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Autore: SeverusPitonFanForum    24/06/2007    1 recensioni
Severus scivola nella follia
Autrice Andromaca
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(La follia) è musica fatta con parole e persino con idee: nasce come nasce da un’intonazione iniziale che non si può prevedere...(1)


Ridi, ridi, non riesci più a smettere.
Una situazione assurda, paranormale, coperto il volto con le mani soffochi le tue risate e le lacrime che inondano i tuoi occhi sopra quelle rose rosse.
In fondo chi può sentirti in quella roccia nuda, in quel guscio morto di Hogwarts priva di studenti... Non Potter... né Black, Minus, Lupin...
Severus Piton ridi fino a diventare viola, perdere il controllo di te e in un limbo di sogno e illusione vedere colori in un caleidoscopio, insensato, folle.
Pazzia, follia, malattia mentale, irrazionalità, insania, stoltezza, stravaganza.... anormalità, squilibrio, demenza, mania, paranoia, schizofrenia, frenesia, alienazione...tante parole un solo concetto...
“Lascialo stare è un pazzo, uno sciocco, difetta di intelletto...”
Ma le parole si accavallano, sono piume leggere e impossibili, soffi e languidi sospiri portati dal vento. Le immagini si sovrappongono... Amore e odio, dolore e dolcezza, povero folle...
Magia sangue morte, delirio vuoto realtà...
Ridi, sì, ridi traducendo la lingua di questo mondo paradossale...
Aggressivo, schizotipico, antisociale, borderline, istrionico, evitante, schizoide....
Esistono vari tipi di malattia mentale e sì molti di folli.... AHAHAH...
Ma noi pazzi siamo tutto e nulla... vedi il tuo mondo di fate, draghi, bastioni, principesse e pum! Via le bollicine negli occhi ti danno fastidio e via! E la felicità cresce dentro di te come un germe di vita e d’amore. Sale ti prende alla gola, la voce vuole uscire e gridi, gridi fino a quando non puoi più e la tua anima vibra ritmata da una musica neonata e già morta. Ti porta al limite, ti porta fuori, fuori dal mondo, fuori dal tuo corpo, dalla tua anima, su fino all’ultima stella dei tuoi occhi. Puoi stringerla a te come un corpo dolce di sorella, caldo di madre, profumato di donna; stringere questa felicità col cuore in gola col solo desiderio di quel tutto e nulla. Poi il mondo si spegne. Le risate, le bollicine, la musica viva e morta, la felicità, il tuo universo di draghi e principesse, il caleidoscopio di colori, le parole intrecciate. Calano le luci sul palcoscenico.
“No! Io voglio suonare la mia musica morta! Sono ancora vivo! Ancora qui!”

Passi leggeri... eccola la mia Felicità... Corri da me..
Corri da me felicità selvaggia, con la tua chioma color del tramonto e i tuoi occhi d’ebano.... e rideremo insieme mia Musa... Corri da me e la nostra follia vivremo...
oltre questo corpo mortale, oltre questa razionalità che imprigiona l’anima... il nostro essere due persone in un solo corpo... la malattia mentale che passa il limite e ci esplode dentro in una pioggia di stelle... cammineremo nei sentieri scavati nei nostri mondi dalle lacrime dei nostri rovelli razionali... Phoenia... ti aspetto... Phoenia... Lucius?
“Phoenia è stata eliminata.”
É stata eliminata... che espressione strana... E-l-i-m-i-n-a-.t-a..... Ma non si elimina un genere un mucchio di foglie morte, un rifiuto, qualcosa di pericoloso...
Pericolosa? Una Calliope folle... figlia illegittima di uno Zeus spodestato... come può essere pericolosa? Mani bianche fatte per disegnare arcobaleni di zucchero e sorrisi di luce per vivere un sogno di Principesse e Chimere? Che male possono fare?
Un controsenso... Ed esplode silenziosa dentro di me una risata... Bella barzelletta sì, Lucius, buona.. davvero buona.... ahahahahahaahha.....
Perchè mi guardi così? Perchè? Le rose sono cadute... Oh... poverine... Beh.. verrà la mia Fata, la cieca Calliope a raccoglierle... Oddio... è un peccato saranno sgualcite ma lei... lei le farà rivivere
... Questo è un altro mondo... Vattene Lucius... tu non gli appartieni... é pura follia... è regina qui dentro... Vattene... Non puoi capire... non può avvicinarti a questa parte di me....
Feriscimi e uccidimi se vuoi... eheheheh.... I miti sono interessanti sai... mi ricordi Apollo.. sì, il dio Apollo nella rissa da bar con un mortale... Lasciami, Mio signore... io sono un povero uomo a metà fra ragione e pazzia... Sono fuori, sono già via, già suo,... tornatene lassù con gli dei...
Puoi colpirmi... e farmi cadere in ginocchio e riderò più forte... certo.. e pingerò per quanto riderò... è la mia malattia... sono solo un povero pazzo... voltati.. Tornate dal tuo Gesù personale.... Someone to hear your prayers, someone who cares...(2)
Ti allontani… bravo.. torna alla gente di tutti i giorni e lasciami vagare...
“non parlerò a Lui di questo... Non lo saprà mai... Quando tornerai qui... Mi troverai ad aspettarti...”
Ma non ti ascolto già più... e ballo la musica della mia follia.. un valzer veloce e turbinante... La mia felicità è già qui e sono perso... in un oceano di stelle... Poi tutto si spegne e tace.

La tua parola di bambino rimbomba, Severus, riflessa su pareti scure di giganti. Pietra e buio, oscurità grondante, fredda, sterile.
Ti ripieghi su te stesso come un giovane germoglio cresciuto nell'ombra.
E non gridi più.
Non ridi più.
La felicità selvaggia se n'è andata.
É rimasto solo un dolore sordo in fondo allo stomaco.
Guardi i mille petali sparsi a terra delle tue rose...
E il tuo Io ti dice -sono tornato- la tua ragione -sono tornata- il tuo superiore intelletto-sono tornato-....
Il tuo viso si storce in una smorfia amara... Le grida, le risa, i colori fumosi e brillanti vi risuonano dentro...
loro e la loro assenza..
Non ci sono più. Hai perso ogni drago da battere, principessa da salvare... tutto.
C'è solo la Speranza. Tutto e nulla come la tua follia, la nostra.
Per la felicità avevi portato rose e sorrisi... le tue risa convulse e sguaiate...
Ora sono solo fiori morti sparsi a terra e solo la Speranza affonda nello specchio del tuo essere sospeso.
Appeso a un filo diverso e uguale al mondo.
La speranza e il tuo riflesso che ti odia.
Resti a dondolarti il volto tra le mani e la tua solitudine ti scivola tra le dita.
Ti ninni avanti e indietro cercando di raggiungere il passaggio tra questo e l'altro mondo.
Adieu, Adieu, remember me.(3)
Remember me.
Povero folle. Sei tutto e nulla.
Adieu, Adieu.


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