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Autore: Dryas    04/12/2012    4 recensioni
L’odio, la vendetta, i pugni stretti nell’oscurità. Sentimenti che hanno avvolto l’anima e il cuore di Neji Hyuga, diventando la sua ragione di vita. Un’ingiusta condanna, un’esistenza negata, un isolamento forzato, in attesa di ottenere la sua rivincita. E tutto sarebbe andato secondo i suoi piani se non fosse stato per una sconosciuta ninja di Konoha, la senza cognome Tenten. La sua indesiderata presenza, la sua incosciente fiducia, le sue paure riuscirono a riaprire ferite così profonde che Neji pensava di aver messo al sicuro, lontano dallo sguardo di tutti.
Una difficile battaglia tra amore e odio, tra vita e morte. Chi vincerà?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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VENTISEIESIMO CAPITOLO

 -Rivelazioni-





 

Tenten non si vedeva da un pezzo, e precisamente da quando avevano lasciato Neji.
In realtà tutti e cinque si erano allontanati spontaneamente l’uno dall’altro. Ciascuno con i propri pensieri con cui fare i conti.
All’ora di cena, però, Tenten non si era ancora fatta vedere. Se Gai esprimeva una certa ma non allarmante preoccupazione, Rock Lee non riusciva ad aspettare standosene con le mani in mano. Andò a cercarla.
Non la trovò nella sua stanza, non la trovò proprio tra le mura del palazzo e andò così a cercarla fuori, nel giardino. Il piccolo pantheon attirò subito la sua attenzione e intravedendo un figura tra le bianche colonne si tranquillizzò.
-Stai bene?- domandò salendo i pochi gradini.
La ragazza, seduta su una panchina anch’essa in pietra, si voltò e sorrise vedendo il viso familiare dell’amico.
-Che ci fai qui Lee?-
-Sono venuto a cercarti- rispose -è ora di cena-
-Di già? Devo aver perso la cognizione del tempo-
Rock Lee non aggiunse altro, ma si sedette accanto a lei. Tenten sospirò e la maschera cadde. Sapeva di non poter ingannare Lee.
-Tu non stai bene- le disse l’altro -devi tornare a Konoha-
-Non ci penso nemmeno- rispose lei con convinzione.
-Tenten, questa storia ti sta distruggendo- insistette l’altro -guardati, sei pallida e debole, sembri sul punto di svenire da un momento all’altro. Sakura ti farebbe ricoverare all’istante-
-Ma Sakura non c’è e io non ho alcuna intenzione di andarmene-
-Perché no? Il ricordo di quello che ti ha fatto Neji ti porta solo dolore, perché non te ne vuoi andare?-
-Lee … - riscì solo a dire Tenten, investita da una forte emozione - … ci siamo così sbagliati su di lui … -
-Cosa vuoi dire?- chiese l’altro e la faccia sofferente della ragazza fu la sua risposta -cosa ti ha fatto Tenten?-
La strinse forte tra le sue braccia, come una bambina che ha bisogno della protezione e dell’aiuto del proprio padre. Lei lo lasciò fare, rassicurata dal familare contatto.
Ma Lee non si sentiva tanto un padre, e poterla abbracciare liberamente stava diventando ciò che desiderava di più al mondo. Con delicatezza le accarezzo il capo e inspirò il suo dolce profumo.
-Morirà- la sentì sussurrare.
-Sì- rispose Lee -devi solo aspettare qualche giorno-
Improvvisamente lei si allontanò: lo stava guardando con sorpresa e idignazione.
-Ne sei felice?- gli chiese.
-Certo che lo sono- rispose l’altro -verrà punito per i crimini che ha commesso, ma ne sono felice soprattutto perchè ti sta facendo soffrire. Non dovrei volere la sua morte?-
-Lee!- esclamò Tenten -ma non hai capito niente! Neji è innocente!-
-Che stai dicendo?- chiese il ragazzo dopo un attimo di stordimento -ti ha fatto prigioniera, ti ha ferito, ti ha umiliata, ti ha … -
-Mi ha lasciata andare!- lo interruppe lei -mi ha dato la libertà per salvarmi la vita. Non è come sembra, Neji sta solo recitando. Ora lo so, Lee, mi sono ricordata di tutto-
-Tutto?-
-Ricordo lo sguardo che aveva quel giorno, quando mi ha liberata- continuò -Lee, è tutta una finzione. Credo … credo che voglia proteggermi -
-Ti stai sbagliando- ribatté Lee -non è possibile. Quello che ci ha detto, come ti ha trattata … non stava fingendo, non si sforzava di apparire spontaneo. Neji Hyuga è un assassino, devi accettarlo e non inventarti strane fantasie-
-Strane fantasie?!- esclamò alzandosi in piedi di scatto -è la verità! Quel “fidati“ del biglietto era un “fidati di lui”-
-Come fai a saperlo con certezza? Potrebbe averti ingannata-
-Perché Hinata è viva!- rispose Tenten, zittendolo una volta per tutte -è viva- continuò con più calma -Hiashi non ha avuto il coraggio di ucciderla e l’ha rinchiusa qui con lui. Neji mi ha costretto ad andarmene prima che suo zio venisse a riprenderla, per non farla trovare a noi, la squadra di Konoha mandata per giustiziarlo. È questa la verità-
Il ragazzo la fissò con la bocca spalancata. Non riuscì a formulare una frase di senso compiuto per parecchi minuti, ed entrambi rimasero in silenzio a riflettere.
Se Lee stava ancora digerendo la notizia appena ricevuta, Tenten era già un gradino più in su e stava cercando un modo per poter aiutare Neji. Ma l’amico non tardò a raggiungerla.
-Dobbiamo salvarlo- esclamò con grinta -dobbiamo far sapere la verità all’Hokage-
-Senza prove non ci crederà nessuno- rispose con protezza Tenten.
-Tu potresti testimoniare-
-Non mi crederanno mai- disse scoraggiata -diranno che mi sono inventata tutto-
-No se Sakura dichiara che ti è realmente tornata la memoria- ribatté l’altro con sempre più entusiasmo -e sono sicuro che lo farà. Devi tornare a Konoha, Tenten, e fermare tutta questa messa in scena!-
-Ma se non mi credessero, Neji … -
-Tanto vale rischiare non credi? Se nemmeno ci proviamo, non sapremo mai come sarebbe potuta andare a finire e io farò il possibile per ritardare l‘esecuzione-
-Se solo sapessimo dove è Hinata … -
-L’unica soluzione per salvare Neji è che tu ritorni a Konoha- cercò di convincerla Lee -è la sola possibilità che abbiamo-
Tenten non disse nient’altro. Sembrava pensierosa e agitata. Rock Lee le mise un braccio attorno alle spalle per darle forza. Lei alzò lo sguardo e gli sorrise. Amava vederla sorriderle, e odiava vederla soffrire. Avrebbe voluto che fosse sempre felice.
-Voglio vederlo- disse infine lei -prima che me ne vada. Poi partirò subito-
-Non puoi, Hiashi potrebbe intuire qualcosa- ribatté Lee -e credo che abbia già qualche sospetto-
-Devo dirgli che è tutta colpa sua se ho avuto incubi per mesi- continuò senza ascoltarlo -e che la sua lontananza mi dava così tanta malinconia-
-La sua lontananza?- domandò sorpreso l’altro.
-L‘ho abbandonato,  ho fallito. Non ho saputo aiutare né lui né Hinata- rispose lei -è così strano, sono passata dall’odiarlo più di chiunque al mondo al volergli salvare la vita a tutti i costi. Neji è così … così … singolare. Non è facile da capire-
-Io non lo capisco nemmeno adesso- commentò l’altro, zittendosi.
-Mi aiuterai?- domandò Tenten.
-Sì, certo che lo farò- fu la sua risposta.
-Lo diciamo al maestro Gai?-
-Lo farò io al momento giusto- rispose l’altro -non possiamo tenerlo all’oscuro. Dobbiamo solo riuscire a essere convincenti con Hiashi, deve credere che tu stai male sul serio-
-Farò del mio meglio- rispose l’altra.
 -Allora vai, io ti copro-
Tenten mostrò uno dei suoi sorrisi migliori e saltò giù dalla panchina, pronta a correre nel palazzo.
-Solo una cosa- la richiamò l’altro, avvicinandosi con sicurezza a lei. Non erano molti i passi che li separavano e Lee era agile, così agile da non far nemmeno venire il sospetto a Tenten sulle sue intenzioni, prima di baciarla.
Tenten sorpresa, stupida, sconcertata, non riuscì a muovere un muscolo. Solo quando lui si fu allontanato cominciò ad avere una vaga idea di quello che significava quel gesto.
-Sta attenta- le disse a pochi centimetri dal suo viso -io ti aspetterò qui-
-Lee, io … -
-Vai Tenten- la interruppe -non c’è bisogno di dire niente-
Tenten dentro di sé lo ringraziò, parlare in quel momento sembrava l’azione più difficile al mondo. L’ultima cosa che fece prima di voltarsi e dargli le spalle fu di dargli un piccolo bacio sulla guancia.
Dopo di che lo lasciò, con l’anima e il cuore in subbuglio. Solo l’idea che stava andando da Neji riuscì a farla tornare con i piedi per terra. Doveva essere razionale, in quel momento era essenziale affinchè il piano riuscisse. Ma il ricordo di quel bacio così come le sensazioni e le emozioni che le aveva dato non la abbandonarono mai, nemmeno di fronte a Neji.
 

Prima di aprire la porta, Tenten si guardò attorno furtiva per essere certa che nessuno la vedesse scendere da Neji. Sapeva che Lee probabilmente era intento ad intrattenere Hiashi e questo le diede sicurezza, ed entrò. Una volta sulle scale, però, ebbe un momento di esitazione.  
Come avrebbe reagito Neji? Cosa avrebbe detto? Improvvisamente cominciò a farsi un’infinità di domande. Sapeva che senza il suo appoggio il piano non avrebbe funzionato, se non avesse collaborato tutto sarebbe saltato. Arrivò così alla conclusione che non doveva sapere niente. Mentiva per il suo bene, cercò di convincersi. In fondo non le aveva mentito tante volte anche lui? E si ricordò della bugia più recente: farle credere di averla solo trattata come una prigioniera.
A quel punto si precipitò lungo le scale, tenendo tra le dita la chiave della cella che Hiashi aveva consegnato ad ognuno di loro. Con passo deciso si diresse verso le sbarre di ferro e la inserì nella serratura.
Con la coda dell’occhio vide Neji fissarla con sorpresa.
-Che diavolo stai facendo?- non tardò a domandarle -ehi, tu, rispondimi, cosa hai intenzione di fare?-
Ma Tenten continuava a ignorarlo, sorda alle sue provocazioni.
-Non è una cosa saggia- continuò alzandosi in piedi -potrei approfittarne per ucciderti, e a quel punto il tuo caro amico Lee sarebbe così affranto dal dolore da avere la folle idea di attaccarmi e così anche Gai … -
-Sta zitto- lo fece tacere l’altra, poi spalancò la porta e a grandi passi si diresse verso di lui, che ancora la guardava con fare interrogativo. Anche Tenten era piuttosto agile e anche lei non fece intuire alla sua vittima ciò che voleva fare: lo colpì in piena faccia con un pesante destro.
L’altro fece un passo indietro, completamente preso alla sprovvista.
-Ma sei pazza?!- esclamò con sguardo furioso una volta ripreso il controllo -lo sai che non ho problemi a ritornartelo!-
-Certo che lo so, e non me ne importa niente!- rispose l’altra avvicinandosi di nuovo. A quel punto Neji era preparato e non si sarebbe fatto imbrogliare per la seconda volta. Chiuse la mano in un pugno, pronto a reagire non appena la sua avversaria fosse partita di nuovo all’attacco. Ma non fu pronto nemmeno all’attacco successivo e le braccia di Tenten lo circondarono, stringendolo contro il suo corpo con delicatezza. La sentì appoggiare la testa al suo petto e affondare le dita tra i suoi vestiti.
Lui rimase con le braccia leggermente aperte, incapace di fare altrettanto.
Sapeva cosa significava quel gesto, ed era ciò che più temeva.
Per questo la respinse: l’afferrò per le spalle e allontanò il suo calore da sé.
-Vattene Tenten- le disse dandole le spalle.
-Il pungo era per avermi mentito di nuovo- precisò con una certa irritazione la ragazza -l’abbraccio era perché sono felice di rivederti-
-Io no, quindi esci da qui- rispose semplicemente l’altro -sei solo un peso-
-Smettila di recitare Neji- lo rimproverò l’altra -o finirò per crederci sul serio-
-Fallo, perché stavolta non sto fingendo-
-Non ti credo-
-Vattene, Tenten-
-Non ti credo- ripeté l’altra con convinzione. E Neji a questo punto si voltò, evidentemente spazientito.
-Complicherai solo le cose in questo modo- le disse -non ti sembrano già abbastanza difficili?-
Tenten lo guardò negli occhi, chiari come il ghiaccio e si perse nei ricordi.
-Avresti preferito non vedermi mai più?- gli chiese.
-Che domanda assurda è?- fece Neji allargando le braccia in segno di disapprovazione -il punto non è questo-
-E allora qual è?- insistette l’altra.
-E’ che tu farai di tutto per impedire che io muoia- rispose con franchezza -e io mi ero rassegnato a questa idea, dopo che Hiashi … -
-Hinata!- esclamò l’altra -cosa è successo a Hinata?-
Neji divenne improvvisamente scuro in volto. I suoi occhi chiari tornarono freddi e assunse la familiare espressione di serietà. Tenten in quel cambiamento vide solo dolore.
-L’ha presa- rispose -e io ho perso-
-Mi dispiace -disse con sentito sentimento.
-Risparmiati la pietà- abbaiò l’altro -io non dovevo perdere. Hiashi Hyuga ora dovrebbe essere a decomporsi a due metri sotto terra! Ma per la mia debolezza, di nuovo, ha vinto lui. Per questo merito di morire-   
Tenten rimase in silenzio.
Certo che voleva dirgli quanto assurde erano le sue parole, ma non trovava il modo. Credeva di meritare la morte per una sconfitta, credeva di aver fallito in tutto. Credeva di essere solo.
Come poteva dirgli che avrebbe rischiato la sua vita per permettergli di vivere?
-Non so dove sia Hinata- continuò l’altro, ritrovando la calma -quella stupida si è fatta abbindolare dalle parole di un finto padre ed è caduta nella trappola. Ho sempre saputo che era una sciocca sentimentale, ma non pensavo fosse ingenua fino a questo punto!-
-Ingenua? O disperata?- domandò Tenten -non ti sei ancora chiesto cosa deve aver provato lei avendo di fronte suo padre? Il solo fatto che non l’ha uccisa le avrà dato speranza-
-E lei non si è chiesta quali conseguenze avrebbe avuto la sua scelta? Non ho solo perso, ma ha messo in pericolo te! Se ti avesse trovata, se si fosse accorto della tua presenza, ti avrebbe uccisa-
-Ma sono viva, e anche tu lo sei- ribatté lei -da quando sei così vittimistico Neji? Ti credevo una persona combattiva e ostinata, non un perdente, e con perdente intendo uno che molla senza provarci fino infondo-
-Che diavolo posso fare Tenten?! Non vedi in che condizioni sono?!-
-Prima di tutto non avresti dovuto startene seduto ad aspettare Hiashi su una poltrona!- lo rimproverò l’altra -cosa pensavi di risolvere rimanendo passivo e rassegnato? Gli hai dato solo la possibilità di prenderti gioco di te e non avrei mai pensato che glie l’avresti lasciato fare. Dov’è finito il tuo orgoglio Neji? Mi è insopportabile vedere come ti tratta, accidenti!-
L’uomo rimase a guardarla con interessata curiosità. Se all’inizio il suo discorso suonava come una solenne predica, alla fine aveva assunto una piega diversa. Aveva l’impressione che Tenten si sentisse protettiva nei suoi confronti: Hiashi aveva ferito lui, non lei, eppure anche Tenten si sentiva toccata nell’orgoglio tanto quanto lui.
-Non so come fai, ne tenterò mai più di capirlo- le disse avvicinandosi -ma solo tu sei in grado di rispondermi senza finire in una pozza di sangue-
-Se è un complimento, è davvero orribile-
-Sono serio Tenten- continuò prendendole una mano e stringendola tra le sue dita fredde -avrei voluto che capitassi nella mia vita molto tempo fa. Forse ora sarei una persona diversa-
-Puoi ancora cambiare, Neji-
-So che lo cerchi ancora- disse appoggiando la mani sul suo petto -ma non voglio che vivi nella speranza di qualcosa che è impossibile, come ho fatto io. Esci da qui, torna da Rock Lee e vivi felice. Non sprecare oltre la tua vita per qualcosa di inutile, hai fatto tutto il possibile-
-Cosa stai cercando di dirmi?- domandò con preoccupazione lei -Neji, sai che non ti lascerò mai. Non voglio ancora arrendermi-
-Non sei tu che ti devi arrendere. Ti sto chiedendo di non combattere più per me, è mia una mia scelta-  
Tenten ritrasse la mano e fece due passi indietro. Il viso sconvolto e confuso.
-Mi stai chiedendo di abbandonarti?-
-Ti sto chiedendo di lasciare questa faccenda solo a me- precisò l’altro -è della mia vita che si sta parlando-
-Non hai capito assolutamente niente- sentenziò lapidaria Tenten -io ti sto dicendo di reagire, di dimostrare chi sei realmente e tu mi vieni a dire che sono solo fatti tuoi? Dannazione, Neji, non pensavo davvero che fossi rimasto l’egoista di quattro mesi fa!-
-A quanto pare è proprio così-
-Stai recitando di nuovo- disse lei sospettosa, e speranzosa.
-Credi a quello che ti pare, come fai sempre dopotutto- rispose l’altro -io la mia opinione te l’ho data-
Stavolta la ragazza rimase in silenzio. A parlare erano solo gli occhi: quelli chiari e determinati di Neji e quelli scuri ed emotivi di Tenten. Alla fine a chiudersi furono quelli color nocciola, accompagnati da un sonoro sospiro.
-Fai come vuoi- esordì lei -non ti obbligherò di certo a seguire il mio consiglio, ma nemmeno tu puoi obbligarmi a fare ciò che mi chiedi. Non ti lascerò solo ad affrontare tutto questo, stanne certo-
-La tua testardaggine ti farà solo del male-
-Non mi importa- disse con convinzione. Poi gli si avvicinò di nuovo e alzò una mano appoggiandola sulla sua guancia -perché tu stai più male di me-
Neji rimase pietrificato, mostrando disagio, ma in realtà sapeva che desiderava stringere le sue dita esili, per non lasciarsi sfuggire quel gesto per lui così intenso e significativo. Lei, la sua voce, il suo viso, il suo calore gli erano mancati da morire e da quando se n’era andata tutto era diventato più difficile, più pesante da sopportare.
Non aveva più la sua complice.
-Ora devo andare. Non fare l’idiota-
L’annuncio di Tenten lo scosse e sentì il suo palmo scivolare via dolcemente dal viso provato, portandosi con sé il calore della carezza. Tenten richiuse la cella e lo salutò definitivamente con uno sguardo di intesa e un sorriso appena accennato.
Stavolta era lei a recitare. 
   
 
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