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Autore: dontletmeboo    06/12/2012    18 recensioni
E' possible amare una persona così tanto, da voler andare via da lei per sempre, così da non soffrire più? Si.
!Larry Stylinson.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'll love you forever.

 


-No, Louis!- urlò.
-Harry- gli sorrisi, nonostante fossi consapevole di avere il terrore negli occhi -lascia perdere. E' così che doveva andare, a quanto pare- deglutii, sentendo una goccia di sudore scivolarmi sulla fronte, poi sullo zigomo -non posso obbligarti, lo sai.-
Il riccio davanti a me si stava massacrado le mani dall'agitazione, per un attimo pensai stesse per svenire, dato il colore delle sue guance, pallido e non roseo come sempre -Louis, non fare il coglione- balbettò, con gli occhi che cominciavano a bagnarsi.
Vederlo piangere faceva male, tremendamente male, eppure la decisione che stavo per prendere mi sembrava quella giusta, per entrambi.
Io avrei smesso di soffrire, e lui avrebbe potuto finalmente vivere la sua vita.
-Non posso obbligarti ad amarmi, Harry- precisai la frase di poco prima.
E poi lo feci.
Chiusi gli occhi e sentii un urlo pieno di paura.


*

Delle risate.
La testa mi stava scoppiando, dentro rimbombavano delle risate familiari.
"Amore della mamma!" mi disse ridendo.
Le sorrisi, felice, cominciando a corre in tondo con il mantello bordeaux attaccato al collo con un filo, che svolazzava da una parte all'altra.
"Guardami mamma, sono Superman" dissi, facendole notare la maglia blu che indossavo, con una 'S' rossa ricamata sopra e il cappellino di lana che portavo in testa e che mi copriva i capellitagliati a caschetto.
Cominciai a urlare, continuando a correre.
"Louis" mi chiamò mio padre "Calmati un attimo e vieni qui, se fai il bravo bambino dopo ti porto a prendere il gelato."
Solo a sentir parlare di gelato, mi si illuminarono gli occhi; così mi sedetti sul divano accanto a lui, incrociando malamente le gambe e osservando il televisore davanti a noi.
"Però me lo compri al cioccolato, vero?" chiesi, e lui annuì, sorridendo e girando il telecomando tra le mani.
La televisione si fermò su un canale strano.
"Che cosa fanno?" chiesi, togliendomi il berretto e lanciandolo a terra senza farmi vedere.
Mia madre arrivò dalla cucina e, strofinandosi le mani con uno straccio, si sedette sulla sua poltrona, osservando anche a lei quei ragazzi in televisore.
"Stanno facendo una gara" spiegò lei "Chi canta meglio, avrà un premio."
Premio.
"Regalano caramelle?" 
Scosse la testa "Soldi, ma sei troppo piccolo per parlare di questo."
Non mi soffermai sulle sue parole.
Piuttosto, continuai a fissare con gli occhi spalancati lo schermo, a fissare i tanti ragazzi che sul palco continuavano a cantare, tenendo stretto in mano il microfono.
E quel giorno capii.
Anche se ero solo un bambino, capii di non volere più fare il supereroe; capii di essermi innamorato della musica.


*

"Mamma, vado a lezione, ciao" scesi le scale di corsa, tenendo in mano la borsa e aprendo la porta di casa.
Lei mi salutò dalla cucina con un sorriso e un lieve cenno del capo.
Uscii poi di casa, chiudendomi la porta alle spalle.
Il freddo dell'inverno mi ghiacciava le caviglie scoperte dai pantaloni risvoltati e il vento soffiava tra i miei capelli scompigliati.

Appena spalancai quelle porte di vetro, il caldo della sala mi invase e tirai un sospiro di sollievo.
Non era ancora arrivato nessuno, così posai la giacca e la sciarpa su uno dei sedili di velluto rosso e, guardandomi intorno, camminai verso il palco, ancora con la paura di essere notato da qualcuno.
Salii quei tre scalini che mi portarono poi nel mio mondo.
Sorrisi, nonosante non ci fosse nessuno davanti a me.
Anche stare lì, mi faceva sentire vivo, mi faceva sentire me stesso.
Quando ero su quel palco, niente mi mancava: ero felice.
Presi in mano il microfono, appoggiato ad una delle casse laterali, e quel contatto mi provocò qualche brivido.
Cominciai poi a cantare, senza una base.
Tutta la mia vita, in quel momento, era lì.
Chiusi gli occhi, immaginandomi tutte le poltrone davanti a me, piene di spettatori, che applaudivano senza fermarsi per me. Solo ed esclusivamente per me.

*

Ricordi sempre più vicini mi offuscarono la mente, sempre di più, invadendola completamente.
Passò davanti ai miei occhi un'altra immagine di mia madre, poi di mio padre, Lottie.
Arrivò una scena di Hannah, che mi stringeva a sè con fare caloroso e  conun sorriso stampato sulle labbra; poi, di colpo, come per magia, tutto si fece di nuovo più chiaro.

 

Lacrime e brividi mi percossero, poi un'ondata di delusione.
"Mi dispiace" disse, ma sinceramente non mi sembrava davvero dispiaciuto.
Feci un sorriso sbilenco, per poi abbandonare il palco di xFactor.
Mia madre mi venne in contro, abbracciandomi e tentando di confortarmi "Amore, non fa niente. Ritornerai l'anno prossimo."
Annuii, non troppo convinto.
"Mamma, torniamo a casa, ti prego" riuscii a dire "La musica non fa per me."
Fu davvero dispiaciuta da quella mia affermazione, ma non protestò, passò un braccio intorno alle mie spalle e annuì; prima di andarmene sentii una voce metallica, dovuta al microfono, chiamare il concorrente successivo per la sua esibizione da cantante solista.

 

*

Passò qualcos'altro davanti ai miei occhi, ma non riuscii a percepire e rendermene conto, fino a quando arrivò quel momento, quel ricordo.
 

"Eh arrivano in finale-" una pausa fin troppo lunga che mi costrinse a stringelo ancora più forte "-i One Direction!"
Ci furono tante urla, tanti applausi.
Gli saltai addosso, abbracciandolo, sentendo poi le braccia degli altri stringermi mentre delle lacrime di gioia rigarono il mio viso.
Tutto quello non era come l'avevo immaginato, era ancora meglio.
Non solo avevo trovato una nuova famiglia, ma avevo trovato lui.

"Louis!" mi venne in contro.
Lo abbracciai ancora, appoggiando la testa all'incavo del suo collo e sentendo qualche suo riccio solleticarmi il collo.
"Harry" sussurrai il suo nome, cominciando di nuovo a piangere.
"Ti prego, non piangere" rise "Se no piango pure io" tirò su con il naso, guardandomi negli occhi.
Gli strinsi le mani tra le mie e quel gesto lo fece leggermente sussultare, ma non me ne importai "Ce la faremo" lo incoraggiai con un sorriso.
Mi persi poi a guardare i suoi occhi verdi, scompigliando i suoi capelli con un gesto buffo della mano.


 

Tutto si fermò, inspiegabilmente.
Mi era sembrato di rivivere tutto quanto. Ma quelle scene colorate delle persone che amavo, si sostituirono con immagini scure, sempre più nere.
Poi, di colpo, apparve Harry.

 

"Louis, sai che non possiamo" serrò la mascella e i pugni.
Non avevo il coraggio di guardarlo, così tenni lo sguardo piantato a terra "Harry ti amo."
Si bloccò, guardandomi e non riuscii a percepire nulla dalla sua espressione così dura, così fredda.
Poi, senza preavviso, si sedette sul letto accanto a me e mi accarezzò una guancia, sorridendomi.
"Sei così tenero Loulou" sussurrò al mio orecchio, spostando poi le sue labbra sul mio collo e lasciarci un leggero morso "così bello" un altro morso, che si trasformò in un piccolo succhiotto "così perfetto."
Rabbrividii a quel contatto e chiusi gli occhi, godendomi quel momento.
Solo appena il riccio passò una mano sul mio fianco, scoprendo una parte della mia pelle, sussultai, tirandomi indietro.
Aggrottò la fronte, confuso "Hai detto tu che mi ami" disse, divertito.
Scossi la testa "Non capisci proprio, eh?" mi irrigidii "Si, ti amo. Ma tu mi ami, Harry?" dissi con un tono fin troppo duro.
Rimase a fissarmi, sconvolto.
Aspettai una sua risposta, ma quando questa non arrivò, dopo che il mio cuore perse un battito, mi alzai uscendo dalla stanza.


 

Ricordi che non avrei mai potuto dimenticare; perchè ormai facevano parte di me.
Mi ero innamorato di lui; non sapevo però che Harry mi volesse tanto quanto lo volevo io.
Tutto quello fu però uno sbaglio.
I ricordi si fecero sempre più vicini, fino a qualche giorno prima.


 

"Harry, ti prego" mi avvicinai a lui.
Strinse gli occhi, poi con tutte le forze che aveva mi rispose "No, mi dispiace" nonostante entrambi sapevamo che quella non era la verità.
Annuii, cercando di sembrare impassibile dopo quella sua affermazione, ma questo non mi riuscì appena una lacrima rigo la mia guancia destra e finì sul bordo della mia maglietta.
"Ti amo, Harry." Sussurrai.
Lui, per tutta risposta mentì, un'altra volta, "Io no, Louis."
Annuii "Forse è meglio far finire tutto questo, non ha senso continuare a mentire a noi stessi, Harry" dissi "Tu hai paura dei pregiudizi della gente, non hai il coraggio di ammettere quello che provi e a quanto pare è così che doveva andare" finii, lasciandolo lì, confuso.
Solo dopo un po' capì.

"No, Louis!"
"Harry" gli sorrisi, nonostante fossi consapevole di avere il terrore negli occhi "lascia perdere. E' così che doveva andare, a quanto pare" deglutii, sentendouna goccia di sudore scivolarmi sulla fronte, poi sullo zigomo "non posso obbligarti, lo sai."
Il riccio davanti a me si stava massacrado le mani dall'agitazione, per un attimo pensai stesse per svenire, dato il colore delle sue guance, pallido e non roseo come sempre "Louis, non fare il coglione" balbettò, con gli occhi che cominciavano a bagnarsi.
Vederlo piangere faceva male, tremendamente male, eppure la decisione che stavo per prendere mi sembrava quella giusta, per entrambi.
Io avrei smesso di soffrire, e lui avrebbe potuto finalmente vivere la sua vita.
"Non posso obbligarti ad amarmi, Harry" precisai la frase di poco prima.
E poi lo feci.
Chiusi gli occhi e sentii un urlo pieno di paura.

*

Mi aspettavo ancora le risate.
Mi aspettavo di rivedermi bambino, nei panni di Superman.
Mi aspettavo di vedermi su quel palco, sa solo, a cantare; la band. Mi aspettavo xFactor.
Pensavo di poter rivedere Liam, Zayn, Niall e Harry.
Pensavo di poter risentire il suo sguardo puntato addosso.

Ma nessuna immagine, nè a colori, nè in bianco e nero, mi apparve davanti.
Già mi mancava la sua risata, il suo sguardo, i suoi ricci perfetti e il suo profumo, ma ormai non potevo più tornare indietro e con quello che avevo fatto, avevo appena smesso di soffrire.
Gli ultimi minuti in cui ero consapevole di tutto, sentii delle urla.
Era la sua voce.

-Ti amerò per sempre Harry, addio.-

Infine il buio e una sensazione di vuoto, mi invasero completamente.

Si è vero, prima di morire la tua vita ti passa davanti agli occhi e ti sembra di riviverla.
Tutto ti sembra così vicino, così reale, ma non lo è.
Almeno si ha la certezza di non dimenticare nessuno.

E' possible amare una persona così tanto, da voler andare via da lei per sempre, così da non soffrire più? Si.










SBAAAM!

Ok, diciamo che in questi giorni mi sto impegnando a ristrutturare il mio profilo!
Sto rileggendo tutte le mie vecchie One Shot, rendendomi conto di quanto fanno schifo, così le riscrivo, tenendo intatta la trama :3
Cosa che ho fatto anche per questa storia c:
Sinceramente non mi convince molto, ero anche tentata di cancellarla, però poi ci sarei rimasta male dato che ci ho messo più di mezz'ora a sistemare e fare il possibile per rendere presentabile questo schifo!


Spero comunque che vi sia piaciuta almeno un po'.
Ormai sapete che scrivo solo One Shot depresse..quindi u.u
Per chi non l'aveva già letta, spero lascerete una recensione!


Un bacio,
Simo.

   
 
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