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Autore: noriko    22/06/2007    11 recensioni
I personaggi sono dell'autore. Breve one shot shonen ai su Neji. Eccolo. Come tutte le mattine. Cammina tranquillo lungo la strada che costeggia casa mia. Lo guardo dalla finestra. Come tutte le mattine. A volte fischietta, a volte canticchia, a volte discute animatamente di qualcosa. Oggi canticchia. A volte è da solo, a volte è con il suo amico. Oggi è solo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Come tutte le mattine

Eccolo.

Come tutte le mattine.

Cammina tranquillo lungo la strada che costeggia casa mia. Lo guardo dalla finestra.

Come tutte le mattine.

A volte fischietta, a volte canticchia, a volte discute animatamente di qualcosa.

Oggi canticchia.

A volte è da solo, a volte è con il suo amico.

Oggi è solo.

Cammina con calma lungo la strada che costeggia casa mia, canticchiando una musica che sente dal suo lettore mp3, un largo sorriso luminoso; saluta con un cenno del capo la gente che gli passa a fianco, augura il buongiorno alla gente che vede tutti i giorni e che risponde allegra.

Intorno a lui la gente è allegra, sempre. Sorride quando lo vede passare.

Sorrido anche io.

Dev’essere quella sua felicità contagiosa, camminando a volte sembra saltelli.

Un albero lo nasconde alla mia vista. E’ arrivato alla porta.

Come tutte le mattine.

Sento il campanello suonare e chiudo gli occhi per un attimo, sistemando la tenda e allontanandomi dalla finestra. Sento i passi frettolosi di Hinata-sama che si affretta alla porta per non farlo aspettare.

Hinata-sama è mia cugina, minore di me per un anno; è una persona timida ed impacciata, inutile ed assolutamente incapace. Eppure lui è qui. Per lei.

Come tutte le mattine.

Esco dalla mia camera e la vedo scendere le scale, cosa che mi appresto a fare a mia volta; arrivata all’ultimo gradino inciampa e cade. Mi avvicino a lei.

- Tutto bene, Hinata-sama? – chiedo, facendo intuire benissimo che non mi interessa affatto come lei stia; credo che la mia voce abbia un’intonazione abbastanza disgustata e rassegnata.

- I… io… s.. sì, Neji-niisan. – risponde lei, con voce debole e tremante, balbettando come al solito; alzo gli occhi al cielo mentre lei si sistema i corti capelli neri e abbassa gli occhi, intimidita. La pelle pallida del volto si arrossa.

E’ talmente irritante ed inutile!

E lui è qui per lei.

Come tutte le mattine.

Le do una mano ad alzarsi, mentre lei evita accuratamente di guardarmi. Usciamo insieme nell’ordinato giardino di casa Hyuuga. Hinata-sama si affretta ad andare al portone e ad aprirlo. Fuori c’è lui, sorride.

- Buon giorno, Hinata-chan! – la saluta allegro, dedicandole un sorriso affettuoso e… speciale?

Una dolorosa morsa mi stringe lo stomaco.

Come tutte le mattine.

- Buon giorno…- balbetta lei, chiudendo il portone.

Lui si gira e mi guarda.

Io lo guardo di rimando.

Ci guardiamo.

Lui sorride, solare. – Anche questa mattina con noi, Hyuuga-san?

Hinata-chan. Hyuuga-san.

Hyuuga-san. Hinata-chan.

La morsa si stringe.

Come tutte le mattine.

Annuisco, inespressivo. – Accompagno Hinata-sama fino al campo di allenamento e poi proseguo.-

- Mi… mi spiace di…di esserti così di…dis…disturbo. – barbuglia lei, abbassando gli occhi che era riuscita ad alzare.

- Nessun disturbo, Hinata-sama. – ringhio. – Dovere.

Lui sorride, un po’ a disagio. – Emh… dunque! – dice all’improvviso, la voce felice di aver trovato qualcosa con cui cambiare argomento. – Andiamo, okay?-

Annuisco ed Hinata-sama sorride ed alza gli occhi, uno sguardo di gratitudine verso di lui.

Camminiamo. Lui parla con Hinata-sama e cerca di coinvolgermi nel discorso.

Come tutte le mattine.

- E come stanno Lee-senpai e Tenten-senpai? – chiede ad un certo punto. – E’ da tanto che non li vedo.

Lee-senpai e Tenten-senpai? Lee-senpai. Tenten-senpai. Hyuga-san.

- Stanno bene. – rispondo, semplicemente. Lui continua a sorridere. -  Come vanno i tuoi allenamenti, invece? -

Mi guarda, curioso. Questo mio intervento non se lo aspettava. Si riprende subito, comunque: il suo sorriso si fa orgoglioso e fiero, raddrizza la schiena e quasi gonfia il petto. – Bene, grazie!-

- E’…è migliorato molto. – s’intromette Hinata-sama, timida; lui arrossisce e distoglie lo sguardo, ridacchiando.

- Sì, beh…-

La morsa si stringe.

Mi chiedo come faccia ancora a respirare.

Arriviamo alla prima destinazione. Il campo di allenamento splende sotto al sole mattutino.

Come tutte le mattine.

Hinata-sama mi ringrazia e va a rifugiarsi nello spogliatoio, imbarazzata come al solito.

Siamo soli.

Questo decisamente non è come tutte le mattine.

Lui si perde a guardare il campo, forse dovrei andarmene. Sto per farlo, ma lui si gira verso di me., guardandomi negli occhi. Ricambio lo sguardo. Sospira e distoglie il suo.

- Allora…- inizio, facendo per andarmene. La sua voce mi blocca.

- Do… domani…- prende un grosso respiro e si gira verso di me, sembra quasi timido. Questo non è da lui. – Domani verrai ancora con noi?

- Ti do tanto fastidio? – chiedo, una nota amareggiata. – Se vuoi stare da solo con Hinata-sama…-

- No!- mi interrompe, quasi urlando; lo guardo stupito dal cambiamento repentino e lui arrossisce. – Non mi dà fastidio che tu venga con noi… anzi.

Anzi. Anzi. Anzi.

Lui abbassa gli occhi, ma poi li rialza e mi guarda, deciso.

- Allora credo che accompagnerò ancora Hinata-sama, sì. – rispondo, sollevato. Lui sorride.

Ti prego non esserne così felice. La morsa si allenta un poco, ma purtroppo so che presto si restringerà.

- Bene… quindi a domani, Hyuga-san!- mi saluta e fa per andarsene, ma lo prendo per il polso e lo faccio girare verso di me.

- Puoi chiamarmi per nome. – lui guarda la mia mano che tiene il suo braccio e poi me, stupito e un po’ confuso. Mai quanto me, però. Non so più che faccio e che dico.

- O…okay…- esita un poco, imbarazzato. – Neji-kun.–

Neji-kun. Neji-kun. Neji-kun.

Accenno un sorriso e lo lascio andare.

– A domani, dunque. – dico, guardandolo mentre se ne, va, sorridendomi un poco.

E domani lo aspetterò, di nuovo alla finestra a guardarlo, e faremo la strada insieme, e magari parleremo un poco.

Come tutte le mattine?

Tu mi sorridi in lontananza.

Forse no, Kiba.

 

  
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