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Autore: SeverusPitonFanForum    24/06/2007    2 recensioni
Kingsley Shakebolt invita Severus ad una crociera particolare.NON è Slash
se la leggete rischiate di canticchiare e ballare per GIORNI
Divertentissima
autrice Idromela
Genere: Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vo-ga! Vo-ga! Vo-ga!”
”Piton, presto! Dobbiamo andare ai remi!”
“Te lo puoi scordare”
”Piton, se non voghiamo…”
“Lo so benissimo che succede se non voghiamo”
”Potrebbe essere la loro fine!”
”Sto indossando un paio di scarpe a forma di rana in pubblico. Per quel che mi riguarda, la mia vita e` gia` finita. Questo non importa a nessuno?”
In effetti parecchie cose, in quella vacanza, erano state spaventose.
Piton non sapeva perche` Kingsey Shackelbolt avesse deciso di chiedere proprio a lui di andare in vacanza insieme.
Sapeva solo che una mattina se lo era ritrovato sulla soglia di casa, statuario, con addosso un paio di improponibili bermuda gialli con fantasia di tucani e pappagalli, e degli occhiali da sole grossi come il libro che lui stava leggendo, chiuso nel buio di Spinner’s end. E poi, sapeva che il giorno dopo stava andando con Kingsey in crociera, trascinandosi dietro una valigia piu` grande di lui, con un enorme cappello nero calato sulla testa perche` la sua pelle lattea non si abbronzasse.
Shackelbolt non lo avrebbe mai ammesso, ma Piton era stata la sua ultima risorsa.
Aveva prenotato il pacchetto risparmio per andarci con Lupin, ma lui alla fine aveva deciso di andare in Himalaya con Tonks; Moody doveva ripararsi l’occhio; i Weasley andavano alla maratona di pic-nic per famiglie numerose; Albus era al ritrovo dei vecchi con la barba lunga, Harry doveva restare dai Dursley, Hermione andava in gita coi genitori, Hagrid aveva in mente una reinassance con Madame Maxime, e lui, pur di non sprecare il biglietto omaggio che gli avevano dato insieme ai bermuda gialli, decise di tentare il tutto per tutto e chiedere a Piton.
In realta`, non pensava avrebbe accettato. Neanche Piton, spaventato dalla visione dei bermuda, aveva intenzione di mandare avanti quella pagliacciata. Pero`, quando Kingsey glielo chiese, qualcosa in lui era scattato. Nella sua testa, nei suoi ricordi. Ancora quel sedicenne disperato, pieno di rancore, che fremeva in lui. Che aspettava da tanto di avere l’occasione per andare in vacanza con qualcuno. Vedere cosa succede fuori delle quattro mura mentali che si era costruito intorno. E che lo spinse a dire, con voce calma e piatta da baritono: “Va bene, vengo” Piton penso` che quel dannato sedicenne andava preso a calci. Gia` il viaggio per arrivare al porto, in una macchina babbana mezza scassata che ignorava la comune concezione di camminata rettilinea e rendeva la piu` semplice strada un tornante tutto curve, avrebbe dovuto metterlo in guardia. Poi vide la nave.
Anzi, piu` che una nave era uno yatch enorme, immenso, una citta` che galleggiava placida sul porto. Era una nave altissima, colma di torri e torrette, luci sfavillanti e meravigliose colonne, e questo di per se` non era un problema.
Era, pero`, totalmente rosa.
Dall’albero maestro alla piu` piccola delle scialuppe, dalle ringhiere agli oblo`, dagli ormeggi alla catena dell’ancora, tutto era di un rosa iridescente, talmente brillante da abbagliare. La nave, la “Macho Man”, si stagliava tranquilla nel grigio porto di Brighton, pronta a salpare verso nuove avventure.
“…”
“Piton, vuoi un paio di occhiali da sole? All’agenzia me ne hanno dati due.”
Piton, ingoiando qualunque traccia di orgoglio di fronte a quella visione abbagliante e alla prospettiva di una cecita` improvvisa, si ritrovo` a rispondere:
“Si`, grazie”

A dire il vero, dopo i primi giorni in cui camminava cautamente sotto i muri ed evitava qualunque forma di contatto con chiunque, incluso Kingsey, Piton incomincio` perfino a divertirsi. I tizi che vivevano accanto a loro, due uomini in diversi stadi di obesita` che erano andati in vacanza insieme per sfuggire alle ire delle loro ex mogli e le loro richieste di alimenti (roba babbana che Piton non era riuscito a capire), avevano bussato alla sua porta per chiedergli se gli andava di prendere il sole con loro sul ponte. Reprimendo il naturale impulso di Schiantarli seduta stante perche` altrimenti il Ministero lo avrebbe costretto a riempire un sacco di noiose scartoffie, decise di seguire i due sul ponte, con l’espressione piu` lugubre che avesse in repertorio, e pronto a rispondere a chiunque si sarebbe permesso di insultarlo. Invece, con sua grande sorpresa, non solo nessuno lo insulto`, ma fece perfino due chiacchiere con un occhialuto professore di chimica, gli fu offerto uno strano drink rosa, e nessuno gli lancio` sedie a sdraio, gavettoni o gatti morti. Per lui quella tranquillita` era un fattore inaspettato.
“E dimmi” disse il piu` magro dei due obesi, Mark “com’e` che tu e Kingsey siete venuti in vacanza insieme?”
“Oh, io non avevo di meglio da fare, e lui non voleva sprecare il biglietto omaggio” disse Piton “un motivo come un altro”
”Oh, ma certo” disse quello, facendo un risolino “ma non dovresti sottovalutarti cosi` tanto. Anche io pensavo che Robert” e indico` il suo amico, che stava mandando in panico meta` piscina perche` voleva tuffarsi “non pensasse minimamente a me. Pensavo di essere solo al mondo. E poi, un giorno, per caso, abbiamo parlato, e pian piano ci siamo conosciuti.”
Intanto Robert, allontanato a forza dal trampolino dei piccoli, torno` verso di loro sorridendo, e si avvicino` alla sdraio di Mark.

“Kingsey?”
”Oh, ciao, Severus. Dove eri finito?”
”Sono andato sul ponte con Mark e Robert, quelli che stanno vicino a noi”
“Ottimo”
”Senti un po`…”
”Dimmi”
“Perche` si sono baciati?”v ”…”
”E perche` dopo che si sono baciati il professor Smith ha cercato di baciare me, dicendo che capiva il fatto di amare senza essere corrisposti, e ha smesso solo quando gli ho lanciato l’asciugamano?”
“…”
“E perche` improvvisamente mi sono accorto che su questa nave ci sono soltanto uomini?”
“Oh, Merlino, speravo non mi facessi mai questa domanda. Senti, Severus” Kingsey esito`, in quanto sapeva benissimo di stare firmando la sua condanna a morte “questa e` una crociera…ehm…gay.”
”…”
”Non per qualcosa, eh, ma costava cosi` poco…”
“…”
“Seriamente, il mio piano e` solo godermi questa vacanza, mica di trovarmi delle ragazze. In fondo qual’e` il problema? Non penso che sia un problema. Insomma, se fosse un problema…ehm…”
Kingsey, tenendo fede alle millenarie tradizioni della sua famiglia, che molte volte si era salvata semplicemente stando zitta, lascio` in sospeso la frase. Piton aveva un’espressione omicida. Avrebbe potuto sgozzarlo con un’unghiata, se avesse avuto il tempo di avvicinarsi. Solo che non lo ebbe. Perche`, in quel preciso istante, ci fu uno scossone tremendo, e sia Kingsey che Severus caddero a terra, e si sentirono urla ovunque. Recuperato la solita verve del cadavere, Severus si alzo` e corse fuori la porta a vedere che succedeva. Per poi rientrare l’istante dopo.
“Non sognarti neanche per un istante che mi dimentichi di questa storia”
e poi spari` di nuovo. Kingsey, confuso, decise di seguirlo sul ponte. Tutti gli abitanti della “Macho Man” erano usciti dalle loro camere, chi con il pigiama, chi con un telo di fortuna avvolto addosso, chi con strani costumi da dottore e infermiera, e via delirando. Il problema era il seguente: Mark e Robert, presi da una strana voglia di romanticismo, avevano iniziato a fare il solito numero alla Titanic sul ponte della nave, senza prevedere che le somme del loro peso, proprio avanti alla nave, l’avrebbero sbalzata in avanti. Infatti pian piano, pian piano, la nave si era inclinata in avanti, e solo quando erano caduti in mare si era rimessa a posto, con lo scossone che aveva spaventato tutti. Ma Mark e Robert erano in mare, gia` lontani per via della corrente, e chiedevano aiuto con ampi gesti delle braccia.
“E va bene, maschioni” disse il capitano della nave, la versione in pelle nera del capitano Findus “il motore si e` rotto, quindi dobbiamo remare fino ai nostri compagni; indossate i salvagente e le scarpine da voga e prendete tutti un remo!” disse infine, con voce entusiasta. Un paio di mozzi in evidente crisi di identita` iniziarono a distribuire il salvagente (una specie di gonfio gilet nero tutto borchiato, con la scritta ‘Macho Man’ sulla schiena, tutta in brillantini) e le scarpine da voga (a forma di rana, porcellino e orsacchiotto); a
Piton, come si sa, finirono quelle a forma di rana.
Ed ebbe la sua diatriba con Kingsey
”Sto indossando un paio di scarpe a forma di rana in pubblico. Per quel che mi riguarda, la mia vita e` gia` finita. Questo non importa a nessuno?”
“Oh, a me importa, tesoro” disse il capitano, veleggiando verso di lui, tutto zucchero “Dimmi, cosa ti affligge? Vuoi un po` di cremina per le mani? Remando vengono i calli, in effetti…” Piton alzo` gli occhi al cielo e corse verso Kingsey
“Dammi un dannatissimo remo” disse.

Dopo quell’avventura, Piton divenne il preferito di Mark e Robert e del loro gruppo, un paio di coppie scalcignate che imitavano i Village People. Alla commovente fine della crociera, lo invitarono a vedere i loro spettacoli e lui, a sorpresa, accetto` (cioe`, non li uccise nd Autrice); e si rimise in macchina con Kingsey, che ancora temeva per la sua incolumita`.
“Ehm…”
”Kingsey, non fa niente” disse Piton “mi sono divertito, alla fine. Anzi, grazie per avermi invitato. Non deve essere stato facile convivere con le mie lamentele”
“Oh, ehm” Kingsey, stupito da quell’inaspettata comprensione “be`, sono contento…anzi, visto l’incidente che abbiamo avuto, ci hanno offerto uno sconto sul biglietto per l’anno prossimo, quindi si potrebbe…”
”Ora non esagerare”
”Va bene”
”Pero` accetto. Ci vediamo a Grimmauld Place. E fammi sapere quanto ti devo per il biglietto dell’anno prossimo, stavolta lo prendo io” disse Piton, e rientro` nella sua cupa casetta a Spinner’s End, lasciando un Kingsey fondamentalmente confuso nella sua macchina.

Hogwarts. Piton aveva ripreso le sue lezioni, e ormai mancavano pochi mesi alle vacanze estive. Lui e Kingsey avevano gia` pagato il biglietto per il prossimo anno, e si erano organizzati con Mark, Robert e gli imitatori dei Village People, per essere tutti vicini di camera. Gli imitatori, fralaltro, erano molto agitati per via della serie di spettacoli sulla nave per cui erano stati assoldati, nonostante avessero finalmente trovato il quinto uomo a cui far fare l’indiano dei Village People. Sia Piton che Shacklebolt non vedevano l’ora. Stavolta la crociera avrebbe fatto il giro di tutto il Mediterraneo, e Kingsey stava gia` facendo il giro dei negozi per trovare dei bermuda adatti all’occasione (grigio perla con fantasia di cozze e pomodori).
Era sera. Piton, dopo una giornata stressante passata a fare gli sgambetti a Harry Potter e a mettere voti spaventosamente bassi, si chiuse nelle sue stanze. Dopo aver bevuto una corroborante tazza di te`, fece degli Incantesimi Insonorizzanti su ogni muro della sua camera, blocco` ogni entrata e oscuro` le finestre.
Mise un disco sul grammofono, che fece partire con un colpo di bacchetta, e poi tiro` fuori dall’armadio, nascosto dalle decine di tuniche nere, una sfavillante corona da indiano.
Non voleva certo che si dicesse che lui, Piton, non aveva studiato a sufficienza per la sua parte. Se doveva fare una cosa, la doveva fare perbene.
E inizio` a cantare:
”Macho, Macho Man…i got to be a Macho Man…”


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