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Autore: Danya    21/06/2007    4 recensioni
Allora, leggendo Naruto 17, ho visto un po’ lo sviluppo degli allenamenti per il Resengan del nostro protagonista. Jiraya lo lasciava solo per condurre ricerche per trovare Tsunade, e Naruto sembrava un po’ triste. Andando a prendere, inseguito, il pranzo, nota come un padre e un figlio dividono un gelato, prima di tornare a casa, per ritornare nel loro nucleo familiare protetto e caldo. Naruto richiede a Jiraya di allenarsi con lui, e L’Eremita lo rimprovera, dicendo che doveva cavarsela da solo, di non fare il bambino viziato! Ecco cosa penso abbia fatto poi Jiraya… Leggete e commentate!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Jiraya tornò nel villaggio a cercare informazioni per Tsunade, aveva lasciato Naruto in un modo un po’ crudo

Allora, leggendo Naruto 17, ho visto un po’ lo sviluppo degli allenamenti del nostro protagonista.

Jiraya lo lasciava solo per condurre ricerche per trovare Tsunade, e Naruto sembrava un po’ triste.

Andando a prendere poi il pranzo, nota come un padre e un figlio dividono un gelato, prima di tornare a casa, per ritornare nel loro nucleo familiare protetto e caldo.

Naruto richiede a Jiraya di allenarsi con lui, e L’Eremita lo rimprovera, dicendo che doveva cavarsela da solo, di non fare il bambino viziato!

Ecco cosa penso abbia fatto poi Jiraya

**

Quando Jiraya tornò nel villaggio a cercare informazioni per Tsunade, aveva lasciato Naruto in un modo un po’ crudo.

Gli occhi del bambino si erano rattristati per un attimo; prima gli aveva chiesto di restare ad allenarsi con lui.

Sapeva bene che era per la sua negazione.

Infondo, Naruto era ancora un bambino, e lasciarlo solo poteva sembrare anche un po’ crudele.

Ma lui, il Maestro Jiraya, l’Eremita delle Rane, non poteva certo perdere tempo con un bambino.

Aveva deciso di prendersi cura di lui perché voleva allenarlo, in modo che in futuro si sarebbe potuto difendere bene dall’Alba; per questo gli stava insegnando il Resengan, la tecnica del Quarto Hokaghe.

Jiraya non capiva perché quell’improvviso attaccamento del bambino.

Che cosa l’aveva turbato tanto, da volerlo vicino?

Scrollò le spalle. Ora non aveva tempo per quello. Doveva raccogliere le sue informazioni.

Notò un locale all’angolo della strada, e con la bava alla bocca, entrò, più che camminando, volando.

Quando uscì di lì (abbastanza soddisfatto) il sole stava calando.

Stiracchiò un po’ le gambe, e iniziò a camminare, per tornare da Naruto.

Doveva controllare i progressi del ragazzo, e vedere se era riuscito almeno a fare un piccolo foro in quelle palline di plastica.

Anche se la prima fase era stata molto più facile per il ragazzo, il secondo livello era troppo complicato anche per un testone come lui, e ancora non si aspettava nessun miglioramento.

“Povero bambino…” pensò divertito, mentre le labbra si increspavano in un ghigno.

-Papa’! mi prendi degli onigiri?(*)

- Non si può. Dobbiamo tornare a casa che si fa tardi- disse una donna, in modo severo, vicino ad un uomo alto

-Uffa! Ma io voglio gli onigiri!- protestò il bambino

-Facciamo così, ne prendiamo tre, e li mangiamo dopo cena, ok?- disse l’uomo, strizzando l’occhio.

Il volto rotondo del bambino si illuminò di gioia pura.

Jiraya aveva osservato la scena.

Si guardò intorno.

In effetti, la città era piena di famiglie.

Bambini coi padri, con le madri, con i fratelli.

Naruto aveva fatto un paio di giri per il villaggio, e di certo li aveva notati.

“Ormai dovrebbe essere abituato a queste situazioni” pensò seccato “Cresciuto senza nessuno, eliminato dai giochi degli altri bambini! Perché deve seccare me, adesso?!?

E per quanto i pensieri del Grande Jiraya, l’Eremita delle Rane, fossero duri, sentiva un piccolo senso di rimorso infondo alla coscienza.

“Maledizione a quel biondino! Appena lo vedo lo maltratto un po’!”

Ma quando passò davanti a un banchetto di gelati, non ci pensò più di tanto, e prese un gelato per se e quel bambino pestifero.

Arrivato nel luogo dove Naruto si allenava, si sorprese, vedendolo concentrato al massimo, e bucare la pallina.

E bravo Naruto…” pensò.

Chiamo il bambino e gli fece i complimenti, offrendogli il bastoncino di gelato, strizzandogli l’occhio.

Naruto accettò, imbarazzato.

Però suoi occhi non erano malinconici come qualche ora prima.

Naruto aveva bisogno solo di un po’ d’affetto.

Note:

(*) polpettie di riso, tipo un arancino non fritto. Si fa bollire il riso e si mette un ripieno specifico.

**

Devo ammettere che per una volta quello che ho scritto mi piace *___________*!

Mi raccomando, commentateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!

VOGLIO SAPERE CHE COSA NE PENSATE!

   
 
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