INCOLPATA INGIUSTAMENTE
 
 
 
Un giorno, a metà di Luglio circa, faceva molto caldo e io ero in casa che boccheggiavo, cercando di seguire la tabella di marcia che mi ero impostata per i compiti; infatti dovevo terminarli per l’inizio di Settembre, quando anche noi, finalmente, saremmo partiti per le tanto attese vacanze a Roma.
Per distrarmi, andavo ad accarezzare il mio gatto, che sonnecchiava tranquillamente sdraiato sul letto dei miei genitori.
Che mostro quel gatto, pensavo osservando il muso schiacciato e gli ochietti che lo facevano sembrare una specie di maiale peloso.
Me lo avevano regalato i miei dicendo che era molto “carino”. Certe volte però mi sembrava che volessero più bene a lui che a me.
Poi me lo portavo in sala sul divano affinchè stesse lì a farmi compagnia, ma inevitabilmente lui ritornava sul lettone.
All’ennesima volta che lo svegliai, si divincolò dalla mia presa e mi graffiò il dorso della mano.
Quando lo feci notare a mia madre, però…indovinate a chi diede la colpa? Sì, proprio a me, perché Grattastinchi, furbescamente, si fece addirittura trovare acciambellato innocentemente nella sua cesta. Neanche fosse d’oro quello sgorbio di gatto!
 Morale della favola: io sono finita in punizione per una settimana, mentre a lui doppia porzione di scatolette. Quando lo guardavo, era come se sogghignasse.