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Autore: ScarlettIvyCH    06/12/2012    1 recensioni
“Aveva sempre temuto la solitudine, ora è diventata la sua migliore amica”.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!!

Pensare che ho scritto tutta una ff, o quasi, sul cellulare maledicendomi per aver tolto dalla borsa carta e penna, non so se ridere o maledirmi di nuovo. Bah, Ridiamoci su! XD

Se vi va e avete due minutini fatemi sapere se vi è piaciuta, lasciate un commentino, una critica... fate voi! XD

Ringrazio tantissimo Francesco4 che ha controllato il testo (di questa e anche di altre ff) e auguro a tutti una buona lettura!

 

 

“E quindi mia madre mi ha portata da uno specialista... sì, un vero idiota! Sai cosa mi ha detto? Che se prendo qualche stupida pastiglietta e non sforzo il piede poi mi passa... neanche un esame! Che poi che ne sa  lui?! Avrei dovuto comprarmici delle scarpe con i 60 euro e passa che ci ho speso!”. Ormai era più di un’ora che Anne continuava a lamentarsi, con quella sua voce a volte un po’ troppo stridula, di quanto tutto fosse sempre contro di lei. Era passata dal parlare di uno dei suoi tanti ex fidanzati, puntualmente catalogati come stronzi e decerebrati, a sua madre che non la capisce per poi divagare, non capiva come, sul suo discorso preferito : malattie gravissime che colpiscono solo me.

Scarlett odia le persone come Anne. Persone la cui vita sembra sempre una tragedia, ma si sentono comunque di dirti, dopo ore di tortura psicologica a base di discorsi idioti, che non dovrebbero lamentarsi per poi tirare un sospiro tanto affranto quanto falso e studiato. Insomma, tipiche Dramma Queen capaci di disperarsi per ore, anche per i problemi degli altri, per poi concludere il discorso con frasi come “ah, ma non dovrei lamentarmi.”. Ridicole e tediose.   

Davanti a queste persone si convince sempre che debba semplicemente e necessariamente smettere di ascoltarle per correre ai ripari rifugiandosi nel suo mondo. Quella convinzione le sembrava un po’ ridicola a dire il vero.  Aveva sempre temuto la solitudine. Figlia unica e anche un po’ timida, aveva spesso faticato a conoscere e parlare con gli altri bambini e stringere amicizia era qualcosa di assurdamente difficile.

Essere lasciata sola, abbandonata, era stata per molto tempo una delle sue più grandi paure, almeno finché non era stata circondata da più di due persone.  La solitudine a quel punto è diventata la sua migliore amica. La cerca, ne ha bisogno, è ormai la sua amante segreta. Ora la sua mente le da tutto ciò di cui ha bisogno, i racconti che legge sono le uniche parole che abbiano senso. Le persone sono qualcosa di noioso, come una canzone, nemmeno molto bella, che è stata ascoltata ormai troppe volte. Noiose!

“Oh, immagino.” Sbuffa Scarlett con voce annoiata e ironica. Anne come al solito non coglie nulla di ciò che sta passando nella testa della ragazza e continua il suo discorso. In realtà non le importa molto se Scarlett segua o meno ciò che dice con attenzione e interesse, non fin tanto che le da ragione.

“Sì, ecco! ” le risponde quindi Anne soddisfatta.

Scarlett  ha semplicemente una fottuta voglia che Anne se ne vada, non importa perché o come, ma sente che se dovrà sorbirsi anche solo un’altra mezz’ora della vocina stridula di quell’oca le  verrà un mal di testa di quelli epici.

E come se il cellulare interamente fucsia della sua interlocutrice si sentisse in colpa per quello strazio che le sta infliggendo la sua padrona ecco che si mette a squillare un motivetto per niente orecchiabile e puramente commerciale, ma che a Scarlett suona un po’ come la campanella che stabilisce la fine di un’interminabile e orribile giornata scolastica: liberatorio.

Anne risponde, si sente una voce stridula e gracchiante urlarle qualcosa e lei, dopo aver risposto un davvero poco fine “Oh, Cristo! Possibile che tu debba sempre rompere il cazzo così tanto?! Arrivo, arrivo!”, si rivolge a Scarlett con un sorriso di cortesia stampato in faccia.

“Oh, scusa Scarly! Devo proprio andare! Finiremo un'altra volta quel discorso su Martine... sai penso davvero che dovrebbe smettere di lamentarsi così tanto, alle volte è davvero insopportabile.”  

Scarlett nemmeno si ricorda di aver iniziato un discorso su quella povera ragazza che si ritrova Anne per amica, sorvola sul fatto che odia quando storpiano il suo nome, ma proprio non riesce a non pensare che le sembra davvero un’idiozia, o quanto meno ironia pura, che sia proprio una come Anne a lamentarsi dei piagnistei di qualcuno, ma com’è che si dice? “Il bue che da del cornuto all’asino”, no?

“Ma figurati Anne. Ci vediamo, allora!” Si spera il più tardi possibile, pensa Scarlett vedendola correre via.

Finalmente è sola.

 Si chiude nella sua camera e si mette le cuffie dell’Ipod nelle orecchie alzando al massimo il volume. 

Ben presto si isola del tutto, la musica diviene un lontano mormorio e tutto ciò che le rimane, per quanto sia proprio il contrario di poco, è la sua mente.

Il suo mondo sarebbe sempre stato lì, lontano da ragazze insopportabili e problemi di ogni sorta, sempre vicino a tutto ciò che amava.   

  
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