Due
giorni dopo
È una cosa stupida. – SH
Cosa? Che il sole sorge a est? – JW
No. Che dobbiamo continuare a scriverci messaggi quando potremmo chiamarci e basta. – SH
Non vuoi sentire la mia voce da appena sveglio, fidati. – JW
Cretino. – SH
Fidati, non vuoi. – JW
efjksnmt,nmr,
fejwrknemw,r – JW
Aedjksfrnsn anche a te, John. – SH
Dio. Scusami, stavo lottando col cane per il possesso del cellulare. – JW
Cane? Hai un cane? – SH
No, il cane è mio figlio. – JW
HAI UN FIGLIO? – SH
Ah ah ah. No che non ho un figlio! Però ora
che hai provato l’emozione del constatare che sono padre direi che quella
di scoprire che ho un cane è una bazzecola, no? – JW
Odio i cani. Con quelle loro zampette pelose e la bava…
(A proposito di rivelazioni scioccanti. Sono stato un panettiere, un tempo,
sai? A Londra.) - SH
Lo so già. Ho letto il tuo blog, sai, non c’ho fatto solo un giro
a caso. – JW
Ma lo hai pulito il cellulare prima di iniziare a scrivermi? Bleah. – SH
Sherlock, sembra che t’abbia detto che ospito il diavolo al piano di
sopra. – JW
Sarebbe stato meglio. Almeno avrei potuto giocarci a Bridge. – SH
Non ti piacciono proprio gli animali? – JW
Avevo un gatto. – SH
Davvero? – JW
Sì, ma poi mi è venuto in mente un esperimento che avrei potuto fare… - SH
Scherzi. – JW
Oh, no. E il resto del corpo non è andato sprecato. – SH
NON LO VOGLIO SAPERE. – JW
Sapeva di pollo. – SH
Sherlock… no. – JW
Anche se… lo ammetto, una volta ho mangiato dal
cinese qualcosa di leggermente
ambiguo. Per quanto ne so, poteva essere un labrador. – JW
Sherlock, sono passate due ore. Dove diavolo sei finito? – JW
Sherl? – JW
Andiamo. – JW
Questo gioco non è più divertente. – JW
SHERLOCK, PER LA MISERIA! – JW
Ehi.
Sherlock, cavoli, ma hai idea di come io mi sia sentito? Mi hai abbandonato
senza dirmi nulla per sei giorni! –
JW
Non sono Sherlock, caro John.
Non è divertente. – JW
Tu.
T-
«…».
«Sherl? Sherl, rispondi. Sei lì?».
«John…».
«Tu… tu non sei Sherlock, vero? La sua
voce non era così… così…».
«Zitto, John. Dica un’altra
parola, avanti. La dica, ma sappia che potrebbe costargli caro».
«Ma cosa diamine sta dicendo? Chi è lei?».
«Sherlock non è più
interessato alla vostra amicizia».
«Cos…».
«Era un po’ che vi osservavo.
Pensavate che i vostri messaggi fossero sicuri, intercettabili? Le vostre
e-mail? Le vostre telefonate?».
«…».
«Molla quel fottuto telefono, Moriarty».
«SHERLOCK!».
Un boato, un gemito.
«Sherlock non la sente più, John. E non vuole più farlo».
«Dimmi cosa gli hai fatto. Dimmelo ora».
«Ah ah ah! Divert-».
Un suono ovattato, un urlo.
«Sherlock?
Sherlock, mi senti? Cosa succede? SHERLOCK!».
«Jawn…».
«Sherlock. Sherlock, Sherl-».
« Devi aiutarmi, John. Sei
l’unico che può farlo. Ti prego, John, ti prego…».
«Cosa devo fare, Sherlock? Cosa devo fare?».
«Fruga, Jawn.
Fruga. Cerc-a. Io s—are. Puoi far---- ito?».
«Non sento, Sherlock! Cos’hai detto, dove sei?».
«Ti prego, John».
Tu-tu-tu-tu-tu…
Nota
I’m alive! Sì, urrà!
Okay, penso che ignorerò
la calca di folla inferocita urlante – “Sì, alaiv ancora per poco, fidati!” – e mi
nasconderò nel mio angolino polveroso, prima dei pochi, ultimi fatidici
capitoli.
Ma prima…
Scusaaaaaaaate.
Scusate perché sono lentissima a scrivere, scusate perché vi
faccio sorbire le mie spatafiate noiosissime tutte le
volte, scusate perché quei pochi che leggono li ringrazio troppo poco,
scusate per tutto. *piange ai vostri piedi*
Son penosa, ecco tutto.
Però, prima di fuggirmene nella mia autocommiserazione silenziosa –
ahimé, morirò nella mia penosaggine, me tapina – vi do le mie quotidiane risposte.
Qualcuno mi aveva chiesto come mai John capisce subito che è Sherl
quello al telefono. Beh, semplice. John se lo aspettava, in un certo senso.
Appena aveva visto quel messaggio – “Non mi credi? Beh, allora te
lo dimostrerò” – aveva capito che stava per succedere
qualcosa. Chi lo sa, un uomo che si presentava alla sua porta, un pacchetto di
cioccolatini che volava sul suo davanzale, una telefonata.
E John, poi, è un uomo molto solo. Ma molto solo. Pochissime persone conoscono il suo nome e gli
parlerebbero con così tanta dolcezza chiedendogli se sta piangendo, e
Sherl è la più attendibile.
La risposta al mio “indovinello” dello scorso capitolo è… *rullo di tamburi*
Sherl ci sperava un sacco, che John fosse omosessuale. È un po’
OOC come cosa, ma Sherl sa d’esserlo, e rimane un po’ deluso dall’affermazione
di John, a tal punto che nella sua mente suona come un “non sono gay, e
non voglio stare con te”. Però, nella mia come in tante altre fanfiction,
John è una sorta di “etero con eccezione di”. Di chi? Non
serve nemmeno specificarlo, no? C:
Ultimissima cosa, altrimenti finisce che l’Angolo Autrice diventa
più lungo del misero capitoletto.
Potete farcela anche voi a capire dov’è Sherlock. Vabbé,
è abbastanza scontato, tutti i fan di Sherlock ci arriverebbero,
è il primo luogo che viene in mente pensando al grande Sherlock Holmes.
Ma… come può capirlo, il nostro John?
A voi la risposta.
Graaaaaazie di tutto. Grazie grazie.
Grazie grazie grazie.
WJ