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Autore: _Falsa Pista_    05/12/2012    4 recensioni
"Gli era stato insegnato a disprezzare i babbani e lui li disprezzava.
Ma per la prima volta si chiese se era così vero e giusto quello che gli avevano insegnato."
Sirius Black, a sei anni, per la prima volta prova a riflettere sugli insegnamenti della sua famiglia.
Spero di avervi incuriosito almeno un po', entrate e leggete.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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.Per la prima volta.
 
Sirius Black aveva sei anni.
Gli era stato insegnato a disprezzare i babbani e lui li disprezzava.
Gli era stato insegnato che il suo sangue era diverso e che valeva di più di quello  di tutti gli altri e lui lo credeva.
Gli era stato detto che i mezzosangue, i natibabbani e i babbani erano e andavano trattati da esseri inferiori e così lui faceva.
Sirius, a sei anni, era un perfetto rappresentante della famiglia Black.
Era estate e Sirius stava camminando insieme alle cugine Narcissa e Bellatrix. Quel giorno i suoi genitori erano dovuti andare ad una tale udienza al Ministero della Magia, ma non aveva capito bene per quale motivo. Sapeva solo che centrava un’ inutile babbano presuntuoso.
Così era stato affidato per un giorno alle cugine, che ora camminavano veloci davanti a lui.
-Senti Bella, non credo che il precettore sarebbe contento se venisse anche Sirius; non gli piacciono molto i bambini e poi Sirius non sta fermo un attimo- disse Cissy.
 -Lo so, e pensare che tutto questo solo per colpa di uno sporco babbano presuntuoso- rispose Bellatrix arrabbiata.
Le due sorelle continuarono a camminare spedite nelle strade affollate di Londra, piene di turisti vocianti, per niente intimoriti dal caldo, con grosse macchine fotografiche al collo e zaini pieni di souvenir.
-Senti Cissy, perché non lo lasciamo qui? E’ abbastanza grande ormai, ed è ora che impari a stare un po’ da solo. Torniamo a prenderlo quando finisce la lezione-
-Hai ragione. Guarda, la c’è un parco, lasciamolo li-
Le due sorelle, sempre con il piccolo Sirius al seguito cambiarono direzione e si avviarono verso un parco giochi affollato di bambini.
Arrivate davanti ad una panchina si fermarono e fecero sedere Sirius.
-Ora, Sirius, ascoltami bene.- iniziò Bella chinandosi per essere all’altezza del bambino - Io e Cissy dobbiamo andare a lezione, ma al precettore non piacciono i bambini, quindi non puoi venire. Ci aspetterai qui, senza muoverti e senza andartene in giro, come un vero bambino grande. Siamo d’accordo?-
-Si-
-Quando torniamo ti dobbiamo trovare su questa stessa panchina- precisò Cissy.
-Va bene- disse Sirius
-Mi dispiace lasciarti tra tutti questi stupidi babbani, ma non possiamo fare altrimenti. A dopo Sirius, fai il bravo- disse Bella, prima di alzarsi e allontanarsi con la sorella, lanciando occhiate di disprezzo ai piccoli babbani che correvano tutt’intorno.
Una volta solo Sirius rimase seduto sulla panchina, dondolando le gambe avanti e indietro e osservando i bambini correre su e giù per lo scivolo e l’altalena.
Dopo un po’ gli si avvicinò un bambino coi capelli chiari e le lentiggini.
-Vuoi giocare con me?- chiese
- No, io sono un mago, non gioco con voi- rispose Sirius indicando con una mano i bambini vocianti.
-Cosa credi, se lo sei tu allora anche io sono un mago- rispose il bambino.
-Non ci credo- replicò Sirius.
-Chiedilo al mio papà, se non è vero- insistette il bambino in tono di sfida indicando un signore giovane che si stava avvicinando.
-Ehi, papà, vero che sono un mago? Lui non ci crede-
-Certo che sei un mago,- rispose il signore sorridendo dolcemente a suo figlio - un mago molto potente-
-Visto, cosa ti dicevo?- disse il bambino.
-Se è così allora possiamo giocare- rispose Sirius convinto dalle parole del piccolo babbano sognatore. Si alzò dalla panchina.
I due bambini cominciarono a giocare, correndo su e giù per lo scivolo e dondolandosi a turno sull’altalena.
Sirius si stava cominciando a divertire sul serio, tanto che si era dimenticato addirittura del divieto delle cugine di muoversi.
Preso dall’entusiasmo corse su per gli scalini dello scivolo e si spinse giù velocissimo…  travolgendo una bambina babbana che stava passando incautamente ai piedi dello scivolo. Il risultato fu che la bambina si sbucciò un gomito e Sirius un ginocchio.
La bambina si mise a piangere, mentre Sirius, incredulo, continuava a spostare lo sguardo dalla propria ferita a quella della bambina: in entrambe cominciavano a comparire alcune lucide goccioline di sangue. Aguzzava lo sguardo cercando, inutilmente, la differenza che c’era, ci doveva essere, doveva solo riuscire a trovarla.
All’improvviso un’idea strana si fece largo nella sua mente.
Forse effettivamente non c’era nessuna differenza.
Forse, effettivamente, il sangue suo e quello della bambina, contrariamente a quello che gli avevano sempre detto, erano davvero uguali.
Stesso colore, stessa intensità, stessa importanza.
La bambina venne presa in braccio dalla madre, che si allontanò per consolarla.
Scosso Sirius fece per alzarsi, per raggiungere il bambino lentigginoso che si credeva un mago che lo stava chiamando da in cima allo scivolo.
-Fermo, aspetta un secondo- il padre del bambino si stava rivolgendo proprio a lui.
-Siediti un attimo, che ti pulisco la ferita-
Senza riflettere Sirius obbedì.
Il padre del bambino tirò fuori un fazzolettino, ci versò sopra un po’ d’acqua da una bottiglietta e gli pulì la sbucciatura.
-Ti sto facendo male?- chiese il signore premuroso.
-No- mentì Sirius.
- Anche tu sei un mago?- chiese poi. La domanda gli era uscita senza volerlo.
-Oh, no. Io no- rispose il signore sorridendo.
-E allora perché mi hai aiutato?- chiese Sirius confuso. Aveva bisogno di capire.
Questa volta però, anche il signore non capiva: -Perché non avrei dovuto aiutarti? Aiuto anche i piccoli maghi, se hanno bisogno-
All’improvviso Sirius si alzò e corse verso la panchina: stavano arrivando Bella e Cissy per tornare a casa.
-Bravo Sirius,- disse Cissy – stai diventando veramente un bambino grande-
Sirius si alzò seguendo le cugine verso casa.
Mentre camminava continuava a rimuginare.
Gli era stato insegnato che il suo sangue era diverso e che valeva di più di quello di tutti gli altri e lui lo credeva.
Ma non era riuscito a trovare nessuna differenza con quello della bambina.
Gli era stato detto che i mezzosangue, i natibabbani e i babbani erano e andavano trattati da esseri inferiori e così lui faceva.
Ma il signore non aveva esitato ad aiutarlo nonostante sapesse che lui era un mago.
Gli era stato insegnato a disprezzare i babbani e lui li disprezzava.
Ma per la prima volta si chiese se era così vero e giusto quello che gli avevano insegnato.
Sirius, a sei anni, smise di essere un perfetto rappresentante della famiglia Black.
 

Ciao a tutti.
Nuova storia, dopo un sacco di tempo.
Dato che non credo che Sirius fosse nato già “diverso”, ho provato a pensare alle cause delle sue idee diverse.
Spero che questa storiella vi sia piaciuta, nonostante io non ne sia completamente soddisfatta.
Come sempre le recensioni sono ben accette.
Ringrazio tutti quelli che leggeranno, ciao,
_Falsa Pista_
  
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