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Autore: Melanto    23/06/2007    4 recensioni
[Ultima revisione: 4/11/2010] - Io giuro, solennemente, che sarò fedele al mio Stato e al mio Maharaja, qualsiasi cosa accada, fino alla fine dei miei giorni. Veglierò sui Principi, preservandone l'incolumità. La mia vita, per la loro vita. Ora e sempre. Niente farà vacillare le mie convinzioni, niente mi distoglierà dall'adempimento dei miei doveri. Sul mio onore, io giuro.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Mamoru Izawa/Paul Diamond
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Profumo d'Oriente' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Maharajakumar

- Capitolo 4 -

“Ehi, Mamoru!” esclamò un giovane che indossava un kurta bordeaux ed aveva corti capelli neri. “Allora ce l’hai fatta a venire!”
“Makoto!” chiamò il cadetto di rimando, abbracciando l’amico in segno di saluto “Volevi che mi perdessi l’evento del secolo?” e l’altro rise, dandogli una pacca sulla spalla, poi si accorse di Yuzo.
Namasté! Sei anche tu un cadetto della guardia?” domandò con un sorriso.
Attimo di panico e sudore freddo.
Mamoru ed il Principe si scambiarono una rapida occhiata. Distratti com’erano stati dal susseguirsi degli eventi, non avevano nemmeno pensato ad inventare una scusa credibile nel momento in cui avessero incontrato qualcuno.
“No!” negò energicamente il cadetto “No! Lui… lui è… il mio lontanissimo cugino Alan!” e si stampò un sorriso beota sulla faccia.
“Un lontanissimo cugino?!” fece eco l’amico, rivolgendosi a Yuzo “E da dove vieni?”
“Ehm…” lui tergiversò un momento, nonostante in geografia politica fosse un fenomeno “…dallo Stato degli Akai!”
Il giovane fischiò. “Accidenti! Dal Nord!” fece eco, dandogli una sonora pacca sulla spalla. “Benvenuto nel suddissimo Stato dei Morisaki! Io sono Makoto Soda, è un piacere conoscerti!”
“Piacere mio.” sorrise, facendo un leggero inchino, mentre Mamoru avrebbe voluto staccare a morsi le mani dell’amico per essersi permesso una simile confidenza con il Principe Minore. Va beh, era perdonabile essendo che Makoto non aveva la minima idea di chi egli fosse, ma ciò non toglieva come lui avesse provato un fastidio incommensurabile.
“Beh, cugino Alan, non potevi scegliere momento migliore per fare una capatina al Sud. Stai per assistere ad un vero miracolo!” disse Makoto con solennità e Yuzo lo osservò incuriosito.
“In che senso?”
“Sanae e Tsubasa sono una coppia storica. Si conoscono fin da piccoli e, finalmente, quel caprone l’ha chiesta in sposa.” rise il giovane, mentre Mamoru gli pungolava il fianco con un gomito.
“E tu?” domandò con malizia “Quand'è che ti sposerai?”.
L’altro ironizzò, agitando una mano. “Ah, no! Prima Jun e Yayoi! Io sarò il gran finale... appena troverò la persona giusta!”
“Dalle vostre facce, devo dedurre che state spettegolando?” esordì una voce alle spalle di Soda, il cui proprietario indossava un elegantissimo sherwani[1] blu notte, con ricami in argento sulle spalle ed il colletto.
Makoto gli passò un braccio attorno al collo, strattonandolo. “Ed ecco lo sposo!” esordì, mentre l’altro aveva l’espressione un po’ stralunata.
“Ehi! Così mi spettini!” lo ammonì con un sorriso, per poi rivolgersi a Mamoru. “Cadetto Izawa! Attenti!” scherzò, prima di riuscire a divincolarsi dalla stretta di Makoto ed abbracciare l’altro amico.
Namasté, Tsubasa! Allora: pronto per il grande passo?”
Il giovane si grattò un sopracciglio. “Più o meno… quasi quasi cambio idea!”
“Non ti conviene, amico mio.” disse Makoto “Se non vuoi che Sanae banchetti sulla tua carcassa come la Dea Kalì! E sai che ne sarebbe capace!”
Lo sposo rise. “Lo so, lo so… per questo stavo scherzando!”
“Hajime e Teppei si scusano, ma non sono proprio potuti venire. Erano di ronda.” disse Mamoru, mentre Tsubasa annuiva.
“Il dovere prima di tutto.” accordò con un sorriso “Ma vedo che hai portato qualcun altro con te.”
Tirato in causa, Yuzo fece un inchino, mentre il Mamoru lo presentava.
“Lui è mio cugino Alan…”
“Alan del Nord!” specificò Makoto.
Namasté, Alan, e benvenuto.” salutò Tsubasa.
Namasté, e felicitazioni per il tuo matrimonio.”
Lo sposo arrossì. “Grazie… devo ancora abituarmi a sentirmelo dire.”
D’un tratto, Soda incrociò le braccia al petto, inarcando un sopracciglio. “E allora? Quando si aprono le danze?” domandò, indicando una delle scalinate. “Guardate lì che fior fiore di fanciulle in attesa di prendere il volo come bellissime farfalle.” Gli sgargianti colori delle loro salwar[2] le facevano sembrare dei meravigliosi arcobaleni in movimento.
D’un tratto, quasi come ad ascoltare la richiesta di Makoto, la musica cambiò all’improvviso ed una serie di pakhavaj[3] cominciò a scandire un ritmo trascinante.
“Detto fatto!” esclamò il giovane con espressione soddisfatta, mentre gli altri ragazzi prendevano a radunarsi nella piazza e le ragazze si sporgevano alle balconate, sorridendo e battendo le mani.

Ehi ehi!
Ehi ehi!

Qualcuno cominciò a fischiare, chiamando a raccolta più gente possibile..
“Forza ragazzi, buttiamoci nella mischia!” esclamò Makoto, facendo segno allo sposo. “Tsubasa?” ma quello scosse il capo alzando le mani. “Ah no, se no ti spettini! Mamoru?”

Ehi ehi!
Ehi ehi!

“Scordatelo! Sai benissimo che sono sciolto come un palo di legno.”
Soda fece spallucce “Tutte scuse.”
“Mio cugino, invece, non se la cava male!” continuò il cadetto, e quell'affermazione si attirò lo sguardo terrorizzato del Principe, mentre lui esibiva il più candido dei suoi sorrisi.
Makoto alzò le braccia al cielo. “Gli Dei benedicano il cugino del Nord!” e, afferrato Yuzo per un braccio, se lo tirò dietro, lanciando entrambi nella mischia ballerina.
Ai pakhavaj si unirono i suoni acuti dei sitar[4]e dei pullanghuzal[5], che riempirono l’aria con la loro melodia e su quelle note i ragazzi cominciarono ad esibirsi in una coreografica danza corale, sotto gli occhi di quelle variopinte farfalle affacciate alle balconate.
Mamoru sorrise, dirigendosi ad una panca e sedendosi sul bordo dello schienale, senza perdere di vista il suo Principe per un solo istante, mentre Tsubasa gli pungolava il fianco con un gomito.
“Ehi, niente male davvero tuo cugino.” disse, notando come seguisse il ritmo.
“Già…”
“Dovresti farti dare qualche lezione.” e Mamoru arricciò il naso con stizza.

Ehi ehi!
Ehi ehi!
Oh, balle balle!
Oh, balle balle!
Je soniya de rang dekh lo
bina dor di udh di patang dekh lo

Ehi ehi!
Ehi ehi!
Oh, hurrah hurrah!
Oh, hurrah hurrah!
Guardate i colori di queste graziose fanciulle,
sono libere come volanti aquiloni senza fili.

I ragazzi, capeggiati dal migliore amico di Tsubasa, Taro, cominciarono ad intonare il loro canto, sviolinando parole romantiche alle belle affacciate, che si scambiavano sguardi tra loro per valutare le avances dei loro corteggiatori, ridendo, osservandoli con divertita sufficienza, arrossendo.

Aj munde hue enhan de malang dekh lo
bina dor di udh di patang dekh lo

Questi ragazzi sono divenuti schiavi per loro,
che sono libere come volanti aquiloni senza fili

Le farfalle presero il volo, scendendo velocemente le scalinate che conducevano al cortile, ma i ragazzi bloccarono loro ogni tentativo di passaggio.

Ay kudiyan kudiyan, ay tikhiyan churiyan
Ay kudiyan kudiyan, ay tikhiyan churiyan
kudiyan jawan hath na aawan
Ohhh!
Ena pundiyan de maare hue tang dekh lo
Oh balle balle!
Je soniya de rang dekh lo
bina dor di udh di patang dekh lo

Queste ragazze, affilati coltelli!
Queste ragazze, affilati coltelli!
Si muovono troppo velocemente per noi, per essere prese.
Ohhh!
Stiamo attenti, la loro bellezza può pungere come un’ape.
Oh hurrah hurrah!
Guardate i colori di queste graziose fanciulle,
sono libere come volanti aquiloni senza fili.

Ma anche le ragazze avevano qualcosina da dire e di certo non si sarebbero tirate indietro.
‘Affilati coltelli’ dicevano i corteggiatori e non a torto.
Azumi decise che era giunto il momento affinché la parola passasse a loro. Alzò la mano con aria di sfida, facendo cessare di colpo la musica, mentre i giovani le guardavano con curiosità e stupore.
Il ritmo dei pakhavaj e dei sitar riprese diversamente, mentre le ragazze legavano minacciosamente le loro lunghissime sciarpe in vita, avanzando sensuali, ma decise, recuperando spazio, mentre i ragazzi indietreggiavano quasi intimoriti dal loro incedere sicuro.

Sat Sri Akal, soniyo.
Sunaao sanuun haal soniyo

Sat Sri Akal (è un saluto Sikh), affascinanti ragazzi.
Cosa succede, cari?

Cantarono, nascondendo la poco velata ironia dietro ingenui sbattimenti di ciglia e sinuosi ancheggiamenti, lasciando i corteggiatori come imbambolati; ammaliate prede alla loro mercé.

Oh, zaraa nach ke dikhaoo sade naal soniyo.
Na soch sawal soniyon,
ehdi kyun chaal soniyo

Oh, e così volete ballare? Fateci vedere quello che sapete fare.
Dite la verità,
sapete fare solo chiacchiere.
 
Ma i ragazzi passarono al contrattacco.

Eh naara naara naara, eh tikhiyan tejh catara!
Eh naara naara naara, eh tikhiyan tejh catara!
Bijili di nangiyan taaran, oh taara taara taara!
Je kol ena de aaoge ta pyaar de chakke khaoge
Je kol ena de aaoge ta pyaar de chakke khaoge

Queste ragazze sono affilate come coltelli!
Queste ragazze sono affilate come coltelli!
Sono cavi elettrici scoperti!
Se vieni a contatto con loro, riceverai una scossa d’amore!
Se vieni a contatto con loro, riceverai una scossa d’amore!

Tsubasa rise, dando una manata sulla spalla di Mamoru. “Oddei! Guarda Shingo!” disse, indicando il ragazzo bassino che mimava l’effetto di una scarica elettrica. “Sembra una scimmia scappata dalla giungla!” ed il cadetto annuì, ridendo anch’egli.
Poi, la musica cambiò di nuovo in una melodia più lenta e dolce e, sulla scalinata che portava al cortile, comparve Sanae avvolta da un bellissimo saree[6] bianco, che sfumava in un intenso blu notte, come lo sherwani di Tsubasa, impreziosito da ricami in argento. Il velo a coprirle capo e spalle e venne subito attorniata dalle sue amiche, che la scortarono lungo i gradini.
Lo sposo, dabbasso, era rimasto come inebetito ad osservare la sua delicata bellezza, mentre Mamoru lo sospinse leggermente. “Vai, amico mio. È il tuo momento.”
Tsubasa non se lo fece ripetere due volte, cominciando ad avanzare e portandosi alla base della scalinata, dove venne accerchiato da i suoi amici, e Taro gli mise una mano sulla spalla.

Baage vich aaya karo
baage vich aaya karo
jado chand chup jaave
tusi mukhda dikhaya karo

Vieni nel Giardino con me.
Vieni nel Giardino con me.
Quando la Luna scompare,
la luce della tua bellezza ne prende il posto.

Come Sanae avanzò nello spiazzo, Tsubasa le si avvicinò, prendendole delicatamente le mani e restando a guardare, con un sorriso innamorato, i suoi grandi occhi scuri. Le ragazze fecero cerchio intorno a loro, continuando a danzare.

Tu aagaya to bahaar aayi
haseen ho gaye nazare saare

Come il fluire dei ruscelli, giù dalle colline, le loro acque cristalline luccicano.
Con te arriva la Primavera e tutto è meraviglioso.

In quell’idillio romantico, anche le due suocere fecero la loro parte, sotto gli sguardi divertiti degli invitati e quelli imbarazzati dei mariti e dei figli, che scossero il capo arrossendo.

Mala vich phul Tangeya
mala vich phul Tangeya
umraan lang chali aan
par joban nahin langeya[7]

Con i fiori nei miei capelli
Con i fiori nei miei capelli
Gli anni passeranno,
ma io sarò per sempre giovane.

E poi il ritmo riprese nuovamente incalzante, con gli sposi al centro a tenersi per mano e gli amici che ruotavano intorno a loro, come coloratissime trottole, tenendo strette le belle fanciulle.
Mamoru poggiò il viso in una mano, senza smettere di osservare il Principe. A giudicare dal meraviglioso sorriso che gli distendeva le labbra, era riuscito nel suo intento, ciò gli fece rilasciare un pesante, quanto sollevato, sospiro. Questo era il suo compito, come cadetto della guardia, prendersi cura del Maharaja e dei kumar ed era proprio quello che stava facendo con Yuzo; e vedere come si stesse divertendo, come fosse riuscito a portarlo fuori dalla gabbia in cui l’avevano rinchiuso, per fargli assaporare la libertà di cui aveva disperato bisogno, fece star bene anche lui. In quel momento, il Principe gli sembrava una persona rinata, totalmente differente da quel fantasma che pochissimi erano riusciti a scorgere, mentre vagava tra i colonnati del castello senza la possibilità di parlare con nessuno. Solo. Un’ombra infelice.
Ebbene, non lo sarebbe stato mai più.
La musica scemò lentamente, mentre i giovani facevano un profondo inchino alle loro farfalle ballerine, lasciandole andare, e fu quando vide Yuzo dirigersi verso di lui, sorridente e leggermente accaldato a seguito della sfrenata danza, che si ritrovò a pensare, quasi senza accorgersen: - Certo che, quando sorride, il Principe è davvero… -. Ma fermò immediatamente il resto della frase, spalancando gli occhi ed arrossendo per il suo stesso pensiero decisamente ardito ed inadeguato. Si passò una mano tra i capelli, sbuffando.
Yuzo era Vostra Altezza il Principe Minore.
Punto.
La persona che avrebbe servito per il resto della sua vita e a cui aveva prestato solenne giuramento, non… non poteva permettersi di… di…
“Oddei!” esclamò il Principe, fermandosi innanzi a lui e riprendendo fiato. “Non mi sono mai divertito così tanto in vita mia! E dire che i matrimoni mi erano sempre sembrati terribilmente noiosi!”
“Da-davvero?” cercò di riprendersi il cadetto, camuffando l’imbarazzo.
“Già! Quelli nobiliari sono così… così pomposi, solenni, ma… freddi. Qui, invece, si è circondati dallo spirito della festa. Sono calorosi, coinvolgenti.” poi scosse il capo incredulo “Non pensavo che mi sarei divertito a ballare… io detesto ballare!”
“Mh…”
Yuzo inarcò un sopracciglio, poggiandogli una mano sulla spalla ed osservandolo con espressione preoccupata, mentre il cadetto si irrigidiva per quel semplice contatto, deglutendo a fatica.
“Mamoru, va tutto bene?” domandò il Principe e l’altro si affrettò a rispondere con foga.
“Oh! Sì, sì Vostra… ehm… cugino! È tutto a posto!”
Il Principe fece per dire qualcos’altro, ma venne interrotto dall’arrivo di una voce femminile.
“Mamoru, non sapevamo avessi un cugino nello Stato degli Akai!”
Il cadetto inquadrò due ragazze con la coda dell’occhio, esibendo un sorriso strafottente e rispondendo a quella che aveva appena parlato.
“Non è detto che tu debba sempre sapere tutto, Kumi.”
Lei fece spallucce. “Il solito zotico.” disse, per poi rivolgere un sorriso al Principe “Mentre tuo cugino è decisamente più educato e gentile di te.” lo elogiò facendogli un leggero inchino. “Inoltre…” concluse, lanciando l’ultima occhiata trionfante a Mamoru che le fece ottenere una smorfia di rimando “…sa anche ballare!”
“Beh, ma mio cugino sa fare moltissime altre cose…” intervenne Yuzo in difesa del cadetto, attirandosi il suo sguardo “…è un validissimo combattente! Ed inoltre è un ottimo maestro…”
“Maestro?!” fece eco Kumi.
“Mi ha mostrato molte cose di questa Città, che non conoscevo.” lo disse rivolgendosi al giovane un sorriso pieno di gratitudine, che lo imbarazzò.
“Davvero?! Hai sentito, Yukari? A quanto sembra, anche Mamoru Izawa sa essere gentile… quando vuole!”
“Beh?” fece il cadetto, incrociando le braccia al petto “Ne dubitavi, forse?!” e le ragazze risero della sua espressione offesa.
“E lui è Alan del Nord, cugino di Mamoru.” disse all’improvviso una voce alle spalle del Principe, seguita da una sonora pacca sulla spalla dello stesso, che introdusse l’arrivo di Makoto accompagnato da Jun e la sua promessa sposa.
Sì, decisamente avrebbe staccato le mani di Soda se non la smetteva di allungarle su Yuzo, pensò il cadetto, rabbuiandosi per un breve attimo, prima di tirare un profondo sospiro e fare buon viso a cattivo gioco.
Namasté, Alan.” salutò Jun, introducendo sé stesso e Yayoi.
Namasté, piacere di conoscervi.”
“E così vieni dallo Stato degli Akai.” disse Jun con un sorriso “Spero che tu ti stia trovando bene qui da noi.”
Yuzo annuì con entusiasmo. “Benissimo, mi sembra di essere… a casa!” e Mamoru cercò di trattenere una risata, mentre Makoto domandava.
“Ti fermerai molto?”
Ma il Principe scosse la testa. “Purtroppo sono in partenza. Domani mattina me ne andrò…”
“Di già? Oh, che peccato.”
“Eh sì…” intervenne il cadetto “…mio cugino è una persona molto impegnata.”
“E cosa fai di bello?” sorrise Yayoi.
“Ehm… ecco… studio per… divenire diplomatico alla corte del Maharaja.” oddei! Ecco che si faceva sentire la pessima influenza di suo fratello Kerasu: le sapeva inventare di peste e di corna, pur di far dispetto a Madama Kara.
“Oh, che cosa interessante!” esclamò Kumi, per poi scoccare un’occhiata traversa a Mamoru “Altro che giocare al bravo soldatino.”
Il cadetto non si arrabbiò nemmeno, sospirando con tono di sufficienza. “Sei una donna, non puoi capire.”
“A proposito.” disse Jun “Come procede il tuo servizio presso la Guardia Reale?”
Mamoru esibì un sorriso a trentadue denti, inorgogliendosi. “Benissimo!”
“E com’è il Maharaja?” domandò Makoto, sorseggiando del vinello leggero e dal dolce aroma fruttato.
Il cadetto aggrottò le sopracciglia. “Beh, è una persona molto rigida e severa…” affermò, lanciando una rapida occhiata a Yuzo, che annuì alle sue parole “…ma noi cadetti non abbiamo molte occasioni di interazione diretta con lui, solitamente si rivolge sempre ai soldati effettivi e agli alti comandanti.”
“Mentre il Principe Kerasu sembra una persona così espansiva!” esclamò Yayoi “Lo vedo spesso in città.” e Yukari sospirò trasognante.
Ohhh… il Principe Kerasu! È così bello e forte! E poi è gentile e cortese con tutti!”
“Il Principe Ereditario è fantastico!” esclamò Mamoru, fermamente convinto, trovando l’appoggio degli altri interlocutori e strappando un sorriso al Principe Minore, felice di vedere come il fratello fosse ben voluto dal suo popolo. “Non solo è una persona giusta…” continuò il cadetto “…ma è anche un formidabile guerriero. Però sono sicuro che un giorno riuscirò a batterlo!”
Makoto rise, dandogli una gomitata. “Ora non esagerare!”
Ma secondo Yuzo non stava esagerando affatto: in un futuro, nemmeno troppo lontano, Mamoru avrebbe potuto battere Kera. Di questo lui ne era convinto al cento per cento.
“Ed il Principe Infelice?” domandò Jun ad un tratto, attirandosi la sua attenzione “Lui lo hai mai visto?”
Il cadetto tentennò. “Beh… ecco…” non avrebbe voluto che Yuzo scoprisse l’appellativo con cui era conosciuto tra il popolo.
“Chi?!” intervenne Makoto con espressione interrogativa.
“Come ‘chi’?” fece eco Jun “Parlo del secondo figlio del Maharaja.”
Soda sgranò gli occhi stralunato. “Cioè… mi stai dicendo che abbiamo due Principi?! E da quando?!”
“Oh, Shiva.” sospirò Jun, portandosi una mano alla fronte, tra le risate dei presenti, compreso lo stesso Yuzo.
“Cielo, che ignoranza, Makoto!” lo rimproverò Yukari “Sono diciotto anni che il Maharaja ha due kumar! Come fai a non saperlo? Ci stai facendo fare una pessima figura con il cugino di Mamoru che penserà che al Sud sono tutti degli zoticoni come te!” ed il giovane arrossì leggermente, grattandosi la nuca, mentre Yuzo scuoteva il capo.
“No, non mi permetterei mai, anzi, ora mi avete incuriosito. Parlatemi del vostro Principe.” e così avrebbe anche scoperto cosa il popolo pensasse di lui… o, almeno, quelli che sapevano della sua esistenza.
“Il Principe Yuzo ha la nostra età, ma, in tutto questo tempo, le volte che è stato visto fuori delle mura del castello si possono contare sulle dita di una mano…” spiegò Jun “…sembra che il Maharaja non gli permetta di fare nulla. E si dice che vaghi per i corridoi del palazzo come un’anima in pena e l’espressione triste. Per questo lo chiamano il Principe Infelice.”
“Accidenti!” esclamò Makoto, inarcando un sopracciglio “Ma davvero?! E che razza di vita è la sua?!”
“Già…” convenne l’amico con espressione grave “…più che altro io sono preoccupato: un giorno lui diventerà il Gran Consigliere del Principe Kerasu. Ma mi domando come sarà… buono? Cattivo? Fraudolento? Non sappiamo niente di lui e lui non sa niente di noi e la Città... ”
“Il Principe Minore è una persona speciale.” lo interruppe Mamoru con serietà, attirandosi gli sguardi incuriositi dei suoi interlocutori. “E’ giusto, leale, coraggioso e con un bellissimo sorriso. Ed io sono sicuro che diverrà il miglior Gran Consigliere che questo Stato abbia mai avuto.”
Jun sorrise. “Ecco che emerge lo spirito del buon cadetto che c’è in te, sempre pronto a difendere la famiglia del Maharaja.” scherzò, mentre Soda gli pungolava il fianco con il gomito.
“Mi sembra che tu lo conosca davvero bene, eh!”
Kumi alzò lo sguardo al cielo, sbuffando. “Dei, quanto sei monotematico, Mamoru Izawa! Sempre a parlare di Maharaja e Maharajakumar!” e, prendendo Yuzo per un braccio, si allontanò trascinandoselo dietro. “Io approfitterò del tuo carinissimo cugino per qualche altro ballo! Ciao-ciao!”
“Ehi!” sbottò il cadetto “Lascia in pace mio cugino!”
“Pensa al tuo Principe!” fece eco la giovane, agitando una mano e non degnandolo più di uno sguardo.
- E’ proprio quello che sto facendo! - pensò aspramente, ma lasciò che quello rimanesse, appunto, solo un pensiero ed osservò Yuzo, che gli rivolse uno strano sorriso prima di muovere le labbra e mormorare un ‘grazie’ senza suono. Il cadetto ricambiò quel gesto con un leggero cenno del capo, mentre lo vedeva sparire tra la gente in festa che aveva ripreso allegramente a danzare.

*

La Luna, lentamente, capitolava sul finire della notte.
La Città, ora, era tranquilla e silenziosa. Immersa in un sonno profondo. Solo le fredde acque del Fiume scorrevano placide, con il loro ininterrotto mormorio, accompagnando i lenti passi delle uniche due figure che passeggiavano sulle sue sponde.
I festeggiamenti per il matrimonio di Sanae e Tsubasa erano terminati già da un po’ ed il Principe ed il cadetto percorrevano, piano, la via del ritorno.
Uno accanto all’altro.
“Mi dispiace di non esser riuscito a difendere Vostra Altezza da Kumi.” disse ad un tratto Mamoru, riprendendo il suo tono formale. “Quella ragazza è appiccicosa come il miele!”
Yuzo rise, scuotendo il capo. “Oh, ma non fa nulla, non è stato un problema. A proposito… credo che sia innamorata di te.” concluse, attirandosi lo sguardo incredulo del cadetto.
“Cosa?!”
“Sì, mi ha fatto molte domande sul tuo conto…” ma l’altro scosse il capo, inarcando un sopracciglio.
“Spreca il suo tempo. Ho cose più importanti che pensare alle donne.” disse, stringendosi nelle spalle “E poi le renderei infelici.”
Il Principe aggrottò le sopracciglia con perplessità. “Perché dici così?”
“Perché sono un cadetto della Guardia Reale e tra sei mesi sarò un soldato. E, prima di qualsiasi moglie o qualsiasi figlio, prima di una famiglia… per me vengono il Maharaja ed i Principi. Tutto il resto passa in secondo piano e né mi interessa.”
Yuzo rallentò la sua andatura fino a fermarsi e restare ad osservarlo, mentre Mamoru avanzava di qualche altro passo. Poi sostò anche lui, quando s'accorse d'averlo lasciato indietro e lo guardò con espressione interrogativa.
“Quindi…” cominciò il Principe “…mi stai dicendo che… io vengo prima di tutto, per te?”
Il cadetto arrossì:sì, esattamente, solo che, posto in quel modo, era un po’ imbarazzante. Si passò una mano tra i capelli lunghi, guardando il terreno sotto i suoi jutis[8].
“Sì, Vostra Altezza.” disse, volgendogli le spalle e riprendendo a camminare.
Un largo sorriso distese le labbra di Yuzo a quella risposta, e non seppe spiegarsi lo strano senso di euforia che sembrò impossessarsi del suo petto, accelerandogli i battiti. Rapidamente raggiunse il cadetto, affiancandosi a lui che gli lanciò delle fugaci occhiate prima di domandare, non senza una certa titubanza: “E… e Vostra Altezza è mai stato innamorato?”
Quel quesito si attirò lo sguardo del Principe, che rimase ad osservare i suoi occhi per alcuni secondi, quasi indeciso sulla risposta da dare. Poi sorrise, guardando altrove.
“No.” almeno fino a quel momento.
Una strana smorfia, come un sorriso trattenuto, nascosto, attraversò le labbra del cadetto che continuò: “Nessuna Principessa, quindi, è riuscita a far breccia nel vostro cuore?”
“Assolutamente no.” confermò Yuzo, ridacchiando e scuotendo il capo. “Io e le donne non abbiamo praticamente nulla in comune. Più volte ho avuto modo di parlare con le kumari di svariati Maharaja, ma i risultati sono stati sempre gli stessi. Pessimi.” e fece spallucce, con un sospiro “Non abbiamo interessi affini, nessuno spunto di conversazione. Io studio politica, economia, scienza e tecnica… e loro… il ricamo? L’Arte della Musica? Il pettegolezzo?! Di cosa potrei mai parlare con loro? Solo di argomentini esauribili in un paio di battute. E poi non è necessario che io trovi obbligatoriamente una moglie.” concluse soddisfatto. “E credo che, questo, sia l’unico lato positivo dell’essere il figlio minore.”
Continuarono a camminare superando vicoli e strade che, all’andata, erano stati animati da voci e colori sgargianti. Ora, i banchi del mercato erano chiusi e tutti uguali, sotto i teloni che li coprivano, e la Città aveva assunto un alone quasi malinconico tra lo schiarirsi del cielo che, fino a poche ore prima, era stato di un blu carico e profondo ed ora prendeva sempre più le sfumature di un tenue rosa e dell’azzurro.
Percorsero in silenzio il tragitto che li condusse al vicolo dal quale erano arrivati dopo esser sgattaiolati fuori dal palazzo.
Un paio di ubriachi zig-zagarono lungo la strada sgombra, sorreggendosi l’un con l’altro, fino a scomparire alle loro spalle, ridacchiando e snocciolando frasi senza senso.
Il Principe ed il cadetto inforcarono il vicolo fino ad arrivare a quello che era stato il punto di partenza di quella breve avventura.
Nel veder di lontano l’imponente struttura del castello, che si faceva sempre più vicina e dai contorni opachi e severi, a Yuzo venne meno il respiro, mentre uno strano senso di vertigine gli attanagliava la testa e aggrovigliava le viscere. Si fermarono sul limitare della stradina, mentre Mamoru controllava l’intorno per vedere se vi fossero guardie.
“La via è libera, Vostra Altezza.” mormorò senza ottenere risposta. Si volse, allora, ad osservare il suo profilo, dallo sguardo spento e fisso sulla struttura in arenaria e le cupole a bulbo. “Vostra Altezza, qualcosa non va?” gli domandò preoccupato, toccandogli il braccio. “Siete pallido…” ma era facile dedurre il motivo di tale repentino cambiamento e solo allora, quando lo vide respirare a fondo cercando di costringere l’aria a riempire i suoi polmoni e sbattere le palpebre un paio di volte, celando il fatto che gli occhi gli si fossero fatti lucidi, capì di essere stato lui il vero ingenuo di quella serata; che il suo desiderio, di vederlo felice, era solo l’utopia di una notte, perché il giorno lo avrebbe visto nuovamente rinchiuso nella sua gabbia dorata, tra le cui sbarre avrebbe ripreso a rubare gli spiragli dell’altrui libertà.
Gli aveva regalato solo un sogno fin troppo breve.
“Va tutto bene.” disse Yuzo con calma, rivolgendogli un sorriso in cui si sforzò di apparire sereno, ma che a Mamoru fece male. Un dolore che in vita sua non aveva mai provato, perché non aveva mai sofferto per gli altri, ma ora si era ritrovato a soffrire per lui. E se l’avesse portato via? Lontano da suo padre, da quella vita che solo apparentemente sembrava perfetta, ma celava rinunce e catene che gli stringevano il cuore? Sarebbero potuti fuggire dallo Stato dei Morisaki, lui aveva amici sparsi un po’ dappertutto e… e stava cominciando a dare i numeri. Scappare con il Principe era la più grossa follia che gli fosse mai venuta in mente. Già solo per averlo segretamente portato fuori dal castello stava rischiando la testa; se fossero addirittura fuggiti, lo avrebbero fatto a pezzettini e gettato in pasto ad una tigre.
Purtroppo, per quanto gli riuscisse difficile da mandare giù e gli ribollisse il sangue nelle vene per la rabbia, non c’era nulla che lui potesse davvero fare per il suo Principe. Niente.
“Avrei un’ultima richiesta.” disse Yuzo, strappandolo ai suoi pensieri.
“Tutto quello che Vostra Altezza comanda.” rispose a mezza voce.
“Vediamo l’alba?”
Il cadetto parve esitare, poiché sarebbe potuto risultare pericoloso, ma il Principe sembrò quasi cogliere i suoi timori. “Stai tranquillo, c'è un luogo, all’interno dei giardini del castello, in cui nessuno va mai… Per una volta, sarò io a portare te in un posto che non conosci.”
Mamoru, si rese conto che non avrebbe rifiutato un suo desiderio per nulla al mondo e fece un profondo inchino, cercando di sdrammatizzare. “Molto bene, Vostra Altezza, allora fatemi strada.”
Rapidamente lasciarono il loro nascondiglio, attraversando la strada che li separava dalla cinta muraria. Si arrampicarono sull’albero sacro, ma ridiscendere il muro fu più difficile che scalarlo. Corsero, poi, lungo la rigogliosa vegetazione del giardino, ma questa volta fu il Principe a prendere la mano del cadetto, guidandolo attraverso il labirinto di siepi di cui lui conosceva ogni segreto ed anfratto. Al centro, Mamoru poté già scorgere una piccola torre in pietra.
Come detto da Yuzo, non trovarono nemmeno una guardia in quella zona, e riuscirono ad arrivare alla loro meta indisturbati. Il cancelletto di ingresso alla costruzione era aperto ed il Principe invitò Mamoru a seguirlo, salendo rapidamente lungo la scaletta a chiocciola che portava alla sommità della torre, dalla quale si aveva una visuale dei monti ad Est, dietro cui sorgeva il Sole, e le pianure ad Ovest. Alba e tramonto erano perfettamente visibili da lassù.
Yuzo si sedette sul cotto del pavimento, stringendo le ginocchia al petto, ed osservando il cadetto che si accomodava accanto a lui. “Siamo arrivati in tempo. A breve sorgerà il Sole.” disse con un leggero affanno per la corsa.
Mamoru si guardò intorno con curiosità. “Qui è molto tranquillo. Ci venite spesso?”.
“Tutte le volte che non voglio essere trovato.” affermò, poggiando il mento sulle ginocchia e puntando gli occhi sulle vette, il cui contorno cominciò a brillare di una intensa luce dorata. “Quando ho voglia di scappare vengo qui, a fingere che la mia vita sia diversa.” abbozzò un sorriso “Le rare volte che le lezioni pomeridiane terminano prima, corro su questa torre per godermi il tramonto. È bellissimo. Sapevo che doveva esserlo anche l’alba, ma non avevo mai avuto il coraggio di sgattaiolare fuori dal castello per venire a vederla…” poi si girò ad osservare gli occhi scuri del cadetto “…però, questa è la notte delle mie ‘prime volte’, no? E volevo concluderla nel miglior modo possibile.”
Mamoru rispose al suo sorriso, appoggiandosi con la schiena contro la roccia della costruzione ed incrociando le braccia al petto.
Lentamente, il Sole fece capolino tra le montagne distanti, come una tonda moneta d’oro, ad illuminare l’intero paesaggio. Distese i suoi raggi benevoli sulla verde giungla rigogliosa; sulla Città e le sue case; sul Fiume, che aveva già perso il riverbero argenteo della Luna; sui cittadini addormentati, che continuavano a vivere ignari del piccolo segreto che la notte si sarebbe portata via con sé; sul castello dalle cupole dorate, che brillarono abbaglianti; sui suoi abitanti: guardie già sveglie e di ronda; la servitù che, lenta, si preparava ad affrontare una nuova giornata; il Maharaja che dormiva sempre relativamente poco, troppo preso tra le preoccupazioni che la giusta gestione di uno Stato comportava; il Gran Consigliere con il safa[9] e gli occhiali compostamente riposti sul comodino; Madama Kara, che sognava i giorni felici in cui era ancora in grado di sculacciare il pestifero Principe Ereditario, e Kerasu, che sognava come far imbestialire l’anziana governante; il gatto Ryo, che ronfava acciambellato tra le morbide coperte.
Su Yuzo e Mamoru, Principe e cadetto, sui loro doveri ed i loro sentimenti.
“Quando ti incontrerò di nuovo…” disse il Maharajakumar, continuando ad osservare il sorgere del Sole “…non potrai più parlarmi, vero?”
Il giovane della guardia trasse un profondo sospiro. “E’ così, Vostra Altezza.”
“Capisco.” annuì lentamente “Allora te lo dirò adesso, altrimenti non avrò più l’opportunità per farlo.”. Yuzo gli rivolse una seria espressione che Mamoru non gli aveva mai visto fino a quel momento. “Per tutto quello che hai fatto per me, per avermi mostrato ciò che io avevo solamente carpito in lontananza, per essermi stato amico e cadetto fedele…” e dagli occhi nocciola, resi brillanti dal Sole, scivolò una ed una sola lacrima silenziosa, mentre la voce rimase limpida “…per avermi fatto vivere, questa notte… grazie. Io non lo dimenticherò.”
Era per questo che Mamoru, tra il Maharaja ed il Principe, aveva scelto il Principe.
Era per questo che era felice di essere al suo servizio, e per nulla al mondo avrebbe smesso di essergli fedele. Perché Yuzo era una persona che sapeva essere coraggiosa, ma, al contempo, non aveva paura di mostrare le sue debolezze. E ciò faceva di lui una persona sincera.
Ed era per questo che gli piaceva così tanto.
Mamoru gli carezzò la testa, affondando le dita nei suoi corti capelli scuri, sorridendo. “Vostra Altezza non deve ringraziarmi…” la mano scivolò sul viso, ad asciugare la lacrima. “…qualsiasi cosa per il mio Principe.”
Le labbra di Yuzo si distesero in un genuino sorriso sereno.

 

Continua…


[1]SHERWANI: è una lunga casacca decorata (con churidar o shalwar abbinati), molto elegante e più pesante di un kurta. Viene solitamente indossata durante feste molto importanti come, appunto, un matrimonio. (Esempio: *clicca*. Questo è un modello molto semplice, a seconda del patrimonio che uno ci vuole spendere ce ne sono altri molto più riccamente e finemente decorati. Dal canto mio, io preferisco questi meno vistosi!)

[2]SALWAR: la salwar o salwar kameez è un tipo di sari utilizzato soprattutto dalle ragazze giovani. Si compone di una lunga camicia, che può essere di varia lunghezza, di pantaloni dalla gamba ampia e che scende molto morbida, e la lunga sciarpa (che è un elemento sempre presente nell’abbigliamento indiano.). Ce ne sono di modelli bellissimi, dagli sgargianti colori!*-* (Esempio: *clicca*. AMO questa Salwar! E' bellissima! T_T la voglio. Benedetti siano gli indiani che sanno come far apparire longilinea anche una rotondetta come me! Questo è un esempio a maniche più lunghe, ma ce ne sono anche a maniche corte, giromaniche e bretelline; di diversi tessuti, colori e ricami, e molti sono dotati anche di stola corredata.)

[3]PAKHAVAJ: è un tipo di percussione composto da un grande tamburo di forma cilindrica e lunga. (Esempio: *clicca*)

[4]SITAR: è uno strumento a corda, dal manico mooolto lungo ed una cassa tondeggiante. Di solito si suona stando seduti, poiché è decisamente grande. Da non confondere assolutamente con il SETAR, che è uno strumento persiano; sono ambedue strumenti a corda, ma totalmente diversi. Il Setar ha solo quattro corde (tre, in origine, a cui venne aggiunta una quarta), il Sitar ne ha un po' di più e comunque tutta la loro struttura è differente. (Esempio di sitar: *clicca*)

[5]PULLANGHUZAL: è un piccolo flauto in bambù. (Esempio: *clicca*. Il pullanghuzal è chiamato più comunemente "Karnatic Flute" o "Venu")

[6]SAREE: beh, credo che questo più o meno lo conoscano tutti XD è il tradizionale abito femminile indiano per eccellenza. Si compone di una sotto gonna, sulla quale viene applicata la parte più importante del sari ovvero quella stoffa lunghissima che poi viene appoggiata oltre la spalla, ed un top, solitamente molto corto. (Esempio: *clicca*. Beh, di saree ne esistono di miliardi di tipologie, una più bella dell'altra. Questo a me piace molto, ma ne ho visti certi... *_* awwww)

[7]BALLE... LANGEYA”: questa canzone, come la scena del ballo del resto, è presa dall’unico – credo! – film di stampo ‘bollywoodiano’ che è riuscito ad arrivare in Italia. Si tratta di “Bride & Prejudice” (‘Matrimoni e pregiudizi’, anno 2004) che rivede, in chiave Hindi, il noto romanzo di Jane Austen. Regia di Gurinder Chadha (la stessa di “Sognando Beckam”); tra gli interpreti la bravissima (e aggiungerei BONA!) Aishwarya Rai (l’avete vista nella pubblicità della L’Oreal) e Naveen Andrews (il mitico Sayid in LOST).
La canzone ‘Balle balle je soniya de’ appartiene alla colonna sonora del film ed è interpretata da Sonu Nigam e Gayatri Iyer.
(NOTA: ho trovato più traduzioni di questa canzone, ed in alcuni punti sono discordanti. Ho scelto quella che compare proprio durante il film, tramite sottotitoli.).

[8]JUTIS: sono le scarpe. Una specie di comode ciabattine. (Esempio: *clicca*. Queste ciabattine sono bellissime e devono anche essere di una comodità paurosa! XD)

[9]SAFA: un altro tipo di turbante, più ricco.(Esempio: *clicca*)


 

...E poi Bla bla bla...

XD accidenti! Direi quasi di esser stata profetica, visto che proprio il week-end scorso hanno fatto in TV "Matrimoni e Pregiudizi" XDDDDDDDDD
Confermo che NON ho la palla di cristallo!XD Ma stranamente mi rendo di conto di avere quasi le premonizioni!O__O'' Ultimamente è terrificante!O__O mah!
E dopo ciò, vi rimando al prossimo capitolo ^__^Y

   
 
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