Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: toasterxx    03/12/2012    2 recensioni
Una ragazza, Jane cerca di far cambiare in meglio Justin, stufa dei suoi comportamenti che in un modo o nell'altro la riguardano. Col passare del tempo scopre la causa di quell'atteggiamento menefreghista e misterioso del ragazzo, costruendone un rapporto. spero vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti
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Mi dava i brividi tutto questo.- mi spinsi sul letto, cercando un filo logico che potesse collegare tutto ciò. I miei pensieri furono interrotti dal mio telefono che squillava. Un altro messaggio. 
 
''Da numero sconosciuto: Allora?'' 
 
Decisi che solamente chiedendole a lui queste cose avrei capito tutto. Afferrai la giacca e scesi le scale. 
 
''Mamma, vado a prendere una boccata d'aria'' dissi uscendo, senza farmi vedere. Camminai lungo il muro rosa in mezzo al mio giardino, poi svoltai l'angolo, e davanti al cancello, sul marciapiede, intravidi la sagoma di Bieber. Mi avvicinai a lui, fino ad arrivare parallela a lui. 
 
''Cosa c'è?'' dissi rimanendo retta con la schiena, incrociando le braccia al petto. Si voltò a sinistra, piegando un po' la testa, facendo finta di stirarsi, sembrava tranquillo. 
 
''Volevo solamente dirti che non devi farti sfuggire nulla di quello che hai visto ieri.'' disse poi girandosi verso di me. 
 
Ignorai la sua risposta. ''Come hai avuto il mio numero? E come sai che abito qui?'' 
 
Sbuffò alzando gli occhi al cielo, poi mi guardò negli occhi. ''Gordon'' disse quasi sussurrando. 
 
''E tu sei venuto fino a qui per dirmi questo?'' domandai nervosamente. Annuì con la testa.
 
''Pensavo volessi sapere qualcosa a riguardo, ma se ti da fastidio me ne vado.''  ''rompicoglioni'' sussurrò. 
 
Si alzò dal marciapiede, ma lo bloccai con una mano. A dire la verità mi interessava sapere cosa era successo, però si era sempre comportato così stupidamente, perchè tutto d'un tratto faceva così?
 
''Ah, certo, si. Tu mi sfotti tutto il tempo a scuola, mi intrappoli nello spogliatoio, mi rompi i coglioni e pretendi che io ti capisca?'' dissi facendolo sedere nel gradino della strada.
 
Mi guardò incuriosito, dopo pochi attimi di silenzio mi diedi una manata sulla fronte. ''Su, dai spiega allora.'' 
 
Inarcando un sopracciglio iniziò il suo racconto. 
 
''Io mi comporto così a scuola per una ragione.'' Mi trattenni nello sbuffare.  ''La mia famiglia, come hai visto ieri.. Insomma. Mio padre mi odia, mia madre è malata e pensa che io sia la causa di tutto ciò. Se mi sfogo con lui mi fa del male, dice che ho fatto disperare mia madre. Mia sorella se ne sta il silenzio e subisce tutti gli insulti di mio padre, come faccio io.. C-che però mi sfogo a scuola.'' 
 
Rimasi un po' perplessa. Dev'essere davvero brutto avere una famiglia così. Mi girai verso di lui, volevo abbracciarlo, ma non ci riuscii, e mi limitai ad uno stupido ''mi dispiace.'' non ero neanche convincente. 
 
''A scuola poi non sono io, i ragazzi mi chiedono cosa fare, io la maggiorparte delle volte mi diverto.'' 
 
Lo guardai interrogativa. ''Sono un branco di scimmie, quelli.'' dissi seccata. Tirò fuori dalla tasca una sigaretta, e appoggiandola sulle labbra, l'accese con l'altra mano. Prima di rimettere il pacchetto in tasca mi chiese se ne volevo una, ma rifiutai schifata. Guardava fisso di fronte a se. 
 
''Senti, ti va di fare un giro?'' disse tutto d'un fiato. Mi girai verso di lui,  guardando i movimenti della sua bocca mentre appoggiava la sigaretta ad essa e poi, dopo secondi, velocemente buttava tutto il fumo fuori. Fissai quest'alternanza di movimenti finchè non si girò verso di me interrogativo. ''Eh?''  disse inarcando le sopracciglia.
Scossi leggermente la testa. ''Perchè dovrei, dopo questi mesi di odio reciproco?'' 
 
''Il fatto è che mi dispiace..'' disse spegnendo la sigaretta sotto alla scarpa.
 
''Stai chiedendo scusa?'' aprii gli occhi a palla, quasi ridendo.
 
''No. Allora vieni o no?'' disse alzandosi, e tirando fuori le chiavi dalla tasca. 
 
Perchè no, infondo si era scusato, anche se non lo diceva. Magari era cambiato e da quel giorno avrebbe smesso di rompere le palle alla gente. Mi alzai, fissandolo mentre giocherellava con le chiavi. ''Va bene'' sussurrai. 
 
Quasi soddisfatto, attraversò la strada, e camminò fino ad arrivare affianco ad una grossa macchina nera. 
 
''Ti dovrei anche aprire la portiera?'' 
 
Feci un sorriso ironico, poi entrai in macchina. 
 
Dove mi stava portando? Per tutto il tragitto nessuno parlò, ogni tanto si girava verso di me, poi tornava a fissare la strada. 
Accostò a lato del marciapiede, quasi in mezzo alla strada. 
 
''Devo andare un secondo da Gordon, aspetta lì.'' uscì dalla macchina. 
 
Si avvicinò al marciapiede, bussando alla porta di una piccola casa giallina. Dopo poco sbucò dall'usciò Gordon, infreddolito. Non riuscivo a sentire cosa si stessero dicendo, parlavano. Ad un certo punto Gordon sposto leggermente la testa, vedendomi. Lo salutai con la mano, e contraccambiò. Le sue espressioni facciali presto divennero infuriate, e entrò in casa sbattendo la porta, lasciando Justin sull'uscio.
Il biondo, sempre tranquillo, fece spallucce, poi tornò in macchina. 
 
''Gli ho chiesto se mi prestava la macchina, visto che sono a secco'' disse indicando il puntatore della benzina. ''Poi ti ha visto in macchina, e si è arrabbiato.'' alzò le mani in aria. ''Non lo capisco proprio.'' 
Alla fine mi riportò a casa, la benzina non sarebbe bastata per arrivare alla sua meta. 
 
 
 
 
 
POV. GORDON
Dormivo tranquillamente nel divano, con la televisione accesa di fronte a me, mentre mia madre passava l'aspirapolvere. 
''Gordon, c'è il tuo amico, il biondo'' disse svegliandomi. Avanzai verso il corridoio. ''Lo sai che non mi piace quel ragazzo, lo sai Gordon'' la ignorai. Lui è il mio migliore amico, anche se a volte può essere fastidioso, quasi ribelle, lui è il mio migliore amico, è l'unico che c'è sempre stato per me. Era il mio modello da seguire.
Aprii la porta, trovandomi Justin con il sorriso stampato sulla faccia davanti. 
''Si?''
''Amico, ti devo chiedere un favore'' disse fissandosi i piedi. Quando fa così è perchè vuole qualcosa.
Annuì col capo. ''Dimmi''
''Devi prestarmi la tua auto.'' lo guardai interrogativo. ''Si, insomma, la mia non ha benzina.''
''Non ci credo che non ti basta per tornare a casa.''
''Il fatto è che c'è una persona in macchina, volevo portarla a fare un giro.'' 
''Chi è?'' chiesi spostando la testa, ma lui si mise davanti.
''Solo una tipa, una mia amica.'' Spostai la testa ancora, e dalla macchina, vidi la sagoma di una ragazza che mi sembrava famigliare. Sorrise e mi salutò, così mi aggiustai gli occhiali, era Jane. Ricambiai il saluto per poi tornare a Justin.
''Jane?!?'' dissi arrabbiato. Io l'amavo dall'elementari, e lui lo sapeva. 
''Si, proprio lei, è una mia amica, spero non ti dispiacc...''
''Si che mi dispiace, sei una t-testa di cazzo.'' Dissi con tutta la rabbia e il coraggio che avevo il quel momento. Poi tornai in casa sbattendo la porta. Fanculo, è un pezzo di merda.  
''Che succede, Gordon?'' mi chiese mia madre, che era sdraiata comodamente sul divano, dove dormivo io qualche minuto prima. La guardai e senza dire niente mi chiusi in camera. Strinsi i pugni e mi trattenni un urlo.






 
Ciaaao a  tuutte. dkjhewufw
allora, come state bellezze? 
ecco il quarto capitolo, vi è piaciuto? vorrei arrivare ad altre cinque recensioni prima di pubblicare il quinto,ma mi accontenterò di 100 visite. lol
indizio? vediamo..  succederanno un po' di cose. lol
dai, allora. com'è questo? rispondete. uu
vi ha preso come gli altri? troppo superficiale? chi vi piace di più? vorrei sapere cosa pensate di gordon. lol
bacioni. se volete contattarmi, su twitter mi chiamo @darkinkasdfg, ma penso lo sappiate già. lol
RECENSITE SPLENDORI. kjhgfds
  
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