Un’ altra umida mattina, laggiù a Little Whinging. Erano le cinque del mattino e un pallido sole si affaccendava per cominciare il suo lavoro. I gialli giardini del quartiere e qualche begonia moribonda lo salutarono pigramente. Agosto. Un ragazzo dall’ aria un po’ sciupata se ne stava alla finestra di una casetta ben curata. Dall’ alto della costruzione poteva vedere Magnolia Crescent illuminarsi lentamente a spicchi. Era tutto molto tranquillo, neanche un anima si aggirava da qualche parte che non fosse il proprio letto, a parte qualche gatto intraprendente. Rimase a fissarne soprattutto uno, che attirò la sua attenzione. Ma non appena strizzò gli occhi per mettere a fuoco, quel gatto con uno strano disegno in volto, quasi a forma di occhiali di corno, sgattaiolò via. Harry sbuffò, ascoltando distrattamente la melodia di una canzone Babbana che si levava dalla casa di fronte.
This is my December
This is my time of the year
This is my December
This is all so clear
This is my December
This is my snow covered home
This is my December
This is me alone
Nessuno si era fatto vivo per più di tre settimane. Nessuna notizia, niente che potesse anche vagamente distrarlo dal pensare. Solo qualche vaga lettera dai suoi amici e dal suo padrino, in apparenza tutti insieme allegramente. Cercava di trarre qualche conclusione dall’ ascolto di vari telegiornali Babbani, ma non c’era ancora nessun fatto di cronaca che poteva ricondurre a Lord Voldemort. Dov’era, cosa faceva, con chi, forse erano informazioni che non meritava di avere. E una lancia di ingiustizia lo trafisse allo stomaco.
And I
Chi avrebbe avuto il diritto di essere informato più di lui?
Just wish that
I didn't feel
Like there was
Something I missed
Nessuno si era preso la briga di contattarlo veramente. Ogni fragile scusa che frapponeva Harry da quel pensiero, svaniva in pochi attimi.
Mi stanno ignorando.
Aveva riletto più e più volte le lettere inviatogli, ma il messaggio che intendeva tra le righe era sempre lo stesso.
‘Sta calmo, Harry, che i grandi sistemano tutto.’
And I
“Maledizione!” Ringhiò.
Take back all
The things I said
To make you
Feel like that
Solo. I nervi tesi. Ridotto a nascondersi tra i cespugli per ascoltare i notiziari. Si sentiva solo.
And I
Cercò di calmarsi, guardò ancora l’ orizzonte, guardò ancora quelle strade che conosceva a menadito. Per quanto quelle vie gli ricordassero una buona parte della sua vita, non riusciva davvero a considerarla tale. La sua vita sapeva bene dov’era.
Just wish that
I didn't feel
Like there was
Something I missed
Ma lui era nato solo quattro anni fa.
And I
Quella in cui viveva ora non poteva certo chiamarla casa. Un alito di vento gli sferzò in viso, completando il lavoro della sveglia. Molte volte si era chiesto come sarebbe ora la sua esistenza senza la notte di Halloween di quindici anni prima. Senza i Dursley. Senza nemici. Si toccò istintivamente la fronte.
Si chiama Destino?
Take back all the
Things I said to you
Ancora le note di quella canzone lontana. Sembravano suggerirgli qualcosa.
And I give it all away
Just to have somewhere
To go to
Give it all away
To have someone
To come home to
O forse era solo la sua immaginazione.
This is my December
These are my snow covered dreams
This is me pretending
This is all I need
Puntellò i gomiti alla base della piccola finestra da cui si affacciava.
Solitudine.
Angoscia.
Smarrimento.
Una volta un mago saggio gli disse che gli uomini avevano una particolare abilità nello scegliere le cose peggiori per loro. Un largo sorriso si fece spazio in mezzo a tutti quei pensieri, mentre una piccola figura di gufo si avvicinava sicura verso il numero 4 di Privet Drive.
And I…
(Linkin Park – My December)