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Autore: Black Fullmoon    04/12/2012    1 recensioni
Sherlock è morto cadendo dal tetto del Bart. Questa è una cosa che John sa e che tutti sanno e ormai non mettono più molto in discussione. Ma Sherlock non è tipo da morire e sparire da questo mondo. In fondo il corpo è solo un mezzo di trasporto di cui puoi anche fare a meno.
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson , Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In fin dei conti, a John non era chiarissimo cosa fosse successo mentre Sherlock lo possedeva. Continuava a scivolare dentro e fuori quella specie di nero che assomigliava alla perdita di sensi ma non lo era del tutto. Oh, e aveva freddo. Gelava, a dir poco.
Per quello che capì, Sherlock si alzò (Dio, era Sherlock ma quello era il proprio corpo) ed uscì dallo studio. Era un'esperienza allucinante, avere il proprio corpo che si muoveva ma non essere tu a controllarlo.
John ebbe un attimo di vuoto e poi si svegliò correndo... Vedendo... Con Sherlock che correva in un corridoio della clinica.
- John! - John sentì qualcuno che lo chiamava, ma lui non poteva rispondere e di certo non lo fece Sherlock. Poi ci fu un altro momento di buio e ora Sherlock era in strada correndo con ancora il camice addosso. Davanti c'era Marc Harvy. L'uomo si voltò, e vedendo Sherlock... John... Vedendoli prese a correre.
"Sherlock! Dove diavolo stai andando!"
"Lo vedi dove stiamo andando, Jawn. Stiamo seguendo quel cecchino. Ora sta buono e lasciami pensare"
"A cosa?!" "Non preoccuparti" John arrivò fino al punto in cui giravano in un vicolo. Nero di nuovo.
"Dimmi che non è vero"
"Oh, sì invece"
"Ti odio" disse Jihn quando, svegliandosi, notò la pistola che aveva puntata in mezzo agli occhi. Harvy li fissava con astio... Cioè, fissava John, che però era Sherlock, ma... Al diavolo.
- Interessante Dottor Watson, come lei mi abbia scoperto e seguito - ringhiò Harvy.
- Perché continui a sorvegliarmi anche se sia Sherlock Holmes che Jim Moriarty sono morti? - chiese Sherlock. Se John avesse avuto un corpo da controllare al momento sarebbe sobbalzato nel sentire la propria voce usata tecnicamente da un altro.
- Soldi - rispose il cecchino con un sospiro ironico. Il metallo premette contro la fronte di John.
- Capisco. Devi avere una vita davvero banale per seguire così gli ordini di un morto per soldi - disse Sherlock. Harvy rise. John si odiò quando si sentì sprofondare di nuovo nel buio.
E quando si svegliò per l'ennesima volta notò con piacevole sorpresa che in qualche maniera Sherlock aveva disarmato Harvy e gli aveva piantato un proiettile nel cranio. Come aveva fatto a perdersi proprio il momento della lotta era per lui un mistero.
"Ti ridò il tuo corpo" pensò Sherlock. John sentì tutti i nervi del suo corpo bruciare e d'un tratto gli tornò tutta la sensibilità e il controllo del suo corpo. Purtroppo. Aveva la nausea, il mal di testa e gli dolevano muscoli che non sapeva di avere (ed essendo lui un medico, la cosa era quantomeno preoccupante). Si accasciò per terra.
- Voglio morire - gemette John.
- Non subito dopo che ho lottato per tenere il tuo corpo in vita - disse Sherlock sopra di lui. Lo spettro gli passò una mano attraverso. Il gelo di Sherlock era un sollievo rispetto al dolore bruciante che sentiva.
- Cazzo è successo? - gemette John.
- Ti ho posseduto, ho ammazzato uno che voleva farti fuori e poi ti ho ridato il tuo corpo. So che stai male, ti passerà. La prossima volta sarà meglio -
- La prossima volta un cazzo - sibilò John cercando di rimettersi in piedi - Tu non farai un cosa del genere mai più, chiaro? Mai più -
- Nulla me lo impedisce Jawn -
- Fottiti -
- Non credo di potere - John si alzò barcollando. Dio buono, si sentiva un vero e proprio straccio. Il cecchino era sdraiato a terra con gli occhi sbarrati e la pistola era a un paio di metri da John.
- Sherlock, ho appena ucciso un uomo per colpa tua -
- Tu non hai fatto niente, sono stato io -
- Col mio corpo -
- Che io stavo possedendo -
- Ok, diciamo che abbiamo appena ucciso un uomo - sospirò John - La cosa mi mette decisamente nei guai, lo sai vero? -
- Tecnicamente era autodifesa - precisò Sherlock.
- Grande. Senti autodifesa o no io ora chiamo la polizia - sbuffò John. Appena tirò fuori il cellulare Sherlock glielo fece volare via - Sherlock ridammelo. Non so se hai capito ma sono molto nervoso in questo momento. Ringrazia che non posso prenderti a pugni e ridammi il fottuto telefono! - ringhiò John lanciando un'occhiataccia a Sherlock.
- Solo se chiami Mycroft -
- Eh? -
- Mio fratello nasconderà il fatto e tu non verrai indagato. Inventati una balla credibile perché lui non sa di me e non deve saperlo ancora per un bel po' di tempo - spiegò Sherlock. John annuì. Aveva ragione, Mycroft gli avrebbe risparmiato un bel po' di guai. Il telefono gli fluttuò in mano. Velocemente John trovò in rubrica il numero di Mycroft e lo chiamò.
- Sì John? - rispose la voce annoiata del maggiore dei due Holmes.
- Ho un problema - disse John, mentre Sherlock scompariva nel nulla.





Salve! Non mi convince molto questo capitolo, l'ho provato a rifare un paio di volte e continua a non venirmi. Ditemi voi che ve ne pare. Bye!
  
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