!” ci voltammo entrambi, osservando un ragazzo in camice bianco, proprio come quello che indossava Linds, venirci incontro.
Aveva una zazzera incolta di crespi capelli color grano ed occhi di un’indiscutibile azzurro californiano, il classico ragazzo surfista ma gli mancava la muscolatura definita. I suoi sono lineamenti dolci e gentili, come un grosso cucciolo protettivo alla San Bernardo…certo Michelle che tu e le metafore non andate molto d’accordo!
“Ho una buona scusa-” inizia Linds, ma fu fermato sul nascere dall’altro.
“La ventesima della mattina?! Senti, amico…voglio finire di preparare l’attrezzatura per pranzo!” si lamenta il nuovo arrivato, sedendosi accanto ed attaccando una delle tre tazze.
Poi si rese conto che non erano soli.
Gli tesi una mano.
“Michelle…biochimica all’ultimo anno, piacere.”
“Piacere mio…Raphael.” risponde stupito ed aggiunge, indicandoci “Ma…tu e Linds…vi conoscete?”
“Raph…torna al laboratorio ed ossigenati il cervello!” replicò Linds bruscamente “Certo che la conosco…è una mia studente nel corso di fisica quantistica!”
“Ah…ok…senti Capo…dicevo sul serio prima, ho da fare. Ti dispiace?”
“Va bene…fammi finire e ti seguo.” il topo manda giù le due tazze di caffè una dietro l’altra e si alza, accennando un saluto dalla mia parte “Alla prossima, Michelle!”
Non ho un udito sopraffino ma sento distintamente Raphael e la sua battutaccia mentre si allontanavano nel corridoio.
“Hai superato la fase omo ed adesso ti dai all’altro sesso?!” il ragazzo biondo fu raggiunto da uno scappellotto dietro la nuca e boccheggiò “Non te la prendere, Linds…è un bel bocconcino!”
No, non ci credo…
Sorrido rassegnata ed affondo il naso nella tazza.
Le disgrazie si sa, arrivano sempre in coppia…possibile che Linds conosca solo pervertiti!?

Nei giorni che seguirono non ebbi il tempo per pensare a quanto avevo scoperto…Linds gay, perché non riesco ad immaginarmelo? Ci sarà un motivo.
Le lezioni di fine settimana e le ore al ristorante passarono in un lampo, come una pellicola in forward sempre uguale.
Venerdì mattina Linds appese fuori dall’aula i risultati del test ed un buon terzo della gente era rimasta fuori, comprese Jessica e Dalia; Barbara si era salvata con un B più di tutto rispetto alla pari con me.
“Certo che il professore c’ha fatto penare con quella prova…non capisco proprio perché!” commentò Barbara al mio fianco “Jess ce l’ha a morte con lui…”
Ma non mi dire…
Faccio per raccontarle delle letterine spastiche ma riesco a bloccare la frase prima che esca…ahem, tu Michelle non sei andata a cena con il tuo professore, al massimo l’hai sognato!
“Beh, non voglio suonare cattiva ma forse una potata ai rami secchi avrebbe dovuto darla prima…” tento cercando una scusante, forse un po’ acida.
Max e Richard annuiscono mentre Barbara mi lancia un’occhiata non proprio amichevole.
“Lagden non mi piace. Alla fin fine sembra che prenda in simpatia certe persone piuttosto che la classe in generale.” ribatte lei, rigida.
“No, Barb. Questo non puoi dirlo dà ad ognuno i suoi meriti…le hai lette le sue note a margine quando ci riconsegna gli esercizi? Quell’uomo ti trova la minuzia!” replicò Richard con gli occhi a cuoricino.
“È anche di una severità marziale!” gli fa eco Max.
Non rincaro la dose ma alzo le spalle e il discorso cade.
Ma il messaggio della bionda è stato chiaro…lei non è stupida quanto Jess, sa osservare.
Devo fare molta attenzione da adesso in poi. Barbara non sembra un tipo vendicativo ma Jessica e Dalia sì.
Se una di loro viene a sapere che io ed il topo abbiamo un rapporto diverso da quello fra studente e professore finisco in un casino di quelli che puzzano e non di eau de toilette.
Questo era già uno dei motivi per cui non volevo conoscere troppo Linds.
Non sembrava il tipo di persona che si ferma davanti ad uno scandalo, il topo sarebbe capace di camminare sopra una distesa di carboni ardenti nudo come mamma l’ha fatto e con un uovo in testa senza nemmeno farlo tremare…parola chiave? Genio.
Ma io?
Sarebbe stato da deficienti bruciarsi la vita per una mossa falsa.
Dopo tutti i sacrifici, gli anni passati a mangiare cibo da fast-food per risparmiare, le nottate sui libri, gli esami dati con la febbre a 42…
Fondamentalmente mi sento una persona con la testa sulle spalle, magari maniacale, ma che mantiene bene in vista il fine ultimo di quattro anni da incubo: uscire da qui e mai più tornare.
Michelle ma se non fosse perché è un professore, Linds l’avresti guardato in una luce diversa?
Non lo so.
Non me la sento di pensarci, Will mi ha lasciato l’amaro in bocca nonostante tutto.
Inizio a credere di non aver mai provato niente per quel tanto acclamato dio greco che si prende gli onori ma non capisce una emerita mazza. Che poi Michelle…quando mai ti sei davvero innamorata di qualcuno? Sei un cuore di pietra come il padre che non hai mai conosciuto ma che ti fissa nel riflesso dello specchio ogni giorno e ti giudica.
“Hey? Terra chiama Michelle?”
Rimetto a fuoco il corridoio rumoroso, inondato dalla luce lattiginosa del mattino, sbatto le palpebre.
Richard mi guarda interdetto “Va tutto bene?”
“Oh sì…scusa, ho avuto un minuto di riflessione.” faccio con un sorrisetto per alleggerire l’atmosfera.
“Vieni con noi in biblioteca? Rivediamo gli argomenti della prossima lezione…”
“Ah…sì, senti te li hanno già consegnati gli altri? Perché ho tempo di portarglieli, domani sono in facoltà, ho appuntamento con il professore di genetica per la tesi.” butto lì mentre Barbara scorre la lista sulla porta.
I due nerd mi consegnano tutti i compiti – una tonnellata…grazie a dio la prossima settimana siamo di meno! – poi tiro fuori la scusa che ho delle carte da regolare in segreteria e mi defilo fino ad una delle aule di informatica.
Raggiungo un terminale ed avvio il sistema, inserendo numero di matricola e password per poi sparare Chrome.
Il bello della vita universitaria è internet a gratis…
Nel motore di ricerca digito ‘MIT 654268 Lagden’ e schiaccio invio.
Numero di risultati esclusi quelli che vengono correlati per sbaglio? 5.000
Scorro con il mouse, leggendo sommariamente, le uniche foto nelle quali riesco a riconoscerlo sono quelle dell’annuario e della consegna della laurea.
Che poi…cosa ci avrebbe guadagnato a raccontare delle balle?
Non c’è niente di male nell’amicizia ma è questione di punti di vista, dai un dito all’opinione pubblica e verrai morso.
Linds può continuare con le sue battute anche per sempre…è brillante, acuto, in certi casi divertente e-
Aspetta un attimo.
Ho davanti il suo curriculum post-laurea e rileggo il Phd tre volte per esser certa di non aver preso un abbaglio.
Laureato in Fisica, Matematica e Chimica; tutte e tre, manco a dirlo, summa cum laude.
Al MIT, in tre anni.
Quell’uomo non è normale…
…cosa cavolo ci fa uno come lui in una Università praticamente dedita alla medicina?
Non è solo sprecato e come prendere un pescecane con una retina per catturare farfalle!
Chiudo la finestra e mi lascio andare sullo schienale della sedia, pensando.
Spengo il pc e scendo in segreteria, quando arriva il mio turno mi chino verso il vetro in modo che nessuno oltre la segretaria mi ascolti. Per fortuna ho subito beccato la più giovane…
“Scusi ma vorrei prepararmi per dare in esame uno dei corsi del professor Lagden – sa per non rimanere fuori corso – e mi chiedevo…non ha mica una lista delle classi ordinate per anno?” domando con un giro di parole degno di un imbecille tanto per andare sul sicuro.
La trentenne rumina il suo chewing gum, digita qualcosa e fa partire la stampante poi mi consegna un foglio in tutto.
“Scusa…” dico, controllando “Ci deve essere un errore…solo il corso di questo trimestre? Non ha presentato altri programmi oltre quest’anno?”
“No.” risponde lei, annoiata “Il database dice che ha occupato la cattedra agli inizi di Dicembre, coprendo il pensionamento di Mister Krieg. A quanto pare è stato uno dei pochi a fare domanda ed il Dean l’ha preso subito.”
E ci credo…con le credenziali che presenta!
“Grazie lo stesso.” dico con un sorriso, piegando il foglio e mettendolo in tasca.
Esco fuori dove la pioggerellina, fine come un drappo di seta, mi bagna il viso.
Uno dei miei difetti? Sono curiosa…e questa storia mi suona come una parete falsa.
Linds non è qui per insegnare e basta…questo si capiva già dall’inizio, solo da come spiega annoiato.
La curiosità può uccidere, dicono.
Com’è che diceva l’altra sera? Si fa tutto per una buona causa?
Michelle ma belle è pronta a correre il rischio e scoprire i tuoi altarini, topastro.
Belli o brutti che siano.

Sabato porto tutti i compiti che Linds ci ha assegnato mercoledì nel suo gabinetto.
L’altra volta l’avevo incontrato in un corridoio e glieli avevo passati, cosa che poi era degenerata dato che eravamo da soli. Alla fin fine gli avevo tirato le orecchie e lui, per riparare, mi aveva offerto un chupa-chupa.
Eccolo il nostro rapporto fatto di tira-e-molla…non riesco nemmeno ad immaginarmelo come un professore ormai, si comporta né più né meno come uno scemo alla faccia dell’insigne cervello.
Ci metto un po’ a scoprire l’ubicazione dell’ufficio ma quando arrivo quasi mi scontro con Raphael che mi apre la porta e mi fa segno di entrare, amichevole.
“Linds tornerà tra un po’…è andato a fare scorte di caffè istantaneo al bar per il weekend.” spiega, avvicinandosi e sedendosi sulla poltrona davanti un portatile dall’aria potente anche se consumata.
“Vi conoscete da molto, lei ed il professor Lagden?” domando educata, mentre poso la montagna di fogli in un angolo della scrivania e osservo il mobilio vecchio stile dell’ufficio, c’è una sola finestra ed un grosso schedario di legno. La scrivania di pesante noce dà le spalle all’infisso.
“Non darmi del lei, potrei essere tuo fratello…Michelle, vero?” domanda alla mano “Comunque ci conosciamo dall’Università, ho avuto la fortuna di averlo come compagno di stanza per qualche tempo.”
Un altro uscito dal MIT, però Raph non sembra arrogante quanto Linds.
Mi appoggio allo spigolo della scrivania e con la coda dell’occhio riesco a vedere il monitor: tre o quattro finestre a sfondo nero, caratteri bianchi o verdi. Vero e proprio codice sorgente e di quello incasinato.
Questo è uno di quei argomenti dei quali non capisco proprio niente…manco se me lo spiegassero con i disegnini.
“Allora possiamo infilzare la patata bollente.” dico, accorgendomi solo dopo del doppio senso che la frase poteva prendere e dai suoi occhi azzurri, grandi come piatti “Voglio dire…com’è che Linds è gay? Mi ha perseguitato tipo due settimane con commenti di ogni tipo ed adesso viene fuori che non gli piacciono le donne?”
Raphael scoppia in una risata “Hai capito male…oddio…se lo venisse a sapere gli prenderebbe un colpo!”
“Chiarisci lo sbaglio allora.”
“A Linds le donne piacciono, eccome! Ha sempre avuto degli ottimi gusti!” mi lancia un’occhiata d’approvazione, quasi da fratello maggiore “Fin dal college però ha sviluppato delle tendenze un po’ particolari…va a periodi.”
Inizio a ridacchiare, è più forte di me!
“Vuoi dirmi che è soggetto a tempeste ormonali tipo la sindrome pre-mestruale?”
Compare anche a lui un sorrisetto e dopo cinque secondi sghignazziamo come pazzi.
“Beeeeennnneeeee…vedo che ci si diverte qui!” esclama il fulcro della nostra ilarità dalla porta. Tra le braccia cinque o sei vasetti di caffè a cristalli in equilibrio precario, in mano aveva una cartellina e posata sull’orecchio destro stava una matita mordicchiata “Mi hai portato gli esercizi, ma belle?”
Il suo arrivo provocò un altro scoppio di risate tanto che ormai eravamo alle lacrime ed ululavamo…accidenti, ho una visione di Linds in tutù rosa che se continuo mi farà morire asfissiata!
Riprendo fiato, cercando di concentrarmi e mi alzo avvicinandomi al soggetto della mia tanto ispirata fantasia alla Lago dei cigni.
“Sei libero domani mattina?”
“Sì…perchè?” risponde interrogativo inclinando il capo, osservando sia me che Raphael…forse pensa che ci siamo fatti con qualche bomboletta di gas, mentre lui non c’era.
“Hai un appuntamento per le otto davanti casa mia…vedi di non fare tardi, bambola!”
Picchietto l’indice sul suo petto con fare ammonitore e me ne vado prima di ridergli in faccia…no, dai, è troppo divertente!
Raphael ormai è finito in una crisi d’asma e si tiene ai braccioli della poltrona per non cadere a terra mentre Linds scarica i vasetti sulla scrivania irritato.
“Avresti la gentilezza di spiegarmi cosa vi fa ridere tanto?!”

And in the chrome light I stood and I just began
I'd turn my back on the wind, let it blow
[…]
Impatience took a dim view of my words
And let me down again
[…]
Oh those twisted corridors of power
In the ivory walls of hate
Where the eagle flies so proudly
And I just can't, just can't wait
[…]
WAKE UP
The Verve ~ Noise epic

~~~

Canzone del capitolo: The Verve ~ Noise epic.

Le note di questo capitolo sono:
- il Dean è il rettore di un campus universitario americano, magari è una nota inutile ma io la faccio lo stesso prima che vi lambicchiate il cervello e lo prendiate per un nome di persona LoL;
- L'avevo già scritto nelle note del primo capitolo, ma vi rinfresco la memoria: la San Francisco State University si classifica fra le prime cinque università pubbliche americane per gli studi di medicina, ricerca e scienza biomedica. Con questo non voglio dire che non ci siano altri dipartimenti ma vengono considerati meno, è per questo che Michelle non capisce per quale motivo uno come Linds abbia preso la cattedra proprio lì quando avrebbe potuto benissimo venir accolto in campus più prestigiosi a braccia aperte;
- La canzone canticchiata da Linds è Lucky man dei The Verve, e motteggia i gusti musicali di ma belle ovviamente xD.

Ebbene sì...Linds è un uomo dalle mille sorprese direi... xD
Ed adesso cosa capiterà? Che poi il topo nasconde davvero qualcosa? O sono solo paranoie?
Hermes sa tutte queste risposte ma si guarda bene dal parlare...=)

Ovviamente si ringrazia immensamente Petitecherie per aver commentato lo scorso capitolo. (Ahem...questa te l'aspettavi? xD)

Ieri betando questo capitolo mi è saltato agli occhi che la storia è scritta in introspettiva dal punto di vista di Michelle, ma non tratta di lei.
In qualche modo questa trama va avanti ruotando intorno a Linds...è un'idea strana ma corretta, perché è il personaggio che ho costruito per primo quando avevo iniziato scrivere anni fa, Michelle è venuta dopo. xD
Vabbè non proprio rilevante quindi posso salutarvi...al prossimo capitolo!
Hermes

  
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