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Autore: cyrusfiancee    04/12/2012    15 recensioni
'Ti donerò la vita dovesse essere necessario' Meredith baciò la mano di Justin.
'Non te lo permetto' ormai le lacrime sfuggivano dagli occhi del ragazzo.
'Era una promessa; Ti proteggerò per sempre' e così Meredith entrò in sala operatoria, lasciando in quel freddo edificio da solo il suo unico vero amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Morire non era nei piani, e non lo sarebbe stato.
Almeno, non quella notte.
Come se tutte le paure non ci fossero, come se tutto il mondo non esistesse, si lasciò cullare dalle labbra di Justin.
“Ti amo anche io” aveva pronunciato il ragazzo continuando a baciarle il collo.
Si alzarono da terra, e mano nella mano si diressero in camera da letto.
Socchiusero la finestra, e tolsero il telone che ricopriva il letto.
Meredith si distese, e in un attimo Justin le fu sopra.
“Chiudi gli occhi” le sussurrò lui.
Così lei fece.
“Adesso elimina ogni stupido pensiero” continuò lui.
“Fatto” sorrise lei.
“Ricordi Meredith?” parlò lentamente Justin, iniziandole a slacciare la camicetta.
“Cosa?” disse nascondendo un piccolo gemito di piacere.
“Ti proteggerò per sempre”.
Justin le baciò delicatamente la spalla destra.
“Anche io, Justin. Ti proteggerò sempre”.
Meredith tremò sotto le flebili carezze del biondo.
Pian piano, Justin la spogliò di ogni indumento, le prese i capelli e glieli acconciò in una coda.
“Amo quando porti i capelli legati” le disse mentre li legava.
“Adesso tocca a me Justin”.
Meredith sgattaiolò dalle braccia di Justin e gli si mise a cavalcioni.
“Chiudi gli occhi” ripeté lei.
Lui ubbidì.
“Ora lascia andare la mente, e sii mio”.
La ragazza gli sfilò la maglietta, iniziando a lasciare una leggera scia di baci per tutto il suo petto.
“Sei così perfetto” gli accarezzò una guancia.
A quella parola il ragazzo sussultò, sentendo aumentare dentro di sé, la voglia di far sua quell'angelo.
Mai nessuno gli aveva dato del ragazzo perfetto, era sempre stato il cattivo, ma solo perché nessuno si era mai degnato di amarlo davvero.
Finalmente Meredith raggiunse le sue labbra, e si scambiarono prima un dolce bacio, che man mano, si andava intensificando, fin quando il romanticismo lasciò spazio alla passione, e in un attimo i pantaloni e i boxer di Justin, raggiunsero la maglietta, sul pavimento.
Il biondo tornò alla posizione iniziale, sopra la bionda, e dopo averle spostato dal collo la ciocca di capelli che le ricadeva dalla coda, si fiondò su di esso, lasciandole piccoli succhiotti, che lei parve apprezzare, iniziando ad emettere piccoli gemiti.
Il ragazzo le aprì le gambe e le baciò l'interno coscia, salendo sempre più su, più su, fin quando non si fermò all'istante, tornò a guardarla negli occhi e tenendoli fissi nei suoi, entrò dentro di lei.
Un urlo riempì il silenzio della stanza, Meredith incrociò le gambe sulla schiena del ragazzo, mentre lui continuava con quel semplice movimento, iniziando a sentire anche lui, tutta quella eccitazione.
Lo strinse forte a sé, graffiandogli la schiena, tirando indietro la testa, e lasciandogli lo spazio necessario per continuare a baciarle il collo.
Poi la situazione si capovolse.
Justin non era più il comandante, in un nano secondo diventò l'umile servitore.
La ragazza cambiò le posizioni, e sempre avendolo dentro di lei, iniziò a baciargli il collo.
Si staccò piano da lui, per vedere la sua faccia delusa, e poi passò dal baciargli il collo, a scendere sempre più giù, più giù, quando non si trovò con le labbra vicino al suo ventre, tornò su e in un attimo rifece spazio al ragazzo, che entrò di nuovo dentro di lei.
Continuarono così per ore, e ore, come se la passione non potesse mai placarsi, fin quando, entrambi esausti, si addormentarono, uno accovacciato all'altro.
Con addosso solo il profumo del loro amore.

“Muoviti e fai silenzio”.
Un uomo incappucciato entrò nella casa, seguito da altri due.
“Cosa stiamo cercando signore?” chiese uno.
“Dovete trovare una lettera idioti, è la quarta volta che ve lo ripeto” li fulminò con lo sguardo il capo.
“Va bene” entrambi fecero segno di aver capito.
“Ora muovetevi” urlò lui.
Nello stesso istante però, Meredith ascoltò tutta la loro conversazione, svegliò velocemente Justin, si rivestirono ed ebbero il tempo di nascondersi sotto il letto, quando i due scagnozzi entrarono in camera.
“Capo” urlò il moro.
“Che volete ancora?” l'uomo con la pistola entrò nella camera.
Justin e Meredith iniziarono a sudare freddo, ma dovevano tenere duro, se la sarebbero cavati, insieme.
“In questa casa c'è qualcuno” esordì uno.
“Muovetevi, cercate ovunque, imbecilli!”.
Tutti e tre iniziarono a mettere a soqquadro la casa, più di quanto lo fosse prima, lasciando, però, il tempo ai ragazzi di sgattaiolare giù in cucina.
“Fermatevi voi due” l'uomo rise di gusto, nel sentire la paura crescere dentro i due ragazzi.
“Appena te lo dico io, tu scappa” sussurrò Justin all'orecchio della ragazza.
“Non me ne vado senza di te” cercò di convincerlo, ma senza successo.
Sentirono i due scagnozzi avvicinarsi a loro.
“Ora, vai!” urlò Justin, che nel frattempo si voltò ed iniziò a prendere a pugni i due, che in un attimo furono a terra.
Meredith arrivò fuori dalla casa e guardò attentamente ogni cosa dalla finestra.
Justin stava avendo la meglio, nonostante loro fossero in tre.
Ma quando l'uomo che sembrava essere il capo, prese parte alla rissa, tutto si capovolse.
Justin si ritrovò a terra, con quel gigante intento a prenderlo a pugni sul viso.
Del sangue iniziò a colare dal suo naso, e non riusciva più a respirare, poiché l'uomo era seduto sul suo sterno.
La ragazza doveva salvarlo, prese tutte le sue forze, si arrampicò sull'albero dove qualche ora prima il suo ragazzo era salito, entrò dalla finestra, staccò l'estintore dalla parete, e lentamente si diresse giù da Justin, che quando si accorse di lei, la guardò supplicandola di andare via, di lasciarlo morire, di non farsi del male.
Ma lei non l'ascoltò.
“Ti proteggerò” fece con il labiale.
Meredith arrivò dietro l'uomo e con un colpo secco lo colpì in testa, vedendolo cadere di lato, mollando la presa dal collo di Justin, che iniziò a tossire violentemente.
“Credo mi abbia rotto una costola” sputò sangue il ragazzo, gemendo per terra.
La bionda lo prese dalle spalle e lo alzò da terra, facendolo appoggiare su di lei.
“Ora ti porto in ospedale Justin” disse sopraffatta dalla paura.
“Prima scopriamo chi sono questi tizi” disse lui.
Meredith si avvicinò all'uomo e gli sfilò di tasca il portafoglio, infilandolo velocemente nella sua borsa.
“Meredith ora dovrai guidare” tossì Justin.
“Tranquillo, ci proverò”.
Delicatamente la ragazza, fece sdraiare nei sedili posteriori il ragazzo, sedendosi poi davanti e sfrecciando via dal vialetto di quella casa.
“Justin continua a parlare.. Non svenire, per favore” lo pregò la ragazza.
“Ok” cercò di parlare lui.
“Dai, raccontami qualcosa, qualunque cosa”.
“Sono così fiero di te, insomma se non fosse stato per te sarei quasi morto, se mi avessi ascoltato adesso sarei a pezzi, e poi boh, se ripenso al fatto che due settimane e mezzo fa eri una ritardata mentale, e oggi stai guidando una macchina, senza farci ammazzare, beh credo di essere così felice”
fece lui, interrompendo il discorso ogni qual volta gli veniva da tossire e sputare sangue.
“Ho imparato dal migliore” disse lei in un sorriso.
“Fai veloce amore, mi fa male la testa”.
“A-a-more?”
balbettò lei incredula.
“Sì Meredith, sei il mio amore”.
Lei sporse la mano indietro e afferrò la sua.
“Stiamo arrivando e starai meglio”.
Pronunciando quelle parole il ragazzo prese il respiro e poi chiuse gli occhi.















 



Spazio Autrice

sooorry per questo enorme ritardo, vi preeeego, non volevo giurin giurello, solo che non avevo idee.
Allloooora preciso che non cambierò il rating della fanfic, anche se questo capitolo è un porno, ma va beeeh, lolling, amatemi così, ma volevo dare un po' si arrrgh a justin.

Grazie mille per le sedici recensioni precedenti, siete davvero le migliori lettrici al mondo, vi amo pupe.

Adesso mi dileguo, sciaaau ^o^

sbii

  
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