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Autore: 666 Dark Lunacy 999    22/06/2007    4 recensioni
Non è bello vederti attaccato ad un'altra donna, anche se quella che sbaglia sono io, sto con un uomo con una ragazza che fa la modella da non so quanti anni, un manico di scopa bellissimo per tutti i Finlandesi. Ritorneresti felice assieme a lei, se non ci fossi io? Se sparissi, tornerebbe tutto come prima, fra te e lei? La vostra fiamma di passione inizierebbe di nuovo a bruciare ardentemente come faceva sui tuoi testi, tanto tempo fa?
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

Capitolo 11

 

- Luna?! - la voce stanca ma ugualmente squillante del buon vecchio Chris, si fece sentire dall'altra parte del telefono. Luna arricciò contro il dito il filo del telefono della cabina da cui stava chiamando. Accanto a lei una coppetta con dentro due palline di gelato al gusto di crema - Dove sei, che succede? - chiese lui, allarmato - Comunque usa il cellulare, Cristo! -

- Scusami - rispose lei, tirando su con il naso - Ma non posso usarlo, all'aeroporto i cellulari non prendono... o almeno, il mio non ha neanche una tacca -

- All' aeroporto? - scattò Chris, e in sottofondo sentì Dani sotto imprecare in inglese e poi Tylor e Mike ribattere qualcosa di incomprensibile - Che cazzo ci fai all'aeroporto, è lontano chilometri dallo studio! -

Luna sospirò, un lungo sospiro carico di quello che si poteva definire rammarico o perfino dolore - Sto... sto tornando in Finlandia -

Silenzio.

- Ci stai scaricando? -

Luna si agitò nella cabina, facendo quasi cadere il gelato a terra ma, con una buona prontezza di riflessi, riuscì a bloccare la coppetta prima che toccasse terra - NO, cazzo, NO! -esclamò - Ci mancherebbe altro, i Vampires li ho formati io! Ho solo bisogno di... di andarmene - Leoine accanto di lei, girò la testa di lato, guardandola poco convinto.

- Sinonimo di scaricare, piccola - sospirò il batterista - Non c'è niente che possa farti cambiare idea? Tipo, venire a prenderti all'aeroporto e portati a peso qui, mentre tu urli e scalci beccandomi più volte dove il sole non batte? - Lei sorrise. Chris alludeva a quella volta al concerto degli Iron Maiden, dove si era ubriacata come una spugna, ritrovandosi a credere di essere la moglie di Steve Harris e dicendo a tutti che la sua volontà di ferro non l'avrebbe tolta dall'arena per nulla al mondo (mi ricorda qualcuno…mah Nd Gin). Ma non aveva fatto i conti con i muscoli delle braccia di Chris e, appena se l'era caricata in spalla, lei aveva iniziato a scalciare e a mirare esattamente - Mi spiace, no... non vi sto scaricando, voglio stare sola per un po', fidati. Vedrai, giusto qualche settimana, forse un mese e poi torno. Promesso -

- Magari nel frattempo noi possiamo incidere la base. Così non facciamo spendere soldi inutili a Bam, che ne dici? -

Luna lasciò che un altro sospiro sfinito le fuoriuscisse dalle labbra semi aperte - Perfetto. Saluta tutti e spiega tu il motivo della mia partenza. Mi fido, Chris -

- Saluta i mitici -

- Contaci -

Rimise apposto la cornetta e strinse il biglietto aereo appena acquistato. Avrebbe passato la notte rannicchiata in uno dei sedili aspettando le nove del giorno seguente, con accanto il cane e con la coppetta del gelato da buttare. Così la sua visione le aveva detto.

 

 

 

 

 

- Come sarebbe a dire "il cane ha bisogno della gabbia"? - sbraitò Luna, sbattendo le mani sulla scrivania dell' assistente di volo che aveva davanti - Non ho gabbie e Leoine è solo un cucciolo! -

- Mi stia a sentire - ribatté pazientemente la donna, cercando di calmare Luna alzando le mani e facendole segno di darsi una regolata - Sia ragionevole: dove crede che possa tenere il cane, seduto accanto a lei? O gli trova una gabbia, oppure chiama qualcuno che possa tenersi quella palla di pelo -

- Lei è proprio una puttana - sbottò in finlandese, beccandosi un'occhiataccia degna da primato ma, per risposta, lei la freddò con un sorrisino divertito - Arrivederci e grazie. Per sua fortuna non capisce il finlandese -

Leoine, fra le sue braccia, uggiolò piano mentre usciva e si recava di nuovo alla cabina telefonica. Mise dentro qualche dollaro e compose il numero di Bam con tutta la tranquillità di questo mondo, malgrado un grasso signore stesse aspettando battendo i piedi a terra, sospirando e tossendo rumorosamente di tanto in tanto.  Fece finta di niente, appoggiandosi la cornetta contro l'orecchio e restando ad ascoltare il ripetersi in continuazione degli squilli... Finché non risposero - Chiunque tu sia, Bam non c'è, è appena uscito con sua moglie e probabilmente tornerà domani, ma da testa di cazzo quel è si è dimenticato il cellulare a casa -

Luna sbiancò pesantemente, sentì la terra mancarle sotto i piedi e la testa le girò forte: era Ville. Ville aveva risposto al posto di Bam. E pensare che era proprio per lui che se ne stava andando. Era proprio per lui che stava momentaneamente lasciando i Vampires, per colpa sua che stava così male... - Il... - mormorò, poi si schiarì la voce, mascherando quella tremula e impaurita con una dura, persino spaccona - Il tuo cane. Vieni a prendertelo, è all'aeroporto -

Ville non rispose subito e, quelli che furono secondi le apparvero delle ore, dei giorni. Il braccio infatti, quello che reggeva la cornetta, iniziò davvero a farle male - Luna...? - mormorò ad un certo punto.

- Leoine è all'aeroporto - ridisse - Vieni a prendertelo o non posso partire -

- Resta dove sei -

La sua voce, dura e tagliente, fu più diretta di un calcio nel fondoschiena. Infatti si limitò a rimettere apposto la cornetta e a prendere di nuovo in braccio il piccolo Leoine che, ormai, aveva distrutto completamente la coppetta del gelato.

- Ecco, è tutta sua - sbottò Luna, uscendo e passando di fianco al grosso signore, che guardò il cielo ringraziando Dio ad alta voce - Spero solo che riesca ad entrarci, nella cabina -

Detto questo, si dileguò completamente dalla vista di lui e si accasciò stanca su di una panchina. Sta arrivando, si disse, mentre ingurgitava saliva e si tormentava le unghie con la bocca Sta arrivando, sta arrivando, sta arrivando.

Stette ferma immobile, incollata alla panchina per più di mezz'ora, forse anche un'ora. E appena riconobbe la porche nera parcheggiare non poco lontano da lì, i brividi avuti fino a qualche minuto prima, raddoppiarono e triplicarono, partendo dal cervello ed espandendosi lungo tutto il corpo.

Il cuore le batteva all'impazzata, forse persino troppo e, quando lo vide scendere e chiudere con quella che lei definì rabbia, la portiera della macchina, chiuse piano gli occhi e si morse il labbro fino a farlo quasi sanguinare. Ma ce ne sarebbe voluto prima di farla arrivare a quei livelli.

Lui non fu da meno, la vide e si bloccò a metà strada, riconoscendo a stento il cane che aveva appena acquistato. Sapeva, lo sapeva che lei aveva visto che il bacio, anzi, i baci di Jonna erano stati ricambiati tutti, tutti nessun escluso... Nobody's excluded. Ma sapeva anche che Luna era a conoscenza del fatto che in teoria, Jonna era la sua ragazza, quella ufficiale. E questa non è una scusa si disse.

Leoine scese buffamente dalle gambe di lei e corse in contro al suo padrone ancora più stupidamente di quanto fosse sceso dalle sue gambe. Ville si ritrovò a prenderlo in braccio e a sbuffare, dal suo punto di vista quella era una condanna. Luna lì vicino si limitò a d alzarsi e a girargli le spalle. Sarebbe anche tornata all'interno dell'aeroporto se Ville non l'avesse richiamata - Non voglio più niente da te, pensavo lo avessi capito - sibilò Luna a bassa voce, Ville infatti fece quasi fatica a comprendere.

- Ma che è successo, si può sapere? - Bravo coglione, fai finta che non sia successo niente. Fa finta di non essere il colpevole, avanti... The show must go on, no? (Kuji...TIENIMI!!XD Nd Gin)

- Lo sai benissimo, quello che è successo - ribatté lei, sforzandosi di non piangere e di non girarsi. No, lei non avrebbe pianto, non gli avrebbe mai mostrato la sua debolezza più grande. Ma per quanto poteva continuare a fingere che quella che le scendeva dagli occhi era semplice acqua? - Hai uno strano modo di far passare tre secondi, lo sai? -

- E per questo torni in Finlandia? Perché ho baciato la mia ragazza, quella con cui sto da anni? - La bestia dentro di sé, emise un lungo gemito sommesso, mentre graffiava con gli artigli affilati l'interno del suo stomaco, provocandogli lunghe fitte dolorose che quasi gli arrivarono al cervello - Dimmelo Luna, voglio sentirtelo dire -

- Adesso mi hai rotto! - sbottò e, quasi senza volerlo, la testa si girò verso Ville, mostrandogli le lacrime che avevano iniziato già da tempo a solcarle il volto pallido - Mi stai dando la colpa? Secondo te, è colpa mia se mi piaci così tanto? E' colpa mia se voglio stare con te? E' colpa mia se, malgrado ci nascondiamo dal mondo intero, ho voglia di urlare come una cretina che mi sono innamorata di te? -

La bestia di Ville si fermò nel gesto di conficcargli di nuovo le unghie nello stomaco ed emise un verso molto simile alle fusa e lui, allargò gli occhi verdi e lasciò che un lungo brivido lo percorresse da testa a piedi - Non fare quella faccia! - sbottò Luna - Secondo te perché ho accettato di stare con te così facilmente? E' da quando ho quindici anni che non ho una storia... E se ti amo non posso farci niente... Niente! -

Fu uno scatto veloce, velocissimo delle gambe di Ville, ad impedirle di farla entrare nuovamente all'aeroporto. Luna ebbe i brividi, quando sentì le braccia del darkman circondarle frettolosamente la vita ed attirarsela contro. Sentì la pelle del suo collo schiacciarle contro il naso e venne avvolta dal suo profumo forte e virile che stentava quasi a ricordare...  Ebbe lo strano impulso di allontanarlo ma una parte della sua coscienza la sgridò severamente e fu costretta a restare ferma immobile, restando ad ascoltare il respiro calmo e regolare di lui.

- Non andare, ti prego - mormorò contro il suo orecchio –Non andare adesso... -

- Se vado è solo colpa tua - rispose usando lo stesso tono malleabile, triste e persino delicato che aveva usato il frontman degli HIM - Cosa sono io per te, Ville? -

Quella domanda gli fece allentare un po' la stretta per permettergli di guardarla dritto negli , occhi sporchi di lacrime che lei stessa si affrettò a nascondere, asciugandole con la manica della felpa - Cosa sono io per te? - richiese. Sentì Leoine agitarsi accanto i suoi piedi.

Ville non riuscì a rispondere: la bestia dentro di lui iniziò a spingere con la testa contro il suo stomaco, come ad incitarlo a rispondere al più presto Diglielo cos'è lei per te, fallo coglione, fallo! Ma niente. C'era qualcosa che lo bloccava, provò ad aprire la bocca ma non emanò nessun suono.

- Perfetto - mormorò assente Luna, abbassando lo sguardo a terra - Di agli altri che non serve che mi rimandino la roba, tanto fra un mese sono di nuovo qui. Il tempo di stare un po' con i miei figli e di riacquistare la voglia di cantare per qualcuno che non sia tu -

Ville e la bestia si fermarono all'improvviso: se avesse potuto, la bestia lo avrebbe guardato negli occhi con la sua stessa confusione e con il suo stesso stupore - Figli? - chiese con un filo di voce impercettibile - Hai detto figli? -

- A quindici anni un gruppo di teppisti mi ha stuprata e sono rimasta incinta di uno di questi. Ho avuto due gemelli, un maschio e una femmina. Hanno cinque anni ed era la madre dei gemelli della mia band a prendersi cura di loro, prima che si ammalasse così gravemente, fino a portarla a morire -

La bestia -e a momenti anche il frontman degli HIM- si mise a ruggire rabbiosa, stupita... ferita - Perché non me lo hai mai detto? Perché non mi hai mai detto niente di tutto ciò? - la strinse forte per le braccia, scuotendola leggermente - Avrei potuto aiutarti... -

- Ma lo vedi come sei? Ti incazzi per niente... Come posso pretendere qualcosa da uno come te? Sono davvero una stupida -

Queste sono le cazzo di parole che fanno male si disse lui, lasciando ricadere le mani lungo i fianchi Ora lascia che tutto scorra, che tutto torni come prima e che la tua vita vada avanti, hai già fatto abbastanza casini, coglione - E scommetto tutto quello che ho che se anche fossi venuta a dirtelo prima, tu ti saresti spaventato e mi avresti lasciata. Quindi tanto vale no? -

- No, porca troia - sbottò per risposta - Io non so come avrei reagito, come posso saperlo? Forse ci sarei restato un po' così, avrei preso un po' di paura... ma non ti avrei mai lasciata. Hai due bambini. E allora? Che ben vengano. Ho abbastanza amore per tutti quanti -

- Non hai nemmeno le palle di lasciare quella baldracca della tua ragazza. Non hai le palle di dirle la verità. E se succedesse anche nel mio caso? - chiese lei, dandogli le spalle - Se tu mi avessi tradito, avresti raccontato le stesse bugie? E credo che se non hai le palle per dire queste cose a Jonna... -abbassò lo sguardo, asciugandosi le lacrime - Non avrai neanche le palle di fare il padre. A questo punto preferisco fare la madre da sola. -

Non ci furono altre parole. Luna entrò all'aeroporto lasciandosi alle spalle tutto quanto e Ville restò a fissare le porte che si chiusero alle sue spalle con Leoine accanto a lui. Fermo e più o meno con lo stesso sguardo confuso e triste del darkman.

Qualche mese dopo Luna tornò in America e incise la parte vocale del cd dei Vampires, che erano restati lì a godersi la vita da metallari incalliti nella villa di Bam. Ville non mise piede nella sala di registrazione, quando Luna doveva registrare le sue parti cantate.

 

 

  
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