8 Ottobre

21:59

Marta si alzò dalla sedia, si avvicinò al comodino e cambiò canzone. Le casse, obbedendo ai suoi comandi, cominciarono a cantare “I, I want to save you, want to save your heart tonight..” Sorridendo lei si volse per un attimo a guardare i volti di Niall, Harry, Liam, Zayn e Louis che ricambiavano dal cartellone appeso sopra il suo letto.

Una fitta di mal di testa la fece crollare per terra. Dopo qualche secondo passò notevolmente, ma la ragazza rimase nella stessa posizione, tremando e piangendo. Cominciò a battere i pugni debolmente per terra.

Non era la prima volta che le capitava. Era ormai da una settimana e mezzo che non andava a scuola a causa di questo mal di testa che le trafiggeva la testa e della febbre costante. Inoltre si sentiva mancare, quasi sveniva a momenti. Dopo qualche giorno i genitori l'avevano portata dal medico, che subito aveva detto loro di recarsi a fare le analisi del sangue. Non si erano ancora saputi i risultati, ma Marta aveva paura. Marta si rialzò e continuò a colorare il cartellone che aveva fatto con la scritta “One Direction”. Voltandosi verso il poster un'ultima volta pensò “Io vi incontrerò, ragazzi.. Siete il mio piccolo grande sogno e vi incontrerò!”

22:13

Una telefonata. “E' urgente. Tornate domani mattina in ospedale.”

Marta prima di addormentarsi pensò che le sarebbe piaciuto, per una volta,poter andare a scuola il giorno dopo. Mandò un messaggio alla sua migliore amica, Laura: “Hanno detto che è urgente. Domani sono in ospedale” esitò tremando, poi aggiunse: “ho paura e mi mancate tutti. Buonanotte Laura mia.”

9 Ottobre

8:37

«Buongiorno» Un medico dai capelli spettinati e dai modi bruschi e veloci strinse la mano a Marta e ai suoi genitori. «Sono il dottore che vi segue» Sorrise. Marta lo stava già odiando. Perché sorrideva ed era così tranquillo? Lei voleva sapere solo i risultati. E mentre si ripeteva che sarebbero stati certamente brutti, il suo cuore continuava a sperare e temere insieme. Il medico tornò serio. «Ieri notte sono arrivati i risultati di Marta. Vi abbiamo chiamati subito perché il caso è davvero strano.» Pausa. «I risultati sono chiari.» Un'altra pausa. «Marta..» Un'altra dannatissima pausa «..ha la leucemia.»

10:45

Il dottore aveva detto che le probabilità di guarire ormai erano molto alte. Aveva detto che però il caso di Marta era particolare. La malattia stava progredendo molto più velocemente di quanto facesse nella norma.

La ragazza entrò in camera sua con gli occhi spenti. Si buttò nel letto. Aveva fatto altri test. Per accertare, ma lei stessa capiva da sola che non c'erano ormai affatto possibilità che i medici si fossero sbagliati. Si guardò la mano. Tremava. “La tua mano un giorno non ci sarà più.” Scoppiò a piangere. Lei era finita. Era finita. Era finita la sua vita, com'era finita lei, com'erano finiti i giorni, com'era finito il tutto. Non c'era niente da pensare, niente da scrivere, niente da dire, non c'era niente da sperare! Pianse pianse pianse. Pianse tra le braccia di sua madre. Tra le sue parole e tra il suo respiro.

Pianse fino a quando non scivolò nel buio del sonno. E sognò che i suoi sogni, i suoi amici, i suoi One Direction, i suoi pensieri le scivolavano via. Via per sempre.

10 Ottobre

9:05 Laura bussò alla porta. Aprì la sua migliore amica. Si abbracciarono mentre le lacrime divenivano una sola e mentre i cuori si univano.