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Autore: Jo Scrive    06/12/2012    2 recensioni
Vi siete mai chiesti come gli Dèi vivono la loro gioventù?
Come noi, anche loro hanno i loro problemi con la famiglia e gli amici, così, ho deciso di immedesimarmi in Artemide e di provare a immaginare come poteva essere la vita di una dea sedicenne.
Buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gli Dèi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai di soprassalto.

– Fratellino! – urlai, ma la testa mi rimbombò.

– Ehi, con calma.

– FRATELLINO! – mi alzai e lo abbracciai, ignorando i vari dolori – sei proprio tu, non è vero? – gli accarezzai i capelli e il viso. Sentii le lacrime che iniziavano a riempirmi gli occhi.

– Si, sono proprio io – disse lui, abbracciandomi forte. – Mi sei mancata, sorellina.

– Anche tu fratellino, tanto! Ma perché te ne sei andato?

– Non me ne sono mai andato. Ho seguito ogni tua mossa, con le mie visioni. Sei stata molto brava in questi mesi.

Arrossii, ma le mie emozioni mutarono immediatamente, trasformandosi in rabbia – Dunque… – strinsi un pugno sei stato lì tutto questo tempo e non hai minimamente teso una mano, provato pena per me? 

– L’avrei fatto, ma non potevo.

– Perché non potevi? Che cosa te lo impediva?

– Le Antiche Leggi, sorella. Quando un dio o una dea promette di farcela da solo non si può intervenire.

– E perché tu ora l’hai fatto?

– Ho infranto le Leggi per te, sorellina. Noi funzioniamo solo insieme, l’hai detto tu stessa. Non potevo lasciarti lì. Sconfiggeremo Anteo insieme, una volta per tutte. O almeno, per molto tempo.

Aveva infranto le Leggi per me… non ci potevo credere.

– Sei uno stupido. – gli dissi. Abbassai la testa e le mie lacrime argentee toccarono l’erba fresca.

– Sorellina, non fare così…

– Hai idea delle conseguenze che potrebbe portare il tuo comportamento? Cosa potrebbe farci il consiglio?

– È un rischio che dobbiamo correre. Se torneremo sull’Olimpo trionfanti la pena sarebbe ridotta, no?

Aveva ragione. Avremmo sconfitto Anteo, insieme, e saremmo tornati da nostro padre con una vittoria tra le mani, così non avrebbe potuto ribattere. Mio fratello sapeva essere davvero astuto, a volte.

– D’accordo, allora dobbiamo mettere giù un piano. – mi affrettai a dire

– Non così in fretta. Prima, scopriremo se Anteo è ospite di un umano che ha un debole per te, o se è davvero lui. In quel caso dovrai imitare la nostra cara sorellina Afrodite, chiaro?

– Io NON imiterò Afrodite.

Lui mi guardò con uno sguardo assassino come per dire ‘ho ragione, stai zitta’, ma non scoppiò a ridere, come faceva di solito. Era cambiato anche lui, allora? Non riuscivo a pensare a mio fratello come un’arma da guerra, o solo per lo meno serio. Apollo serio?

– Abbiamo ancora le dracme, ricordi? Possiamo farti bellissima, anche se lo sei già – mi scostò i capelli da una parte e mi accarezzò una guancia

– Ma non ai livelli di mia sorella.

– È la dea della bellezza, sorellina, ovvio che è bellissima, altrimenti il suo potere non avrebbe senso.

– Lo sapevo. Dunque, pensavo di non averlo mai detto ma… andiamo… a… fare… – mi si spezzò la voce in gola

– Shopping?

– Si… quello…

– Finalmente ho una sorella! – esultò

Gli tirai una pacca sulla spalla – No, ma grazie. Andiamo, prima che si faccia buio.

Come mi aspettavo, anzi, come si aspettava Apollo, scelsi la prima tunica argentea che trovai. Mio fratello era disperato, e continuava a blaterare cose del tipo ‘è un caso perso’ oppure ‘non ha speranze’, e quasi quasi giunse sul punto di chiamare Afrodite in persona a comprarmi l’abito più sfarzoso e costoso della città. Ma niente da fare: tutte le ragazze nel negozio e la commessa mi guardavano malissimo e Apollo faceva finta di non conoscermi. Si, ero un caso disperato.

– Andiamocene da qui, prima che impazzisca. APOLLO!

Come previsto. Aveva iniziato a rimorchiare una ragazza. Ma perché? Con la tunica argentea in mano, lo andai a prendere e lo tirai per un braccio.

– Siete una splendida coppia! – ci urlò la ragazza. Ma che aveva nel cervello?

– Sentito sorellina? Siamo bellissimi!

– Oh, piantala.

Pagammo con le dracme e, dopo che anche Apollo ebbe comprato qualcosa da mettersi, visto che andava in giro mezzo nudo, ci dirigemmo verso il prato. Avevamo fatto un tratto di strada con delle mortali che praticamente ci pedinavano. Ogni volta che mi giravo c’erano queste che ridevano o che arrossivano. Apollo faceva finta di non fare caso a quei risolini idioti, ma si vedeva dal sorriso da ebete che aveva stampato sulla faccia che lo sapeva benissimo. Quando le ragazze smisero di perseguitarci e giungemmo al prato era buio. Non che fosse un problema per me, ovvio, ma era un posto abbastanza inquietante di sera-

 – Io ho fame, vado a caccia.

– D’accordo, io cerco di accendere un fuoco.

Lo salutai con un gesto della mano e mi avviai. Andai al laghetto e mi cambiai d’abito, per prima cosa. Praticamente subito notai delle tracce di animali. Ero sicura che si trattasse di un branco di cervi, dei quali una femmina era azzoppata. Seguii le tracce, che mi conducevano a stare ai margini del fiume, che portava ad una cascata, molto alta e ripida. L’acqua cristallina scrosciava con impeto e qualche goccia fuoriusciva dal letto di terra ed erba. Le tracce dei cervi erano sparite, ma era possibile che avessero guadato quella violenta corrente? Forse il branco aveva trovato un modo, ma la cerva zoppa non ce l’avrebbe fatta. Doveva per forza trovarsi nei paraggi. Entrai nella boscaglia, e la vidi lì, che si leccava la zampa. Non si sarebbe accorta di niente. Misi le mani in posizione, e il mio arco argenteo mi comparve in mano, con la freccia già incoccata. Presi bene la mira, e la freccia sibilò, partendo ad alta velocità verso la cerva, dritta al cuore. Si accasciò, e morente, chiuse gli occhi. Le andai vicino, e mormorai una parola in greco antico, che mi aveva insegnato Elàfì ‘Ξαναζήστε’, ‘rivivi’, accompagnando il tutto con un gesto della mano, con una lunga scia argentea che accompagnava il movimento. La cerva per un momento si sdoppiò, le cerve diventarono due, poi una si alzò e inclinò il capo verso di me.

“Grazie, mia signora.”

– Prego. Và, torna al tuo branco.

La cerva si girò e guadò il fiume, galoppando verso una nuova vita. Ora, il problema era un altro: portare la carcassa al prato. Ci misi un’eternità, ma quando Apollo mi vide comparire dalla boscaglia mi diede una mano, e mangiammo a sazietà. Mentre mangiavamo, mio fratello non disse una parola.

– Fratellino, c’è qualcosa che devi dirmi?

Lui mi guardò con uno sguardo complice – Cosa?

– Non fare il finto tonto, so che c’è qualcosa che non mi stai dicendo. Ti conosco.

– Qualcosa… che? Sorellina, tranquilla, sto bene.

– APOLLO! Non sono una stupida. Sono tua sorella, siamo in questa avventura insieme, puoi anche dirmelo, no?

– Sorellina, sicura di stare bene?

– Fratello, dimmelo! Cosa potrà essere di così grave da mentire persino a me?

Apollo fissò il prato. Io per evitare di inveire contro di lui, gli misi una mano sulla spalla.

– Fratellino, guardami. – lui obbedì – Non so cosa ti stia succedendo, né cosa può esserti successo in questo tempo nel quale io ero a caccia, ma sappi che sei un dio. Sei forte, sei bello, sei gentile, sei potente. Non ti devi far intimorire da nessuno, chiaro? – e detto questo, lo abbracciai. Il suo cuore aveva accelerato il battito. Ero sicura: mi stava nascondendo qualcosa.

– Quando vorrai dirmelo io sarò pronta ad ascoltarti – gli dissi, quando mi staccai da lui. Mi allontanai di qualche metro e mi sdraiai sull’erba. Spazzai via le nuvole con un solo gesto e feci brillare le selle più che mai. Apollo pensava, pensava e pensava. Allora mi convinsi di una cosa: i guai sarebbero ricominciati, questa volta peggiori.

Kat Notes:
Ed eccomi qua, in un ritardo del quale mi vergogno tantissimo, come mi vergogno di questo capitolo. Avevo finito l’ispirazione, e mi scuso con le persone che seguivano o che recensivano. Perdonatemi! *si inginocchia* prometto che non lascerò passare più così tanto tempo! E spero che voi siate ancora disposti a leggere questa story *3* vi sono gratissima :’)
Allora, alla prossima!

  
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