You're My Salvation.

Mi trovo in un'ospedale.
Mi sto riposando accanto al tuo letto, accanto a te, che sei in fin di vita.
Ti tengo la mano.
L'elettrocardiogramm­a continua ad andare normalmente.
Improvvisamente mi stringi forte la mano, facendomi svegliare di soprassalto.
Hai un'espressione di dolore, ma si rilassa subito dopo, così come la stretta di mano.
L'elettrocardiogramm­a emette un suono acuto.
Urlo il tuo nome, disperata e, altrettanto disperata chiamo dei dottori, urlando sempre di più.
Fortunatamente i medici accorrono subito, scortati dalle infermiere.
Prendono il tuo lettino ed escono dalla stanza trafugati.
Li seguo correndo per tutto il corridoio, finché non superano delle porte, le porte che ci separeranno per sempre (ma io questo ancora non lo so).
Guardo in alto, c'è una scritta: reparto rianimazioni.
Un'infermiera accorre in mio aiuto, ma io mi lascio accasciare a terra, tremante, e in preda all'ansia e al dolore.
Una volta in sala rianimazione, i medici cercano di rianimarti d'urgenza con l'elettrocardiogramma.
Una scarica, due scariche.. Tre.
Riprovano tante altre volte, fanno tutto il possibile.
Niente da fare.
Il tuo cuore si è fermato, per sempre. 
I medici fanno un minuto di silenzio, per poi riportarti fuori.
Il primario viene verso di me, seduta su una sedia e immersa in una disperata quanto inutile preghiera.
Appena lo vedo scatto in piedi e gli vado incontro, chiedendogli informazioni.
Cerca di usare più "tatto" possibile per darmi la tragica notizia, ma non fa in tempo a trovare le parole che passa la barella con il tuo corpo, coperto da un velo bianco.
Appena ti vedo in quello stato scoppio in lacrime, cercando di venirti incontro, ma i medici mi bloccano, dandomi la notizia nel peggior modo possibile.
Continuo ad urlare il tuo nome, in preda alle lacrime.
Sembro una matta, ma non mi interessa.
Ho perso la persona più importante della mia vita, l'unica cosa che posso fare ora è impazzire.

È il tuo funerale.
Sono presenti tutti, amici e parenti.
Sono davanti alla tua lapide e qualche lacrima bagna il mio viso di tanto in tanto, mentre il dolore lacera il mio petto di continuo.
La 'cerimonia' è finita, tutti i tuoi parenti si avviano, regalandomi delle 'condoglianze' o delle carezze sulla spalla per conforto, ma è tutto inutile.
Nessun gesto, nessuna parola potrà mai confortarmi da questo dolore immenso.
Nessuna cosa, nessuna persona potrà mai colmare il vuoto che hai lasciato dentro di me.
Se ne sono andati tutti, rimango solo io, insieme a te.
Osservo la tua foto, la tua lapide, per ancora qualche secondo, fino a lasciarmi cadere in ginocchio di fronte ad essa e sprofondare nuovamente in un abisso di lacrime.
Mi manchi, ho bisogno di te.
Ora osservo la tua frase, incisa sulla lapide: 'Just close your eyes and enjoy the roller coaster that is life'.
Rivolgo lo sguardo al cielo, per poi chiudere gli occhi.
Riesco a sentirti.. Quella voce così perfetta che canta delle parole per me.
'I've never had the words to say, but now I'm askin' you to stay'
-For a little while inside my arms...- riesco a sussurrare, stringendo le mani al petto.
Ora riesco anche a vederti. Quegli occhi così profondi mi stanno fissando.
Sei vestito completamente di bianco e.. Hai delle ali, da angelo.
Sei bellissimo.
Ti avvicini sempre di più, porgendomi la mano.
'And as you close your eyes tonight, I play thet you will see the light'
Protendo le mie braccia verso di te, nel vano tentativo di raggiungerti.
'That shining from the stars above..'
Le nostre mani si sfiorano.
Scompari, all'improvviso. Proprio come sei scomparso dalla mia vita.
Riapro gli occhi, mi guardo intorno. Mi sembra di essere in un altro mondo, ma invece sono ancora lì, in quel cimitero, davanti alla tua lapide, e ho intenzione di restarti accanto.
Si è fatta sera ormai.
Mi distendo sul prato sopra la tua tomba, mi addormento.
Nel sonno mi sembra di essere avvolta tra le tue braccia e ciò mi da' sicurezza.
Rimango lì per un numero di giorni indefinito, senza né mangiare né bere, ma sto bene. L'importante per me è averti accanto, anche se non proprio fisicamente.
Un giorno arriva mia madre, quell'arpia che ha sempre tentato di dividerci.
Il suo intento è lo stesso anche sta volta: mi strappa via da te con poca delicatezza e mi 'carica' in macchina, diretta per la nostra abitazione, lontana chilometri e chilometri da qui.

Sono passati sei mesi. Sei fottuti mesi e tu sei ancora qui, onnipresente nel mio cuore e nel mio pensiero.
Per sei mesi sono stata male, non sono mai uscita, non ho visto nessuno.
Un giorno mi sono stancata, di tutto.
Sono scappata di casa, mentre i miei genitori erano fuori per lavoro.
E ora mi trovo qui, su un promontorio.
Guardo di sotto: è davvero alto, altissimo.
Torno a guardare avanti, all'orizzonte.
Già, orizzonte.. Chissà cosa mi aspetterà dopo tutto questo..
Prendo un respiro profondo.
No, non mi butterò di sotto.
Farò ben altro.
Infilo la mano in tasca, ne estraggo un pugnale.
Porto la punta affilata al collo, facendo una piccola incisione, una 'Z'.
Perdo sangue, la ferita brucia, ma resisto.
Chiudo gli occhi. Un altro respiro profondo.
Non resisto più senza di te, non ho più nessuna ragione per cui vivere.
Mi gira la testa.
Porto il pugnale a mezz'aria, lentamente.
Deglutisco, lo ammetto, ho paura.
Ma durerà solo un secondo, un solo secondo e potrò trovare la felicità.
Improvvisamente qualcosa mi blocca il polso.
Ho già sentito quella stretta, forte e decisa, ma altrettanto delicata da non farmi male.
'Non farlo.'
Ho già sentito quella voce.
Sbarro gli occhi, lasciando cadere il pugnale, che va ad infrangersi contro le rocce sottostanti.
Sto tremando, non ho neanche il coraggio di voltarmi.
Con l'altra mano mi accarezzi delicatamente un fianco, facendomi voltare lentamente.
Finalmente, dopo tanto, troppo tempo, i miei occhi incrociano i tuoi.
Mi sorridi dolcemente, sei ancora un angelo, un fantasma.
Non riesco ancora a crederci.
Pronuncio il tuo nome in un sussurro, portato via dal vento.
Mi accarezzi delicatamente la guancia, riesco a sentire il tuo tocco lieve sulla mia pelle.
Chiudo gli occhi, e in pochi istanti sento la sensazione più piacevole del mondo.
Anche se lievemente, riesco a sentire il sapore delle tue labbra sulle mie.. Mi sono mancate cosi tanto.
Non mi lascio trasportare dalla foga, quel bacio è dolce e mi fa provare sensazioni indescrivibili.
Dopo un po' ci separiamo, nonostante sarei rimasta così per il resto della mia vita.
Ti tengo per mano, per quanto possa riuscirci.
Questo momento è unico e indescrivibile, ma si interrompe prima del tempo.
Lasci la mia mano, ti sollevi in volo.
Verso delle lacrime, non potendo raggiungerti.
'Non piangere, piccola mia. Potremo stare insieme prima di quanto ti aspetti' e con queste parole svanisci, per la terza volta.
Rimango in piedi a guardare il cielo per qualche secondo, finché i sensi non mi abbandonano.
Mi lascio cadere a terra, rimanendo così per un lasso di tempo indefinibile.
Esattamente come tu hai abbandonato me, la mia anima abbandona il mio corpo, volando verso il cielo, cercando di raggiungerti.
Sempre più in alto, supero le nuvole e mi trovo in un altro mondo.
Un mondo perfetto.
Mi guardo intorno: non c'è assolutamente nulla.
Ma questo mondo è perfetto lo stesso perché ci sei tu, che ora stai correndo verso di me, regalandomi il bacio più bello della mia non-vita.
Tu mi hai salvata. In tutti i modi in cui una persona può essere salvata.
Ti amo.