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Autore: Gillian_Lightman    06/12/2012    2 recensioni
Certo in molti (me compresa) hanno affrontato il tema dei primi momenti tra Cal e Gillian, quelli del primo bacio...Ma la loro relazione può essere duratura? Riusciranno a tenerla nascosta? Eccomi quindi qui con il seguito di "Sometimes*" per darvi la mia versione! Sconsigliata la lettura a chi non la letto la mia Fiction precedente perchè molte cose vengono date per scontato, come l' identita di Sarah. In questa FF presenterò gli avvenimenti in due parti: 4 mesi dopo l' inizio della relazione e 6 mesi dopo. Chiaramente i guai non mancano mai e i due piccioncini dovranno affrontare non pochi problemi!
Genere: Commedia, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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Saaalve (: Vorrei dedicare questo capitolo a Kaori97 chee è appena stata operata, spero lo trovera…divertente…. E che le possa rallegrare un po’ la permanenza in ospedalee !
 
***
Gillian rise di cuore alla battuta del suo compagno. Mentre passeggiavano al chiaro di luna si voltò, cercando lo sguardo di Cal. maa…Era scomparso.
Lo chiamò diverse volte, ma non ce n’ era traccia. La strada era deserta.
Gillian udì un rumore; prima che potesse fare qualcosa si trovò circondata da uomini con vesti uguali, e tutti incappucciati. Formavano un cerchio, che le si stava stringendo addosso. Provò a gridare, ma era come se non avesse più voce.
 All’ improvviso si ritrovò in ginocchio, mentre due degli uomini la sorreggevano per le spalle.
Qualcuno le diede una frustata sulla schiena. Urlò.
Quella seguente la lacerò, giungendo fino alla carne.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH”
***
 
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH”
Gillian si risveglia gridando.
Le ci vogliono diversi istanti per realizzare che era solo un sogno.
Lentamente si mette a sedere, passandosi una mano sulla fronte e cercando di riprendere un respiro normale.
Poi si volta alla sua destra, allungando una mano per incontrare quella del compagno…Ma si accorge che non cè nessun altro nel letto: è sola.
Improvvisamente viene colta dal terrore, dal terrore che fosse stato tutto un sogno; osservando meglio l’ altro lato del letto, però, si accorge che cè un grosso vassoio contenente del cibo ed un biglietto.
Si solleva lievemente e allunga la mano per afferrare il sottile pezzo di carta senza doversi alzare dal letto.
 
Buongiorno tesoro,
So che avrei dovuto svegliarti come al solito alle sette per andare a lavorare, ma immaginavo saresti stata stanca…ieri sera ti ho fatto fare piuttosto tardi…
A Gill scappa un sorrisetto a metà fra il divertito e il malizioso, ricordando la notte precendente.
Quindi eccoti la colazione, ci vediamo a lavoro, quando vorrai venire.
Ti amo,
Cal
Terminato il biglietto si lascia sfuggire un sospiro pieno di allegria, abbandonandosi sul letto a pancia in su, e tenendo il biglietto sul petto…Dopo tutto la giornata iniziava bene!
 
 
 
Cal è alla scrivania del suo ufficio, la porta chiusa.
Dopo tre anni sta ancora lavorando a quel dannatissimo libro, ma per fortuna grazie ad un grandissimo sforzo da parte di Gillian, Emily e Sarah lo ha quasi finito.
All’ improvviso sente aprirsi la porta, e prima di poter rimproverare chicchessia per non aver bussato si ritrova davanti una splendida e alquanto sorridente Dottoressa Foster.
“Buongiooorno” la saluta Cal, appoggiandosi allo schienale della sedia per godersi la vista della donna: indossa sobrii tacchi 10 neri, una gonna a vita alta dello stesso colore che termina una ventina di centimetri sopra il ginocchio ed una camicia argentata.
“Era tantissimo che non indossavi una delle tue gonne!” nota l’ uomo ad alta voce.
“Ti mancavano?” domanda Gill avvicinandosi.
“Mi mancavano le tue gambe” replica Cal ridacchiando, e procurandosi una pacca sul petto sorprendentemente energica.
“Ahi! Mi hai fatto male” si lamenta massaggiandosi la spalla.
La donna si limita a cingergli il collo con le braccia e a baciarlo. Lui si alza e le fa strada verso la stanzetta lì accanto, dove si siedono sul divano.
Dormito bene?”  le domanda eloquente Cal, con tono provocatorio.
Lei, tuttavia, decide di sviare la domanda raccontandogli qualcos’ altro “Ho avuto un’ incubo!”
“Davvero? E che hai sognato?” chiede curioso Lightman.
“Bhe…Il sogno non aveva molto senso a dire la verità. Stavamo camminando e tu scomparivi, e arrivavano degli uomini incappucciati che mi frustavano…Ma sai la cosa brutta?”
“Dimmi”
Gill lo guarda “Che…Quando mi sono svegliata tu non c’eri. E, non lo so, ho come creduto di essere di nuovo sola”.
Cal le accarezza i capelli, con un tenero sorriso stampato in faccia; poi le prende le mani “Non ti lascerò mai sola”.
“Lo so” gli risponde dolcemente, prima di baciarlo.
“Ma non hai risposto alla mia domanda…” continua imperterrito Cal “hai dormito bene?”
Gill per tutta risposta si mette a ridere, poi continua provocante, avvicinandosi pericolosamente all’ uomo “Ehi, vuoi per caso un’ anteprima del secondo round?”
“Tecnicamente sarebbe il quarto” puntualizza lui ridendo.
La Dottoressa gli molla una pacca sulla spalla e si alza, facendo per andarsene “Aah sei così irritante!”
Ma prima che possa fare due passi Cal la tira da indietro, facendole perdere l’ equilibrio e rovinare sul divano.
“Dove vai? Ora voglio quell’ anteprima!”
 
“Ma Foster non è mai in ritardo” puntualizza Loker con una certa insistenza.
“Concordo! E poi in questo periodo a qualcosa di diverso, come se fosse più allegra, per qualche motivo” aggiunge pensierosa Ria.
La povera Sarah, come al solito, si trova a dover confutare le ben fondate teorie dei due: “Andiamo! Tutte queste congetture solo perché è in ritardo? Sarà stata stanca! Oppure avrà avuto un impegno da sbrigare!”
Lo sguardo degli altri due non può veramente essere definito, se non con –bitch please-
“Okay Black, allora rispondi a questa domanda…” la incalza Loker fissandola per studiarne la reazione “Tu e Foster vi conoscete da oltre vent’ anni…E’ capitato, anche una sola volta, in tutto questo tempo che lei sia stata in ritardo senza avvisare?”
“Bhe…No” conclude alla fine Sara, incapace di mentire e non trovando nulla di meglio da dire per giustificare l’ amica.
Loker allarga le braccia, come per dire –ecco, che ti dicevo?!-
“Forse Lightman sa qualcosa! Dopo tutto è il suo migliore amico!” si intromette Ria.
“E secondo te ce lo direbbe?” domanda ironico Eli.
“Vale la pena tentare”
“Okay” assentisce Sarah “ma lasciate andare prima me…non si sa mai che riesca ad ammorbidirlo!”.
In realtà l’ unico scopo disperato della ragazza è quello di raggiungere l’ ufficio anticipatamente rispetto ai colleghi, quello stesso ufficio in cui avrebbe giurato di aver visto entrare Gillian meno di una decina di minuti prima.
 
Riuscendo nel suo intento, Sarah entra nella stanza con un’ anticipo di una sessantina di secondi prima degli altri due; non vedendo nessuno nella sala principale ma sentendo il chiaro rumore di baci provenire dalla saletta accanto corre verso di li gridando sottovoce “RAGAZZI! STANNO ARRIVANDO ELI E RIA!”
Quello che sente imprecare da Cal non è certo un –orca befana-, ma dopo una decina di secondi riescono comunque a ricomporsi…Evidentemente (fortunatamente) non stavano facendo nulla di non appropriato.
Ciò nonostante quando i due amanti si avviano verso Sarah, questa subito addita la camicetta di Gill, che, guardandosela, si accorge di aver riallacciato male, nella fretta, due bottoncini; subito cerca di sistemarsela.
Pochi secondi dopo entrano Loker e Ria, decisamente contrariati dalla presenza della donna.
“Foster?” esclama sbigottita Torres “quando sei arrivata?”
“Qualche minuto fa…Già che ci sono, scusate il ritardo! …Avevo un lavoro da finire…”
La risposta non li convince per niente, ma ora Ria sembra più interessata a qualcos’ altro: sta fissando Gillian con gli occhi sbarrati.
“Hem…Che cè?” domanda questa, lievemente imbarazzata.
Nel frattempo se ne è accorto anche Loker, che parla per primo:
“Ha-Hai…” si gratta la testa e soffoca una risata dando un colpo di tosse “hai un succhiotto sul collo”.
Foster sbianca. Letteralmente.
E’ così terribilmente imbarazzata che non riesce a dire o a fare niente.
“Aah! Ora si spiega tutto!” esclama Ria.
Gillian, cercando di riacquistare la parola, le domanda “Tutto cosa?”
“In questo periodo sembravi più solare, più felice” spiega l’ altra “…Ci chiedevamo il perché, e ora lo sappiamo…”
“Sesso” conclude semplicemente Loker “Ti vedi con qualcuno”.
Sarah e Cal osservano in silenzio la scena, cercando di capire se possono ridere o se devono iniziare a preoccuparsi.
I cinque hanno formato uno strano cerchio, che si rompe quando Ria e Loker, con le braccia conserte ed uno sguardo avido, si avvicinano lentamente a Foster, gli occhi fissi su di lei.
“Allora Gillian…Chi è?” domanda Ria, senza smettere di avanzare.
“Già…a noi puoi dirlo” continua imperterrito Loker, costringendola ad arretrare.
A questo punto, però, Cal non riesce più a trattenersi:
“Si, Foster, chi è il fortunato?”
“Lo conosciamo?” si unisce Sarah.
Gillian li guarda tra l’ arrabbiato e il divertito, mentre i due amici si prendono a pugni lo stomaco cercando invano di non ridere.
Tutti sono in attesa della fatidica risposta, ma Foster si limita a guardarli, uno dopo l’ altro, con occhi dannatamente maliziosi, quasi perfidi. Poi, senza proferir parola, si volta ed esce dall’ ufficio sotto le proteste di Ria e Loker.
 
 
Quando è passata un’ ora e le acque si sono calmate,
 Gillian rientra nell’ ufficio del compagno.
“Hei tesoro” le dice lui con un sorriso, che però pare più una risata trattenuta: chiara allusione alla scena di poco prima.
“Brutto idiota” esclama Gill.
Lightman scoppia di nuovo a ridere.
“Si…Ridi pure, ma la prossima volta te lo lascio io un segno!”
“Accomodati” le sussurra lui maliziosamente.
Con i denti” puntualizza la donna “giuro che te li pianto in un braccio!”
Questa volta Cal non ride.
G: “Potevano scoprirci, dovremo stare più attenti!”
“Si hai ragione…”concorda l’ uomo “resta il fatto che è stato dannatamente divertente” continua piegato in due dalle risate ripensando al viso di Gill poche ore prima.
“Sisi…Vedrai come mi vendico stasera!”
Cal le fa perdere l’ equilibrio, e quella gli rovina addosso sulla sedia della scrivania.
“Ah si?” le domanda con fare malizioso “e come pensi di punirmi?”
Lei porta le labbra a poche centimetri da quelle dell’ uomo “Tu stai a casa con Emily e la tua simpaticissima ex moglie, mentre io esco a cena con Sarah”
Detto questo, con un fluido movimento, si libera dalla presa del compagno rimettendosi in piedi e dirigendosi verso la porta, mentre quello protesta:
“Hei! Aspetta! Credevo che avremmo cenato insieme a casa tua e poi…” lascia intendere il finale della frase.
Gillian afferra la maniglia “Ho detto punizione, non premio!” conclude chiudendosi la porta alle spalle.
 
 
L’ austero suono del martelletto che batte sul banco segna l’ avvio del processo, mentre il giudice inizia: “Silenzio in aula. Gli avvocati e l’ imputato si alzino. Siamo pronti a procedere?” quando entrambe le parti assentono continua “Bene, l’ accusa può portare alla sbarra il suo primo testimone”.
Alla fine Cal aveva deciso di assistere al processo, ma non aveva voluto essere accompagnato ne da Gill ne dagli altri colleghi.
Dopo circa due ore gli avvocati non hanno ancora finito di sbranarsi nella fossa dei leoni: il banco dei testimoni.
Manca solamente una vittima che dove deporre, portata alla sbarra da Zoe Landau, avvocato per la difesa.
Per ora Cal pensa che il suo “amico” ha ancora una minima possibilità:
i testimoni che lo avevano visto allontanarsi con la vittima erano tutti dei poco di buono, e Zoe non aveva avuto difficoltà a minarne la credibilità facendo perno sui loro precedenti penali; poiché i bar erano squallidi, in nessuno c’erano telecamere che potessero collocarvi James…Quindi che lui non fosse solo un’ altra vittima del vero killer, che aveva deciso di sfruttare la sua presenza nei primi locali per farlo sembrare colpevole depistando le forze dell’ ordine e facendola franca?
Nel sostenere questa teoria Zoe era stata decisamente convincente, tanto che stando all’ occhio vigile e sicuro di Lightman aveva dalla sua parte tre giurati…Certo, tre su dodici, ma considerando da dove erano partiti non andava per niente male!
Restava però il lavoro più difficile per la difesa, ossia sviare il test del DNA effettuato sui capelli e sulle tracce organiche rinvenute sul corpo della quarta vittima,  che erano risultate appartenere a James; per avvalorare e provare definitivamente la sua teoria, Zoe doveva spiegare come l’ assassino avesse potuto avvicinarsi a James talmente tanto da riuscire a sottrargli quelle minuscole tracce organiche.
Questo restava comunque un problema per domani, oggi l’ udienza sarebbe finita con la testimonianza di Sophie Smith, nonché sorella dell’ imputato, che si era appena seduto al banco dei testimoni.
Porgendogli un grande libro dalla copertina bordò la guardia le domanda:
“Giura di dire la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità?”
Appoggiando la mano destra sulla Bibbia e la sinistra sul cuore, Sophie risponde
 “Lo giuro.”
Osservandola Cal non può definirla se non come una donna decisamente fuori dall’ ordinario.
Arriva a stento al metro e sessanta, magra ma non troppo, pelle di un candido color bianco e capelli rossi.
Gli occhi sono grandi e verdi tendenti all’ azzurro, cotonati con un filo di matita nera; le labbra rosse e carnose, al centro del viso un piccolo nasino a partire dal quale si estendono leggere macchioline arancioni: lentiggini.
 Sarà stata al massimo sulla trentina…Che dire? Una delle più belle donne che Cal avesse mai visto.
Non si stupisce del fatto che ai tempi James non gliela avesse mai presentata, effettivamente doveva ammettere di essere stato un vero puttaniere, ma in fondo lo era rimasto per molto tempo, sia dopo i tempi del college che successivamente al divorzio con Zoe.
Poi però si era innamorato di Gillian Foster, e tutto era cambiato.
Scacciando questi magnifici pensieri Cal torna a concentrarsi su Sophie; certamente non era la sua bellezza che lo aveva allarmato, quando il suo nervosismo e la sua grande angoscia.
Certo, è normale essere in ansia quando hai un fratello accusato di omicidio e che rischia la pena capitale, ma al Dottor Lightman sembrava che ci fosse qualcos’ altro sotto…Che quell’ angoscia nascondesse qualcosa di più profondo e inquietante.
Comunque erano solo congetture, di certo non poteva immaginare che nelle quarantotto ore successive questa sua intuizione avrebbe portato alla soluzione del caso, ma quasi dall’ altra parte degli Stati Uniti, e con un morto…
 
Gill Lightman: okay…Forse era un po’ “spinto” e povero di informazioni sul caso, ma visto che i prossimi come avrete capito saranno molto intensi ed in più volevo rallegrare Kaori….
Spero vi sia piaciuto comunque (:
Jenny 
  
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