Aprì con lentezza la porta del bagno, passandosi il dorso della mano sotto l'occhio. Accese la luce con estrema calma – non aveva assolutamente voglia di vedere il proprio viso distrutto dopo quelle ore di pianto – e chiuse gli occhi, posizionandosi davanti al grande specchio sopra il lavandino. Si prese il proprio tempo, respirando regolare e strusciando gli occhi con i polpastrelli – sicuramente quel poco trucco che si era messa, mescolato ai rimasugli di lacrime, le aveva impiastricciato gli occhi, facendola assomigliare più a un panda che a se stessa.
Aprì gli occhi, finalmente.
La prima cosa che la colpì fu che gli occhi, arrossati dallo sfregamento e dal pianto, non erano sporchi di trucco – doveva essere scivolato via con le lacrime. Meglio così. Si osservò, osservò le guance arrossate e bagnate, il labbro inferiore che sporgeva – glielo faceva sempre quando piangeva – la curva della bocca, triste. Si morse l'interno della guancia, in un gesto di nervosismo che la caratterizzava fin troppo, e passò a guardarsi i capelli. Sentì un disperato bisogno di tagliarli, di dimostrare qualcosa. Ma cosa, e a chi? Un impeto di rabbia la colse dall'interno. Doveva trovare delle fottutissime forbici, in quel preciso istante.
Li avrebbe tagliati, avrebbe dimostrato a tutti che non era la stessa timida ragazzina, che potevano pure andarsi tutti a farsi fottere, lei era forte, non aveva bisogno di nessuno. Sarebbe stata drastica, ma chissene. Era quello che voleva.
Andò in cucina e prese le forbici, delle fottute forbici da cucina, affilate e appuntite, e tornò in bagno, davanti allo specchio. Passò per un'ultima volta le dita tra i capelli lunghi – le arrivavano quasi a metà della schiena, ormai – poi li raccolse con una mano e tagliò all'altezza della mascella. Guardò i capelli caduti per terra e poi il risultato allo specchio.
Ancora troppo lunghi, non era per nulla soddisfatta del risultato. Non era abbastanza drastico.
Partì da dietro, e tagliò, tagliò più corto che poté, e piano piano fece ogni ciocca corta abbastanza. Guardò i capelli. Guardò quello che ne rimaneva, le ciocche scomposte e l'effetto che quel taglio faceva sul suo viso.
Sembrava un'altra persona, e in quel momento seppe di aver fatto il primo passo per scappare da se stessa – perché in fondo era da questo che voleva scappare.
Angolino dell'autrice:
Ehm..ciao? Non so che dire di preciso, è uno sfogo, tutto incentrato sulla mia smania di tagliarmi i capelli (associo fottutamente la cosa ai cambiamenti della mia vita, e ora ne sto passando uno).
Siate simpatici e recensite :3
bacetti e biscottini per tutti!