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Autore: Aibaf    04/12/2012    6 recensioni
[Ziam]
"E quando Liam si lasciò scivolare accanto a lui, con le gambe tese che sfioravano la stoffa dei suoi jeans, Zayn realizzò che non avrebbe avuto scampo; prima o poi avrebbe dovuto confessarglielo, e farsi beccare a casa sua nel mezzo di una sbronza, con attorno al collo la sciarpa che profumava ancora della sua colonia da quando gliel’aveva prestata non era stata proprio un’intuizione brillante. "
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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It’s all your own fault.

 

 
Baby tell me would it change
I’m afraid you’ll run away
If I tell you what I’ve wanted to tell you
Maybe I’ve just gotta wait
Maybe this is a mistake
I’m a fool yeah
Maybe I’m just a fool yeah

***

 
Quando Liam girò la chiave di riserva che aveva trovato sotto il tappetino –proprio come nelle sitcom scadenti che trasmetteva la BBC- nella toppa, si stupì di non riuscire ad intravedere quello spiraglio di luce calda che di solito filtrava dalle fessure della porta di ingresso. Si meravigliò persino di non sentire alcun tipo di fracasso provenire dalla cucina –il locale più vicino all’ingresso- né il rumore ovattato di risate, segnale che i suoi coinquilini erano appollaiati sui divani in pelle del salotto eccessivamente piccolo.
E quando, spalancando la porta, un forte odore di alcool misto a sudore e vomito gli invase le narici e le membra, Liam lasciò che tutto il suo corpo fosse attraversato da un fremito di paura mentre l’ansia e il terrore piano piano si impossessavano di lui.
Quando aveva subaffittato il suo microscopico appartamento in Southampton a due ragazzi di bell’aspetto e grandi promesse, aveva decisamente bandito qualsiasi genere di alcolico dalla casa. L’olezzo penetrante tipico di qualcuno che rimetteva l’anima sullo zerbino gli si infiltrava nelle narici e lo perseguitava per vari giorni, portandolo ad un umore talmente pessimo da far invidia a quello di una donna con il mestruo permanente. E mentre Liam appendeva alla cieca il suo impermeabile all’attaccapanni alla sua destra, lasciò che la luce proveniente dalla strada illuminasse la casa, pensando di non poter concludere meglio la settimana. Aveva perso una copia delle sue chiavi di casa e per giunta, uno dei suoi co-inquilini si era dato alla baldoria durante la sua assenza.  Si prospettava un finesettimana davvero interessante, tra pulizie generali e cambio della serratura per sotterrare ogni tipo di terrore. E Liam, nel suo crescente disagio si accorse che c’era qualcuno, lì, nella penombra del vano del soggiorno, con le gambe strette al petto e la testa fra le braccia. C’era qualcuno con un vistoso tatuaggio colorato sul braccio che veniva scosso dai singhiozzi, mentre dalle sue labbra sottili fuoriuscivano versi strozzati e suppliche cantilenanti. C’era qualcuno seduto tra i cocci di vetro di varie bottiglie di birra andate in frantumi ai suoi piedi, mentre con un fremito alzava gli occhi verso la fonte della luce.
E quando Liam riconobbe quel ciuffo scarmigliato sulla fronte, quella camicia e quella sciarpa di lana ridicolamente avvolta intorno al collo, sentì il suo cuore perdere un battito. Quello era Zayn e non l’aveva mai visto così stravolto, con il naso affondato nella lavorazione a maglia della sciarpa che gli aveva regalato il Natale precedente, quella a righe bordeaux che metteva di rado.
“Oh.” Nella voce di Liam c’era solo spavento, spavento e preoccupazione, mentre afferrava il moro per la spalla e lo scuoteva con forza. “Zayn, che cazzo fai?” gli chiese, chinandosi leggermente davanti al suo volto rigato dalle lacrime; ma ora il ragazzo aveva iniziato a strofinare la suola delle sue converse sul parquet e non accennava a smettere, mentre con una mano sporca di sangue di tormentava i capelli, facendo scorrere le dita tra le ciocche della fronte.
“Zayn, mi dici cosa cazzo ti prende? Entri in casa mia, non so nemmeno come, e ti trovo qua in mezzo ai vetri rotti a piangere ubriaco. Ti sei tagliato perfino, dai, levati ‘sta sciarpa e fammi vedere che ti sei combinato.”
Ma il moro aveva iniziato a scuotere ritmicamente la testa, prima a destra e poi a sinistra, accucciandosi in una barricata ogni volta che Liam tentava di sfilargli la sciarpa. Affondava sempre di più il naso tra la lana a mano a mano che i tentativi di rubargliela diventavano sempre più violenti.
E quando Liam si lasciò scivolare accanto a lui, con le gambe tese che sfioravano la stoffa dei suoi jeans, Zayn realizzò che non avrebbe avuto scampo; prima o poi avrebbe dovuto confessarglielo, e farsi beccare a casa sua nel mezzo di una sbronza, con attorno al collo la sciarpa che profumava ancora della sua colonia da quando gliel’aveva prestata non era stata proprio un’intuizione brillante.
“E’ un casino.” Mormorò non appena sentì la spalla di Liam poggiare gentilmente sulla sua: in quel preciso istante sentì il bisogno di averlo ancora più vicino, così poggiò la guancia nell’incavo della sua spalla, inalando piano il suo profumo, che tanto aveva agognato e bramato negli ultimi mesi.
“Sei buono.” Gli aveva sussurrato, strofinando lentamente il suo naso sulla pelle diafana del collo di Liam, sperando che il ragazzo lo ritenesse così ubriaco da non dare peso a quelle parole. Ma lo aveva sorpreso ancora, perché Liam aveva cinto la sua spalla con un braccio, disegnando circonferenze invisibili sulla pelle, e aveva iniziato a depositargli piccoli baci tra i capelli.
Ed entrambi si bearono di quel contatto: il moro era scosso da brividi di piacere ogni volta che sentiva le labbra dell’altro poggiarsi sulla sua testa; avrebbe voluto rimanere così per sempre, con il respiro di Liam che si infrangeva sul volto; avrebbe voluto urlargli o forse solo sussurrargli quanto lo amasse, avrebbe voluto accarezzarlo, baciarlo fino a sentire il respiro morirgli nei polmoni, avrebbe voluto spogliarlo e stringergli i fianchi fino a fargli male, avrebbe voluto farlo suo e ripetergli fino a quando la voce non gli sarebbe mancata quanto fosse il centro del suo universo. E Liam, dal suo canto, voleva smettere di recitare la parte del migliore amico, perché oramai conosceva Zayn da tanto e si crogiolava nella disperazione dalla prima volta in cui l’aveva visto, perché ogni volta che stava con lui si sentiva terribilmente sbagliato e migliore. Doveva combattere l’impulso di saltargli addosso e coccolarlo perché lui e Zayn erano solo migliori amici, legati da un rapporto quasi fraterno; e mentre gli sorrideva e scherzava con lui, Liam si sentiva uno straccio, perché il moro, inconsapevolmente, anche con una semplice battutina o un sorriso radioso, riusciva ad incrementare la fitta che gli attanagliava lo stomaco ogni volta che i loro occhi si incrociavano. Liam sapeva quanto fosse sbagliato innamorarsi di Zayn, ma, al contempo, non riusciva a farne a meno.
“Me lo racconti che ti prende, mmh?” suggerì in un mormorio, con le labbra incurvate in un sorriso timido che sfioravano ancora i capelli dell’altro. “Dai, Zay, facciamo così: adesso ti fai un bel bagno caldo, ti cambi questi vestiti, e poi ne parliamo, ok? Qualunque cosa sia, ne parliamo con calma. Vieni” gli propose, davanti al suo muro di silenzio. Gli afferrò la mano con forza e dopo i primi attimi di esitazione si avviarono, con le dita intrecciate e le spalle attaccate, verso il piano superiore, quell’atmosfera strana che aleggiava nell’aria. 
Quando premette l’interruttore della luce, Zayn grugnì infastidito, con gli occhi ridotti a fessure, oramai abituati alla penombra del piano inferiore: rimase al centro della stanza, immobile, ancora confuso, mentre Liam attorno a lui già si affaccendava per procurargli un paio di felpe pulite e riempirgli la vasca da bagno.
In che situazione si stava cacciando?
Vide Liam passargli accanto e poi sporgersi pericolosamente in avanti per girare le manopole dell’acqua, regolando il getto di acqua calda e chiudendo lo scarico. Mentre con due dita saggiava la temperatura dell’acqua, Zayn si fece alle sue spalle, stringendogli timidamente i fianchi e ammirandone il fondoschiena. “T-ti tengo.” gli aveva spiegato balbettando per l’imbarazzo quando Liam si era voltato verso di lui con aria interrogativa. E poi aveva riso di fronte all’espressione tormentata di Zayn, aveva riso con quella risata liberatoria, semplice e bellissima, che aveva contagiato anche il moro, che abbozzò per la prima volta nel corso della serata, un sorriso.
“Allora, il signor Malik è cortesemente pregato di disfarsi di quella camicia e quei jeans, perché l’illustrissimo signor Payne caricherà la lavatrice di qui a breve, e vorrebbe tanto lavare quei capi che oramai danno di birra e vomito rancido. Non assicuro che le tornino indietro dello stesso colore di prima, ma tentar non nuoce!” Aveva detto facendogli l’occhiolino e poi piegandosi sulle ginocchia per riuscire a cercare qualcosa all’interno dell’anta del mobile sotto il lavabo, estraendo infine un flacone di detersivo lilla. “Zayn?” aveva chiesto, alzando lo sguardo ed esortando il ragazzo, che intanto aveva portato una mano al colletto della camicia, senza però sfilarsela.
“Che c’è, ti imbarazzi?” aveva chiesto pazientemente, pronto ad uscire dal bagno per lasciargli la dovuta privacy; ma Zayn aveva voltato la testa nella sua direzione, e, con gli occhi supplicanti e la voce ridotta ad un sussurro cantilenante aveva chiesto: “Non andare via.
Era una preghiera, una supplica, e Liam non potè che rimanere inchiodato davanti alla porta mentre Zayn continuava a guardarlo addolorato, con quell’espressione di totale abbandono dipinta in volto e le mani tremanti che non riuscivano a far scivolare il primo bottone dall’asola. “Faccio subito.” Aveva aggiunto, ma le sue dita non rispondevano ai suoi comandi, prese com’erano dal tremolio, dalla paura che Liam lo lasciasse da solo in quella stanza da bagno troppo grande e troppo fredda.
E questi gli fu dopo un attimo davanti, mentre si offriva di aiutarlo, gli scostava gentilmente le mani dal collo e iniziava a slacciare con velocità disarmante la camicia azzurra del moro.
Ed entrambi cercavano di non dare troppo peso a quel gesto, con Liam che cercava in tutti i modi di non sfiorare la pelle nuda dell’altro, e Zayn che seguiva con gli occhi i movimenti della mano del suo amico, le cui guance si tingevano di rosso per l’imbarazzo a mano a mano che il torace del moro veniva sempre più scoperto. E quando mormorò “Fatto”, facendo scivolare delicatamente dalla stoffa dalle sue spalle, Zayn incatenò i suoi occhi in quelli di Liam e credette di morire. Era ad un palmo da lui, con quelle iridi castane che lo fissavano curiose, impazienti, affettuose e piene di aspettativa. Era ad un palmo da lui, con le gote purpuree e   un sorriso mesto che gli increspava le labbra. Un sorriso di scuse. Per che cosa, poi?
Era ad un palmo da lui e Zayn si perse nella sua imperfetta perfezione, contando i nei del suo collo e quello spruzzo di lentiggini appena visibili sul naso.
Era ad un palmo da lui e avrebbe voluto spiegargli tante cose, avrebbe voluto raccontargli di come aveva rubato –giorni prima- le chiavi del suo appartamento dalla sua cartella, di come vi si era infiltrato come un ladro, di come aveva cercato i maglioni ed aveva iniziato ad annusarli, per riconoscere il suo profumo. Avrebbe voluto dirgli di quanto si era sentito patetico, e di come, preso dal suo ricordo, aveva cercato delle birre nel frigo, sperando che l’alcool potesse assopire il vortice di sentimenti di cui era preda la sua anima. Avrebbe voluto dirgli quanto si era sbagliato, avrebbe voluto raccontargli molto altro, ma quando i loro sguardi si incrociarono riuscì a deglutire ancora una volta e poi mormorargli: “E’-è tutta colpa tua, Liam. Tutta colpa tua.”
E poi, finalmente,senza aggiungere altro, aveva chiuso la distanza tra i loro corpi frementi di desiderio, spingendo Liam contro le mattonelle del bagno e contemplandone per un attimo l’espressione meravigliata. E prima che potesse ribattere o respingerlo si era avventato sulle sue labbra, in un bacio che era pura passione. Aveva morso, succhiato e assaporato il suo labbro inferiore, mentre Liam gemeva senza ritegno, stringendogli i capelli non appena il bacio diventava più profondo, ancora più passionale.
Z-Zayn.” Riuscì a mormorare sconvolto il più grande tra un bacio e l’altro, mentre si beava del petto nudo dell’altro che premeva contro il suo, del calore dei loro corpi fusi insieme. Chiamò ancora una volta il suo nome mentre Zayn gli sorrideva appagato, fronte contro fronte, prima di dedicarsi ancora una volta a quelle labbra che sognava da troppo tempo. Ed erano esattamente come se le era immaginate: le labbra di Zayn erano un frutto proibito, e assaporarle lentamente lo mandava in paradiso; il loro sapore era camuffato da quello dell’alcool, ma Liam non potè fare a meno di staccarsi da lui. Le chiuse tra le sue ancora e ancora, mentre le loro lingue seguivano una danza che solo loro sembravano conoscere.
Si baciarono fino a quando il fiato non venne a mancare ad entrambi, ma rimasero ancora abbracciati, Liam con le mani allacciate dietro la nuca di Zayn, questi che gli stringeva i fianchi.

"Dio Santo Liam, non so cosa mi fai." Mormorò, prima di lasciarli una serie di baci lievi sul collo "Sei così attraente, così bello, così dolce, sei il mio opposto e s-sei sei completamente sbagliato per me. E' che mi è sembrato così stupido e così semplice innamorarmi del mio migliore amico, ed invece sono caduto anche io nel più classico dei clichè. Tu n-non sei solo una scopata, Liam.
Tu sei la persona che ho sempre cercato."
e Liam non potè che stringerlo e baciarlo, baciarlo ancora e ancora, perchè ogni volta che le loro labbra si incontravano sentiva il cuore esplodergli dalla felicità; continuò a baciarlo fino a quando non si sentì pienamente sazio, ma mai era abbastanza perchè le labbra di Zayn erano diventate la sua nuova dipendenza.
 
 

***

I wanna be last, yeah
Baby let me be your
Let me be your last first kiss
I wanna be first, yeah
Wanna be the first to take it all the way like this
And if you
Only knew
I wanna be last, yeah
Baby let me be your last
Your last first kiss

 

E' il mio primo tentativo di FF Ziam. Si accettano consigli, suggerimenti e anche critiche. Sarei grata se mi aiutaste a migliorare.
E' tutto nelle vostre mani.
Si ringrazia Mattia per avermi suggerito il titolo e per aver letto questa OS prima di tutti. 
Un bacio, 
Fabia. C:

   
 
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