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Autore: All my Darkness    05/12/2012    2 recensioni
Caro diario,
cosa sono diventata? Mi guardo allo specchio, e non mi riconosco più. Se potessi tornare indietro a qualche anno fa... se la me bambina leggesse quello che sto scrivendo mi prenderebbe per superficiale ed insensibile, mi inveirebbe contro gridando " Ma cosa sei diventata?" e avrebbe anche tutta la ragione del mondo nel dirlo...

Una bambina di otto anni che cammina con la testa per aria, saltellando e facendo ondeggiare i corti capelli castani.
Una ragazza di tredici, dai capelli lunghi, che cammina con la testa per aria, trascinandosi verso la scuola.
La prima, solare e intraprendente, la seconda, insicura e fragile.
Eppure hanno gli stessi occhi.
E se si incontrassero?
Mia prima OS originale.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Immaginate una bambina dagli occhi verdi che cammina per strada saltellando.
Immaginate una ragazza dagli stessi occhi verdi che si trascina verso la scuola, una strana emozione nello sguardo, pochi giorni prima dell'esame che la renderà una liceale.
Immaginate me, 2 giorni prima del mio esame orale lo scorso giugno, scrivere piangendo questa piccola OS.
Primo tentativo di OS originale in assoluto.
Buona lettura!


C'è tanta gente attorno a me
fingono tutti
io ci credo
ma sono sola.
Potrei continuare a scrivere per ore
ma non posso.
Una vita che non mi rispecchia
sta reclamando la mia presenza.

La ragazza posò la penna e guardò il sole sorgere pallido di fronte a sé.
Era ora di iniziare una nuova giornata.

*****
_________________________________________________________________________

Non mi era mai capitato di dover andare in ufficio da mia madre, in Caserma, da sola.
Per quanto fossi una bambina responsabile, non potei che sentirmi un po' intimorita.
Attraversai la strada, attenta alle macchine, e proseguii sul marciapiede, guardando negli occhi i passanti e immaginando la loro vita, come se fossero tutti dei personaggi di un'intricata storia che riprendevo ogni giorno.
Portavo i capelli corti, un semplice caschetto, e vestiti che erano da capo a piedi smessi, cosa di cui non mi vergognavo affatto.

Alta per la mia età, esile e pallidissima, ero cresciuta in un paesino al mare, insieme a mia nonna, e questo avrebbe sempre lasciato un segno dentro di me, insieme alle decine di libri che divoravo, impressionando tutti per il mio modo di parlare, così diverso dalle mie coetanee.
Mi rendo conto ora che sono sempre stata diversa, emarginata in alcuni sensi e in tante situazioni, ma all'epoca non me ne curavo affatto.

Svoltai l'angolo, come sempre persa nelle mie fantasie, quando qualcosa, probabilmente qualcuno, mi sbattè contro.
Indietreggai d'istinto ed arrossii, cosa che mi capitava ogni cinque secondi, e capita anche adesso.

Avevo davanti una ragazza. Era un bel po' più alta di me, un po' troppo magra, e mi fissava con gli occhi sgranati: esattamente come i miei, i suoi erano verde scuro, grandi. Indossava un paio di jeans, una camicetta a quadretti blu e delle scarpe bassissime, delle ballerine, dello stesso colore. Ne avevo sempre desiderato un paio: la mia compagna di banco delle elementari ne sfoggiava uno al giorno, insieme a vestiti di firme a me sconosciute, almeno all'epoca.

- Scusami.- disse, con un lieve sorriso. - Ti ho fatto male?
Scossi la testa, ancora persa nell'ammirazione: non era grande come mia cugina, ma aveva qualcosa, forse nel modo di porsi, che me la fece sembrare subito familiare, amica.
Affidabile.

I capelli le arrivavano a metà spalle, dello stesso, identico castano chiaro dei miei, fermati da una semplice molletta: mi resi conto solo in quel momento che portava una grande borsa nera a tracolla, con disegnate sopra delle scarpette da ballo e la parola "Ballet".
- Come ti chiami?- domandai, riprendendomi ad un tratto e sfoggiando tutto il mio carisma.
- Anna.- rispose, amichevole. - Tu?
- Anche io mi chiamo Anna.
- E cosa ci fai, tutta sola, a quest'ora? - mi chiese, con fare materno.
- Sto andando da mia madre, in Caserma.- ammisi, fieramente.
- Io invece sto andando a scuola, ma manca ancora un po' alla campanella. Anche mia madre lavora in Caserma.
Fece un sospiro e si sedette su una panchina lì vicino, poggiando la borsa. Mi sedetti accanto a lei.
- Sei triste?- domandai, semplicemente. Lei mi guardò negli occhi, sorpresa.
- No, certo che no. Sono solo un po'... stanca, tutto qui.
In quel momento il suo sguardo fu catturato da un gruppetto di ragazze, all'apparenza molto più grandi di lei, che scherzavano e ridevano spintonandosi, sul marciapiede opposto.
- Secondo me sei triste.- affermai, risoluta.
Lei sorrise, ripuntando lo sguardo su di me. - No, non sono triste.- ripeté, pazientemente.
- Quelle ragazze laggiù vanno all'università?
Fece una risatina. - Hanno la mia età.
- Ah.- esclamai, sorpresa. - E tu vai all'università? Non per offenderti, ma sembri molto più piccola.
Rise di nuovo. - Io faccio la terza media, Anna. Ho tredici anni.
- Ma quelle ragazze sembrano molto più grandi.
- Lo so. Sono un po'... diversa.
Rimasi qualche secondo in silenzio, incerta se farle un'altra domanda o mettere da parte la mia caratteristica curiosità.
- Forse sono loro che sono diverse da te. L'hai mai vista così?
Lei sembrò sorpresa da quell'osservazione.
- Su qualunque piano lo si metta, secondo la società moderna sono io quella diversa.
- E' perchè?- chiesi, innocentemente - Hai dei superpoteri?
Scoppiò a ridere della mia ingenuità. - Forse.- rispose, dopo un po' - Se essere continuamente emarginata è un superpotere, allora posso definirmi una star dei fumetti!- sorrise, un po' forzatamente.
- Cos'hai che non va? A me sembri normalissima. E anche abbastanza gentile.
Mi sorrise. - Grazie, non posso esserlo più con nessuno ormai. Cos'ho di diverso? In sostanza niente. In tutta la mia vita, ho forse passato più tempo leggendo libri che parlando con persone, fantasticando che vivendo davvero. Forse perchè scrivo, o mi piacciono le poesie. Non lo so.
- Anche io scrivo!- mi illuminai tutta, contenta di poter parlare con qualcuno di quella mia passione segreta - Da quando mi hanno regalato un computer scrivo tante storie, la mia maestra dice che da grande diventerò una scrittrice bravissima! Tu cosa scrivi?-
Lei sorrise, ammirata, prima di rispondermi. - Un po' di tutto, poesie, riflessioni, storie.
Quella volta toccò a me essere ammirata. - Beata te, io devo aspettare di avere l'ispirazione! Ci sono giorni che non mi viene niente in mente e divento scontrosissima!
- La crisi da pagina bianca?
- Sì!
- Io quando non riesco a continuare una storia, o una poesia, guardo fuori dalla finestra e lascio correre i pensieri, butto giù quello che mi viene in mente su un quadernino e poi riprendo a scrivere, con calma.
- Bella idea! Lo farò anch'io. E comunque mi correggo, sei molto gentile e somigli tantissimo a mia cugina!
Sorrise di nuovo, un po' in imbarazzo, guardando l'orologio. - Sono le otto e dieci, devo proprio andare.
- Di già?
- Sì.- si alzò e mise la borsa sulle spalle, sospirando. - Mi ha fatto piacere parlare con te, Anna. Mi ricordi molto me quando ero piccola, senza peli sulla lingua e che salutava gli sconosciuti per strada. Darei qualunque cosa per ritornare ad essere così.-
Saltai giù dalla panchina e presi un pezzo di carta e una penna dal mio zainetto. Scarabocchiai qualcosa in un bigliettino, lo piegai e glielo diedi, sorridente.
- Anche tu mi sei molto simpatica, e arrossisci un po' troppo, proprio come me. Questo è il mio indirizzo, se ti va, scrivimi una lettera!-
Prese il bigliettino e se lo mise in tasca. - Va bene, ci scriviamo, allora!
La guardai andarsene, camminando in un modo un po' buffo e con lo sguardo alto a guardarsi intorno, forse ammirando le foglie degli alberi.
La vidi, dopo un po', aprire il bigliettino e smettere di camminare.
Era il suo indirizzo.

*****
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Se siete arrivati fino a qui vuol dire che non deve proprio aver fatto schifo :)
Spero che vogliate lasciarmi un commentino.
Questo è il mio profilo FB, se volete fare quattro chiacchiere o chiedermi qualcosa sono a disposizione!

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Grazie per aver letto, un bacio e alla prossima!
  
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