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Autore: Justice Gundam    22/06/2007    4 recensioni
Prima di Taichi, Yamato, Sora... c'erano altri cinque ragazzi prescelti, chiamati per sconfiggere le forze del male e riportare la pace a DigiWorld. Ma chi erano questi ragazzi? E quali vicende hanno vissuto? Finalmente, questi interrogativi avranno una risposta! Prequel di 'Digimon Adventure' e delle mie storie 'Adventure 02 Reload', 'Lord of Digital Rings', 'Invasion'... e le altre che arriveranno in seguito!
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Digimon Zero-15

Digimon Zero

Una fanfiction di Digimon scritta da: Justice Gundam

 

Eccomi di ritorno! E con me, arriva su EFP un nuovo capitolo di 'Digimon Zero'! Allora, gente, come vano le cose dalle vostre parti? A me... beh, diciamo che potrebbero andare meglio, con tutto quello che devo studiare in questi giorni! Tra un pò comincia il mio periodo di esami, e allora la mia vita diventerà ancora più frenetica di quanto non sia già... ma non abbiate paura per questa storia, perchè avrò sempre il tempo di scrivere per voi!

Allora, quello che ci aspetta è un capitolo decisamente più rilassato, dopo tutta l'azione del precedente. Ne approfitterò per cercare di approfondire un pò i personaggi e stringere un pò i legami che ci sono tra loro... e spero che non risulterà troppo noioso! ^_^

Oh, e ovviamente seguirò un pò anche Watchmon e i suoi compari... ora che uno dei loro servitori più forti è stato sconfitto e liberato dal loro influsso, non credo proprio che quelli se ne staranno zitti! Come sempre, prima di lasciarvi al capitolo, rispondo ai commenti che mi avete lasciato, positivi e graditi come sempre!

 

KillKenny: Il fatto è che quei Digi-Ghost che aveva disposto ERANO il piano B di Watchmon! Heheheheee... certi villains dovrebbero predisporre anche un piano C, D ed E per le situazioni di emergenza! Ad ogni modo, Watchmon non è così stupido da non imparare dagli errori commessi, e da ora in poi le cose si faranno più difficili per i nostri eroi!

Driger: E cosa rispondere alla tua recensione se non... grazie infinite! La nuova evoluzione di Veedramon è solo la prima delle forme Ultimate dei Digimon, e le altre quattro inizieranno a mostrarsi tra... beh, tra non molto!

TopoMouse: E bentornato anche a te! Beh, sì, tu hai già capito chi sarà il nemico finale di Sho e compagni... ma quello che non sai è COME si presenterà! Kukukukuku... comunque, per adesso i nostri hanno Watchmon per le mani, e già lui non sarà un cliente facile!

 

E con questo, vi auguro una buona lettura, e spero che questo capitolo, pur meno movimentato, sia gradito quanto i precedenti!

 

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Capitolo 15 - Un attimo di riposo

 

Era un momento tesissimo. I tre Digimon malvagi, immersi nella oscurità più tetra ed opprimente, attendevano con pazienza, e allo stesso tempo trepidazione, che la misteriosa creatura che Watchmon aveva chiamato Anthraxmon rispondesse, per infliggere loro qualche punizione per il fallimento della tattica del Digimon mutante, oppure per dare loro qualche nuovo ordine... ma l'individuo avvolto dal buio restava in silenzio, interrotto soltanto dal suo roco, gutturale respiro. Involontariamente, Watchmon strinse i denti per la paura. Quando il suo signore restava così a lungo zitto e in silenzio, non voleva mai dire nulla di buono...

Quando sembrava che l'attesa dovesse farsi eterna, finalmente i tre mostruosi Digimon videro un paio di minacciose fessure rosse come il fuoco spalancarsi nel buio apparentemente senza fine... e subito, orribili, altre due paia di occhi si accesero nell'oscurità al fianco dei primi due, tutti brillando di una luce di colore diverso, ma ugualmente diabolica! A giudicare dal loro aspetto, pareva che ciascun paio di occhi si trovasse su un lato diverso della testa della creatura in ombra - un paio, completamente bianco, di un bianco asettico e disumano senza la benchè minima traccia di compassione, e privo di pupille, era posto sul lato destro... mentre gli ultimi due occhi, sul lato sinistro, scintillavano di un giallo malato e, nonostante fossero luccicanti, davano un'idea di decadenza e malattia che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque! Per il resto, Anthraxmon era completamente invisibile, immerso nel buio senza fine che rispecchiava quello della sua anima... e forse, i suoi servitori erano molto felici del fatto di non poter vedere il vero aspetto del loro signore. Ora che Watchmon ci ripensava, tutto quello che mai avevano visto di lui erano sempre stati gli occhi...

"HO AVUTO MODO DI ASSISTERE ALLA BATTAGLIA TRA VOLCDRAMON E I BAMBINI PRESCELTI..." tuonò quella terribile voce, che sembrava composta da tre voci che parlavano all'unisono... eppure in leggera disarmonia. Immediatamente, Watchmon interruppe la sua linea di pensiero e rivolse la sua attenzione incondizionata al mostro davanti a lui, senza perdersi neanche una parola. "TUTTO SOMMATO, DEVO DIRE CHE LO SPETTACOLO E' STATO DIVERTENTE, NONOSTANTE IL PIANO DI WATCHMON SIA FALLITO. PER IL MOMENTO, QUEI RAGAZZINI TERRESTRI E I LORO DIGIMON NON POSSONO PREOCCUPARMI, VISTO CHE IL LORO POTERE NON SI AVVICINA NEMMENO LONTANAMENTE AL MIO... TUTTAVIA, IL LORO MODO DI FARE, DI TROVARE SEMPRE UNA VIA D'USCITA IN OGNI SITUAZIONE... QUELLO SI', MI IRRITA NON POCO. SE LASCIATI A LORO STESSI, QUEI MARMOCCHI POTREBBERO DIVENTARE MOLTO PERICOLOSI."

Mentre Anthraxmon parlava, i suoi servitori notarono che, come al solito, i suoi occhi non si muovevano e neanche sbattevano... il suo sguardo era assolutamente fisso ed immobile, come quello di una statua innaturalmente realistica, e questo non faceva altro che renderlo ancora più inquietante. Dopo qualche secondo di silenzio, osservato per assicurarsi che il mostruoso colosso avesse finito di parlare, Watchmon si fece avanti fluttuando timidamente... un atteggiamento che non avrebbe certo tenuto con nessun altro, e che lo avrebbe fatto vergognare se non fosse stato per le circostanze particolari...

"Io... me ne rendo conto, grande Anthraxmon-sama..." iniziò il Digimon dai molti occhi, esitante. "E mi rendo conto che il mio piano per distruggere i bambini prescelti aveva delle evidenti lacune... non mi aspettavo che avrebbero ricorso al potere delle Crest, che sarebbero riusciti a sbloccarlo... e avrebbero raggiunto un nuovo stadio evolutivo..."

"QUESTO E' VERO... MA, AL TEMPO STESSO, NON SI PUO' NEGARE CHE GRAZIE AL TUO OPERATO ABBIAMO RACCOLTO MOLTI DIGI-GHOST, CHE CI TORNERANNO UTILI AL MOMENTO DELLA RESA DEI CONTI. QUINDI, SI PUO' DIRE CHE IL TUO E' STATO UN INSUCCESSO SOLO A META', E IN QUANTO TALE... SONO DISPOSTO AD EVITARTI LA PUNIZIONE, ALMENO PER STAVOLTA!" tuonò minacciosamente Anthraxmon. Per quanto queste fossero le sue parole, il tono non era certamente quello di qualcuno in vena di perdono, e anzi, il mostro dai molti occhi percepiva chiaramente il gusto sadico che Anthraxmon stava mettendo in quelle parole, facendogli capire che il suo futuro dipendeva unicamente dalla sua volontà... ma per il momento, a Watchmon bastava essersi evitato le dolorose 'premure' del suo signore...

"Ehm... le sono grato per la fiducia, Anthraxmon-sama..." mormorò, eseguendo quello che, per quell'essere deforme, poteva essere l'equivalente di un inchino. "Comunque, come stavo dicendo... adesso mi sono fatto un'idea migliore delle loro potenzialità, e so come affrontarli! Per cui la prego... mi dia un'altra possibilità di distruggerli! Vedrà che questa volta non la deluderò!"

WaruNezumimon, ora non più in vena di fare le sue battutine al vetriolo, volle intervenire. "Ma come osi, Watchmon! Ti ricordo che è sempre Anthraxmon-sama a decidere chi deve avere una possibilità e chi no!" stridette il disgustoso ratto umanoide.

Il mutante rivolse uno dei suoi occhi-tentacolo verso di lui, guardandolo ma allo stesso tempo restando voltato verso Anthraxmon. "WaruNezumimon... dal momento che a me è stato affidato il compito di raccogliere i Digi-Ghost, e di eliminare chiunque osi interferire, i Digiprescelti sono ancora mia responsabilità. E in ogni caso, la decisione è di Anthraxmon-sama e di nessun altro!" rispose con tutta calma... e, vistosi battuto, WaruNezumimon non ebbe altra scelta che stringere i denti e restare in silenzio. Peccato. E lui che sperava che fosse il suo turno di cercare di ingraziarsi Anthraxmon-sama...

Geryomon, gelido e indifferente come sempre, gettò uno sguardo di disapprovazione ai suoi colleghi. Ancora una volta, stavano permettendo alla loro rivalità di interferire con la loro missione... a volte si chiedeva come mai Anthraxmon-sama non facesse nulla per fermare quelle inutili baruffe in maniera definitiva...

Antraxmon inspirò profondamente, un suono cupo che ricordava più un ringhio che un respiro, e soppesò attentamente la richiesta di Watchmon. Poi, mentre i suoi tre servitori già cominciavano a trepidare, la sua abissale, cacofonica voce risuonò di nuovo. "PERFETTO. ALLORA PROCEDI PURE, WATCHMON. ANCORA UNA VOLTA, AFFIDO A TE LA RIUSCITA DEL MIO PIANO E L'ELIMINAZIONE DI QUEI FASTIDIOSI INSETTI. FAI UN BUON LAVORO."

Queste parole riuscirono a far apparire un largo sogghigno di soddisfazione sulla mostruosa bocca di Watchmon, che si inchinò di nuovo e mosse eccitato gli occhi-tentacolo sul cranio, come tanti disgustosi serpenti. "Bene... la ringrazio per la fiducia che mi ha voluto accordare, mio signore! Le assicuro che è ben riposta, e che la prossima volta che ci vedremo, sarà per informarla del fatto che dei Digiprescelti non resta che il ricordo!" ringhiò ferocemente.

"IN TAL CASO, PROCEDI PURE, WATCHMON. MI AUGURO DI RICEVERE AL PIU' PRESTO RISULTATI POSITIVI." concluse Anthraxmon... poi, con un movimento innaturale, gli occhi rossi e accesi di rabbia si spostarono ai lati, e vennero sostituiti da quelli bianchi mentre quelli gialli scomparivano dietro l'invisibile corpo della mostruosità. "GERYOMON, WARUNEZUMIMON! VOI DUE QUI AVETE FINITO, QUINDI RITORNATE SUBITO ALLA BASE CON ME!"

"Ricevuto, Anthraxmon-sama." rispose seriamente Geryomon. La risposta di WaruNezumimon fu la stessa, ma borbottata fra i denti con evidente dispiacere. Dopo che l'uomo-ratto ebbe gettato uno sguardo irato a Watchmon, entrambi i Digimon si mossero verso gli occhi lucenti immersi nell'oscurità... poi, con un suono sibilante a malapena percettibile, entrarono nel buio senza fine. Watchmon vide gli occhi bianchi del suo signore e padrone stringersi un pò... e potè giurare che quei due agghiaccianti buchi bianchi gli stessero silenziosamente dicendo che non avrebbe avuto altre possibilità! Poi, gli occhi di Anthraxmon si richiusero, e le tenebre, gradualmente, si dissiparono, lasciando Watchmon nuovamente al centro della sua sala di controllo, semilluminata dalla colonna di energia azzurra nella quale era imprigionata la massa dei Digi-Ghost che aveva catturato.

Quando fu sicuro di non essere più sotto lo sguardo indagatore del suo oscuro padrone, Watchmon emise un sospiro di sollievo, e il suo corpo venne pervaso da una gradevole sensazione di leggerezza per lo scampato pericolo. Tuttavia, molto presto la sua gioia si trasformò in rabbia al pensiero che, per colpa di quel branco di ragazzini insolenti, quello che doveva essere il suo trionfo si fosse invece trasformato in una simile umiliazione. La fiamma della vendetta cominciava ad ardere in lui, e con essa il desiderio di prendersi la rivincita e riabilitarsi agli occhi del suo signore.

I bambini prescelti dovevano pagare per quello che gli avevano fatto... e avrebbero pagato, con gli interessi!

Lentamente, uno dei tentacoli oculari di Watchmon si spostò verso la massa gassosa di Digi-Ghost, dalla quale si staccarono alcune di quelle ombre nere e sfuggenti... che, emettendo i loro spettrali gemiti di dolore, volarono verso quell'occhio inespressivo e vennero assorbite dalla pupilla come acqua da una idrovora. L'occhio principale di Watchmon brillò di giallo intenso per un istante prima di ritornare del suo solito colore sanguigno, e in un attimo il mutante si sentì rinvigorito, più forte di quanto non fosse mai stato.

"Aaaah... adesso sì che mi sento su di giri!" ringhiò tra sè, poi tornò a volgere la sua attenzione allo schermo illuminato davanti a sè. "Bene, mocciosi prescelti, sembra proprio che questa volta mi dovrò scomodare io di persona a togliervi di mezzo! Hehehee... questo, ovviamente, nel caso voi riusciate a superare tutte le sorprese che vi attendono prima di arrivare al mio covo, e vi assicuro che non saranno poche, nè tantomeno gradevoli!"

Gli angoli della bocca del Digimon dai molti occhi si sollevarono leggermente, accennando al ghigno diabolico, e al tempo stesso amaro, che Watchmon aveva sfoderato. "Certo, Volcdramon era uno dei miei servitori più forti... la cattiva notizia, per voi ovviamente, è che era UNO dei miei servitori più forti... heheheheee... E se pensate di potervi impadronire tanto facilmente del potere delle restanti Crest, vi illudete... dopotutto, da quanto mi è dato di capire, le Crest rispondono soltanto ad una dimostrazione del tratto caratteriale ad esse corrispondente! Se non avrete occasione di darla..."

Watchmon fece una pausa drammatica, e premette un pulsante sulla console di comando con uno dei suoi occhi-tentacolo. Immediatamente, lo schermo statico venne sostituito da un'inquadratura di un luogo sconosciuto... sconosciuto, ma talmente buio che tutto ciò che si vedeva erano delle ombre minacciose ed imponenti, chiaramente appartenenti a Digimon malvagi. Versi gutturali e frasi pronunciate in una strana lingua che forse era meglio che restasse incomprensibile si fecero sentire dagli altoparlanti, e si unirono all'infernale melodia di sofferenza dei Digi-Ghost...

"...beh, allora è come se non le aveste mai ricevute!"

 

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Quando Geryomon e WaruNezumimon tornarono a vedere, si accorsero di essere in piedi su un freddo pavimento di marmo blu, nel bel mezzo di quella che sembrava essere una mastodontica stanza completamente vuota, tra le cui pareti risuonava opprimente l'ululato di un raggelante vento invernale. Non c'era nulla se non l'insensibile pietra e l'impenetrabile tenebra per quelle che sembravano essere miglia di distanza... questo, ovviamente, se si escludevano quelle tre, micidiali paia di occhi di vari colori che continuavano a guardare spietatamente i suoi due servitori, senza che il corpo del loro proprietario venisse mai neanche minimamente delineato.

I due Digimon malvagi sentirono il loro signore e padrone emettere un roco sospiro, nel quale erano mischiati irritazione, soddisfazione e una calma innaturale, quasi fuori posto per quell'essere innaturale, tutti fusi assieme in una paradossale cacofonia. "AAAAAAH... MOLTO BENE, MIEI FEDELI SERVITORI. LA SCENA PER IL PROSSIMO ATTO E' STATA PREPARATA, E A NOI NON RIMANE ALTRO DA FARE CHE ATTENDERE I FRUTTI DEL LAVORO DI WATCHMON... E SORVEGLIARE CHE PROCEDA BENE."

"Perdoni il mio scetticismo, grande Anthraxmon-sama, ma desidererei sapere come mai ha affidato di nuovo a Watchmon un incarico così importante." disse Geryomon, la testa sollevata di quel tanto che bastava per essere rispettoso senza sembrare ossequioso. "Lui non è riuscito a distruggere i bambini prescelti, e ci ha fatto perdere numerosi Digi-Ghost e Volcdramon. Perchè ha deciso di dargli di nuovo fiducia?"

Un osservatore che si fosse trovato lì in quel momento avrebbe probabilmente potuto giurare che le tenebre che avvolgevano il misterioso burattinaio si fossero mosse, in risposta al suo ghigno. "WATCHMON SA BENE CHE LA SUA POSIZIONE E' IN FORSE, E CON ESSA ANCHE LA SUA VITA. SE NON VORRA' DIVENTARE PARTE DEI DIGI-GHOST CHE EGLI STESSO HA COLLEZIONATO, PRESTERA' PIU' ATTENZIONE..." Si concesse una breve risata di scherno, poi proseguì. "ED ORA, POTETE ANDARE. SIETE LIBERI DI FARE QUELLO CHE VOLETE FINO A NUOVO ORDINE."

Geryomon e WaruNezumimon risposero con un inchino mentre gli occhi del loro signore si spegnevano e li lasciavano soli nel bel mezzo della desolante sala... ma, non visto da nessuno, il disgustoso uomo-ratto sghignazzò tra sè, tutto sommato lieto che le cose fossero andate come erano andate.

"Liberi di fare quello che vogliamo, eh?" mormorò. "Bene... la ringrazio, Anthraxmon-sama, saprò io come impiegare questo tempo..."

 

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Una tranquilla serata, tinta da un sole arancione che si stava inabissando lentamente, era scesa sul vulcano di Nexus Peak, e la pace che si era adagiata sulla montagna non faceva certo immaginare che terribile battaglia si fosse svolta sulla sua vetta, appena poche ore prima. In una fitta foresta che si estendeva su un lato della grande formazione rocciosa, numerosi piccoli animali e Digimon stavano lentamente ritirandosi nelle loro tane dopo una giornata di attività, oppure stavano uscendo in quel momento per iniziare la loro ricerca di cibo. Il vento faceva gentilmente frusciare le fronde degli alberi, e il caldo della giornata stava facendo gradualmente posto alla frescura di una sera d'estate.

Senza preavviso, il rumore di legno che si spezzava, e di un passo pesante che si abbatteva sul terreno (per quanto, comunque, il suo proprietario stesse cercando di procedere il più adagio possibile) infransero, anche se solo per un istante, la quiete che regnava nelle foreste ai piedi di Nexus Peak, e tutte le creature che si trovavano ancora fuori dalla tana rivolsero uno sguardo preoccupato alla direzione da cui il rumore era venuto. Dopo un attimo, al primo passo ne seguì un altro, più chiassoso e più vicino... poi un altro... e un altro... e un altro ancora... passi lenti, pacati, che facevano intuire la grande forza dell'essere che li stava muovendo. Ormai, i piccoli animali della foresta si erano tutti ritirati di nuovo nelle loro tane, e si erano acquattati in fondo ad esse aspettando che la creatura misteriosa passasse... e, come loro avevano previsto, dopo qualche secondo videro passare la grande sagoma di una enorme lucertola draconica dalle squame di magma solidificato, sotto le quali luccicavano vene di roccia fusa: i piccoli Digimon che erano stati inizialmente spaventati dall'arrivo di quello che forse credevano essere un servitore di Watchmon o comunque un Digimon malvagio, tirarono mentalmente un sospiro di sollievo quando riconobbero il loro saggio protettore, Volcdramon, che attraversava lentamente la foresta, accompagnato dalle risate allegre e dalle vivaci voci di un gruppo di ragazzini e rispettivi partner. Qualcuno di loro si sporse per salutarli, e vide il grande drago passare molto vicino alle loro tane, scostando di tanto in tanto qualche ramo con un gesto della testa, e camminando lentaente in modo da non calpestare qualche piccola creatura che si fosse trovata lungo il cammino. Sul dorso di Volcdramon, la cui aura protettiva di calore e di fumo vulcanico era stata chiaramente abbassata per non rischiare un incendio boschivo, erano seduti cinque ragazzini umani (tre bambini e due bambine) che si guardavano attorno estasiati... a parte quel biondino dall'aspetto un pò trasandato, che restava relativamente controllato... cinque piccoli Digimon che chiaramente facevano loro da compagni... e, immancabile, il braccio destro di Volcdramon, Musyamon, a gambe incrociate e con la spada appoggiata sulla spalla in una posa di rilassamento, ma al tempo stesso di guardia. Il gruppo di ragazzi e Digimon sembrava festante, come se fosse appena uscito vittorioso da una prova molto difficile, e tra loro continuavano ad essere scambiate battute e commenti su quello che era successo...

"Heheheheee... però la tua idea era stata grandiosa, Jolene!" esclamò ridendo Kevin, puntando un indice verso l'imbarazzata ragazzina inglese. "Far aprire ai nostri Digimon delle aperture nella roccia per far correre aria e disperdere il calore! Io non ci avrei mai pensato!"

Felipe annuì, non sembrando troppo interessato alla conversazione, ma comunque partecipe. "Beh, sì, questo devo ammetterlo anch'io. Ci ha permesso di compensare un pò dello svantaggio che avevamo all'inizio, e mi chiedo come mai non l'avessi proposta prima!"

"Beh..." iniziò a rispondere la timida inglesina, trovando improvvisamente interessante la sua divisa scolastica ormai piena di strappi e buchi. "Come ho già spiegato a Yurika, pensavo che non vi sarebbe interessato ascoltare la mia idea... voglio dire, voi siete stati a DigiWorld più a lungo di me, e credevo aveste un'idea migliore di come muovervi... qualunque cosa io dicessi, non credevo che avrebbe fatto la differenza, ecco tutto!"

BlackGatomon, seduta con aria disinteressata vicino alla sua riluttante partner, sospirò con tono di leggera esasperazione. "Credo di avertelo già detto, Jolene... se credessi davvero che tu non hai talento, non avrei mai accettato di farti da partner. Non è certo mia intenzione perdere tempo con chi non ha la potenzialità di farmi Digievolvere. Te l'ho detto, io sto sfruttando questa opportunità che Watchmon mi ha... gentilmente offerto... per diventare più forte e passare al mio livello evolutivo successivo, ed essere tua partner mi è fondamentale allo scopo." spiegò la gattina nera. Jolene annuì garbatamente, e sulle sue labbra apparve un leggero sorriso che, ad un esame più accurato, avrebbe potuto rivelare una punta di malinconia. Dopotutto, la ragazzina inglese sperava che la sua partner potesse un giorno iniziare a vederla come un'amica, piuttosto che come uno strumento per Digievolvere... pazienza, si vede che lei, a DigiWorld come a casa sua, non era tipa da attirare le simpatie degli altri...

Le parole di BlackGatomon, comunque, avevano smorzato un pochino il tono festoso che aveva regnato fino a quel momento nel gruppo dei Digiprescelti, e anche Musyamon, che pareva impegnato nella sua meditazione, volse la coda dell'occhio verso la gattina nera con tono di rimprovero. Tutti loro, evidentemente, si chiedevano come mai BlackGatomon fosse così ossessionata dalla forza e dal potere, come se nient'altro al mondo fosse importante. Non sembrava pensare ad altro, e oltre che un pò irritati per questo suo atteggiamento, alcuni del gruppo erano anche un pò preoccupati. Dov'è che quella sconsiderata sete di potere avrebbe potuto condurre BlackGatomon? E com'era possibile che essa dominasse a tal punto i suoi pensieri da far passare in secondo piano il destino di DigiWorld?

Alla fine, fu SnowAgumon a decidersi e a fare la domanda fatidica alla gattina nera. Spostandosi leggermente sulle squame di Volcdramon, che continuavano ad emettere un percettibile calore nonostante il drago avesse abbassato la sua aura, gettò verso la gattina nera uno sguardo che sembrava chiederle come mai fosse così ossessionata dalla sua ricerca di potere, e cosa mai potesse credere che ne sarebbe mai uscito di buono... la gattina nera se ne accorse, e incrociò lo sguardo del dinosauro bianco come se volesse dirgli di farsi gli affari suoi... ma alla sua mente ritornò per un istante la discussione che lei e SnowAgumon avevano fatto la notte del giorno prima, in riva al lago, prima che il gruppo coprisse il resto della distanza che lo separava da Nexus Peak. Per qualche istante, nella sua mente risuonarono le parole di SnowAgumon, che la avvertivano che non era possibile vivere da soli, alla ricerca soltanto di forza e potere... parole che le davano fastidio... parole che, dal suo punto di vista, erano quelle di un ingenuo che non sapeva come andava il mondo... e allora come mai tornavano puntualmente a tormentarla? Come avrebbe voluto sbarazzarsi per sempre del ricordo di quella notte...

Ci pensò Sho, l'eterno ottimista del gruppo come al solito, a ravvivare un pò l'atmosfera che si era fatta pesantina. Il ragazzino giapponese si aggiustò gli onnipresenti occhialoni da pilota sulla testa, e richiamò a sè l'attenzione con una breve risata. "Ehm... Hehehee... comunque, sì, anche l'aiuto di Jolene-chan è stato decisivo per la riuscita dell'impresa! Come quello di tutti voi, del resto! Abbiamo tutti fatto la nostra parte per liberare Volcdramon-san dall'influsso di Watchmon... ovviamente, Volcdramon-san, ci auguriamo che non le dia fastidio se parliamo di queste cose in sua presenza..." aggiunse poi, per scrupolo verso il fiero Digimon che, dopo essersi risvegliato dalla sconfitta subita e aver ricevuto da Musyamon la spiegazione su quanto era successo, si era offerto di scortare i ragazzini e i Digimon che lo avevano salvato fino ad un luogo in cui avrebbero potuto riposarsi senza temere attacchi da parte del nemico.

Una risata bonaria, molto più simile al tono che Musyamon ricordava, fu la risposta di Volcdramon al suo piccolo amico. "Heheheee... Di questo non devi preoccuparti, piccolo Sho, anzi mi fa piacere sentire che anche dopo una battaglia così dura non avete perso il vostro entusiasmo! E non vi ringrazierò mai abbastanza per avermi sconfitto e aver impedito a Watchmon di servirsi di me per per diffondere ancora i suoi Digi-Ghost..." rispose il drago, diventando un pò più serio verso la fine. "Non ricordo bene cosa io abbia fatto mentre ero posseduto... ma di tanto in tanto avevo qualche sprazzo di coscienza in mezzo alla follia, e mi sembrava quasi di non stare più vivendo... ma di osservare da fuori ciò che stava facendo un altro Digimon. E quello che faceva non mi piaceva per niente... è persino giunto... anzi, IO sono persino giunto... a dare ordine che voi foste eliminati. Voi, che pure siete l'ultima speranza di DigiWorld in questi tempi bui."

"Non se ne faccia un problema, Volcdramon-sama..." rispose Falcomon. "Lei non ha colpa per quello che ha fatto, era Watchmon a controllare tutte le sue azioni. E poi, alla fine si è risolto tutto bene, no? Voglio dire, nessuno si è fatto male, e siamo riusciti a liberarla!"

Volcdramon fece una breve risata tra sè, rasserenato dalle parole del piccolo Digimon rapace. "Heh... Anche questo è vero, lo devo riconoscere! State rendendo a DigiWorld un grande servizio, immagino che questo lo sappiate già." replicò, per poi farsi più serio. "Tuttavia, temo che da adesso in poi il vostro viaggio si farà molto più faticoso. Watchmon non sarà certo contento di sapere che un territorio molto importante e uno schiavo prezioso come me sono sfuggiti alla sua influenza, e senz'altro non si sarà lasciato scappare il fatto che uno di voi ragazzi abbia trovato il modo per far evolvere il suo Digimon a livello Ultimate... tu, piccolo Sho, e tu, SnowAgumon... ho solo qualche vago ricordo di quando ero controllato, ma mi sembra di ricordare bene che siete stati voi a decidere il risultato finale..."

Chissà per quale motivo, Sho iniziò a sentirsi un pò imbarazzato. Sì, era vero, lui aveva dato una dimostrazione di vero coraggio e aveva permesso l'entrata in scena di AeroVeedramon... ma in quel momento non gli sembrava il caso di vantarsene. Dopotutto, quella lezione l'aveva imparata dopo aver rischiato di perdere la vita a causa della sua imprudenza...

"Oh, beh, non per essere troppo vanesi... ma sì, siamo stati proprio noi!" fu SnowAgumon a rispondere in sua vece. "Sho è riuscito ad illuminare la sua Crest, e all'improvviso... tadaaan! Sono diventato AeroVeedramon e ho ribaltato la situazione!"

"Ma... SnowAgumon!" lo riprese Sho in tono di rimprovero bonario. "Non credi che non sia il caso di dire queste cose a Volcdramon-san proprio dopo che... beh, sì, insomma, hai capito quello che voglio dire!"

Il piccolo dinosauro sbattè gli occhi confuso. "Ehm... sinceramente no, Sho, non l'ho capito!" rispose con tutto il candore di questo mondo, strappando un'imbarazzata goccia di sudore al suo partner umano, una risata a qualche altro membro del gruppo, e un'alzata di occhi a Volcdramon e a Musyamon. Comunque, il breve momento di ilarità terminò poco dopo, allorchè Volcdramon riprese il discorso che stava facendo.

"Ad ogni modo... prima d'ora voi Digimon eravate in grado di raggiungere solo il livello Champion!" riprese seriamente, mentre i ragazzi e i Digimon si avvicinavano alla sua testa per ascoltare meglio. "Perciò, Watchmon vi considerava una minaccia secondaria, che sarebbe riuscito ad eliminare senza problemi. Adesso, però, avete dato prova di poter attivare il potere delle vostre Crest! Voi, Digimon che fate da compagni a questi ragazzi, avete raggiunto un livello tale da poter dare delle preoccupazioni a Watchmon e ai suoi complici... e chissà, forse addirittura ai loro superiori, se la vostra evoluzione andrà avanti fino alla forma Mega! Questo significa che il vostro nemico moltiplicherà i suoi sforzi per eliminarvi prima che possiate raggiungere questo traguardo. Si è reso conto di avervi sottovalutato, e non ripeterà questo errore! Quindi, d'ora in poi aspettatevi di essere continuamente sotto attacco da parte degli scagnozzi di Watchmon!"

Tutti i Digiprescelti, a sentire queste parole, assunsero delle espressioni contrite. Già non era stato facile giungere fino a lì nelle condizioni in cui si trovavano prima... e sapere che ora Watchmon ci avrebbe messo maggior impegno era decisamente preoccupante! Se volevano andare avanti, da quel momento in poi avrebbero dovuto contare molto più sulla segretezza...

"Accidenti, è vero! A questo non avevamo pensato..." ronzò Kunemon, le antenne che si piegavano in avanti e all'indietro per esprimere la sua ansia, mentre Yurika gli lasciava gentilmente la schiena con l'indice e il medio della mano sinistra. "E allora... dobbiamo cercare di raggiungere il nostro livello Ultimate, e forse anche Mega, il prima possibile, in modo da essere pronti ad affrontare il nemico principale quanto prima..."

Al sentire queste parole, Yurika non riuscì a trattenere un sospiro, e i suoi grandi occhioni blu si spostarono verso la Crest dell'Amore che portava al collo, mentre un vuoto fastidioso, quasi doloroso, cominciava a farsi strada nel suo petto. Inutile, non riusciva a togliersi di dosso quella sensazione che le stava addosso fin da quando Gennai gliel'aveva consegnata... la sensazione che non sarebbe riuscita a fare buon uso della Crest e del suo potere... la sensazione che forse quel potente artefatto non sarebbe dovuto andare nelle sue mani, ma a qualcuno che sapesse davvero esprimere i suoi sentimenti di amore... lei, in fondo, che cosa aveva per dire di rappresentare degnamente questo sentimento? Una ragazzina testarda, dal carattere indipendente e dinamico... a cui piaceva correre, fare judo e giocare con i videogiochi... un maschiaccio, come spesso l'avevano definita certi ragazzi indelicati... si sarebbe aspettata di rappresentare qualcosa di diverso, non certo un sentimento poetico e delicato come l'amore. Lei... sarebbe stata in grado di esprimerlo?

Anche Felipe pareva scettico riguardo la sua possibilità di far illuminare la sua Crest come Sho aveva fatto... non che gli piacesse granchè ammetterlo, ma anche con tutti gli errori che aveva fatto, Sho si era dimostrato più volitivo di quanto lo spagnolo biondo potesse credere all'inizio, e non solo si era rifiutato di arrendersi anche quando la partita sembrava ormai persa... ma aveva saputo anche trarre insegnamento dalle sue mancanze, e imparare da esse cosa fosse davvero il coraggio. Felipe si trovò a riflettere sulla sua posizione, e i suoi occhi incrociarono quelli di Falcomon come per cercare in essi una risposta. Sarebbe accaduta anche a lui una cosa del genere? Lui aveva già smesso da un bel pò di credere all'amicizia, e come più volte aveva ripetuto, non era stata sua intenzione quella di stringere legami troppo forti con gli altri Digiprescelti, e neppure con il suo Digimon... e ciò nonostante, senza quasi rendersene conto, si stava trovando a fare proprio quello che voleva evitarsi... ora considerava il suo Digimon come un amico, parlava di più con Sho e gli altri - anche se continuava a considerare il ragazzino giapponese un ingenuo che vedeva le cose in maniera troppo semplice - e... poteva osare ipotizzarlo?... stava iniziando a pensare alla missione a DigiWorld non più come ad una distrazione dalla vita di tutti i giorni, nè un'incombenza da sbrigare alla svelta per tornare a casa il prima possibile... Forse anche le sue credenze sarebbero state smentite, così come Sho aveva capito a sua spese che la sua idea di coraggio era sbagliata? Eppure, lui non vedeva come uno come, dopo tutte le scottature che aveva preso dalle persone che dicevano di essere sue amiche, un solo episodio avrebbe potuto cambiare la situazione...

"I sentimenti di Felipe sono confusi... sempre più confusi ogni giorno che passa..." intuì Falcomon, osservando negli occhi azzurrini del suo partner quella scintilla di malinconia che ogni tanto lui faceva trapelare. "Non voleva diventare amico di Sho e gli altri, eppure lo ha fatto quasi senza rendersene conto. O magari, in realtà voleva diventare loro amico ma non voleva ammetterlo a sè stesso... eh, sì, i sentimenti umani a volte sono complicati! Ma sono sicuro che, quando riuscirà a sbrogliare il bandolo della matassa e attivare la sua Crest, Felipe si sentirà molto meglio..."

E anche i pensieri di Jolene erano più o meno sulla falsariga di quelli dei suoi due compagni. Non era un mistero che, di tutto il gruppo, lei fosse la più insicura... e anche a lei sembrava di aver ricevuto una Crest che non la rispecchiava affatto... quella della Sincerità, aveva detto Gennai... quella stessa Crest che, in quel momento, la ragazzina inglese si stava rigirando tra le dita come se nella sua luminosità lei potesse trovare la risposta ai dubbi che la tormentavano. Per tutta la suavita, lei si era attenuta alle decisioni degli adulti, soprattutto di quelle dei suoi genitori, perchè era sempre stata convinta di non saper fare le scelte giuste da sola. E anche quando queste scelte che lei delegava agli altri non le andavano del tutto a genio, lei aveva sempre taciuto e fatto finta di non avere nulla in contrario... per non parlare poi di certe situazioni non proprio piacevoli che si verificavano nella sua scuola privata, e nelle quali lei si era sentita obbligata ad ingoiare la sua rabbia e far finta di non provarla... e quindi, una come lei come poteva rappresentare la Sincerità? BlackGatomon aveva detto che Jolene era in grado di farla evolvere, e la ragazzina inglese si fidava dell'opinione della sua Digimon... e poi, bisognava riconoscerlo, il fatto di aver proposto un'idea azzeccata durante lo scontro con Volcdramon le aveva dato un'iniezione di fiducia... ma questo non impediva a Jolene di avere ancora qualche dubbio riguardo la sua idoneità come Digiprescelta. Persa nei suoi pensieri, non si accorse dello sguardo indecifrabile che BlackGatomon le stava rivolgendo...

Finalmente, quando i Digiprescelti già iniziavano a perdere la cognizione del tempo, Volcdramon rallentò il passo, e la sua testa corazzata di magma solido ed ossidiana si alzò e guardò dietro le sue spalle, verso il gruppetto di bambini prescelti e Digimon a cui aveva concesso un passaggio. "Ho delle buone notizie, comunque, ragazzi! Ormai siamo quasi arrivati, e tra non molto potrete rilassarvi quanto volete!" esclamò, con una vivacità che i Digiprescelti non avevano mai sentito nella sua voce, e che aiutò a ravvivare un pò l'atmosfera.

Yurika sbattè gli occhi e piegò la testa in avanti, ansiosa di sentire di più sul posto di cui parlava il dragone. "Volcdramon-san, mi scusi se le faccio questa domanda... ma, esattamente, di cosa si tratta? Che posto è?" chiese.

Il dragone sghignazzò simpaticamente davanti all'entusiasmo della ragazzina dai capelli blu. "Hehehehee... se ve lo raccontassi, poi che sorpresa sarebbe? Non vi preoccupate, lo vedrete molto presto... anzi, direi che potrete vederlo già... già..." si interruppe, infilando una delle sue enormi zampe anteriori in mezzo a due flessibili alberelli molto vicini tra loro, prese fiato giusto per far salire un pò le aspettative del gruppo...

"...ADESSO!"

...poi, con un gesto drammatico, scostò uno dei due alberi, e mostrò ai Digiprescelti e ai loro compagni, che già si accalcavano attorno al suo collo, uno spettacolo mozzafiato! Appena fuori dalla fitta giungla nella quale avevano marciato ormai per diverse ore, si estendeva una spiaggia dalla sabbia dorata lambita da un mare così puro e cristallino che sembrava di potercisi specchiare dentro, che la luce del sole calante stava tingendo di un suggestivo rosso e arancione! Palme e altri alberi tropicali circondavano il litorale, creando uno spettacolo degno delle più belle spiagge dei Caraibi o delle Seychelles, e una leggera, impalpabile brezza marina accarezzava le larghe foglie della flora circostante, e creava delle piccole increspature sulla superficie del mare!

Un'esclamazione di meraviglia si levò dal gruppo dei Digiprescelti: non avrebbero mai immaginato di vedere un posto come quello proprio a poca distanza dal brullo altopiano di Nexus Peak, e non avevano mai visto una spiaggia così bella in vita loro! Per un attimo, per l'ennesima volta da quando erano arrivati a DigiWorld, a Sho e Yurika sembrò di stare sognando... e potevano ben immaginare che i sentimenti che provavano fossero condivisi dagli altri ragazzi! Ma anche i Digimon, a quanto pareva, erano rimasti senza fiato davanti a quel posto spettacolare a cui Volcdramon li aveva condotti. L'unico a non essere rimasto paralizzato dallo stupore, a parte Volcdramon stesso, fu Musyamon, che interruppe la meditazione nella quale era stato impegnato fino a quell'istante, aprì gli occhi, e fece un leggero sorriso rivolto ai bambini prescelti.

"Vi vedo molto sorpresi, ragazzi." constatò il samurai, non nascondendo, una volta tanto, un cenno di divertimento. "Immagino che sulla Terra se ne vedano poche di spiaggie così... soprattutto vicino ad una catena montuosa!"

"In... in effetti..." balbettò Sho, senza fiato. "Io... sono stato ad Okinawa due o tre volte, quando ero sulla Terra... ma... ma... le spiaggie di Okinawa, per quanto belle siano... non reggono neanche il confronto con questa! E'... è semplicemente... straordinaria! Lo dico e lo ripeto... DigiWorld non smetterà mai di stupirmi!". Mentre il ragazzino parlava, lui e SnowAgumon stavano facendo spaziare il loro sguardo da un'estremità all'altra della grande spiaggia, delimitata da entrambe le parti da striscie di foresta tropicale punteggiate di grandi fiori multicolori che rendevano ancora più maestoso il paesaggio, e creavano un contrasto drammatico con il mare scintillante a pochi metri di distanza. Ancora non riuscivano a credere ai loro occhi per quanto stavano vedendo... che a diversi metri di distanza tra loro videro qualcosa di ancora più sorprendente, non fosse altro che per il fatto che sembrava fuori posto in mezzo a quella natura incontaminata - una sorta di casa di legno grande e robusta edificata ad una delle estremità del litorale, costituita da niente più che un pavimento sopraelevato, ad appena mezzo metro da terra, e da alcune assi orizzontali fissate sulle impalcature, con un tetto di paglia leggermente spiovente sotto il quale si vedevano, anche da quella distanza, pezzi di arredamento anch'essi in legno. Sembrava un punto di ristoro di un villaggio turistico, e la sua presenza accentuava l'impressione dei Digiprescelti di essere stati portati in un angolo di paradiso in mezzo ad un mondo in preda alla confusione...

"Non avevo mai visto... niente di simile!" boccheggiò Kunemon. "Non credevo che viaggiando... si potessero vedere cose tanto grandiose!" Al suo fianco, Falcomon, Bearmon e anche BlackGatomon, che per una volta non aveva la sua ormai usuale espressione introversa e scontrosa, e aveva permesso allo stupore di mostrarsi in pieno sul suo muso, si sporgevano quanto più possibile dalla groppa di Volcdramon per deliziarsi gli occhi con quella spiaggia stupenda.

Dopo essersi ripreso completamente dalla meraviglia, SnowAgumon puntò timidamente un dito artigliato verso il litorale, da cui proveniva solo il tranquillo sciabordio delle onde sul bagnasciuga. "V-Volcdramon... -sama... questo... questo posto... era davvero qui che voleva condurci?" chiese, non osando quasi sperare in una risposta affermativa. In quel momento, la cosa che più il piccolo dinosauro bianco avrebbe voluto fare sarebbe stata scivolare giù dal dorso del dragone e gettarsi in acqua a bomba! "Per... rilassarci, ha detto?"

"Infatti." rispose il dragone, sorridendo benevolo. "E' giusto che vi riposiate e recuperiate le forze, dopo aver superato una prova così difficile. Oltretutto, d'ora in poi il vostro viaggio si farà ancora più faticoso, e trovo che permettervi di godere di una serata di riposo, senza dovervi preoccupare di Watchmon e dei suoi servitori, sia il minimo che io e Musyamon possiamo fare per voi. Per questa serata, almeno, potrete divertirvi quanto vorrete... ci penseremo noi due a tenere alla larga eventuali ospiti indesiderati!".

Furono Yurika e Kunemon per primi ad esprimere la loro gioia per quella inaspettata notizia. Con un breve grido di trionfo, la ragazzina si chinò per permettere al Digimon bruco di salirle sulla spalla... e quando Volcdramon si abbassò, in modo da permettere a loro e a Musyamon di scendere, la ragazzina di Hokkaido e il suo Digimon scesero giù con un balzo e corsero a rotta di collo verso la spiaggia! Una volta giunta là dove la spiaggia iniziava, Yurika si fermò per un attimo, mentre Kunemon le balzava giù dalla spalla e strisciava con entusiasmo sulla sabbia dorata facendole cenno di seguirla, e si chinò per slacciarsi i Birkenstock e gettarli di lato, poi avanzò scalza su quel paradiso digitale e si girò per chiamare i suoi compagni che tardavano.

"Hey, Sho-kun! Felipe-kun! Kevin-chan, Jolene-chan! Sbrigatevi, lumaconi, abbiamo una spiaggia da goderci! E mi raccomando, toglietevi le scarpe... questa sabbia è semplicemente stupenda!" esclamò, per poi dare un'occhiata dietro di sè e vedere il suo Digimon che iniziava a rotolarsi e a giocare nella sabbia come un bambino monello in una pozzanghera! E come dargli torto, del resto? Avevano un'intera spiaggia e un angolo di mare tutti per loro, da godersi senza pensare ad altro... e come non sentirsi al settimo cielo?

"Hahahahaaa! Hey, aspettaci, Yurika-chan! Cos'è, vuoi iniziare la festa senza di noi?" esclamò Sho. Anche lui e SnowAgumon erano arrivati alla spiaggia, e il Digiprescelto del Coraggio si stava a sua volta slacciando le scarpe e togliendo i calzini per seguire la sua migliore amica. Uno alla volta, tutti i ragazzi arrivarono alla spiaggia e ci corsero sopra davanti agli sguardi, vigili e divertiti al tempo stesso, di Musyamon e Volcdramon. Anche se Jolene e Felipe sembravano un pò più esitanti rispetto agli altri...

"Hey! Yurika aveva ragione, questa sabbia è favolosa!" esclamò il biondino spagnolo, sentendo la rena finissima e quasi morbida sotto le piante dei suoi piedi. "Sembra... sembra quasi di camminare su una nuvola!". Per una volta, il tono di Felipe era carico, entusiasta... quasi sembrava che quel posto e quella compagnia riuscissero a fargli accantonare del tutto, almeno per quella serata, le sue preoccupazioni e il suo rifiuto di entrare in rapporti troppo stretti con i suoi compagni... e infatti, ben presto, anche lui si mise a correre sul litorale, seguito a ruota dal suo entusiasta partner, che sbatteva festosamente le piccole ali.

"Hey, Kevin... mi avevi parlato delle spiagge che ci sono in California, là dove abiti tu..." iniziò Bearmon, seguendo il suo giovanissimo partner che, dopo le scarpe, si era tolto anche la maglietta ed era rimasto a torso nudo per sentirsi un pò di sole sulla pelle. "Allora, questo posto ci assomiglia almeno un pò?"

"Vuoi scherzare, Bearmon? Questo posto batte tutte le spiagge a cui sono stato in vita mia!" rispose il bambino di colore, facendo roteare la sua maglietta sopra la testa come fosse stata un lazo da cowboy per poi gettarla il più lontano possibile. "E sono stato alla spiaggia di San Diego, tanto per darti l'idea!"

Bearmon scoppiò a ridere. "Hahahahahaaaa! Non mi hai dato l'idea, visto che a San Diego non sono mai andato... ma non importa! Qui abbiamo di che divertirci finchè vogliamo! Prendi questo!" Così detto, l'orsacchiotto si gettò con tutto il suo esiguo peso contro il suo impreparato partner, facendogli perdere l'equilibrio... e, dal momento che in quel momento i due si trovavano sul bagnasciuga, Kevin cadde in acqua con un breve urlo di sorpresa e un tonfo secco!

"Argh! Questo non vale! Mi hai colto di sorpresa!" cercò di protestare scherzosamente... e in breve tempo, Digiprescelto e Digimon si ritrovarono impegnati in un'accesa lotta di spruzzi, che non mancò di coinvolgere anche gli altri ragazzi!

"Hey, Kevin-chan! Ricordati che ci sono anch'io! Mi devi la rivincita dall'ultima volta!" esclamò Yurika, intervenendo su Kevin e spruzzandogli un getto di acqua salata in faccia che lo costrinse ad indietreggiare. Kevin rise e cercò di rispondere all'attacco combinato, ma inaspettatamente arrivarono Sho e SnowAgumon a dargli man forte. Il giapponese e il dinosauro bianco iniziarono a rispondere agli schizzi di Yurika e la tennero sotto tiro con i loro, distraendola quel tanto che bastò a Kevin per concentrarsi di nuovo sul suo obiettivo originale...

"Aagh! Non vale, Sho-kun!" rise Yurika, sentendo il sapore salmastro dell'acqua in bocca. "Mi hai attaccato di sorpresa!"

"Due contro uno non era molto regolare!" rispose ridendo SnowAgumon. "Siamo venuti a dare man forte a Kevin, come i paladini della giustizia che siamo!"

"Esatto! Ed ora, Yurika-chan... preparati, arriva la punizione celeste!" esclamò drammaticamente Sho, continuando a spruzzare la sua amica per un pò... prima di essere aggredito da Falcomon, che gli svolazzò contro e lo fece cadere in acqua, per poi tenerlo sotto tiro con le sue piccole ali che gli sventolavano goccioline salmastre sul viso!

"Hahahahaaa! E di me, vi eravate dimenticati?" chiese il falchetto, mentre il suo bersaglio cercava disperatamente - ma al tempo stesso divertendosi - di sfuggire ai suoi spruzzi. SnowAgumon intervenne a difesa del suo partner gettandosi con tutto il suo peso addosso a Falcomon e facendolo piombare in acqua... e ben presto, i due Digimon riemersero ridendo come ragazzini e scambiandosi raffiche di schizzi! Tutt'attorno alla spiaggia, l'aria si era riempita del gioviale suono dell'acqua che veniva agitata e delle risate dei bambini e dei Digimon... e gli unici che non erano ancora entrati in acqua per giocare erano Felipe, Jolene e BlackGatomon, che se ne stavano in piedi sul bagnasciuga ad osservare con un certo sbalordimento le folli esibizioni dei loro compagni...

"Bisogna dire..." mormorò Jolene, con una gocciolina di sudore sulla tempia. "...che i nostri compagni sanno davvero come godersi una spiaggia libera..." In effetti, anche a lei non sarebbe dispiaciuta l'idea di gettarsi in acqua e unirsi alla festa, ma c'era sempre quella sua timidezza che la tratteneva dal gettarsi nella mischia... i suoi piedi, anch'essi già privi delle calzature che Jolene si era tolta e aveva appoggiato vicino al tronco di una vicina palma, muovevano qualche passo esitante in avanti e poi all'indietro, sfiorando le acque tiepide... ma ancora la ragazzina non sembrava decidersi...

"Hahahahahaaa! Hey, ragazzi! Felipe-kun, Jolene-chan! BlackGatomon!" li chiamò Yurika, alzando lo sguardo dalla presa da judo nella quale aveva costretto Sho, mentre Kevin e Bearmon, ora dalla stessa parte, si erano messi a spruzzare SnowAgumon, Falcomon e Kunemon. "Perchè non venite anche voi? Su, coraggio, non abbiate paura! In più siamo, più ci divertiamo!"

BlackGatomon trasalì tra sè, e un inconsueta morsa di paura le attanagliò lo stomaco, facendole scendere una goccia di sudore lungo la nuca: le stavano chiedendo di entrare in acqua? A lei, un Digimon felino? E acqua SALATA, per giunta! Ma cos'era, si stavano dando i numeri? Neanche in un milione di anni!

Cercando di mantenere un atteggiamento disinteressato nonostante la paura dell'acqua, incrociò le zampe sul petto e scosse la testa, voltandosi dall'altra parte. "Ho già fatto le mie scuse, se dico che non sono interessata ai vostri sciocchi giochetti, vi va bene?" rispose bruscamente, sperando che da quella distanza nessuno si accorgesse del leggero tremore delle sue zampe...

Tuttavia Sho, che proprio in quel momento si era liberato dalla presa della sua amica e l'aveva fatta finire a faccia in giù nell'acqua bassa con uno sgambetto, non si fece incantare. "Hehehee... ma davvero non ti interessa? O non sarà piuttosto che la grande e intrepida BlackGatomon ha paura di qualche spruzzetto d'acqua? Eh? Ci ho azzeccato? Tu non vuoi venire perchè hai paura dell'acqua, vero?" le rispose.

Mossa azzardata, e infatti Jolene deglutì con un leggero accenno di paura sul viso, e Felipe si scostò di qualche passo da BlackGatomon. La gattina nera abbassò lo sguardo per un secondo, e una inconfondibile aura scarlatta della rabbia le apparve attorno, sotto forma di una fiammata cremisi che avvolse il suo piccolo corpo e la fece sembrare improvvisamente molto più minacciosa. Quando BlackGatomon sollevò di nuovo la testa, e rivelò un paio di occhi rossi accesi dall'irritazione, e un ghigno poco rassicurante sul muso altrimenti carino, Sho ebbe la conferma di essere riuscito nel suo intento...

"Come... hai detto... scusa?" domandò lentamente e con tono di minaccia, la voce ora più simile al ringhio di una tigre. "Hai detto... che io... avrei... paura?"

Per nulla impressionato, Sho si allargò la bocca con gli indici e tirò fuori la lingua, dileggiando ulteriormente BlackGatomon. "Bleeeeeh! Certo che l'ho detto, e se vuoi te lo ripeto anche! Hai fifa! Hai fifa! Hai fifa!"

Sulla spiaggia, Jolene strinse ulteriormente i denti. Sho non sapeva a cosa stava andando incontro...

"AH SI', MOCCIOSO?" esclamò finalmente BlackGatomon, mentre prendeva lo slancio verso il ragazzino che la stava prendendo così spudoratamente in giro. "Ora ti insegno io a portarmi rispetto! Vengo là e ti uso come affila-unghie, tappetto! Ti faccio ingoiare quei tuoi stupidi occhiali! Io ti... AAAAARGH!"

L'ultima esclamazione di BlackGatomon fu dovuta al fatto che, sentendosi oltraggiata, si era lanciata contro Sho senza neanche prendere in considerazione il fatto che tra lui e lei si trovava almeno una decina di metri di acqua bassa... e quando la gattina nera mosse i suoi primi passi nel mare terso, l'acqua oppose resistenza alla sua corsa e le fece inciampare! Con un tonfo sordo e un breve sibilo di disappunto, BlackGatomon finì a faccia in giù nell'acqua salata e si alzò di scatto, furente e tutta grondante, davanti all'ilarità generale di ragazzi e Digimon! Persino Jolene e Felipe fecero fatica a trattenere le risate davanti alla tragicomica figura di quella cosiddetta 'dura'!

"AAAAARGH! Accidenti a te, Sho Kusanagi! Era un trucco per farmi entrare in acqua!" sbraitò la gattina nera, abbastanza arrabbiata da mandare il mare in ebollizione! "Ma questa me la paghi, lo giuro! Non te la faccio passare liscia!"

"Hahahahahaaa! Sì, sì, parla pure quanto vuoi, ma intanto sei bagnata!" le rispose Kunemon, prorompendo in una risata che suonava come il ronzio di un'ape opportunamente ritmato. "E adesso, che ti piaccia o no... sei anche tu parte del gioco! Addosso!"

"Ma cosa... che state fac... Aaaaargh!" BlackGatomon gridò per il disappunto quando Kunemon e Falcomon si gettarono addosso a lei e iniziarono a lottare giocosamente con lei in un vortice di spruzzi e soffi felini, mentre tutt'attorno la battaglia a suon di spruzzi riprendeva nella confusione più generale!

Jolene si mise una mano davanti alla bocca e rise della buffa scenetta, poi si decise a sua volta ad entrare in acqua, e fece cenno anche a Felipe di seguirla. "Beh... visto che ormai si sono buttati praticamente tutti, non credo che abbia senso restare qui sulla sabbia a guardarli senza fare nulla. Felipe... vuoi venire anche tu? In fondo... credo che per una volta ce lo possiamo permettere!"

Il ragazzo spagnolo dagli scompigliati capelli biondi rivolse uno sguardo interrogativo all'inglesina, e per un secondo, cosa a cui non era esattamente abituato, si trovò a non sapere bene cosa risponderle. Lui non era certo tipo da giochi acquatici, che considerava infantili... eppure Jolene aveva ragione, che senso aveva starsene lì in piedi a guardare senza fare niente? E poi, a giudicare dalle risate e dagli spruzzi che si levavano dalle acque davanti a lui, pareva una cosa divertente... e anche se sarebbe morto prima di ammetterlo, anche lui, come tutti loro, desiderava niente più che qualche oretta di svago, senza dover pensare a cosa sarebbe successo il giorno dopo, quando la battaglia contro Watchmon e gli altri Digimon malvagi fosse ricominciata...

Finalmente, il biondino spagnolo, senza tutto il rammarico che credeva avrebbe provato in una situazione del genere, decise di mettere da parte il suo orgoglio e la sua nomea di lupo solitario... e, sorprendendo Jolene, afferrò gentilmente la mano che la ragazzina inglese gli stava porgendo. "Beh... visto che la mettiamo su questo piano... va bene, per questa volta immagino che non potrà farmi male... hmmm? Jolene? Che succede, tutto a posto?"

La domanda alla fine della frase fu posta in quanto, non appena Felipe le aveva preso la mano, Jolene era leggermente trasalita, e un rossore quasi invisibile le si era dipinto sulle guance. "Ah... ehm... no, niente di particolare... allora, possiamo andare... se ti fa piacere..."

"Non... non ho mai preso la mano ad un ragazzo... questa... questa è la prima volta... Oddio, perchè mi sento così emozionata? Datti una calma, Jolene!" pensò tra sè. Poi, scacciata ogni parvenza di timore, la ragazzina ricambiò la stretta di mano e cominciò, con entusiasmo, a trascinare il compagno verso le acque, dove gli altri li aspettavano pronti a scatenarsi anche su di loro!

"Ah! Hey, un momento, Jolene! Non sono ancora pronto..."

"Hey, ragazzi, guardate! Eccoli che arrivano!"

"Ora sì che la festa comincia davvero! ADDOSSO!"

Mentre la battaglia acquatica si scatenava di nuovo, forte dei suoi due nuovi aggiunti, Musyamon e Volcdramon osservavano da lontano la scena edificante, fatta di gioia, entusiasmo e amicizia... uno spettacolo che scaldava loro l'anima, e dava loro nuova speranza per il futuro di DigiWorld.

Con un sospiro quasi nostalgico, il serioso samurai appoggiò la spada contro il terreno. "Lo sa, Volcdramon-sama? Una cosa che ho sempre invidiato ai giovani, è il fatto che riescono a trovare sempre un lato positivo in ogni cosa... e questi bambini, in particolare, trovano il modo di divertirsi anche in un mondo a loro sconosciuto e con una responsabilità così grande sulle loro spalle..." commentò, lo sguardo leggermente alzato verso il suo signore.

"Su questo, devo proprio darti ragione..." rispose il dragone. "E sarà proprio questo loro entusiasmo a permettere loro di superare gli altri ostacoli che si troveranno lungo il percorso... e credimi, Musyamon, ce ne sono ancora molti, e molto pericolosi..."

"Spero che tu stia osservando in questo momento, malvagio Watchmon..." pensò poi tra sè, rivolgendo un pensiero rabbioso a colui che stava trasformando DigiWorld in un campo di battaglia e i suoi abitanti in schiavi succubi. "Perchè se è così, quello che stai vedendo è un altro motivo che ho trovato per aiutare questi ragazzi a fermare le tue ambizioni! Tu non soffocherai le speranze per il futuro, nè per il loro, nè per quello di tutto il Mondo Digitale! E in nome di questo, combatterò contro di te fino al mio ultimo respiro... puoi giurarci!"

 

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Più tardi, sotto un cielo notturno tinto di blu e costellato da innumerevoli punti di luce che creavano in esso suggestive trame, un gruppo di ragazzi e Digimon, ancora un pò bagnati, con la pelle incrostata di sale e i piedi sporchi di sabbia, era seduto attorno ad un falò che Sho e Felipe avevano preparato, a mangiare le loro mele di carne e a parlare di quello che era accaduto dal loro arrivo a DigiWorld. Anche Musyamon e Volcdramon, dopo molte insistenze da parte dei ragazzi, si erano lasciati convincere ad abbandonare il loro 'posto di guardia', e in quel momento partecipavano all'improvvisata festicciola sulla spiaggia che i ragazzini avevano messo su. Assieme, i membri dell'allegra compagnia stavano rievocando i momenti più significativi del loro viaggio, quelli più divertenti e quelli più faticosi...

"E poi Veedramon ha preso la mira... e BAM! Un bel proiettile proprio nella bocca del cannone di quello stupido Gorillamon! Un colpo perfetto, ve lo assicuro!" stava dicendo il vivace Kunemon, rievocando la battaglia che lui, Yurika, SnowAgumon e Sho avevano sostenuto contro Snimon e il Digimon scimmia controllato dai Digi-Ghost. "E nel frattempo, io e Yurika le suonavamo di santissima ragione a quello Snimon che ci ha dato tanto fastidio! Heheheee... dovevate vedere come è scappato con la coda tra le zampe... e quanto ero spettacolare io nei panni di Flymon! Gli sono volato attorno come una farfalla e l'ho punto come una vespa! Beh, in effetti ERO una vespa, ma... insomma, mi sono spiegato, no?"

Mentre i ragazzi e la maggior parte dei Digimon ridevano della battuta di Kunemon, BlackGatomon sospirò desolata e scosse la testa. "Sì, sì, ti sei spiegato più che bene... tanto l'abbiamo capito, ormai, che ti piace davvero tanto darti delle arie!" mormorò, ma senza mostrare ostilità. Sembrava che l'atmosfera festiva avesse fatto qualcosa anche per il suo quasi onnipresente cattivo umore...

Kunemon inclinò la testa da un lato a mò di pappagallo. "Beh, e che ci posso fare? Mica è colpa mia se sono così bello quando mi trasformo..." rispose, poi drizzò di nuovo le antenne quando un pensiero ancora più allettante gli attraversò la mente. "Anzi, ora che ci penso... chissà quanto bello e virile sarò quando Yurika mi farà digievolvere a livello Ultimate! Già mi chiedo che Digimon sarò! Sicuramente qualcosa di lucido, dinamico... magari metallizzato! Sì, certo, quello mi piacerebbe molto! Voi mi ci vedete, ragazzi?"

A calmare i suoi bollenti spiriti pensò la sua partner che, senza trattenere una risatina, appoggiò le punte dell'indice e del medio della mano destra sulla testa del bruco giallo e spinse leggermente, facendolo piegare un pochino. "Hehehee... calma, calma, Kunemon-chan! Non ti allargare troppo! Ti ricordo che io non so ancora come farò ad illuminare la mia Crest, e che quando e se lo farò... il risultato potrebbe non essere quello che tu ti aspetti!" lo riprese con allegria.

Il Digimon insetto storse il naso, fingendosi offeso. "Uffa, Yurika... un Digimon può sognare, no?"

"Come no..." rispose Felipe, alzando gli occhi al cielo. "Ancora un pò e dovremo tenere un elenco con gli indirizzi di tutti i cancelli in aria che hai costruito!"

Falcomon voltò lo sguardo verso il suo partner, un pò confuso. "Hmm? Hey, Felipe, non è che volevi dire... ehm... come si dice... ah, sì, i capelli in aria?"

"Ma cosa mi tocca sentire... Volevate dire i castelli in aria, no?" fu la volta di Sho.

"Eh. E io cosa ho detto? I castelli..." concluse lo spagnolo, sempre mantenendo quell'espressione fiera e indifferente... che tuttavia non corrispondeva esattamente a quello che sentiva dentro di sè. Non sapeva come quel quartetto di scalmanati e i loro Digimon (forse complice anche Falcomon...) fosse riuscito a fargli abbassare la guardia... eppure, senza che neanche lui se ne accorgesse, stava diventando lentamente loro amico, e stava imparando a gettarsi nella mischia. Il Felipe di quando il viaggio era iniziato probabilmente avrebbe trovato puerile l'idea della festa in spiaggia e del bagno proprio mentre erano nel bel mezzo di un mondo alieno pieno di mostri pericolosi... ed ora, invece, eccolo lì a godersi la serata assieme a quelli che inizialmente aveva creduto soltanto dei bambini immaturi... Un simile cambiamento lo stupiva e lo affascinava al tempo stesso. C'era qualcosa di davvero gradevole nello stare in compagnia... eppure, in fondo al suo cuore, ancora non si sentiva al cento per cento a suo agio...

"Beh, che posso dire... mi sembrate proprio una bella squadra!" commentò bonariamente Volcdramon, accucciato vicino ai ragazzi mentre la sua guardia del corpo restava seduta a gambe incrociate a poca distanza, la spada appoggiata al fianco. "E' bello vedervi così, chiacchierare tutti assieme... sembra quasi che vi conosciate da una vita!"

"Heh... beh, Volcdramon-san, che dobbiamo dirle... come ci ha raccomandato lei, facciamo del nostro meglio per divertirci!" rispose Sho, tenendosi una mano dietro la nuca... poi, come se gli fosse venuto improvvisamente in mente qualcosa che aveva dimenticato, si rivolse agli altri ragazzi. "Anzi, ora che ci penso... ormai, credo che tra noi ci sia una certa intesa, e abbiamo passato un bel pò di tempo assieme... ma non vi sembra che manchi qualcosina?"

Sulle prime, gli altri Digiprescelti non capirono cosa volesse dire il ragazzino con gli occhialoni, e lo guardarono con espressioni interrogative per qualche secondo, prima che Bearmon facesse la sua domanda. "In... in che senso, Sho?"

"Quello che voglio dire..." replicò il possessore della Crest del Coraggio, grattando la nuca a SnowAgumon. "E' che anche se abbiamo fatto tanta strada assieme, e ci siamo spesso dati una mano nei momenti difficili... beh, non sappiamo quasi nulla l'uno dell'altro! Non ci siamo mai fermati per un attimo a parlare di noi stessi, cercare di conoscerci meglio, creare dei legami più stretti... non credete che anche questo sia importante, se vogliamo formare una squadra come dice Volcdramon-san? Io e Yurika-chan ci conosciamo da quando avevamo sei anni, d'accordo... ma per il resto, cosa sappiamo gli uni degli altri? Quindi... che ne dite se adesso, a turno, ci presentassimo uno alla volta e parlassimo un pò di noi stessi, delle nostre vite, famiglie, hobby... non pensate che potrebbe essere interessante? Magari comincio io, tanto per rompere il ghiaccio..."

Tutti i ragazzi e i Digimon si fermarono per un istante a riflettere su quanto aveva detto il ragazzino. Sì, in effetti era un'idea sensata...

"La proposta che Sho ha fatto mi suona interessante." rispose Musyamon. "Se si crea un pò di amicizia, un legame tra i membri di un gruppo, poi è più facile fare lavoro di squadra, ci si intende meglio... insomma, tutti ne trarrebbero beneficio. Non sarebbe una cattiva idea tentare..."

"Per me va bene..." rispose Yurika con un'alzata di spalle, prima di prendere un rapido boccone dalla mela di carne abbrustolita che teneva infilzata su un rametto. "Kunemon-chan, tu cosa ne pensi? Sei d'accordo? E voi, ragazzi?"

Mentre il bruchino giallo annuiva energicamente, anche Kevin, Bearmon e Jolene iniziarono a dare i loro cenni di assenso, mentre BlackGatomon restava in silenzio e non commentava. "Beh... sì, va bene anche per me! Sempre che anche ai nostri Digimon interessi..." rispose il ragazzino di colore.

"Ma scherzi, Kevin? Certo che ci interessa!" rispose Bearmon, lasciando intendere che la risposta era ovvia. "Voi siete i nostri compagni, che diamine! Mi sembra più che naturale voler sapere qualcosa in più di voi, e renderci conto del vostro carattere... formerà un legame ancora più profondo!"

"D'accordo, d'accordo..." mormorò BlackGatomon, non troppo convinta. "E tu, Jolene, cosa dici? Ti va di parlare un pò di te?"

La timida ragazzina inglese si sfregò il mento con l'indice di una mano, ancora indecisa. "Beh... in fondo si tratta soltanto di dire ue cose sulla mia vita, su me stessa... hmmm... perchè no, ci sto anch'io! E tu, Felipe?"

"Quello che volete voi." rispose lo spagnolo biondo con un'alzata di spalle. "Presentatevi voi, poi mi presento io..."

Con un largo sorriso sulle labbra, Sho si sistemò meglio sulla sabbia e, dopo essersi spazzato un pò di granelli abrasivi dai calzoncini, prese un bel respiro e iniziò a raccontare. "E va bene... allora, visto che sono stato io a fare la proposta, inizio io con il mio racconto! Allora... il mio nome è Sho Kusanagi, ho 12 anni e sono nato a Tokyo, la capitale del Giappone... ma immagino che questo voi lo sapeste già! Frequento il primo anno delle medie alla Hirohito Middle School... e ne approfitto per dire che da noi in Giappone le elementari durano sei anni e i corsi iniziano in primavera, prima che diciate che sono indietro... e abito nel quartiere di Nerima, nella zona residenziale di Tokyo! Tra i miei hobby, ci sono il calcio e i videogiochi, due passioni che ho in comune con la qui presente Yurika-chan..." Fece un cenno con la testa verso la sua amica dai capelli blu, che si mise una mano davanti alla bocca e ridacchiò. "E anche il baseball, i cartoni animati... soprattutto di robot giganti... sono uno che ama l'azione, ama fare nuovi amici... di qualsiasi età... e che non ci pensa su due volte quando c'è da imbarcarsi in un'avventura, ma questo credo che l'abbate capito guardandomi in azione! Heheheheee..."

"Anche tu ami il baseball, Sho?" chiese Kevin. "Pensa un pò che coincidenza! Io gioco nella squadra di baseball della mia scuola! E' uno sport fantastico! So che da voi in Giappone è molto popolare!"

"E' praticamente uno sport nazionale!" rispose Sho con una breve risata.

"Un giorno dovrai farmi vedere, Sho... questo baseball, come lo chiamate voi, ha l'aria di essere uno sport interessante!" esclamò SnowAgumon, la cui curiosità era stata sollecitata da quei termini nuovi ed inconsueti. "Certo che con voi, si imparano cose nuove ogni giorno..."

Sho accarezzò la fronte del suo compagno, e la sentì fresca come la neve appena caduta nonostante il calore del falò attorno al quale erano seduti. "Possiamo dire lo stesso di voi, ragazzi... comunque, giusto per completare la mia presentazione... Beh, sì, in effetti non ho davvero nulla di eclatante da dire, a parte il fatto che non amo molto la scuola... faccio la vita di un qualunque ragazzino di città, tra compiti, uscite con gli amici, giocate al computer e genitori un pò troppo love-love! I miei genitori si chiamano Hideo e Kyoko, e non perdono mai occasione per ricordare i bei tempi del loro fidanzamento... ma, ve lo assicuro, non potrei trovare genitori migliori di loro! A proposito, mio padre è un insegnante di educazione fisica, mentre la mia mamma è casalinga. Questa è tutta la mia famiglia, visto che non ho fratelli nè sorelle! Anche se... beh, io considero Yurika-chan un pò come una sorella, e adesso anche SnowAgumon!"

Il piccolo dinosauro avvicinò la testa al suo compagno e si strusciò su di lui, facendolo sorridere nonostante il freddo. "Hehehee... grazie, Sho, mi fa molto piacere che tu lo pensi! E tu, Yurika-chan? Che cosa ci dici?"

La ragazzina dai capelli blu, dopo aver fatto una carezza a Kunemon, cominciò la sua presentazione. "Con piacere... Il mio nome completo è Yurika Kagura, e anch'io, come Sho-kun, ho 12 anni. Vado alla sua stessa scuola, anche se sono in una classe diversa, e abito proprio vicino a lui... ma sono nata da un'altra parte, e cioè ad Hokkaido, l'isola più a nord del Giappone! Mi dico ancora oggi che ho conservato un pò di accento di quel posto..."

"Davvero? Hokkaido? Ho sentito dire che è un posto molto bello..." rispose Jolene.

Gli occhi della ragazzina dai capelli blu si accesero di una luce nostalgica, come spesso le accadeva quando le veniva da pensare alla sua terra natale. "Sì, Jolene-chan... quando si va lì, per certi versi sembra di fare un salto indietro nel tempo. Non c'è il traffico della città, nè i rumori e il caos della vita di ogni giorno... Sai, i miei nonni materni abitano ancora lì, e ogni volta che io e la mia famiglia abbiamo la possibilità, prendiamo uno shinkansen e andiamo a fare loro visita. Per noi è un momento molto speciale, visto che è uno dei pochi momenti che possiamo passare assieme come famiglia..."

L'espressione allegra di Sho si fece più solenne. Aveva capito a cosa stava pensando la sua migliore amica... e notò che anche Kevin e Felipe avevano alzato lo sguardo verso di lei, con espressione un pò preoccupata...

"In... in che senso, scusa?" chiese Kunemon, un pò indelicatamente ma spinto unicamente dalla considerazione verso la sua partner. "Perchè, tu e la tua famiglia non state assieme tanto spesso?"

Yurika scosse la testa, le labbra premute l'una contro l'altra. "Purtroppo no... vedete, il fatto è che i miei lavorano in un grande magazzino, nel quartiere di Shinjuku, che è il più popoloso e alla moda di Tokyo. Mia madre è commessa in un negozio di abbigliamento, mentre mio padre lavora come Junsa-Cho... una specie di guardia giurata, tanto per intenderci... e dati i ritmi di lavoro che hanno, non restano molto a casa, se non per i week-end. Io e mia sorella Mieko-chan restiamo spesso sole a casa, e i miei ci hanno insegnato ad arrangiarci da sole..." spiegò la ragazzina con espressione assorta. Poi, però, evitando di disperdersi troppo in pensieri malinconici, scosse la testa e riprese il suo discorso. "Ad ogni modo... i miei hobby sono abbastanza simili a quelli di Sho-kun, anch'io amo molto gli anime e i videogiochi, e anch'io faccio molto sport. In particolare ginnastica ritmica e judo... di questo poi ho già la cintura gialla!"

"Cintura di cui ogni tanto fai sfoggio con me, vero?" la canzonò Sho.

Yurika storse il nasino con espressione falsamente offesa. "Hmph! Soltanto quando tu fai o dici qualcosa di stupido, il che accade più spesso di quanto tu non vorresti ammettere! Per il resto... beh, dicono tutti che sono una tipa dinamica e testarda, e che non è facile farmi cambiare idea una volta che mi metto in testa qualcosa! Spesso sono stata definita un maschiaccio... e volete proprio saperlo, ne vado fiera!" Concluse con una breve risata argentina, le mani appoggiate dietro la nuca, poi guardò i ragazzi stranieri. "Ma adesso... perchè non ci dite voi qualcosa? Kevin-chan, Jolene-chan, Felipe-kun... voi che venite tutti da paesi stranieri... saremmo curiosi di sentirvi parlare dei posti dove vivete, conoscerli un pò..."

"Volentieri!" rispose Kevin, con l'argento vivo addosso come al solito. "E se permettete, vorrei iniziare io! Jolene, Felipe... Bearmon, a voi va bene?"

"Prego..." fu la risposta atona dello spagnolo biondo. Jolene fece un sorriso al ragazzino di colore e gli fece cenno di andare avanti, mentre davanti a loro Kunemon si avvicinava a Yurika per chiederle scusa della domanda indelicata di prima. Kevin vide la ragazzina dai capelli color cobalto grattare la testolina al bruco giallo dicendogli che non poteva sapere della sua situazione familiare... poi restò in silenzio, ad organizzarsi il discorso.

"Vai, Kevin! Ora tocca a te..." lo esortò Bearmon.

Finalmente, dopo aver riflettuto qualche secondo, il ragazzino di colore si schiarì la gola e iniziò a parlare di sè. "Mi chiamo Kevin Nicholson, probabilmente saprete già che vengo da Los Angeles, in California... e sono il più piccolo di questo gruppo, dato che ho 9 anni! Vi ho già detto che amo praticare il baseball, e mi piace anche fare qualche giro in skateboard di tanto in tanto, anche se le strade di Los Angeles non sono esattamente le più sicure al mondo! Si può dire che sono di famiglia media, e frequento una scuola dei quartieri alti, la St. Lewis Elementary... e per fortuna, lì non abbiamo problemi di bande di strada, che purtroppo sono un pò una vista quotidiana nelle zone più disagiate. Ad ogni modo, vivo in un appartamento con mio padre Trevor, che lavora come impiegato di banca... e, devo dirlo, non mi posso proprio lamentare, anche se lo spazio è quello che è..."

"Solo... con tuo padre?" mormorò Sho, un pò addolorato da quanto aveva detto il suo piccolo amico. "Mi... mi dispiace... immagino che non sia stato molto facile..."

Mentre Yurika si affrettava a dare a Sho una leggera gomitata per la sua indelicatezza, Kevin sbattè gli occhi confuso in direzione del giapponese con gli occhialoni. "Huh? Perchè dici che ti... Aaaaah! Ma sì, adesso ho capito! Ma no, ma no, fratellone Sho, cosa ti sei messo in testa! Mia madre è ancora viva e sta bene... e no, i miei non sono neanche divorziati!" si affrettò a specificare prima che qualcun altro traesse altre conclusioni sbagliate. "La mia mamma si chiama Daria, e fa parte di una organizzazione... uhm... com'è che si chiamano quelle organizzazioni? Papà mi ricorda sempre il termine, ma io non me lo ricordo mai..."

"Vuoi dire, organizzazione no-profit?" lo aiutò Bearmon. "Quelle che fanno volontariato nei paesi più poveri..."

Kevin schioccò le dita, rimproverandosi per la sua corta memoria. "Certo! Grazie, Bearmon, era proprio la parola che stavo cercando! Un'organizzazione no-profit! Al momento, si è unita ad una missione di aiuti umanitari in Eritrea, un paese africano di cui ho sentito cose veramente brutte... dicono che sia una delle regioni più disastrate di tutta l'Africa, che ci sia una guerra, e che lì i bambini siano spesso costretti a lavorare o addirittura a fare i soldati... cose che mi mettono i brividi soltanto a pensarci..." Mentre parlava, il tono del ragazzino di colore si rabbuiava sensibilmente, e ad un certo punto si ritrovò ad abbassare lo sguardo verso terra, cercando di non lasciar trapelare i suoi sentimenti. Anche così, però, tutti i presenti si resero conto bene dello sconforto che Kevin doveva provare al pensiero di sua mamma impegnata in una missione umanitaria in un paese così pericoloso, con la minaccia della guerra sospesa sulla testa come una spada di Damocle. Bearmon, con un sospiro, appoggiò la zampina guantata sul ginocchio nudo del suo partner per dargli coraggio.

"Mi dispiace, Kevin... non lo sapevo..." disse l'orsacchiotto.

Il ragazzino possessore della Crest della Speranza spiegazzò il berrettino al suo amico digitale, con un sorriso gioviale. "Non dovete sentirvi in pena per me, ragazzi... sapete cosa mi ha detto la mia mamma, prima di partire? Che lei andava là perchè voleva adempiere ad un dovere di tutti, e cioè quello di portare speranza a chi non ce l'ha... Sapete, più ci rifletto, più penso che abbiano scelto proprio la Crest adatta a me... ogni giorno, penso a mia mamma, e spero che il suo lavoro proceda tranquillo, senza intoppi... in qualche modo, sento che facendo così tutto andrà bene anche a lei! Hehee... sì, posso dire che la speranza è una parte fondamentale della mia vita!"

"Capisco..." mormorò Yurika, persa nei suoi pensieri ma allo stesso tempo concentrata sui discorsi di Kevin. Lei a volte era rattristata dal non vedere i suoi per molto tempo... ma almeno, loro non dovevano andare in un paese devastato dalla guerra! "Lo sai, Kevin-chan... sei davvero un bambino molto forte! Io... non so se al tuo posto riuscirei a fare altrettanto, e ad essere sempre così ottimista..."

"Addirittura..." rispose il ragazzino di colore, con una mano dietro la nuca e una risata imbarazzata. "In realtà, non mi sembra di fare niente di che... solo quello che trovo più giusto! Comunque... questo è quanto, per quello che riguarda me! E tu, Jolene? Che ci racconti?"

"Tocca a me?" chiese l'inglesina, un pò emozionata. Dopo aver dato uno sguardo a Felipe, che le fece cenno che per lui non c'erano problemi (anzi, a Jolene sembrò quasi che Felipe volesse proprio presentarsi per ultimo, prese fiato e cominciò il suo discorso. "Bene... mi ripresento, il mio nome completo è Jolene Spencer, vengo dall'Inghilterra, e più esattamente da Canterbury... ho 11 anni e frequento una scuola privata chiamata St. Patrick Institute, a cui i miei genitori mi hanno iscritto..."

"Una scuola privata?" la interruppe Kevin, un pò sorpreso. "Pensavo che fossero un pò costose, per la famiglia di una normale scolara..."

Jolene annuì lentamente. "Sì, in effetti è così, Kevin... però vedete... odio fare la figura di quella che si vanta, ma... ecco... come posso dire..." Si mise a giocherellare un pò con le dita delle mani, e rimase un pò a cercare le parole giuste. "Ecco... mio padre, Bruno Spencer, è il proprietario di una grossa ditta di automobili, e la mia famiglia è abbastanza ricca da potersi permettere di iscrivermi a quell'istituto... è un istituto femminile, a proposito..."

"Hai capito... quindi vieni da una famiglia di ricconi..." commentò Kevin, alzando un pò le sopracciglia per la meraviglia come del resto facevano anche gli altri. Certo, si erano accorti fin dall'inizio che Jolene aveva dei modi più raffinati degli altri ragazzi, e si comportava in maniera leggermente diversa... ma non immaginavano che dietro a questo ci fosse il fatto che era di famiglia ricca.

"Non ce l'avevi mai detto, però... Che venivi da una famiglia importante, voglio dire..." proseguì SnowAgumon.

Jolene strisciò i piedi nella sabbia, imbarazzata. "Hehee... come ho detto, non volevo fare la figura di quella che si vantava... ad ogni modo, anch'io, come Sho e Kevin, sono figlia unica... solo che io, in pratica, abito nel college che frequento, dove condivido una stanza con altre due ragazze. Io vedo i miei soltanto nel fine settimana, quando tutti tornano a casa... comunque, come ho detto, mio padre è il proprietario di questa ditta automobilistica, e mia madre Linda lo aiuta nel suo lavoro... è sempre molto indaffarato, povero papà, e quando può stare con me e mia mamma è così felice... E poi, pone così tante speranze su di me, e spera che io possa succedergli nella leadership della sua ditta... è per questo che mi ha iscritto al St. Patrick, era sicuro che lì avrei avuto un'istruzione di primo ordine, cosa che in effetti è..." Mentre parlava, la ragazzina inglese sentì i propri occhi inumidirsi al ricordo della sua famiglia. Nonostante i suoi genitori avessero i loro difetti, era chiaro che Jolene voleva loro molto bene, e viceversa... ed ora, il pensiero di essere lontana da loro, di non poterli neanche contattare... la riempiva di tristezza.

"Capisco..." commentò Yurika. "Ma... senti un pò, Jolene-chan, a te piace andare a quel college? Voglio dire... una scuola privata, mi sembra così grigio e monotono..."

Jolene sospirò e scosse la testa, poi si abbracciò le ginocchia. "No... purtroppo, non molto, questo a voi lo posso dire... a volte mi sembra quasi di essere niente più che un numero di matricola e un nome davanti ad una professoressa che insegna soltanto perchè la pagano... e non perchè le piaccia davvero il suo lavoro..." rispose. "E poi, ci sarebbero altre cose... ma non voglio annoiarvi con tutti questi dettagli. Quindi, no, non posso dire di essere entusiasta del mio college. Però... ecco... io sento che ci devo andare, perchè ho un debito di riconoscenza verso i miei genitori! Loro... hanno sempre lavorato tanto, hanno sempre fatto tanto per me... e il minimo che io possa fare è ricambiare la loro gentilezza rispondendo alle loro aspettative... andando bene a scuola... e, insomma, facendo quello che ci potrebbe aspettare da una figlia! Mi spiego? Per me... è un pò un saldare il debito che ho con loro..."

"Però..." mormorò tra sè Sho. "Io... non penso che dei genitori tengano conto dei 'debiti' che una figlia potrebbe avere verso di loro... e poi, cos'erano quelle 'altre cose' di cui Jolene-chan ha accennato? Chiamatemi curioso, ma ho come la sensazione che non abbia voluto dirci una cosa di cui si vergogna..."

Anche BlackGatomon, seduta un pò più in là con il pelo arruffato e incrostato di sale per il tuffo involontario di prima, rivolse per un attimo uno sguardo difficilmente interpretabile alla sua partner. A chi avesse guardato nella direzione della gattina nera in quell'istante, sarebbe facilmente potuto sembrare che quegli occhi dorati cercassero di palesare un sentimento indefinibile... che forse BlackGatomon stessa non avrebbe potuto spiegare... ma il tutto durò solo un istante, prima che la Digimon oscura tornasse alle sue solitarie riflessioni...

Quando Jolene gli fece segno, Felipe capì che finalmente toccava a lui... e visto che ormai la seccatura non si poteva più scansare, prese a sua volta un respiro, che suonò quasi seccato alle orecchie di Falcomon che gli stava vicino, e cominciò.

"E per finire, ci sono io... il mio nome completo è Felipe Ortega, ho 12 anni come Sho e Yurika, e sono nato a Toledo, in Spagna... ma poi io e la mia famiglia... padre, madre, due nonni e mio fratello minore Josè ci siamo trasferiti a Madrid, la capitale, per il nuovo lavoro di mio padre... frequento una scuola media come tante, in un quartiere come tanti di Madrid... e, detto sinceramente, non vedo che altro ci sia da dire di me. A parte il fatto che... beh, diciamo che economicamente parlando, la mia famiglia potrebbe passarsela meglio, da quando mio padre ha perso il lavoro tempo fa..." Disse quest'ultima parte con apparente freddezza... ma in realtà, guardandolo un pò più da vicino, si sarebbe potuta vedere una scintilla di tristezza. Quella del licenziamento di suo padre era una pagina del passato che lo faceva ancora soffrire, che era stata per buona parte responsabile di ciò che lui era diventato... soprattutto considerando a cosa, o meglio a chi, si doveva quel rovescio di fortuna della sua famiglia...

Quest'ultima rivelazione fece spalancare gli occhi a un pò tutti, Digimon e ragazzi. "C-come? Quindi... adesso tuo padre è disoccupato... mi... mi dispiace, non immaginavamo davvero..." mormorò Jolene, sentendosi un pò strana. Era stata lei ad esortare Felipe a parlare di sè, e forse senza volerlo lo aveva spinto a rivelare una parte del suo passato che il ragazzo non voleva ricordare.

Falcomon si mise un'ala davanti alla bocca e sentì il cuore saltargli nel petto per il rammarico. Il suo partner non gli aveva mai parlato di quell'episodio, anche se più volte aveva diviso con lui, almeno in parte, alcuni dei suoi sentimenti più intimi... "Felipe..."

Il ragazzo spagnolo, non avvezzo e non disposto a suscitare compassione in chi lo circondava, alzò le spalle con apparente noncuranza, e inghiottì quel lieve cenno di rabbia e dolore che si agitava nel suo petto. "Bah, che ci volete fare, è tutto nel passato... solo, mi ha lasciato un pò amareggiato il fatto che mio padre sia stato lasciato in braghe di tela a causa di un favoritismo del 'capoccia' verso quello che consideravamo un... bah... amico di famiglia...". Pronunciò le ultime parole come se ne fosse disgustato... e del resto, prima di farsene una ragione, aveva versato anche lui il suo pò di lacrime per quel vero e proprio tradimento... poi, Felipe scosse la testa con un accenno di rabbia, quasi si fosse pentito di aver partecipato alla discussione. "Bah. Non so neanche perchè ho finito per raccontarvi queste cose. Mi sembra che stare con voi mi faccia abbassare la guardia, e mi faccia dire cose che in situazioni normali non direi mai! Mi sembra quasi che voi abbiate voluto farmi parlare a tutti i costi!"

Sho sbattè gli occhi, un pò spaesato. "Ma... Felipe-kun, guarda che noi non ti abbiamo costretto a dire proprio niente! Sei stato tu, di tua spontanea volontà, a raccontarci queste cose... anche se capisco che non fossero esattamente i tuoi ricordi più felici..." Concluse la frase gettando uno sguardo malinconico alla sabbia tra le sue ginocchia. Anche se a lui non era mai capitato nulla del genere, immaginava bene come si sarebbe sentito se una persona vicina alla sua famigli si fosse improvvisamente rivelata uno sporco voltafaccia... e Felipe doveva aver sperimentato proprio questo...

Il ragazzo spagnolo fissò intensamente il giapponese e il suo partner, che gli si era posto al fianco e guardava incuriosito verso Felipe... poi, si guardò attorno, incrociando man mano le espressioni... alcune attonite, alcune dispiaciute... di Yurika e Kunemon, Kevin e Bearmon, e infine di Jolene. Tutti sembravano in qualche modo capire il disagio del biondino, e forse si erano fatti un'idea del perchè Felipe desiderasse non avere amici... e avesse cercato di tenere le distanze anche da loro...

Eppure adesso, quella parte di Felipe che desiderava qualcuno con cui parlare... qualcuno con cui condividere le sue emozioni... si stava facendo sentire sempre di più, e stava sopraffacendo le sue titubanze e la sua iniziale scontrosità. Era in conflitto con sè stesso, e non sembrava in procinto di uscirne molto presto... Il ragazzo, con un sospiro, si abbracciò le ginocchia e fece vagare i suoi occhi sul falò, come se nel fuoco crepitante che illuminava a sprazzi i membri del piccolo gruppo cercasse una risposta alle sue domande. "Vi chiedo scusa... se vi sono sembrato troppo brusco. Non volevo davvero, credetemi... ma è che ancora non mi sento pronto a parlare di me... magari più avanti, okay? Ad ogni modo, non sentitevi in colpa per me... anzi, io sono grato a tutti voi per il fatto che cercate di starmi vicino e comprendermi... soprattutto tu, Falcomon, sei stato il mio compagno più fidato in questa avventura, e non so dove sarei a questo punto senza di te..."

Il falchetto abbassò la testa con umiltà. "Ho... ho fatto solo quello che era mio dovere fare, Felipe... non pretendo di aver fatto chissà quali atti di eroismo..."

"Eppure, quelli che tu consideri dei semplici gesti per me sono stati molto importanti..." confessò Felipe, una volta tanto lieto di poter abbassare le sue difese. "Ero partito con l'intenzione di non avvicinarmi troppo a nessuno... e tu, invece, semplicemente con la tua presenza e il tuo aiuto incondizionato, mi hai fatto pian piano ricredere... Ad ogni modo, ragazzi, quelo che voglio dire è che ancora non mi va di parlare tanto di me stesso... non mi sento ancora pronto... comunque, ho apprezzato la vostra premura, e vi ringrazio infinitamente per la disponibilità che mi avete mostrato!"

"Di niente..." rispose SnowAgumon con un lieve cenno del capo. Il piccolo dinosauro bianco, così come tutti i presenti, percepiva chiaramente la confusione che regnava nell'animo di Felipe, ancora indeciso se avvicinarsi o restare a distanza di sicurezza dal gruppo... e forse, per il momento, non era il caso di spingerlo oltre... sarebbe stato lui a decidere cosa fare più avanti...

"Beh..." iniziò Volcdramon, dopo qualche secondo di silenzio. "Che cosa posso dire, in pochi minuti avete parlato più che bene di voi stessi. E devo dirlo... proprio come tutte le varie razze di Digimon sono così diverse le une dalle altre, anche ognuno di voi umani ha delle proprie qualità che lo rendono unico ed insostituibile. Sapete, ora più che mai mi rendo conto del perchè siate stati scelti voi per salvare DigiWorld... anche se siete ancora un pò acerbi, voi tutti avete davvero quello che serve per attivare le vostre Crest... e anche il vostro legame con i vostri Digimon, per quanto alcuni di voi possano pensare il contrario..." Gettò una rapida occhiata a BlackGatomon, che rispose voltandosi dall'altra parte con indifferenza. "...è solido. So che potete farcela contro Watchmon, e anche contro i suoi superiori."

"La ringraziamo della fiducia, Volcdramon-san..." rispose Sho. Con determinazione, il ragazzino e SnowAgumon guardarono la grande luna piena che troneggiava nella volta celeste, illuminando la spiaggia del suo misterioso bagliore. Uno alla volta, gli sguardi degli altri membri del gruppo seguirono quelli dei loro leader non ufficiali, in un magico istante in cui le loro menti e i loro cuori erano uniti nella risoluzione di porre fine al regno di terrore di Watchmon...

"E vedrà... non la deluderemo!" fu SnowAgumon a concludere il discorso del suo partner umano.

Quella, nonostante non fosse accaduto nulla di pericoloso o fuori dal comune, fu comunque una serata indimenticabile per tutti i Digiprescelti... Era in quella serata che avevano iniziato a conoscersi davvero... e a gettare le basi per la formazione di quella che forse sarebbe stata la squadra dei liberatori di DigiWorld...

 

CONTINUA...

 

Note dell'autore: Chiedo scusa per la mancanza di azione, la relativa scarsezza di questo capitolo, e il ritardo con cui lo pubblico... ma ora sono sotto esame, e non riesco a scrivere tanto quanto vorrei. In ogni caso, ho cercato di dare uno sguardo più approfondito al passato e ai caratteri dei miei Digiprescelti originali, e mi auguro di aver fatto un lavoro decente... Non ho molto da dirvi per questo capitolo, quindi... vi do l'arrivederci a periodi migliori, che dovrebbero cominciare con il 4 di luglio. Certo, non escludo di pubblicare qualcosa anche prima, ma... sicuramente sarà qualcosa di sporadico!

Alla prossima, allora!

Justice Gundam

  
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