Salve a tutti!!
Pensare che ho scritto tutta una ff, o quasi, sul cellulare maledicendomi per aver tolto dalla borsa carta e penna, non so se ridere o maledirmi di nuovo. Bah, Ridiamoci su! XD
Se vi va e avete due minutini fatemi sapere se vi è piaciuta, lasciate un commentino, una critica... fate voi! XD
Ringrazio tantissimo Francesco4 che ha controllato il testo (di questa e anche di altre ff) e auguro a tutti una buona lettura!
“E
quindi
mia madre mi ha portata da uno specialista... sì, un vero
idiota! Sai cosa mi
ha detto? Che se prendo qualche stupida pastiglietta e non sforzo il
piede poi
mi passa... neanche un esame! Che poi che ne sa
lui?! Avrei dovuto
comprarmici delle scarpe con i 60 euro e passa che ci
ho speso!”. Ormai era più di un’ora che
Anne continuava a lamentarsi, con
quella sua voce a volte un po’ troppo stridula, di quanto
tutto fosse sempre
contro di lei. Era passata dal parlare di uno dei suoi tanti ex
fidanzati,
puntualmente catalogati come stronzi e decerebrati, a sua madre che non
la
capisce per poi divagare, non capiva come, sul suo discorso preferito :
malattie gravissime che colpiscono solo me.
Scarlett
odia le persone come Anne. Persone la cui vita sembra sempre una
tragedia, ma
si sentono comunque di dirti, dopo ore di tortura psicologica a base di
discorsi idioti, che non dovrebbero lamentarsi per poi tirare un
sospiro tanto
affranto quanto falso e studiato. Insomma, tipiche Dramma Queen capaci
di
disperarsi per ore, anche per i problemi degli altri, per poi
concludere il
discorso con frasi come “ah, ma non dovrei
lamentarmi.”. Ridicole e tediose.
Davanti a
queste persone si convince sempre che debba semplicemente e
necessariamente
smettere di ascoltarle per correre ai ripari rifugiandosi nel suo
mondo. Quella
convinzione le sembrava un po’ ridicola a dire il vero. Aveva
sempre temuto la solitudine. Figlia
unica e anche un po’ timida, aveva spesso faticato a
conoscere e parlare con
gli altri bambini e stringere amicizia era qualcosa di assurdamente
difficile.
Essere
lasciata sola, abbandonata, era stata per molto tempo una delle sue
più grandi
paure, almeno finché non era stata circondata da
più di due persone.
La solitudine a quel punto
è diventata la sua
migliore amica. La cerca, ne ha bisogno, è ormai la sua
amante segreta. Ora la
sua mente le da tutto ciò di cui ha bisogno, i racconti che
legge sono le
uniche parole che abbiano senso. Le persone sono qualcosa di noioso,
come una
canzone, nemmeno molto bella, che è stata ascoltata ormai
troppe volte. Noiose!
“Oh,
immagino.” Sbuffa Scarlett con voce annoiata e ironica. Anne
come al solito non
coglie nulla di ciò che sta passando nella testa della
ragazza e continua il
suo discorso. In realtà non le importa molto se Scarlett
segua o meno ciò che
dice con attenzione e interesse, non fin tanto che le da ragione.
“Sì,
ecco! ”
le risponde quindi Anne soddisfatta.
Scarlett ha
semplicemente una fottuta voglia che Anne
se ne vada, non importa perché o come, ma sente che se
dovrà sorbirsi anche
solo un’altra mezz’ora della vocina stridula di
quell’oca le verrà
un mal di testa di quelli epici.
E come se
il
cellulare interamente fucsia della sua interlocutrice si sentisse in
colpa per
quello strazio che le sta infliggendo la sua padrona ecco che si mette
a
squillare un motivetto per niente orecchiabile e puramente commerciale,
ma che
a Scarlett suona un po’ come la campanella che stabilisce la
fine di
un’interminabile e orribile giornata scolastica: liberatorio.
Anne
risponde, si sente una voce stridula e gracchiante urlarle qualcosa e
lei, dopo
aver risposto un davvero poco fine “Oh, Cristo! Possibile che
tu debba sempre
rompere il cazzo così tanto?! Arrivo, arrivo!”, si
rivolge a Scarlett con un
sorriso di cortesia stampato in faccia.
“Oh,
scusa
Scarly! Devo proprio andare! Finiremo un'altra volta quel discorso su
Martine... sai penso davvero che dovrebbe smettere di lamentarsi
così tanto,
alle volte è davvero insopportabile.”
Scarlett
nemmeno si ricorda di aver iniziato un discorso su quella povera
ragazza che si
ritrova Anne per amica, sorvola sul fatto che odia quando storpiano il
suo
nome, ma proprio non riesce a non pensare che le sembra davvero
un’idiozia, o
quanto meno ironia pura, che sia proprio una come Anne a lamentarsi dei
piagnistei di qualcuno, ma com’è che si dice?
“Il bue che da del cornuto
all’asino”, no?
“Ma
figurati
Anne. Ci vediamo, allora!” Si spera il più tardi
possibile, pensa Scarlett
vedendola correre via.
Finalmente
è sola.
Si
chiude nella sua camera e si mette le cuffie
dell’Ipod nelle orecchie alzando al massimo il volume.
Ben
presto
si isola del tutto, la musica diviene un lontano mormorio e
tutto ciò che le rimane,
per quanto sia proprio il contrario di poco, è la sua mente.
Il suo
mondo
sarebbe sempre stato lì, lontano da ragazze insopportabili e
problemi di ogni
sorta, sempre vicino a tutto ciò che amava.