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Autore: micRobs    05/12/2012    5 recensioni
Sebastian/Thad | Long-Fic, AU | Fluff e Feelings a palla
Storia di un ragazzo che scriveva lettere a nessuno. Ma se poi nessuno rispondesse?
Dal primo capitolo. "Il fatto che poi le sue idee da visionaria mi si siano infilate tipo tarlo nel cervello, contribuisce solo a farmi sperare che non si presenti mai più sull’uscio di casa mia. La prossima volta, lei e i biscotti all’anice se ne tornano da dove sono venuti senza troppe cerimonie."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pairing: Sebastian / Thad
Genere: Sentimentale / Romantico / Generale / Commedia
Avvertimento: AU (probabile OOC conseguente) / Fluff a morire / Angst lieve e di passaggio / Feelings a palla.
Rating: Verde
Capitoli: 2/12
Note d’Autore: Tante e alla fine.
Note di Betaggio: Lei che beta, lei che fa i meravigliosi banner, lei che fa tutto. Questa storia non sarebbe nulla senza Vals.

 

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Capitolo 2.

Sì, decisamente dovresti accertarti della destinazione di questi pezzi di carta, mio caro T. H.. Non so te, ma una persona con un minimo di sale in zucca eviterebbe almeno che li trovino degli sconosciuti e che i suddetti si facciano qualche risata dinanzi alle tue tragedie greche – tue, mi permetto di darti del tu.

Ad ogni modo, non so molto di psicologi, biscotti all’anice – che per altro mi fa un po’ schifo – e di apparenze. Detto sinceramente, io faccio sempre e solo quello di cui ho voglia; e poco c’entra l’altruismo, poco c’entra l’essere succubi di qualcuno o l’avere compassione; se faccio qualcosa per qualcuno è perché ne ho voglia. Anche scrivere questa sorta di lettera ad uno sconosciuto che aveva solo voglia di buttare una serie di parole al vento e lasciarle in mano ad un postino che, evidentemente, non aveva idea di che fine dovessero fare; anche questo fa parte della volontà. Avrei potuto lasciarti continuare a scrivere al nulla e rotolarmi dalle risate sulla mia poltrona, ad ogni tuo piagnisteo, ma se ti scrivo è solo perché qualcosa dentro di me mi dice che hai bisogno di essere ascoltato – non solo sentito – e di vederti arrivare, di conseguenza, una risposta che ti faccia capire quanto tu sia idiota!

Idiota, sì. Posso darti dell’idiota? Idiota in senso buono, sia chiaro; non vuole essere propriamente un’offesa. Dico solo che forse dovresti acquisire un po’ di quiete e non prendere sempre tutto quello che ti capita come qualcosa che possa distruggerti dentro. Detto in altre parole, fregartene.

Ho letto una volta, da qualche parte, che il miglior rimedio per far rosicare gli altri è sorridere. Io, spesso, ci aggiungo il cantare; è un toccasana davvero.

E mi odierai dopo aver letto questa manciata di consigli spassionati, visto che mi è parso avessi una specie di allergia agli psicologi. Prendila semplicemente per quello che è, questa lettera, e sta’ attento la prossima volta che scrivi “a nessuno” perché, per come la vedo io – e per come la vedrebbe chiunque non avesse voluto sbarazzarsi di un foglio di carta senza pensare che la buca della posta non è un cestino dell’immondizia – ad ogni lettera va una risposta.

 

Lo psicologo n° 2.

S. S.
 

P.S. Non sono più intelligente di te, vedi? Non sono neanche certo che l’indirizzo a cui sto per spedirti la risposta sia quello giusto. Spero giunga a destinazione.

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Ad ogni lettera va una risposta? Cos’è, un modo per farmi sapere implicitamente che volevi che ti ringraziassi per esserti preso dieci minuti del tuo tempo da dedicare a me e alle mie crisi esistenziali? Beh, grazie, ma ti faccio notare che, se avessi necessitato di qualcuno che mi rispondesse, avrei scritto alla “Posta del Cuore” o avrei preso un appuntamento con l’amica di mia madre. Il fatto che io abbia deciso di imbucare quel pezzo di carta, non ti autorizzava a farti carico di problemi evidentemente non di tua competenza e né di certo ti autorizzava a darmi dell’idiota – cosa che potrei anche ammettere di essere, ma che comunque non cambia le cose, specialmente se detto da uno sconosciuto.

Che poi, cosa dovresti essere tu? No, perché sono piuttosto certo che i postini abbiano il compito di consegnarle le lettere e non di “rotolarsi dalle risate” sulle proprie poltrone leggendole. Il che non è molto professionale da parte tua, mio caro S. S. – che, se posso permettermi, sei l’ultima persona qualificata per darmi consigli di moralità, visto che hai appena ammesso di aver riso di me e delle mie “tragedie greche”. Quindi cosa sei? Un portalettere canterino che, talvolta, dispensa buoni consigli a chi ne ha bisogno – che, lasciamelo dire, è un’immagine vagamente disneyana e sa tanto di “già visto” – o qualcuno con tanto tempo libero e con il bisogno di essere ascoltato, oltre che di ascoltare?

Per quanto mi riguarda, io faccio quello che voglio, come voglio e con chi voglio. Scusami tanto se, talvolta, gradirei un minimo di riconoscenza o quantomeno di considerazione per il tempo che dedico agli altri. Ciò non toglie che continuerò comunque a comportarmi come ho sempre fatto, ma vorrei evitare di sentirmi come se fossi stato io ad aver fatto qualcosa di sbagliato. Non è propriamente una bella sensazione, sai?

Pensa, non sarebbe frustante per te se adesso non mi prendessi due minuti per ringraziarti di esserti preso la briga di rispondermi? Certo, nessuno ti ha chiesto di farlo e, certo, i tuoi modi non sono stati esattamente i più gentili, ma so riconoscere quando qualcuno fa – o almeno prova a fare – qualcosa per me e, pertanto, mi sento in dovere di dirti grazie. Grazie per esserti fatto gli affari miei, ma pur sempre grazie.

T. H.

P. S. “Furbizia portami via” come hai fatto a trovarmi? Sono piuttosto inquietato, lo ammetto.

P. P. S. I biscotti all’anice, se fatti bene, hanno un loro perché e, per quanto io non sopporti la psicologa impicciona, ammetto che i suoi sono particolarmente buoni.

P. P. P. S. Mi sono permesso di darti del tu, immagino non ti dispiaccia, visto che ho notato che TU hai fatto lo stesso.

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"Furbizia portami via”, esatto. Anzi, io la definirei, più che altro, arguzia. Sai com’è, sono un patito di gialli e polizieschi – da bambino mi piaceva fingermi un detective e cercare indizi per scoprire chi si era sgraffignato i miei giocattoli preferiti.

Semplicemente, non avresti dovuto usare dei fogli di un blocconote promozionale. Come avrai intuito, se non eri troppo impegnato a fare il ragazzino antipatico, so leggere e la scritta “Studio legale di J. Harwood” diciamo che mi è saltata all’occhio subito. Il resto è stato facile: le tue iniziali, T. H.; il fatto che tu sia già al terzo foglio dello stesso blocconote; J. Harwood – un tuo parente, di sicuro, e visto che la lettera è giunta in così poco tempo, deduco si tratti proprio di tuo padre; Harwood è quindi il tuo cognome. Sì, è stato particolarmente stupido da parte mia, inviare una lettera senza sapere per certo se quel J. Harwood avesse o meno a che fare con te; ma la probabilità che non fosse così era di un 20% e quindi…

Per il resto, no, non mi aspettavo un ringraziamento e neanche un ringraziamento così poco sentito; sembrava proprio che tu non volessi che qualcuno leggesse le tue lettere; o meglio, il tuo subconscio voleva essere ascoltato, ma il tuo orgoglio no. Forse dovresti innanzitutto fare chiarezza dentro di te e imparare ad apprezzare quando qualcuno cerca di superare, sebbene in maniera un po’ minimale, la barriera che ti crei attorno.

Riguardo la mia incapacità di starmene al mio posto, d’accordo, mi scuso. Il fatto è che se qualcuno imbuca una lettera, nel mio lavoro rientra anche il consegnarla. Ho tentato di scovare un indirizzo dentro la busta, dietro il foglio, ma quando non ne ho trovati, mi sono detto “apriamo, può darsi che vi è qualcosa all’interno”. Non c’era nulla. E l’ho letta, hai ragione, è colpa mia; ma sono un tipo molto curioso, che posso farci?

E poi, fammelo dire, da che mondo è mondo, quale persona sana di mente imbucherebbe una lettera sulla quale sono scritte cose che vuole che rimangano una specie di segreto?

Avrei benissimo potuto rispedirla a J. Harwood, e J. Harwood l’avrebbe aperta e avrebbe scoperto le milioni di cose che turbavano suo figlio/nipote/pronipote/cugino/quello che è. Dubito che avresti voluto che andasse così.

Quindi, nulla, prendimi pure per un impiccione, ma la verità è che sei tu a non riuscire ad ammettere che avevi bisogno di una parola che facesse cadere il castello di carte che ti eri accuratamente costruito attorno; e perdonami se te lo dico, ma era un castello veramente instabile, sarebbe crollato ugualmente: tante persone ti deluderanno nella vita, ma non sarà mai troppo tardi per camminare a testa alta.

 

Il postino squattrinato, dispensatore di consigli mai ascoltati.

S. S.
 

P. S. La prossima volta, insieme alla lettera, spediscimi qualche biscotto all’anice dell’amica di tua madre. Chissà, potrebbero piacere anche a me.

P. P. S. Eri divertente alla prima lettera. Ora non più.
 


Quando dico che Vals è la mia metà, io intendo questo; quando dico che è il Sebastian del mio Thad, io intendo esattamente questo. Scrivere questa storia è stato allucinante e giuro che non mi viene in mente un’altra parola adatta per descriverlo. Non avevamo un plot, non sapevamo dove ci avrebbe portate la cosa: abbiamo semplicemente iniziato a scrivere – in realtà, io ho iniziato e poi lei mi è venuta dietro – però ci tengo a precisare il fatto che Handwritten è completamente improvvisata. Così come Thad non sapeva cosa gli avrebbe risposto Sebastian, così io non sapevo cosa mi avrebbe scritto Vals nell’interpretarlo.

È stato allucinante, ma è stata una delle cose più belle che io abbia mai fatto e non posso ancora credere alla fortuna che mi ritrovo nell’avere una persona con cui ho una complicità tale da poter fare una cosa del genere.

Dunque, arrivati a questo punto, ci siamo: l’idea è completa e adesso sapete cosa c’entra Vals nella scrittura e come interviene Sebastian. Speriamo di non aver fatto un completo casino e di essere riuscite a sorprendervi almeno un po’, noi ce l’abbiamo messa davvero tutta.

E, Sere, inserisci pure qui le dichiarazioni d’odio e le minacce di morte, grazie. Tanto lo so che ci adori, ma io adesso ho ancora di più l’ansia per la paura di averti delusa! Sorry xD

Detto ciò, un grazie immenso e una valanga di baci a tutti coloro che hanno accolto Handwritten con entusiasmo: i numeri sono veramente grandi e io e Vals ancora ci guardiamo domandandoci tra quanto ci sarà la fine del mondo. Grazie, grazie, grazie: per noi conta moltissimo <3

E nulla, a mercoledì prossimo,

Robs&Vals

   
 
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