Ero a casa mia da sola, mia madre era andata dal parrucchiere "Sembro un leone" continuava a ripetermi..
Andai su internet e cercai qualche dieta, assolutamente decisa a perdere quei chili di troppo: digitai "diete per ragazze" e mi uscirono un sacco di risultati, così strappai un foglio dal quaderno che avevo sulla scrivania e presi appunti
un po' qua e un po' di là, assemblando una sottospecie di dieta; scesi poi in cucina e attaccai il foglio al frigo: -Bene! Da oggi si inizia.- mi dissi, cercando di farmi forza da sola, ma poco dopo mi arrivò un messaggio che distrusse in partenza tutti i
miei sogni: "Gelato al ponte?" era Nick, accettai e aspettai che lui passasse a prendermi.
Poco dopo arrivò e suonò al campanello:
-Hey.- disse appena aprii la porta e allungò le labbra per darmi un bacio.
-Ciao.- risposi e subito feci unire le nostre labbra.
Presi il mio cellulare e uscii di casa con lui: non so perché, ma in quel momento ero davvero nervosa, tanto da non riuscire a spiaccicare parola.
-Allora, come stai?- chiese.
-Bene, tu?- dissi camminando e guardando sempre verso il basso e tenendomi ad una certa distanza da lui.
-Bene. Ma starei meglio - rispose prendendomi per un braccio e avvicinandomi a lui -se stessi vicina a me! Mi servirà un megafono per poterti parlare se stai così lontana.- finì sorridendo.
Sorrisi anche io, imbarazzata, poi lo presi sotto braccio: -Chiedo umilmente scusa!-
Continuammo a camminare e arrivammo al "ponte": tutti i ragazzi lo chiamavano così, ma era semplicemente un parco, con un inutile ponticello nel mezzo, dove ogni tanto le coppiette si scambiavano baci e parole tenere al chiaro di luna.
-Allora, io mi prendo un cono gigante di gelato!- disse euforico. -Tu?-
-Io voglio iniziare la dieta, non credo che mangerò il gelato.-
-Dieta?- chiese come se quella parola non l'avesse mai sentita.
-Perdere peso ti suona meglio, forse?-
-Perchè vuoi perdere peso?-
-Perchè occupo più spazio del dovuto, la popolazione cresce ogni anno!-
Mi diede una spintarella: -Tu non devi perdere nessun chilo!-
-Dì pure quello che vuoi, non riuscirai a farmi cambiare idea.- gli sorrisi, cattiva.
Sbuffò: -Lo vuoi o no il gelato?-
-No!-
-Neanche piccolo?-
-No, no.-
-Minuscolo?-
Sorrisi: -No, grazie mille!-
-Vorrà dire che ne mangerai un po' con me!- andò alla baracchetta dei gelati e si prese una coppa davvero gigante, non stava scherzando.
-Sei un uomo di parola!- gli dissi scherzando alla vista di quel…pentolone di gelato.
Mi fece l'occhiolino e mi portò sotto un albero: si sedette a terra e mi fece sedere fra le sue gambe.
-Mangia.- disse mettendomi il cucchiaino vicino alla bocca.
Mi allontanai il più possibile e lui per ripicca mi sporcò tutta la bocca di cioccolata:
-Ops, che disastro!- disse.
-"Che disastro"- gli risposi prendendolo in giro e leccandomi le labbra. -Ora sono tutta appiccicosa e non ho niente per pulirmi.-
-Tanto chi ti deve vedere?- chiese mettendosi in bocca un cucchiaio di gelato.
-Tutti quelli che ci sono qui.-
-Guardami.- disse.
Lo guardai: -Sono tutta sporca, vero?-
-Sì.- rispose ridendo. -E sei bellissima.- e mi spiaccicò un altro cucchiaio di gelato contro la bocca.
-La smetti?!- dissi ridendo e mangiandomi, per lo sfinimento, il gelato.
-Lo so che lo vuoi, non fai la furba con me!- esclamò.
Come si può ben immaginare, cedetti e mangiai il gelato insieme a lui.
Rimanemmo tutto il pomeriggio seduti lì, sotto quell'albero al fresco, a scherzare, a ridere e scambiarci tenerezza:
-Domani sei sola?- chiese ad un certo punto.
-Ovviamente, come tutti i giorni del resto.- risposi.
-Allora andiamo in spiaggia.-
-Ci sto.-
-Passo a chiamarti alle dieci in punto.-
-Va bene, Mister Precisione!-
Erano le dieci in punto e non era ancora arrivato, avesse anche suonato il campanello un secondo dopo le dieci glielo avrei fatto pesare, ovviamente scherzando.
Alle dieci e cinque suonò, andai ad aprire:
-Siamo in ritardo di cinque minuti e undici, dodici, tredici..-
Mi tirò a sé e mi diede un bacio a stampo: -Scusa, piccolo imprevisto.-
-Sei scusato.- presi la mia borsa e ci dirigemmo verso la spiaggia.
-Che caldo.- esclamò poco dopo. -Appena arriviamo ci lanciamo in mare.-
-Assolutamente, sto sudando anche solo a passeggiare.-
Arrivammo in spiaggia, posammo la nostra roba e andammo verso la riva:
-Guarda là, non è una tua compagna?- disse all'improvviso.
Mi voltai a guardare e non appena lo feci, lui velocemente mi prese in braccio e mi portò in acqua, in un secondo mi bagnai tutta.
-Stupido!- dissi emergendo. -E io che cercavo pure la mia compagna di classe, non ci credo mi hai fregato.-
Rise di gusto: -Sono un bravo attore!-
Lo schizzai e iniziò una guerra di spruzzi, tanto che una signora passando disse:
-Fate attenzione, non ci siete solo voi due in acqua!- Nick ed io ci guardammo e scoppiammo a ridere di nuovo.
-Io credevo che ci fossimo solo noi due in spiaggia, mi sbagliavo evidentemente.- mi disse a bassa voce.
-Peccato.- gli risposi -Lo credevo anche io.-
-Andiamo più in là?-
-In là dove?-
-Dove non tocchiamo.-
-No, Nick.- dissi subito.
-Perchè?-
-Ho paura..-
-Ma di cosa?- chiese venendomi vicino.
-Ho paura ad andare dove non riesco a tenere i piedi saldi a terra.- mi vennero i brividi. -Non riesco neanche a immaginarlo.-
-Non vieni nemmeno se ti tengo in braccio io per un pezzo?-
Lo guadai quasi terrorizzata, non mi era mai successo niente di particolare, ma pensare di dover nuotare senza riuscire ad appoggiare i piedi per terra mi spaventava; allungò una mano verso di me:
-Vieni.- disse sorridendomi.
Non resistevo al suo sorriso. -Va bene.- mi aggrappai a lui e mi portò per un pezzo in mare.
-Fermiamoci qui.- e si fermò, io a quel punto mi strinsi di più a lui. -Sei hai paura torniamo indietro subito.-
-No, va bene così.- gli diedi un leggero bacio sulle labbra, ma quel bacio poco dopo si intensificò: le sue labbra rimasero più del solito sulle mie, le nostre lingue si incontravano e i nostri corpi aderivano sempre di più.
Ero in paradiso.
-Da quanto tempo sognavo un momento come questo.- dissi, facendomelo letteralmente scappare di bocca.
Lui mi sorrise: -E' colpa mia, ho scoperto troppo tardi che mi piacevi.-
-E' colpa di tutti e due.- dissi infine.
Uscimmo dall'acqua e andammo sui nostri asciugamani:
-Sono bianca come un cadavere!- gli dissi mentre mi appoggiavo per prendere un po' di sole.
-Non sei la sola! Siamo una coppia di fantasmi.- si mise anche lui seduto.
In quel momento passò una ragazza davvero bella, alta, abbronzata e, soprattutto, con un fisico da paura. La squadrai e poi guardai Nick:
-La vedi quella?- dissi e facendo finta di niente a indicai. -Cosa ne pensi?-
La guardò anche lui: -Che sia una bella ragazza.-
-Ti piace come tipo?-
-Non è male. Il mio tipo ideale di ragazza si chiama Rebecca e, il caso vuole, è proprio seduta qua di fianco a me!- rispose dandomi un pizzicotto sulla gamba.
Non gli risposi e continuai a fissare la bellissima ragazza, la invidiavo, specialmente per il suo fisico.
-Quali fisse ti stai facendo?- chiese Nick.
-Nessuna.- mi prese così per un braccio e mi fece coricare vicino a lui.
-Qualsiasi cosa tu stia pensando, sappi che ti trovo davvero bellissima così come sei.-
-Non sto pensando a niente. Ma ti ringrazio!- e gli schioccai un bacio sulla guancia.
Non era vero che non pensavo a niente: da quel giorno in poi avrei iniziato seriamente la dieta.