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Autore: Kain Highwind    04/12/2012    2 recensioni
A 50 anni dalle vicende dei precedenti Kingdom Hearts, la storia parla di Shihi, un ragazzo che vive a Crepuscopoli, con lo zio Hayner, pluricampione del torneo Struggle. Un giorno, però, Crepuscopoli viene distrutta dopo l'ennesima apparizione degli Heartless e quella di un strano uomo incappucciato. Il ragazzo, ritrovandosi tra capo e collo la leggendaria Keyblade, viaggerà attraverso i mondi, facendo esperienze fuori dal comune, battendosi contro l'oscurità dentro di sé...
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"-Posso rispondere a tutte le tue domande, ragazzo-
-Chi sei?-
-Diciamo che puoi considerarmi come un abitante del Crepuscolo-
-Che ci fai qui?-
-Sono alla ricerca di qualcuno. E credo anche di averlo trovato- e alzò il braccio, indicando Shihi –Sei tu quello che cerco. L’eroe del Keyblade-" [Tratto dal capitolo 2]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cloud, Nuovo personaggio, Riku, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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Allora, salve a tutti! Metto le note dell'autore sia qui che alla fine, giusto per avvisarvi che il capitolo è un po' lunghetto (o pare a me così?) e che se fosse troppo lungo di dirmelo, così lo accorcio (anche se l'ho già accorciato D:) Oh beh, buona lettura!

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Capitolo 3, Radiant Garden.

Gli aveva convocati. Si aspettavano che sarebbe accaduto, ma non così presto. Il Castello era ormai in rovina e i vari grattacieli presenti attorno ad esso erano crollati o ridotti in macerie. Ciononostante, la sala bianca era rimasta intatta e i lavori di ricostruzione procedevano bene, ma lentamente. Quando si manifestò sul proprio trono, vide solo alcuni membri seduti assieme a lui. Più in alto di tutti, il loro capo, il solito cappuccio tirato giù.

-Isa, ti ringrazio per aver richiamato gli altri- disse egli, squadrando dall’alto gli altri –Amici miei! Sono ormai quasi cinque anni che non vi convocavo. Ma sono qui per darvi una straordinaria notizia: l’eroe del Keyblade si è finalmente risvegliato-  disse con un tono pieno di gioia.

-Sul serio?!- esclamò il ragazzo che sedeva sul trono più basso –Ma quindi… si comincia a lavorare?!- continuò con tono disperato.

-Certo Mydez, è anche per questo che vi ho fatti convocare da Isa. Ho spedito il ragazzo a Radiant Garden, inizieremo l’offensiva da lì. Mentre tu, Midez, e Isa create scompiglio in città, io mi occuperò di recuperarla. Nel frattempo, Lea, Maluria, voi andrete al Castello dell’Oblio per occuparvi della sua distruzione e del recupero di Ventus. Non ammetto fallimenti, chiaro?- disse il capo, con tono più aggressivo. Gli altri membri annuirono, tranne Midez, che sbuffò.

-Come facciamo a trovare Ven? Non ce la fece Xemnas cinquant’anni fa, perché dovremo riuscirci noi?- chiese Lea, alzando lo sguardo verso il leader.

-Perché io vi fornirò la chiave. Vedete, il Keyblade di maestro Eraqus è l’unico in grado di aprire la porta segreta del Castello e si da il caso che io lo abbia recuperato anni fa- ed evocò un Keyblade dall’elsa metallica, di colore argentato e bordeaux. Sulla lama aveva alcune macchie e scheggiature, a indicare che doveva essere molto vecchia. Poi lo lanciò a Lea, che lo prese al volo, stupito dal fatto che potesse tenerlo in mano senza vederlo scomparire all’improvviso. –Capirete dove sarà la stanza quando il Keyblade comincierà a tremolare. Portatevi quante creature vi servono, Even potrà comunque ricrearle. Adesso andate, io e lui dobbiamo discutere in privato- e subito tutti obbedirono, sparendo in un portale oscuro. Poi il capo guardò l’unico membro rimasto seduto sul proprio scranno e si abbassò il cappuccio. L’altro sembrò sorpreso, nessuno lo aveva mai visto abbassarselo.

-E’ strano vederti così- disse Even, sorridendo –Allora, che mi dici della ragazza, Ansem?-

 

Da quando Radiant Garden era stata ricostruita, tutti si erano occupati di trovare una soluzione all’ingente presenza di Heartless, persino Cloud adesso sembrava intenzionato alle sorti di quel pianeta e degli altri mondi. La casa di Merlino non era cambiata: piccola come sempre, i muri di pietra e il solito, immancabile disordine. Cid, per colpa della vecchiaia, aveva lasciato il posto al suo allievo, un ragazzo dai capelli bianchi di nome Hope, e adesso era lui ad occuparsi della costruzione della macchina. Il biondo gli si avvicinò, e lo osservò digitare con attenzione sequenze di numeri apparentemente senza senso. La stanza era silenziosissima, se non per il continuo ticchettare dei tasti del PC.

-Ci sono novità?- chiese Cloud.

-No, almeno non adesso- rispose l’altro, guardando all’improvviso l’amico –Comunque i lavori provedono bene, forse in sei mesi i lavori saranno ultimati. Non vedo l’ora, tu?- concluse, facendo un grosso sorriso, che l’altro non riuscì a ricambiare.

-Speriamo Hope, ci stiamo lavorando da troppo tempo- disse il biondo, sospirando e le mani alle tempie, massaggiandosele.

-Tranquillo Cloud, andrà tutto bene- disse l’albino, sempre sorridendo. E improvvisamente il monitor divenne rosso.

-Che succede?!- chiese Cloud.

-Heartless, sono nel settore 2. Cloud, devi pensarci tu- disse il ragazzo, adesso con una espressione seria dipinta sul volto. –Chiamo anche lei?-

-No, basto io- rispose il biondo, che, dopo aver preso la propria spada, corse fuori dalla porta. Il settore 2 non era lontano dalla casa di Merlino, bastava passare la piazza Centrale e il Municipio, il secondo palazzo più alto della città, dopo il Castello ovviamente. Raggiunto il settore 2, che era il luogo dove si trovavano i magazzini dei vari negozi presenti a Radiant Garden, Cloud si preparò subito allo scontro, sguainando la sua gigantesca arma. Fece qualche passo furtivamente, guardandosi in torno e cercando di respirare il più piano possibile: voleva prendere gli Heartless di sopresa e finirla subito. Passò davanti ad un deposito dal tetto verde, con sopra scritto “Emporio Qui, Quo, Qua”, ma non trovò nessun mostriciattolo. Fu quando passò davanti al deposito con su scritto “Gelati De’ Paperoni” che li vide: una quindicina di Shadow si ammassavano su qualcosa, che sembrava una persona, cosa che sembrò abbastanza strana al biondo, dato che i civili non erano ammessi in quell’area. Decise di interrompere l’azione furtiva e fischiò, per attirare i mostriciattoli che, sentendo quel suono particolare, si gettarono su Cloud senza pensarci due volte. Immediatamente il ragazzo divise la sua spada in due, distruggendo quattro Shadows in un sol colpo e passando immediatamente agli altri, che adesso lo avevano circondato. Due da destra lo attaccarono, ma egli fece un salto di circa due metri, per poi riunire le due lame e schiantarle con una potenza inaudita contro il terreno, distruggendo quasi tutti gli Heartless. Credendo che fosse tutto finito, il biondo si rilassò, ma un Heartless superstite lo attaccò, ferendolo al braccio. Si portò la mano al braccio e constatò che la ferita non era gravissima, ma faceva male comunque. Con grande rabbia, lasciò che la forza sopita dentro di lui uscisse, piano piano. La sua spada venne circondata da un’aura blu scuro, che si liberò in un’onda d’urto, riducendo in piccoli pezzi lo Shadow. Poi Cloud cadde in ginocchio: si era lasciato trasportare dalla rabbia e l’oscurità stava uscendo.

-Non sarò mai un ricordo-

Subito cercò di calmarsi, rallentando il respiro e chiudendo gli occhi. Piano piano sentì la forza oscura dentro di lui calmarsi e diventare sempre meno potente. Riaprì gli occhi: adesso era calmo. Si rialzò piano piano, respirando ancora affannosamente. Poi fissò la persona che i mostriciattoli stavano aggredendo: era un ragazzo, avrà avuto sui diciassette anni. Gli si avvicinò con cautela e poi si inginocchiò accanto a lui, sentendo se fosse ancora vivo. Quando sentì il battito del suo cuore, si tranquillizzò, non era successo niente. Rimaneva solo un problema: da dove sbucava il ragazzo? Il biondo non l’aveva mai visto prima e la sua apparizione, assieme a quella degli Heartless, in una zona proibita gli sembrò sospetta. Tuttavia, se lo caricò comunque in spalla e lo portò a casa di Merlino per curarlo.

Erano ormai due ore da quando avevano ritrovato il ragazzo. Egli dormiva ancora e non sembrava intenzionato a svegliarsi. Hope lo fissava da un po’ ormai, con un’espressione assorta.

-Credi che si sveglierà mai?- chiese l’albino a Cloud.

-Non lo so, ma spero di sì. Voglio sapere chi è e cos’è successo. Voglio che convochi Leon e gli altri, sono curioso di sapere cosa ne pensano- ordinò il più grande.

-Subito!- rispose Hope portandosi la mano sinistra alla tempia come fa un militare. Si avviò ad una scrivania, ovviamente piena di cianfrusaglie inutili, e prese un cellulare, su cui si mise a digitare dei messaggi che inviò a tutti coloro che si trovavano nel laboratori. Quando ebbe finito, guardò il biondo con intensità e, insieme, si misero ad aspettare l’arrivo degli amici.

Dopo una decina di minuti arrivarono. Leon fu il primo. Entrò sbattendo la porta della casa: aveva ancora una forza straordinaria, nonostante avesse quasi settant’anni, e riusciva ancora a maneggiare da vero maestro la sua Gunblade. La seconda ad entrare fu una ragazza dai capelli rosa scuro, che indossava una giacca bianca e una gonna marrone molto corta. Sulla gamba sinistra, all’altezza della coscia, aveva una serie di specie di cinture a cui era legato un fodero, con all’interno una spada. Successivamente entrarono Tifa, con i suoi lunghi capelli ormai bianchi, e Yuffie. Tutti guardarono prima i due amici già presenti nella stanza, per poi spostare il loro sguardo su Shihi, che era disteso sul letto.

-E questo chi è?- chiese la ragazza dai capelli rosa.

-Non lo sappiamo- rispose Hope –Cloud lo ha trovato nel Settore 2 mentre degli Heartless lo stavano aggredendo. Dorme da due ore…- concluse, abbassando lo sguardo come intristito.

-Che provenga da un altro mondo?- disse Leon, guardando Cloud.

-E’ probabile, ma non ne sono sicur- ma si interruppe, perché il ragazzo steso sul letto si stava svegliando.

  Shihi aprì gli occhi. La luce presente nella stanza lo accecò e passarono un paio di minuti prima che potesse riaprire gli occhi. Si mise a sedere e vide che, attorno a lui, c’erano sei persone con un’espressione stupefatta dipinta sul viso. La maggior parte era vecchia, ma nella stanza c’erano anche tre ragazzi, uno sui sedicianni, la ragazza sui ventitre e il biondo sui ventisette.

-Chi siete?- chiese spaventato.

-Questa domanda dovremmo fartela noi- chiese la ragazza dai capelli viola con tono scontroso.

-Io mi chiamo Shihi. Ma che ci fate a Crepuscopoli? Avete visto mio zio? Sapete, il campione del torneo Struggle? Vorrei davvero vederlo e dirgli che mi dispiace- disse con voce triste.

-Crepuscopoli?!- disse Cloud, incredulo –Che diavolo stai dicendo, ragazzo?!- e lo prese per il colletto della maglietta.

-Sto dicendo la verità! Lasciami!- e tentò di tirare un pugno al biondo, che però lo schivò senza difficoltà, lasciando la presa.

-Shihi, il tuo mondo dev’essere stato distrutto, non ci sono altre spiegazioni- disse secco Cloud e subito un’espressione di terrore si dipinse sul volto del castano.

-Ma che dici? Ho avuto un brutto sogno dove delle creature mostruose mi aggredivano, ma… era un sogno, no?- chiese speranzoso, ma gli altri presenti nella stanza fecero di no con la testa.

-Mi dispiace piccolo- disse una signora dai capelli lunghi fino alla schiena –Ma credo che non fosse un sogno. Per favore, puoi raccontarci cosa hai visto?- concluse con tono dolce.

-Tifa, che pensi di…-

-Silenzio Cloud, ascoltiamo quello che ha da dire- e Shihi raccontò tutto. Del torneo, dell’improvvisa apparizione degli Heartless e dell’uomo in nero. Del Keyblade. E fu quando parlò di quello che tutti quanti rimasero a bocca aperta.

-Il Keyblade…- sussurrò la signora che lo aveva interpellato poco prima. Poi tutti si voltarono verso il ragazzo dai capelli biondi, che fissava a terra.

-Uscite tutti…- sussurrò quello e gli altri obbedirono, senza controferire.

Il castano fissò il ragazzo di nome Cloud mentre si sedeva davanti a lui, che era ancora disteso sul letto. Adesso che lo osservava meglio, l’altro, sulla punta dei capelli, aveva delle leggere sfumature argentate. Aveva anche gli occhi azzurri e una corporatura piuttosto robusta. Legata alla schiena aveva una gigantesca spada, che adesso era posata sul muro a qualche centimetro da loro. L’ambiente intorno a loro era strano, ma soprattutto era terribilmente in disordine: decine di teiere erano ammassate in un angolo, tappeti di qualsiasi colore erano ammassati l’uno sopra l’altro e intorno al suo letto c’erano miriadi di fogli sparsi per terra.

-Shihi- cominciò il biondo –dobbiamo parlare. Devi sapere che non sei il primo possessore di Keyblade, o meglio, sei il primo da cinquant’anni a questa parte. Devi sapere che, anni fa, un ragazzo di nome Sora si trovò nella tua stessa situazione: la sua casa distrutta, i suoi amici dispersi e un fardello terribilmente pesante da portarsi sulle spalle-

-Che c’entra questo con me?- lo interruppe il castano, venendo poi fulminato dallo sguardo di Cloud.

-C’entri, eccome. Comunque non interrompermi, devi sapere tutta la storia. Sora dovette girare per i mondi, assieme a due amici chiamati Paperino e Pippo. Comunque, l’intento del ragazzo era ritrovare i suoi due amici dispersi, Riku e Kairi. Per essi arrivò a perdere il proprio cuore e a diventare anch’egli un Heartless. Fortunatamente, Sora non se n’era mai andato del tutto e l’amore di Kairi lo riportò ad essere umano. Nel frattempo Riku si abbandonò all’oscurità e un uomo, o meglio, un Heartless chiamato Ansem, si impadronì del suo corpo, constringendolo a far del male ai suoi stessi amici. Arrivati ai Confini del Mondo, Sora, Paperino e Pippo affrontarono Ansem e vedendo, per la prima volta, il cuore di tutti i mondi, Kingdom Hearts, che Ansem voleva sfruttare per portare il caos in tutti i mondi. Ma il suo piano non ebbe successo. Nel frattempo, Riku e il Re Topolino si fecero rinchiudere da Sora in Kingdom Hearts stesso, mentre Kairi tornava nel suo mondo d’origine e l’altro continuava il suo viaggio. Di questo periodo non so molto, ma Sora, Paperino e Pippo si addormentarono per un anno. Nel frattempo, Riku affrontò Roxas, il nessuno del suo migliore amico. Devi sapere che, quando una persona dal cuore estremamente forte si trasforma in Heartless, l’involucro vuoto che rimane nel momento che il cuore viene rubato assume vita propria, diventando un nessuno. In particolare, tredici nessuno potentissimi formarono un’organizzazione, il cui scopo era sfruttare Kingdom Hearts per ottenere un cuore. Comunque, tornando a Riku, affrontò Roxas, ma, inizialmente, venne sconfitto. Usando il potere di Ansem, sopito dentro al suo cuore, in cambio di assumere l’aspetto dello stesso Ansem, ottenne un potere potentissimo e sconfisse Roxas, che fu utilizzato per risvegliare Sora, ancora non sappiamo come. Da lì, il ragazzo ricominciò il suo viaggio per i mondi, sconfiggendo l’Organizzazione XIII, quella di cui ti parlavo prima, e il suo capo, Xemnas, nessuno di Xehanort, il cui Heartless era colui che aveva portato disastro nei mondi un anno prima, Ansem. Dopo essersi tutti riuniti e dopo che Riku riottenne il proprio aspetto di un tempo, Sora, Paperino, Pippo, Riku, Re Topolino e Kairi sconfissero Xemnas, portando la pace nei mondi. Ma devi sapere che non è finita qui: dieci anni prima, tre possessori del Keyblade, chiamati Terra, Aqua e Ventus, dovettero affrontare un vecchio ma potentissimo Xehanort. In questo scontro, Aqua si trovò segregata nel mondo dell’Oscurità, Ventus si addormentò e Terra vide il suo cuore rubato da Xehanort e dalla loro unione nacque lo Xehanort che, dieci anni dopo, provocò i problemi di cui ti ho parlato. E fu trent’anni dopo che le vicende finirono. Sora e i suoi amici riuscirono a salvare Aqua, Ventus e Terra e, insieme, posero fine alla vita di Xehanort- e Cloud si fermò un attimo, riprendendo fiato. Poi riprese -Pensavamo che non ci sarebbero stati più problemi, ma circa cinque anni fa gli Heartless sono riapparsi. E adesso ci sei anche tu: l’eroe del Keyblade- e si fermò.

-Perché mi dici questo?- chiese Shihi.

-Perché? Perché se gli Heartless sono ricomparsi significa che l’oscurità sta tornando e il tuo compito è combatterla- ma il ragazzo fu interrotto da Hope, che entrò sbattendo la porta. Aveva il fiatone e qualche taglio sulle braccia.

-H- Heartless… al laboratorio…- disse, poi cadde in ginocchio. Cloud si alzò dalla sedia e si inginocchiò accanto all’amico, tirandolo su e facendolo sedere sullo stesso letto in cui era seduto anche Shihi.

-Hope, resta qui. Ce ne occupiamo noi, così anche lui vedrà- e guardò il castano, che fu preso da un po’ di spavento vedendo lo sguardo determinato dell’altro –Gli altri come stanno? E’ tutto a posto?- e l’altro annuì, ma con fare poco deciso.

-C’è qualche ferito, ma nulla di grave. Io ho usato troppa energia magica, ce n’erano veramente tanti e non solo Shadows… Cloud, fai attenzione- lo pregò l’albino, mentre l’altro si avviava a prendere la gigantesca spada e faceva cenno a Shihi, che si alzò titubante.

-Non permetterò che qualcun altro si faccia male…- disse Cloud, prima di uscire di corsa dalla casa, seguito a ruota dal custode del Keyblade.

La città era particolare: le case erano a schiera, così da formare delle vere e proprie vie, ed erano costituite tutte da mattoni fatti in pietra grigia. Alcune avevano anche due piani, ma la maggior parte si fermava al pian terreno. Ma l’edificio che più di tutti colpì Shihi era un gigantesco castello alto una quarantina di metri. Era molto simile ad un castello e varie torri spuntavano dai lati di esso. Al centro della costruzione c’era un gigantesco riquadro con all’interno una serie di grandissimi ingranaggi, che giravano producendo un rumore che si sentiva anche da lontano. La costruzione era di colore rosa, ma i tetti delle torri erano bianchi. Cloud sembrava intenzionato a non fermarsi un attimo e, passando per una gigantesca piazza piena di aiuole ricche di fiori rossi e blu, arrivarono in poco tempo nei pressi della costruzione. Lì furono assaliti da degli Heartless, che si presentarono in dieci, nove dei quali Shadows. Uno solo colpì Sihi, perché era diverso dagli altri: aveva una forma più umanoide e non era più alto di ottanta centimetri. Il corpo era blu, tranne le ginocchia, che erano di un rosa scuro. Le mani avevano quattro dita dalle quali spuntavano altrettante unghie gigantesche di un rosso sangue molto acceso. In testa aveva un elmo di metallo e sui polsi due oggetti che sembravano manette. Al centro del petto uno stemma rosso e nero, che assomigliava tantissimo ad un cuore.

-Il Keyblade, Shihi! Subito!- gli urlò contro l’altro e il ragazzo annuì, pensando intensamente all’arma, che gli si presentò in mano in un fascio di luce purissima. Poi, entrambi si gettarono nel combattimento.

Gli Shadows non erano un problema, erano piuttosto lenti e quando si trovavano in difficoltà si nascondevano sottoterra. A quel punto bastava aspettare che riemergessero e colpirli per vederli sparire in una nuvoletta di fumo nero. Il vero problema era il nuovo arrivato, che si muoveva rapidissimamente. Cloud era occupato ad uccidere i mostriciattoli più piccoli, che sembravano non finire mai e quindi era il custode a dover affrontare quel rapidissimo avversario, che faceva movimenti acrobatici in aria per poi spostarsi in un altro punto. I pochi colpi che il ragazzo lanciò non andarono a segno né sfiorarono il nemico in alcun modo, anzi, era l’Heartless che stava avendo la meglio in quel momento, avendo colpito Shihi sul braccio con cui impugnava il Keyblade. Aveva il fiatone e non credeva di resistere ancora per molto, in fondo non aveva mai combattuto con avversari così ostici. Poi il mostriciattolo sparì, tagliato in due dal biondo, che non sembrava neanche aver combattuto.

-Diavolo, sei proprio una schiappa- disse Cloud, facendo sentire a disagio l’altro –Comunque non c’è tempo da perdere, sbrigati, dobbiamo raggiungere il laboratorio al più presto!- e ricominciò a correre, mentre Shihi si rialzava a fatica.

 Quando furono sotto al castello, il rumore degli ingranaggi era assordante e Cloud porse a Shihi delle cuffie insonorizzate. E così entrarono finalmente nel castello. Il castano rimase a bocca aperta: l’interno era completamente bianco, illuminato da delle lampade appese a circa mezzo metro d’altezza.

-Fai attenzione, questo posto è un labirinto- disse Cloud, facendo segno all’altro ragazzo di seguirlo.

-D’accordo- rispose Shihi, affrettandosi dietro il biondo, che avanzava a passo veloce. Dopo aver percorso un bel po’ di corridoi sempre uguali, finalmente arrivarono dietro ad una porta. Entrarono e si trovarono in una piccola stanza circolare senza neanche un mobile. L’unica cosa presente era un quadro appeso al muro, raffigurante un uomo sulla cinquantina, avente capelli biondi e lunghi fino alle spalle e gli occhi arancioni. Sulla cornice, una targhetta riportava scritto “In memoria di Ansem il saggio, costruttore di Radiant Garden”. Mentre il castano era intento a guardare il quadro, l’altro aveva fatto uscire dal muro una piccola macchinetta, su cui digitò dei numeri. Subito il muro si aperse, lasciando spazio ad un altro corridoio, anch’esso bianco.

-Svegliati!- disse Cloud all’altro –Guarderai dopo i quadri appesi al muro, dobbiamo discutere di cose più importanti- e aspettò che Shihi lo raggiungesse, poi riprese a camminare –Stai per entrare nei laboratori di Radiant Garden. Qui studiamo gli Heartless: come nascono, da dove vengono e come sconfiggerli una volta per tutte. Abbiamo ricevuto un grande aiuto dal re, che ci ha fornito i dati dei suoi viaggi precedenti.-

-Il Re? Intendi quel Topolino di cui parlavi prima?- chiese il castano curioso.

-Esatto. Continuiamo a mantenere i contatti con lui-

-E che mi dici di Sora e dei suoi amici? Sarei curioso di incontrarli- continuò Shihi, guardando Cloud, che però aveva assunto un’espressione cupa.

-Sono ormai vent’anni che non abbiamo contatti con loro. Devi sapere che, quando portarono la salvezza nei mondi, essi furono di nuovo chiusi dai loro sigilli, che non permettono a nessuno di avvicinarsi. Tuttavia, il Re ha trovato un modo per comunicare con gli altri mondi senza doverci propriamente andare-

-Scusami, forse sono inopportuno, ma come fai a sapere tutte queste cose? Stai parlando di cose accadute più di un ventennio fa come se le avessi viste coi tuoi occhi. Ma non mi sembra che tu abbia più di ventisette anni, o sbaglio?- quando finì di parlare, l’altro assunse un’espressione ancora più cupa.

-Anni fa, ho dovuto fronteggiare l’oscurità presente nel mio cuore- rispose Cloud, portandosi una mano al petto –Il suo nome era Sephiroth, egli era colui che reincarnava l’oscurità dentro di me. Comunque, ci affrontammo e io vinsi, anche se persi una persona cara…- e gli si incrinò la voce. Poi si mise la mano nei capelli e, coll’indice e col medio, si afferrò una punta dei capelli, mostrandone la parte argentata –Questo è il simbolo della mia vincita. E’ come se mi fossi fuso con Sephiroth, ma per questo l’oscurità è sempre in agguato, ogni volta che mi arrabbio rischio di perdere il controllo. Da quando successe, è come se la mia vita si fosse bloccata. Non invecchio e non so neanche se potrò mai morire di morte naturale. Diciamo che è il prezzo che devo pagare per un grande potere- Poi il ragazzo abbasso lo sguardo e rimase zitto. Adesso erano all’interno di un corridoio, stavolta blu. Alle pareti erano appese, o meglio, sospese, delle fiammelle che davano all’ambiente un aspetto particolare. Per terra era un lungo tappeto dalla cornice marrone e dall’interno verde, con sopra disegnati motivi floreali. Dopo qualche minuto che camminavano si trovarono davanti ad una porta bianca.

-Stiamo per entrare nella Radiant Garden Corporation- cominciò il biondo –preparati ad affrontare gli Heartless, perché potrebbero essercene molti- e, mentre parlava, posò la mano sulla porta, aprendola. La varcarono e si trovarono in un corridoio che si affacciava ad una struttura gigantesca che sembrava una fabbrica e che si estendeva a una trentina di metri da dove si trovavano i due ragazzi.  Arrivarono poi ad una stanza larga circa cinque metri, priva di mobili e in cui era presente solo un grosso computer, sul quale Cloud si fiondò. Dopo aver digitato qualcosa sulla tastiera, si aperse un’altra porta, che dava in un ascensore, che probabilmente portava alla struttura presente metri più sotto. Vi entrarono e quello cominciò a scendere ad una velocità altissima, tanto da far venire il voltastomaco a Shihi. Poi si fermò all’improvviso. Il biondo fece segno all’altro di seguirlo e si mossero in mezzo a corridoi sempre uguali, fino ad arrivare ad un gigantesco piazzale a forma d’arco, in quel momento vuoto.

-Dove sono tutti?- si chiese Cloud, guardandosi intorno con aria confusa –Tifa! Leon! Lightning!- poi si portò una mano nei capelli e cominciò a respirare affannosamente –merda… non di nuovo!- e batté con tutta la sua forza un pugno per terra, cominciando a piangere. Shihi non sapeva cosa fare, voleva consolare il biondo, ma non sapeva cosa dire, e poi non era mai stato bravo in quelle cose.

-Stai tranquillo, i tuoi amichetti sono salvi- disse una voce, che rimbombò per tutto il laboratorio. I due ragazzi alzarono subito gli occhi e cominciarono a guardarsi intorno spaesati. Poi apparve un uomo, proprio davanti a loro, da qualcosa che sembrava un tunnel fatto d’oscurità. Era identico a quello che era apparso a Crepuscopoli, solo che lo stemma che aveva sul pettorale era di un blu scuro. Adesso che lo poteva guardare meglio, il simbolo sembrava quello degli Heartless sovrapposto ad un altro, di cui ignorava la provenienza.

-Tu!- disse il custode –tu sei un amico del tizio che è apparso quella notte!-

-Heilà custode! Beh, quella notte credo proprio che tu hai incontrato il nostro capo- e il castano estrasse il Keyblade –Hey! Non c’è bisogno di essere così avventati- e fece una risatina isterica.

-Sapevo che c’eravate voi dietro a tutto questo! Sono due anni che date problemi!- urlò Cloud pieno di rabbia.

-Beh, forse abbiamo creato un po’ di scompiglio nei mondi, ma hey! In fondo dobbiamo trovare qualcosa con cui passare il tempo! Se suono troppo la chitarra poi Ansem se la prende… - sussurrò il nuovo arrivato.

-Ma chi è questo idiota?- chiese Shihi, irritato.

-C-come?! Guarda che se solo lo volessi potrei batterti adesso!- rispose l’altro.

-Beh, e allora fallo!- urlò il biondo.

-Ho detto “se volessi”, il che vuol dire che adesso non mi v…- ma fu interrotto da un fendente di Cloud, che lo mancò per un soffio –Hey! Brutto bastardo! Heartless!- e con uno schiocco di dita apparvero i mostriciattoli, questa volta tutti del nuovo tipo incontrato poco prima dai due ragazzi.

-Shihi, credi di farcela?- disse Cloud all’altro, prima di lanciarsi nel combattimento. Il custode rimase fermo per un attimo, mentre le creature gli ronzavano intorno, e poi, stringendo forte il Keyblade, fece un affondo improvviso, che distrusse un Heartless, senza che quello potesse fare nulla.

“Zio Hayner…” pensò “Spero di riuscire a vendicare tutti oggi!” e poi si gettò a sconfiggere anche gli altri.

In qualche minuto il combattimento finì. Shihi se l’era cavata abbastanza bene, anche se aveva fatto comunque fatica. Nel frattempo, l’uomo in nero sembrava sconvolto.

-Cooosa?! Li avete distrutti tutti?! Oh porca miseria, e adesso che faccio…? Ehm, sentite! Questo mondo ormai è invaso dagli Heartless, c’è poco da fare, quindi… ehm… c’è un altro dei miei amici qui in città, se vi fa piacere saperlo, perché non andate a cercarlo? Facciamo così, lascio a voi la scelta: io vi aspetto all’Abisso Oscuro, questo mio amico sta nei pressi del Municipio. Scegliete voi da chi venite, OK? Addio!- e sparì così come era arrivato. Nel frattempo, i due ragazzi si guardavano con un espressione strana in viso: chi diavolo gli avevano mandato contro?

-Senti Cloud, lo conoscevi?- chiese il custode.

-Sì. Sono delle persone che ci mettono i bastoni fra le ruote da un po’ di tempo. Fanno apparire gli Heartless nei mondi e li sciolgono finché quello non viene completamente distrutto. E’ probabile che sia colpa loro se Crepuscopoli è stata distrutta. Comunque, io voglio affrontare questo tizio qui, in fondo l’ho già visto diverse volte qui a Radiant Garden, dirò a gli altri di occuparsi del suo collega- e prese un cellulare. Cominciò a digitare un numero e poi, quando gli risposero, disse che un uomo poco raccomandabile si aggirava per il Municipio e si diressero assieme all’Abisso Oscuro.

Al Municipio c’era il caos più totale. Moltissimi Heartless avevano preso ad attaccare le case e a distruggere qualsiasi cosa trovassero di fronte a loro. Gli unici che stavano combattendo erano Leon, Lightning, Tifa e Hope. Molte persone erano state già uccise dai mostriciattoli, nonostante gli sforzi dei quattro di proteggere quanti più abitanti possibili. La telefonata di Cloud aveva messo tutti loro ancora più in allarme, costringendoli a fare attenzione a un qualsiasi particolare che non li convincesse, ma l’unica cosa che vedevano era Heartless, un’infinità di Heartless. Hope cadde a terra, colpito da un attacco di un mostro, che tentò di saltargli addosso, ma fu distrutto da Lightning.

-Fa attenzione!- disse lei con tono severo all’altro, che annuì, rialzandosi. Poi sentì qualcosa vibrare nella tasca della giacca gialla che indossava: il dispositivo d’allarme del laboratorio.

-Ragazzi, c’è qualcosa che non va!- disse, mentre distruggeva uno Shadow dandogli fuoco.

-Che intendi dire?- disse Leon.

-L’allarme del laboratorio sta indicando un intruso. Che sia quello di cui parlava Cloud?-

-Vado a vedere- disse Lightning –voi occupatevi degli abitanti. Al resto penso io- e corse via, imboccando la strada per la Fortezza.

-Light! Aspetta!- le urlò contro Leon, ma invano: la ragazza era già sparita.

 

Appena entrò nella fortezza, un allarme cominciò a suonare. Non era un problema, se ne sarebbe andato in pochissimo tempo, non avrebbero fatto neanche in tempo a raggiungerlo, in fondo, aveva mandato Mydez e Braig apposta per tenere occupati quelli che sorvegliavano il laboratorio. Si trovava davanti ad uno spiazzo a forma d’arco: quello era il luogo. Allungò la mano e si concentrò. La porta stava per essere aperta, il suo piano stava per iniziare, finalmente, avrebbe visto il suo sogno realizzarsi, dopo moltissimo tempo.

-Mostrati, amico mio- disse, e la terra cominciò a tremare. Piano piano, al centro del piazzale, cominciò ad aprirsi un passaggio che portava nelle profondità del laboratorio, o meglio, in quel laboratorio dove, sessant’anni prima, Xeanorth e altri scienziati avevano condotto i loro oscuri esperimenti. Ma qualcos’altro lo interessava: qualcosa che era appartenuta ad una sua amica, qualcosa che avrebbe dato una svolta al suo piano. Vide apparire la scala che portava fin giù e cominciò ad incamminarsi verso di lei, con passo tranquillo, sicuro che nessuno avrebbe potuto ostacolarlo.

-Non vedo il pass per entrare in laboratorio, può mostrarmelo, cortesemente?- disse una voce femminile con tono scorbutico. Si girò e si trovò davanti una ragazza sulla ventina, dai capelli di un rosa scuro, lunghi fino alle spalle. Teneva in mano, puntata verso di lui, una grossa pistola.

-Uh, un’altra ragazza combattiva. Due in meno di tre giorni, che gran colpo di fortuna. Ma tu non mi servi e non voglio avere rotture di scatole. Non mi impedirai di portare a termine il mio piano, sciocca ragazzina- ed estrasse il Keyblade, che spuntò dalla solita nuvoletta oscura.

-Quello è… il Keyblade- disse la ragazza, sorpresa –Ma chi diavolo sei tu…?-

-Beh, anche se, probabilmente, non vedrai la luce di domani, non credo che ti dirò chi sono, sai, informazioni riservate. Comunque, ti do due possibilità: o ti levi dai piedi, o ci penserò io stesso a farlo- e si mise in posizione di combattimento, sicuro che la ragazza non avrebbe mai accettato di andarsene. Lightning deglutì, un po’ agitata, ma decisa a proteggere il laboratorio, e si scagliò contro il suo avversario.

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Beh, che ve ne pare? Devo dire che, forse, questo capitolo è un po' noiosetto, ma l'azione verrà nel prossimo capitolo! Questo più che altro è per impostare il viaggio di Shihi. Spero di non aver fatto troppo schifo nel riassumere i capitoli precedenti (ho completamente ignorato il 3D e il coded per due motivi: mi fanno schifo e ho deciso di trattare la storia in modo diverso. Quindi il non averli messi è voluto). Per quanto riguarda le mie opinioni sul capitolo (???) trovo di aver scritto meglio la prima parte, la seconda è un po' tirata, ma ci stavo da un mese (e mi stavo incartando...). 

Comunque, ringrazio antocharis_cardamines e Tamar10 per le recensioni, alla prossima! :D

 

   
 
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