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Autore: _alexa    06/12/2012    2 recensioni
Arin Helen Ullik era la Regina delle Terre del Nord. Amava il suo popolo, al punto che per esso commise un grave errore. E allora venne ripudiata. Costretta a sopravvivere, anzichè vivere. Costretta a nascondersi, perchè da Regina è divenuta fuorilegge.
“Tu hai conosciuto tutti e due i mondi. Tu eri una Regina, vivevi nel lusso, comandavi tutto e tutti. E poi sei caduta in disgrazia, abbassandoti al livello dei ladri e dei truffatori per riuscire a sopravvivere. Io ti sto offrendo la possibilità di vivere, invece che di sopravvivere. Di conoscere la vera essenza di quella che tu oggi chiami Magia. Di conoscere davvero il Caos.” si avvicinò ulteriormente, tanto che dovetti alzare di più la testa per riuscire a guardare quegli occhi verdi animati da quella malizia che nessun libro avrebbe mai potuto descrivere.
E fu guardando quegli occhi e ciò che contenevano che decisi di accettare.
Genere: Dark, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ripudiata.
Il mio stesso popolo mi ha cacciata.
Ho cercato di salvare la mia terra, e questo è stato il loro ringraziamento.
Ho vagato. Giorni e giorni senza meta, con solo il mio mantello, una bisaccia con qualche soldo, cibo e i pochi averi che mi hanno lasciato. La neve aveva ricoperto tutto, neve che stranamente aveva deciso di cadere quell`inverno.
Nel mio Regno non cadeva mai la neve. Solo all`estremo Nord, ma bisognava spingersi ben oltre la capitale, oltre il Giliath, e io non ero andata così in là.
In ogni villaggio la gente mi guardava con disprezzo, si teneva alla larga dalla loro ex regina, ormai caduta in disgrazia.
La casata degli Ullik era caduta davvero in basso.
Cominciai a nascondermi. Piccoli trucchi magici imparati quando ancora ero una Sacerdotessa dei Sette Dei, quegli stessi Dei che, molto probabilmente, ora mi osservavano e ridevano. Sempre che siano mai esistiti. Ma i loro Sacerdoti conoscono la Magia meglio di chiunque altro, nelle Terre del Nord, e quei trucchi insegnatemi in tutti gli anni in cui li avevo serviti in quel momento mi stavano salvando la vita.
Presi diversi aspetti, nemmeno io rimembro quali. So solo che corruppi la mia anima, in quei mesi in cui vagavo da un villaggio all`altro.
Themis mi guardava, sicuramente non era fiera di me.
Furti. Piccoli furti nelle case di coloro che un tempo erano nobili al mio servizio. Denaro, cibo, e a volte qualche oggetto di valore che potessi rivendere. E se anche qualcuno mi avesse scorto, il giorno dopo non mi avrebbe ritrovato, perché avevo già mutato il mio aspetto.
Non mi macchiai mai di omicidio. Qualche valore mi era comunque rimasto. Uccidevo solo qualche animale, nei giorni in cui ero lontana da città e villaggi e finivo il cibo. E fu in uno di questi giorni che lo conobbi.
Il mio maestro.
Stavo cacciando. Avevo rubato a un nobile un vecchio arco di legno di cui lui si era sicuramente dimenticato, e lo avevo fatto riparare dal fabbro della città. Egli mi aveva insegnato anche l`utilizzo e mi aveva donato una faretra di frecce. Non ero così brava come avrei voluto, ma riuscivo a ferire gravemente un animale che non fosse troppo lontano, per poi finirlo con un colpo di pugnale.
Quel giorno dovevo avere la fortuna dalla mia parte. Riuscii a uccidere un cervo adulto, cosa rara, con l`ausilio di un unica e sola freccia. Mi apprestavo a tagliarne la carne quando una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare.
“Avete un`ottima mira, Altezza.”
Mi voltai. Nessuno mi chiamava più in quel modo da quasi un anno, e sentirlo di nuovo riferito a me mi faceva una strana impressione.
La voce apparteneva a un ragazzo. Non doveva avere più di vent`anni, eppure intorno a lui percepivo un`aura incredibilmente forte, che non poteva appartenere a un ragazzo così giovane. Era alto, molto più alto di me; aveva i capelli neri, non troppo lunghi, e due intensi occhi verdi, che nel bianco della foresta sembravano ancora più luminosi. Nonostante il freddo pungente, vestiva solo di un paio di calzoni neri, una camicia dello stesso colore e un paio di stivali di pelle. Non sembrava minimamente soffrire il freddo.
“Non sono più degna di essere chiamata così.” risposi, e il mio fiato si condensò in una nuvoletta davanti alle mie labbra.
“E come siete degna di essere chiamata, allora?”
Piegai la testa di lato, perplessa. Sembrava divertito, e non riuscivo a capire se mi stesse prendendo in giro. “Arin. Anche se è un altro nome con cui nessuno osa più chiamarmi.”
Lui si avvicinò di un passo, annuendo. “Ora vi chiamano in molti modi, non è vero?” disse, fermandosi a un paio di passi da me. “Ladra. Ripudiata. Il fantasma.”
“Voi non mi avete ancora detto il vostro nome.” risposi, stizzita. Sapevo bene come mi chiamava la gente, ma non avevo voglia di farmelo dire da qualcuno che nemmeno si era presentato. “Sono abituata a conoscere l`identità dei miei interlocutori.”
Lui fece un mezzo sorriso, un sorriso a metà tra il malizioso e il beffardo. “Potete chiamarmi Lokj.”
Lokj. Lo spirito del Caos. Molti erano i libri che parlavano di lui, e molte erano le volte che avevo immaginato un possibile incontro con lui, chiusa nel caldo della biblioteca di palazzo. Ma all`ora ero troppo giovane e forse fin troppo romantica. Avevo scoperto da un po` quanto fossi sciocca, all`epoca. “E come mai vi siete mostrato a me, se posso chiedere?”
Lui piegò la testa, facendo un paio di passi di lato, cominciando a girarmi intorno come se mi stesse studiando. “La tua anima è corrotta.” disse. Non era una domanda. Era una constatazione, pura e semplice. Ed era vera. Tremendamente vera. “Anche se volessi farlo, non potresti più tornare quella che eri prima. Hai vissuto troppo a lungo rubando e truffando per poter tornare ad essere la ragazza innocente che eri un tempo.” si fermò, e io dovetti fare una mezza giravolta per poterlo vedere di nuovo in volto. “Voglio che tu venga con me. Ho scelto te come mia allieva, Arin Ullik.”
Ero di nuovo perplessa. Me? C`era un sacco di gente con l`animo corrotto, magari anche deturpato da peccati più gravi dei miei. Perché lo spirito del Caos aveva scelto me? “Perché? Che cos`ho io di diverso da molti altri ladri e truffatori e, magari, assassini?”
“Tu hai conosciuto tutti e due i mondi. Tu eri una Regina, vivevi nel lusso, comandavi tutto e tutti. E poi sei caduta in disgrazia, abbassandoti al livello dei ladri e dei truffatori per riuscire a sopravvivere. Io ti sto offrendo la possibilità di vivere, invece che di sopravvivere. Di conoscere la vera essenza di quella che tu oggi chiami Magia. Di conoscere davvero il Caos.” si avvicinò ulteriormente, tanto che dovetti alzare di più la testa per riuscire a guardare quegli occhi verdi animati da quella malizia che nessun libro avrebbe mai potuto descrivere.
E fu guardando quegli occhi e ciò che contenevano che decisi di accettare.
  
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