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Autore: firstmarch    04/12/2012    11 recensioni
"Alla mia prima futura Belieber in questa terra di nessuno".
No, non siamo in America, né in Europa.
Siamo in Africa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22.

1 p.m.

Sono quattro ore che sono imprigionata in questa cazzo di tenda.
Ho provato in tutti i modi a convincere quei due pezzi di merda a lasciarmi uscire, ho provato a urlare quando sentivo qualcuno avvicinarsi, ma puntualmente uno dei due rientrava e mi tappava la bocca.
Mezz'ora fa mi hanno portato qualcosa da mangiare, mi sono rifiutata fino all'ultimo di pranzare,ma alla fine non ce l'ho fatta e mi sono avventata sul cibo, non mangiavo dalle sette del giorno prima.
Mia mamma è venuta a controllare un paio di volte che la situazione fosse “sotto controllo”. Per la sua gioia lo è.
Non ho idea di quando Justin parta per il Sud Africa e quindi arrivi in aeroporto, ma non ho ormai molto tempo per uscire da questa gabbia. L'impellente bisogno di andare al cesso ha ormai attirato la mia attenzione, erano circa...beh undici ore che non svuotavo la benedetta vescica. Pregai che quei due gorilla mi lasciassero andare: sarebbe stata l'occasione per andarmene da qui. Ne chiamo uno dentro.
-Devo andare in bagno. Adesso.
-Non puoi uscire di qui- mi risponde lui.
-Ma brutto pezzente, hai davvero intenzione di lasciarmi pisciare qui? Sai che cosa direbbe la mia dolce mammina se vedesse lo spettacolo raccapricciante che verrebbe? Quelle mazzette te le metterebbe nel culo a meno che non decida di sfasciartelo direttamente- Non posso più permettere a nessuno di comandarmi. Il gorilla mi guarda strano, forse non ha capito neanche la metà di quello che gli ho detto, fatto sta che urla qualcosa al suo compare e poi mi dice di seguirlo. Esco dalla tenda e il sole mi uccide letteralmente, devo coprirmi gli occhi. Il bagno è molto vicino alla tenda, in una manciata di secondi sono già dentro alla cabina con scritto sulla porta “I love Sebach” con il cuore all'incontrario, che sarebbe un culo. Non appena finisco, studio subito un modo per uscire di lì senza farmi vedere da quella scimmia gigante.
Cercando di mantenere la calma, il sangue freddo e la concentrazione, appoggio un piede su un lato della cabina, l'altro piede su quello parallelo e pregando di non spezzarmi l'osso del collo, raggiungo l'apice della cabina, senza tetto. Mi siedo sul bordo di essa, controllando che il bestione sia girato verso qualcosa che non sia me. A quel punto inizio a strisciare giù dalla cabina, fuori da essa, tenendomi attaccata con le mani alle estremità. Se solo mi fosse mai piaciuta educazione fisica.
Il piccolo salto che faccio produce poco rumore, tanto che quel coglione non si accorge di niente.
Cerco disperatamente qualcosa con cui allontanare il gorilla, ma l'unica cosa che trovo è un bastoncino, poco lontano. Mi avvicino lentamente ad esso, senza far rumore, poi, una volta tirato lontano da me e nella parte opposta a quella dove devo andare, inizio a correre a perdifiato, incurante del gorilla, che ormai mi aveva scoperta.
Raggiungo il centro del villaggio, sperando di trovarvi ancora Justin.
La scena che mi si prospetta davanti mi stravolge.
Una macchina nera, sicuramente costosissima, è stata appena messa in moto, una cerchia di persone raggruppata intorno ad essa. Scorgo pure mia madre, in prima fila.
Sento dei saluti. Riprendo a correre, cercando di ignorare il rumore di una portiera che sbatte, il motore animarsi. L'ansia cresce, quasi trasformata in terrore o in certezza.
Non riesco a raggiungere neanche mia madre che vedo la macchina nera sfrecciare via, oscurata da troppe persone.
-Dimmi che non era su quella macchina!- spintono mia madre, accecata dalla rabbia, accecata dalla paura che su quell'auto ci fosse Justin. Mi permetto di dubitare.
-Che ci fai qui?! Ti avevo detto di rimanere nella tenda!- mi sgrida lei di rimando.
-ERA LI'?- ripeto io. La gente ci guarda, quasi allibita. Esita qualche attimo prima di rispondere, non ci metto molto a rendermi conto di essermi illusa di non averlo visto andare via sotto i miei occhi. Mi giro di nuovo verso la macchina, non la vedo più. Ciò che ne rimane è solo la polvere alzata da essa.
-Angelina, torniamo in tenda.
-NON TOCCARMI!- mi scanso brutalmente dal suo tocco.
Mi alzo e corro verso la sua tenda. Mi sento mordere le interiora, la disperazione si fa largo nei miei sentimenti, insieme a una collera mai provata.
Non potevo e non volevo credere al fatto che il primo ragazzo che avessi mai amato fosse andato via. La corsa dura pochi minuti, alla fine dei quali sono sfinita, ansimante. Mi piego sule ginocchia per riprendere fiato, poi mi alzo e giro l'angolo della mia tenda, come per assicurarmi che sia andato via solo per breve tempo.
Quando vedo il nulla troneggiare davanti alla mia vista, non riesco più a contenermi.
Era come se non fosse mai esistito, non c'era più nessuna sua traccia, nessuna prova di quello che avevamo vissuto insieme. Niente di niente.
Mi lascio cadere sulle ginocchia, incurante delle fitte che mi mandano non appena toccano il suolo, pesantemente. Appoggio le mani a terra, abbasso il capo, piangendo silenziosamente, lasciando fluire tutto ciò che avevo represso fino a quel momento.
Non era rimasto niente, se non anche in questo caso la polvere, ruvida sotto le mie mani tremanti.

 

Rimango in quella condizione pietosa per una decina di minuti, fino a quando non sento una mano poggiarsi sulla mia spalla.
-Dobbiamo parlare- è lei.
-Non ho niente da dirti- ribadisco io,con tono grave.
-Invece si, alzati ed entra- mi strattona la spalla non troppo forte, ma io la scanso in fretta. Mi alzo.
-Come vuoi che te lo faccia capire che non sono più una bambina? Non prendo più ordini da te. “Alzati ed entra”, no, io faccio quello che mi pare, almeno questo- Faccio per superarla, ma mi ferma.
-Ho...ho parlato con Justin prima che partisse, giusto un paio di minuti- mi immobilizzo.
-Mi è sembrato davvero dispiaciuto del fatto che tu non andassi con lui- continua lei, non più calma come lo è sempre stata.
-E quindi?- faccio io indispettita.
-Quindi mi rendo conto di aver sbagliato a farti rinchiudere in tenda, avresti dovuto salutarlo- rido. Rido con amarezza della sua cattiveria.
-Salutarlo? Io sarei dovuta andare con lui, mamma. Sarei dovuta partire per gli Stati Uniti per fare nuove esperienze, per conoscere gente e posti nuovi e soprattutto per stare con lui, sempre. Cosa me ne faccio di un saluto se non lo vedrò mai più, eh?- dico furiosa, mostrandole così ogni mio pensiero. Si mette una mano tra i capelli.
-Angelina, hai diciassette anni! Sei troppo piccola per andare in America da sola, con il primo ragazzo che capita! E quando vi sareste lasciati che avresti fatto, eh?- sospira, -che fine ha fatto mia figlia? Non eri così...ribelle. Obbedivi a tua madre e la seguivi nel suo lavoro- continua, apparentemente sfinita. Accenno un sorriso sarcastico.
-Tua figlia è qui davanti a te, è solamente cresciuta! Si è innamorata. E tu sei troppo pessimista, hai poca fiducia in me e negli uomini in generale. Tu hai avuto una delusione e può darsi che ne avrò anche io, certo, ma non posso rimanere sotto il guscio fino a trentacinque anni, lo vuoi capire o no?!- dico stringendo i pugni.
-Angelina, non posso proprio...non riesco a concepire una cosa del gen...- ribadisce mettendosi una mano sugli occhi.
-La cosa che non riesci a concepire è ciò che avrebbe reso tua figlia felice. Ma tu, no! Preferisci avere sicurezze e il mio odio invece che il rischio ma il mio affetto! Mi stai distruggendo, lo capisci?- urlo io con le lacrime agli occhi. Questa volta rimane in silenzio per più di un minuto, coprendosi continuamente gli occhi, dandomi le spalle. Sto per andarmene, non sarebbe cambiato niente, ma finalmente parla. Lascia ricadere le braccia lungo i fianchi, si gira verso di me, ha gli occhi lucidi.
-Prepara le tue cose e sali sulla gip.
-Cosa?- chiedo io, credendo di aver capito male.
-Hai capito bene. Forza, dobbiamo andare in aeroporto, da Justin.

 

SPAZIO AUTRICE.
eccomi, eccomi,eccomi.
Sorratemi per il ritardo, plz.
La scuola mi opprime e non sto neanche andando troppo bene, cazzus.
Anyway, la madre di Angelina...ha fatto un cambiamento, o almeno ci ha provato, si è sforzata. E per fortuna che lo fa, diciamolo!
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo, come vi avevo già detto. (purtroppo...cwc)
Ho già pronti tre capitoli di una nuova fanfiction, spero la seguirete come avete fatto con questa, siete state meravigliose.
192 recensioni, ma scherziamo? Non vi ringrazierò mai abbastanza.
Ora mi dileguo che devo uscire, che due big balls.
Se recensite (spero) ditemi se avete letto o visto "Hunger Games", è importante saperlo, per la mia nuova ff.
Un bacio a tutte<3

   
 
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