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Autore: SeaweedBrain    05/12/2012    2 recensioni
Ormai è passato un anno dalla caduta di Crono, e tutto sembra essere tornato al suo posto.
Purtroppo le cose non vanno esattamente come tutti si aspettavano, niente e vissero felici e contenti! Un nuovo enorme numero di ragazzi arriva al campo, e questo rivelerà nuove sorprese al gruppo di ragazzi, intanto nuova minaccia incombe sul mondo degli Dei e quello degli Uomini, più spietata e più potente di prima!
E' il tempo per Percy ed i suoi amici di tornare a lavoro...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era come se l’inferno si fosse trasferito al campo, non riuscivo a muovermi, ero quasi paralizzato, la mia cabina il lontananza stava bruciando. Riuscii a muovermi solo quando una lancia mi si spesso contro il petto, e la ricambiai con un colpo di lama il mostro che aveva appena cercato di ammazzarmi. Alzandomi di scatto vidi che tutti c’eravamo fermati per qualche secondo a vedere questo terribile spettacolo, ed allora i versi della profezia mi tornarono in mente.
Vedrai infine la tua casa sprofondare nelle fiamme distruttrici, ed il tuo stesso sangue piangere delle morti infelici.
Il Campo stava andando al fuoco, ed i miei amici stavano iniziando a prendere eccessivi colpi da questi nemici. Corsi come una furia facendomi largo fra la folla che aveva ripreso i combattimenti con il cuore in gola.
-Percy!- sentii un urlo, l’ennesimo, alle mie spalle, ma riconobbi la voce, anzi, le voci.
Erano Talia e Luke che fianco a fianco, accerchiati da alcuni mostri e combattevano in maniera quasi perfetta, lei usava le frecce e la sua egidia, lui la sua spada.
-Ragazzi!- urlai in tutta risposta cercando di capire.
-TYSON E’ DENTRO!- urlarono in coro.
Tyson. Ecco che il cuore mi si fermava nuovamente. Ecco il mio pensiero era rivolto a lui in quel momento, dov’era? Non lo avevo visto, e non avevo pensato a dove potesse essere, ed ora lo sapevo.
Iniziai a correre più velocemente, Tyson era dentro, il fuoco non faceva male ai ciclopi, ma ero ugualmente preoccupato per lui.
-Katniss!- urlai allora vedendola che combatteva contro un segugio infernale insieme a Summer.
Kat gli lanciò una freccia nell’occhio e Summer gli tranciò la testa in un solo colpo facendolo disintegrare.
Quelle senza pensarci due volte mi seguirono con i volti tetri verso le cabine.
 
Non riuscivo a reggerlo, non potevo sopportarlo. Mentre correvo nel nostro spiazzale, ogni cabina, sia quelle vecchie, sia quelle  nuove, erano state bruciate. Era straziante vedere questa scena. Alcuni ragazzi di Afrodite, fra i quali il ragazzo che avevo salvato prima, stavano piangendo mentre cercavano di spegnere l’incendio, ma niente, altri in momenti di distrazione a causa di questi incendi, vennero colpiti senza pietà, e fu il caso di Katie Gardner, che per proteggere sua sorella minore, la piccola Bambi, che nonostante la sua lancia era ancora piuttosto inesperta ed impaurita.
Già uno dei fratelli Stoll era accorso ad aiutare la piccola mentre piangeva sul corpo della sorella.
Ma la mia cabina. La dentro avevo dei bellissimi ricordi. Era stata edificata migliaia di anni addietro, ed ora era un cumulo di fiamme.
-NO!- continuavano ad urlare Summer e Katniss alla vista delle cabine.
Nessuna delle due riuscì a trattenere le lacrime davanti a quello spettacolo, ed iniziarono a piangere.
Provai a concentrarmi con tutto me stesso, pensando all’acqua, a mio padre, al fiume vicino, a tutto quanto, per cercare di richiamare a me il potere dell’acqua. Un fortissimo getto d’acqua, proveniente dal fiume poco dietro, colpì la cabina, ma niente, continuava a resistere.
-Fuoco greco!- disse una voce alle mie spalle.
Era Nico, anche lui devastato, con i capelli sporchi di terra, ed un graffio sul braccio, intanto era accompagnato da Castore e Polluce anche loro stanchi ed affaticati con le rispettive lance in mano.
-Ha appena evocato degli scheletri-
-Non sappiamo quanto possono tenere a bada qualche mostro…-
Dissero i due sgomentati da quella vista.
-Io entro, c’è Tyson la dentro, devo aiutarlo!- esclamai verso di loro.
-No Percy, non farlo… vado io, non voglio perdervi… la profezia… tu… Tyson… il campo, ti prego!- iniziò a dire mia sorella piangendo.
Andai da lei e l’abbracciai forte, non volevo che capisse quanta paura potevo avere, dovevamo essere forti insieme.
-Va tutto bene, stai con Summer e cercate un uomo vestito elegante e fatelo fuori, io arrivo subito!- esclamai al suo orecchio per poi iniziare a dirigermi verso la Cabina numero tre che andava a fuoco.
 
Entrando le fiamme mi stavano letteralmente bruciando, sentivo il calore iniziare ad arrostirmi, e non era una bella situazione. Uno dei legni del soffitto era caduto a terra ed impediva parzialmente il passaggio delle persone, ma mi abbassai e strisciai a terra riuscendo ad andare.
-TYSON; DOVE SEI?- urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, prima che il fumo tossico iniziasse ad entrarmi nei polmoni.
-PERCY… - sentii una voce in lontanaza –SONO QUI!-
Il suo “qui” era parecchio generico, ma voltandomi qualche volta in quel caos di fiamme, lo vidi.
Tyson era a terra con le gambe bloccate da una trave che gli era caduta addosso insieme a parte del tetto e delle cose in marmo che avevamo la dentro. Corsi verso di lui.
-Percy, tu sei venuto a prendere me.-
-Ovvio, sei mio fratello, non ti avrei mai abbandonato!- esclamai cercando di sembrare contento, ma ovviamente la cosa mi riusciva parecchio difficile.
-Ora mi dai la mano ed io cerco di tirarti fuori, tu fai leva e cerca di uscire da li sotto.-
Quello non poté fare a meno di annuire serio mentre il suo unico occhio stava letteralmente piangendo, non so se a causa del fumo o se a causa della situazione.
Iniziai a tirare con tutte le forze che potevo avere, e sentivo che anche lui cercava di aiutarsi, e finalmente dopo qualche minuto, riuscii a tirarlo fuori da li. Aveva forse qualcosa di rotto, perché non riusciva a camminare in maniera corretta ma zoppicava, e finalmente riuscii a portarlo fuori di li.
 
Non appena uscii fu un sollievo prendere una boccata d’aria fresca, per così dire. Castore e Polluce mi vennero ad aiutare a prendere mio fratello Ciclope, Katniss ci corse incontro spaventata ma sorridente mentre aveva ancora le lacrime agli occhi per tutto quello che era successo.
Intanto vidi che Summer era ancora la davanti alla sua cabina poco vicino alla mia in ginocchio che piangeva ed aveva gettato la spada a terra. In quel momento un altro di quegli uccelli demoniaci di prima le planò parecchio vicino mentre cercava di afferrarla con gli artigli metallici che si ritrovava, ma un ragazzo le corse incontro e la fece spostare appena in tempo.
-Lasciami stare!- urlò lei.
Era lo stesso figlio di Afrodite che avevo salvato prima, ora senza elmo e con uno sguardo particolarmente triste.
-Summer!- urlammo tutti quanti dirigendoci verso di lei mentre ancora continuava ad urlare ed a piangere.
-Ehi, quello la ti ha appena rubato il lavoro…- disse mia sorella verso Nico cercando di sorridere, lui la guadò e così andò verso Summer.
La figlia di Zeus era parecchio sconvolta da tutto ciò e non oppose nemmeno così tanta resistenza quando Nico si avvicinò a lei e l’abbracciò per farla calmare.
-Era la nostra casa… ed ora non abbiamo più nemmeno questo!- disse Katniss guardando l’incendio.
-Questo era l’ultimo verso della profezia.- risposi a mia volta sconvolto.
-Non volevo che finisse così, non volevo che nessuno morisse o si facesse male… non volevo…- non la lasciai nemmeno finire di parlare, ma l’abbracciai in silenzio lasciando che anche Katniss per una volta si sfogasse.
 
Non restammo tantissimo in quel modo, sembrava quasi che il casino si stesse calmano, ma ovviamente non era così, la gente iniziava a disperdersi, e proprio mentre abbracciavo mia sorella, vidi Chirone che con Annabeth in groppa e Clarisse lanciavano urli di battaglia contro un mostro in particolare. Era l’unico lestrigone con ancora una cravatta attaccata al collo, che ringhiava e cercava di colpirli. Eccolo, il presunto capo di quella spedizione contro il Campo Mezzosangue, lasciai mia sorella che stringeva ancora l’arco, mentre andava per abbracciarla Travis, e mi diressi dalla mia ragazza tenendo sguainata Vortice.
Superai degli uccelli voltanti che cercarono di prendermi e finalmente mi trovai a fianco di Chirone.
-Oh, bene, finalmente ci incontriamo signor Jackson…- mi disse il mostro.
-Come avete osato attaccare il campo?- domandai quasi retorico mentre in quel momento allora l’ennesimo mostro cercava di attaccarci ma Chirone lo mandava in fumo con una freccia.
-Esattamente così, il mio collega me l’aveva detto che eri un tipo ostinato… comunque penso che quest’attacco basterà per farti cambiare idea e per avere una serie di nuove reclute!-
-MAI!- urlò Clarisse che era sul punto di esplodere di rabbia.
-Ragazzi, arrendetevi ora ed il resto del vostro campo verrà risparmiato, se no continuate a combattere, e morirete combattendo…-
-Preferisco morire combattendo piuttosto che arrendermi a te ed a Urano!- urlai in tutta risposta scattando in avanti per colpirlo. Però era molto veloce, infatti si scansò immediatamente e riuscì anche ad evitare tutti gli altri attacchi degli altri.
-Perfetto… questa è la riposta definitiva?..- disse il lestrigone mentre si toccava un piccolo auricolare all’orecchio –Ragazze venite pure…-
No. Altri nemici davvero non penso che eravamo in grado di contrastarli, specialmente perché avevo capito di chi si trattava.
Un acuto strillo iniziò ad alzarsi dalla foresta, erano voci femminili che conoscevo bene ed ebbi la pelle d’oca per un momento Deirdre era molto altrove, non poteva esserci lei, ma le altre nereidi al suo servizio… beh loro si che potevano.
Tutti quanti sconvolti vedemmo arrivare dai margini del bosco una serie di torce accese con del fuoco greco. Erano bellissime e letali, indossavano delle amature celesti, ed i loro capelli colorati erano adornati con delle perle. Lo facevano apposta.
-Non fatevi ingannare dal loro aspetto, vogliono uccidervi!- urlai ai ragazzi.
Vidi in lontananza un Chris Rodriguez che annuiva e cercava con lo sguardo Clarisse. Ecco questa era realmente la fine.
Dei figli di Demetra vennero accerchiati sotto ai miei occhi e tutti quanti stavamo iniziando a perdere colpi, le frecce scarseggiavano e per ogni mostro che facevo fuori me ne ritrovavo altri tre davanti a me pronti a combattere ed a morire.
 
La goccia che fece traboccare il vaso, penso che fu il fatto che gettarono a terra la statua di Zeus che si erigeva al centro del campo, suscitando un fortissimo frastuono. In quel momento l’ennesima esplosione ci fece sobbalzare ed il fuoco continuava a divampare. Tutto era in fiamme, non potevamo fare niente.
Così, mentre iniziavo a pensare, che forse non potevamo continuare a restare la, un lampo ed un terremoto mi fecero definitivamente perdere l’equilibrio e cadere a terra. La prima cosa che mi  venne in mente in quel secondo, fu che ormai erano riusciti a distruggere completamente le cose, ed io per quanto fossi forte e ben addestrato non riuscivo nemmeno a scalfire quel maledettissimo mostro.
Quando allora stavo riaprendo gli occhi per rialzarmi da terra, mentre tenevo ancora stretta in mano Vortice, fu l’odore di una forte brezza marina.
Lo ammetto, non riuscii a capire immediatamente quello che era successo, era avvenuto tutto molto in fretta. Da che ero a terra, a che vedevo un uomo con un mezzo sorriso in viso, una camicia hawaiana ed un cappellino di quelli da pesca, che mi tendeva la mano come per aiutarmi a rialzarmi.
Mio padre, Poseidone, era la davanti a me che mi tendeva la mano.
Cercai di mettere insieme le idee il più velocemente possibile, ma non riuscivo a capire come mai. Senza pensarci due volte gli strinsi la mano e lui mi tirò in piedi.
-Scusa per il ritardo, Percy, ma Afrodite ci ha fatto perdere tempo perché non sapeva cosa mettere per l'occasione…- mi disse lui facendomi l’occhiolino.
Sorrisi in maniera quasi ebete.
-Nessun problema, ci stiamo pensando noi a loro…-
-Lo vedo, ma non riuscirete mai a sconfiggerli, sono sotto la Protezione di Urano!- esclamò ora con sguardo cupo.
-La Protezione di Urano?-
-Storia lunga, ti spiegherò dopo-
In quel momento Katniss arrivò correndo ed urlando il mio nome, era quasi spaventata, ma la sua faccia divenne ancora più comica quando si rese conto con chi stavo parlando.  Ed ecco che per la prima volta Katniss Gilbert rimase senza parole. Lasciò quasi cadere l’arco ed iniziò a balbettare una serie di cose senza molto senso.
-Katniss, tesoro, sono felice di vederti…- le disse Poseidone allargando le braccia e facendo spallucce.
Mia sorella fece silenzio per un momento e poi scoppiò:
-OH MIEI DEI, CON TANTE OCCASIONI CHE HAI AVUTO PER POTERMI INCONTRARE SCEGLI ESATTAMENTE QUESTA? SE NON LO HAI NOTATO SIAMO IN UNA  BATTAGLIA…- e dopo tutte queste parole corse ad abbracciarlo.
Io ci avevo messo quattro anni per cercare di convincermi ad abbracciarlo, e lei in tre minuti era la fra le sue braccia. Poseidone, ovvimente, ricambiò l’abbraccio e sentii qualcosa nel mio stomaco brontolare.
-Andiamo, Percy, non essere geloso, posso abbracciare pure te se vuoi…- mi disse quello facendomi l’occhiolino. Ecco che mio padre smentiva sempre quello che provavo. Sorrisi e poi finalmente l’abbraccio si sciolse.
Ma solo ora mi guardavo intorno per rendermi conto di quello che era successo, non era arrivato solo Poseidone ad aiutare. Tutti gli Dei Dell’Olimpo erano scesi per salvarci.
In mezzo a quell’ora di mostri misti a ragazze meravigliose che cercavano di farci fuori, c’erano delle figure più luminose di tutti gli altri.
Riuscii a vedere subito Apollo che risplendeva più di tutti, aveva i suoi soliti Ray Ban e stava allontanando suo figlio Micael Yew da una nereide che lo stava per colpire, e nel mentre sorrideva a sua sorella Artemide, che invece, era andata immediatamente ad aiutare Talia. Infatti ora fianco a fianco a lanciare frecce non erano la figlia di Zeus e Luke, ma la Luogotenente delle Cacciatrici e la sua signora. Artemide era velocissima, scagliava tre frecce alla volta e riusciva a colpire altrettanti mostri.
Clarisse invece urlò ancora più forte quando vide arrivare Ares con tanto ti mitra in mano pronto ad usarlo sul primo che si fosse avvicinato più di mezzo centimetro al suo perimetro. I Figli di Ermes erano, invece, riuniti davanti alla loro cabina, molti di loro erano in lacrime perché avevano perso tutto quanto, potevo capire come ci si sentisse, ed Ermes stesso era la insieme a loro ad utilizzare il suo Caduceo in modalità laser contro i mostri (affidò anche a Luke l’uso del suo laser, ma dopo che sfiorò quasi Chris, Ermes capì che era meglio che ci pensasse lui); Afrodite era con Silena davanti alla sua cabina mentre abbracciava i figli e le figlie cercando di non piangere a quella visione (alla fine si era messa un vestito rosa e rosso, non il massimo per una battaglia) ed erano protetti da Efesto, su una gamba sola, ed i suoi figli che cercavano di salvare il possibile dalla Cabina 9. Anche i gemelli Castore e Polluce erano accorsi da Efesto per aiutarlo. La visione migliore fu sicuramente quella di Annabeth. Accanto a lei apparve sua madre, Atena con un’armatura argentea e con la sua civetta che si occupava dei mostri con le ali. Annabeth riuscì a restare seria e concentrata e spiegò rapidamente i piani e le difese alla madre, che li portò fuori dalla loro tenda per combattere, e la cosa rese particolarmente felice la mia ragazza (ovviamente tralasciamo il discorso che mi lanciò un’occhiataccia non appena mi vide, ma la Dea si limitò a far fuori un mostro). La cosa, invece che mi lasciò più senza parole fu che anche Zeus era sceso al Campo. Eccolo la, quasi, da padre premuroso che nel momento del bisogno aiutava la figlia ad alzarsi in piedi. Ma c’era anche Ade e Demetra accanto a lui, uno che parlava con Nico e l’altra che correva da sua figlia a terra.
Quelle erano scene strazianti, non volevo nemmeno pensare che cosa poteva essere successo.
Allora Katniss mi diede un colpo per riportarmi alla realtà, Poseidone ci aveva fatto cenno di avvicinarci con lui verso i suoi fratelli.
-Andiamo, Zeus, che hai intenzione di fare? Hai visto la situazione…- disse mio padre prima ancora di arrivare.
-Ho visto, e non è per niente un buon segno se la Protezione di Urano è già attiva!- rispose in maniera solenne il Dio che nonostante tutto era vestito in giacca e cravatta. Accanto a lui Summer teneva uno sguardo bassissimo.
-Sentite, voi due, se mi avete fatto salire per niente giuro che vi…- iniziò Ade.
-Papà…- tossicchiò Nico guardandolo male.
-Okay, self controll… bene dicevo, che dobbiamo fare qua signori?- domandò Ade scostandosi la sua tunica nera ci osservava a tutti quanti –Oh Jackson, piacere di rivederti, e loro chi dovrebbero essere?- indicando Katniss e Summer.
-Mia figlia e mia nipote, Ade, restiamo concentrati sul da farsi, non hanno come fare e non possiamo di certo lasciarli qua a morire perché si tratta di questo, per ogni mostro che fanno fuori un altro se ne crea, la conosci pure tu la protezione!- esclamò mio padre serio.
-Speriamo che siate più simpatiche dei vostri padri…-
-Papà…- disse nuovamente Nico guardandolo male.
-Ade, farò finta di non avere sentito, comunque, la situazione è critica, hai detto bene Poseidone!- esclamò il signore del cielo. Era possente ed emanava un’aura che anche io riuscivo a percepire, ed i suoi occhi. Con i suoi occhi che racchiudono una tempesta, scrutava tutti quanti, e la cosa mi metteva a disagio, e non solo me.
-Chiamate mia figlia, Atena, voglio chiedere il suo parere…- tuonò allora il Dio.
Ecco, altri occhi che mi avrebbero di certo guardato male.
Non ci mise molto ad arrivare Atena, bellissima e letale con i suoi occhi grigi ed i capelli neri ricci legati, ed ovviamente era accompagnata da Annabeth e Chirone (che sembrava essere ferito ad un braccio)
-Padre…Zii…- disse allora lei chinando leggermente il capo –La situazione è critica, è peggio di quel che pensavamo, non possono reggere un ulteriore attacco e tutto è distrutto qua intorno!- spiegò lei rapida e concisa mentre la civetta le si posava sulla spalla ed  Annabeth stringeva il suo pugnale in mano a disagio.
-Allora è deciso… dovremo portarli via da qui, sul Monte Olimpo!- esclamò quasi tuonando il Dio.
-COSA?- esclamammo invece noi ragazzi a quelle parole.
Chirone fu senz’altro il più confuso infatti rimase interdetto per qualche secondo ma poi si riprese e disse:
-Signori, scusate se m’intrometto, ma mai in tutta la mia vita ho abbandonato questo campo…-
-C’è sempre una prima volta nelle cose amico equino!- esclamò Ade facendo spallucce e mettendo una mano sulla spalla del figlio.
-Stai tranquillo, Chirone, prima vi mettiamo a sicuro, poi penseremo al resto..- disse Atena ora comprendendo i suoi pensieri e le sue preoccupazioni –Allora è deciso… raduniamo tutti quanti e li portiamo via!-
-Perfetto... – esclamò Poseidone ora guardando me e Katniss –Ragazzi, prendete più persone possibili, cercate di salvare chi potete!-
Annuii di scatto e guardai mia sorella che a sua volta guardò l’amica che era accanto al padre con lo stesso sguardo serio ora.
Zeus e Summer si scambiarono allora un rapido sguardo s’assenso e Summer si unì a noi nella ricerca di ragazzi.
-Mhm… quindi anche io devo aiutare? Va bene, su figliolo, vai anche tu a salvare i tuoi amici, lo capisco che è quello che vuoi…- ribadì Ade verso Nico che iniziò a correre –Ammetto che le vostre figliole non sono male… ma da dove possono aver preso?-
-ADE!- dissero in coro Poseidone e Zeus che iniziarono anche loro a combattere.
 
La cosa non fu affatto semplice, era difficile trovare i ragazzi in mezzo a quel caos, tutti che combattevano, ma fortunatamente molti riuscivano ad arrivare dai propri genitori divini. L’unico intoppo si ebbe quando Summer e Kat aiutarono un figlio di Apollo e lo riportarono al Dio che quando le vide iniziò a dire:
-Wow, e voi due chi siete? Apollo il Dio del sole ed un mucchio di altre cose, qui per servirvi, bellezze!-
Ed il tutto chiuso da un elegante baciamano verso le due che iniziarono a ridere nervosamente.
-Apollo, non è il momento di flirtare con nessuno – lo rimproverò Artemide poco lontana da lui.
-Sorellina, mica sono tue cacciatrici…- rispose lui ghignando.
E la ovviamente Artemide iniziò una filippica su quanto fosse un bambino, su come non sapeva mettere a fuoco le priorità e cose così. Ma ovviamente Apollo le rise in faccia ed andò dai suoi ragazzi.
Il resto degli Dei, invece era riuscito a fare tutte cose radunando il resto dei figli, anche se tutti continuavano a combattere cercando di tenere lontani i mostri.
Finalmente con mia sorella, mezzi distrutti tornammo da Poseidone, che era già con Tyson e ci avvicinammo a loro.
-Allora come funziona ora? Okay Percy mi ha spiegato che l’Olimpo si trova sull’Empire State Building, ma come ci arriviamo? E’ anche vero che c’è un ascensore che ci porta al seicentesimo piano e che la dentro mettono canzoncine tipo “Stain alive”? Cioè al massimo voglio che tipo mettano qualcosa come “Gamnam Style” …- ecco che Kat iniziava a sommergerlo letteralmente di domande.
Poseidone sorrise.
-Non sono sicuro della musica nell’ascensore, comunque ora lo vedrai con i tuoi occhi, e mi sa che dovrò riaprire il mio palazzo sull’olimpo!-
-Oh perché dove vivi tu di solito?-
-Io vivo nel fondo dell’oceano!-
-Posso confermare…- ammisi sorridente, ma il ricordo di quella gita sottomrarina insieme a Tritone ed Anfitrite mi fece quasi stare male.
-Quindi tipo la Sirenetta? Oh Miei Dei, che meraviglia!- esclamò mia sorella entusiasta.
Nostro padre sorrise ancora ed aggiunse:
-Qualcosa di simile, ora però state fermi e tranquilli qui che a momenti dobbiamo andare…-
Eravamo in posizione, al centro c’erano gli Dei ed intorno ad ognuno di essi quanti più figli possibile.
Insieme a Nico c’erano Chris ed i fratelli Stoll che avevano deciso di andare a conoscere Ade, mentre insieme a Zeus ed a Summer due figli di Apollo ed uno di Atena, eravamo realmente pronti a lasciare il campo, lasciare la nostra casa.
Non ci avrei mai creduto se non lo avessi visto con i miei occhi, se questi mostri non erano sotto la Protezione di Urano sarebbe stato diverso… Avrei dovuto abbandonare la mia casa, e questa era la cosa che più mi faceva star male, guardai il viso di mia sorella, che nonostante tutti i sorrisi che faceva non smetteva di guardarsi intorno tristemente.
 
Quando fu il momento sott’ordine di Zeus in un momento di relativa calma una serie di lampi e di nuvole colorate iniziavano ad avvolgere gli Dei per poi svanire lasciando il vuoto dove fino a poco prima si trovavano. Fu il nostro momento allora e poi una nuvola di fumo ci avvolse  chiusi gli occhi. La sensazione fu stranissima, infatti quando li riaprii allora ero disteso a terra semi dolorante con Tyson che mi schiacciava una gamba e Katniss il braccio. Ero appena arrivato sul Monte Olimpo.
  
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