Sweet child of mine
La sala era silenziosa, si sentiva solo lo sciabordio dell'acqua e la voce leggermente stonata di una donna, che canticchiava mentre stava lavando i piatti in cucina.
-Quando avete scattato questa foto, tou-san?-
Il bambino, che era appena entrato nella stanza, porse la foto al padre, che la fissò con un lieve stupore.
-Dove l'hai trovata?-
-Nel primo cassetto del comodino della mamma.-
-E da quando hai il permesso di frugare nel comodino della mamma?-
Il piccolo abbassò lo sguardo e un tenue rossore gli colorò le guance.
-Mi dispiace.- Mormorò, mordendosi il labbro inferiore.
Dopo un attimo di silenzio, sentì la mano del padre accarezzargli i capelli, così decise di rialzare la testa. Nel viso che si trovò davanti non c'era segno di rimprovero, né di fastidio.
-Su su, non fare così! Era molto tempo che non la vedevo, mi fa piacere che tu l'abbia trovata. Vieni a sederti sulle mie ginocchia.-
Rassicurato da quelle parole, volò tra le braccia del padre, che era seduto su una poltrona lisa e rovinata in più punti, di un colore indefinibile, tra il marrone e grigio. La loro casa non era particolarmente bella, o ricca. Però era pulita, e molto accogliente: chiunque vi entrava si sentiva a suo agio, immediatamente avvolto in quell'atmosfera calda e piacevole che la permeava.
-Chi è questo, che ha i capelli grigi e volanti?- Chiese, indicando la figura più in alto nella foto.
Nel piccolo salotto risuonò una risata fragorosa.
-Questo è il maestro Kakashi, tesoro. Quel signore che è venuto a trovarci il mese scorso, te lo ricordi? Adesso non ha più i capelli "volanti", ma ha sempre il coprifronte calato sull'occhio sinistro. Era il mio sensei.-
Il bimbo annuì.
-E questi due siete tu e la mamma da piccoli?-
-Sì.-
-E questo con la faccia imbronciata, a sinistra?-
Naruto sospirò.
-Era mio fratello.-
-Tu hai un fratello, tou-san?- Domandò, spalancando gli occhi in un'espressione meravigliata.
-No, cucciolo. Era il mio migliore amico. Ma io l'ho sempre considerato un fratello.-
-Ah.- Sbuffò, aggrottando la fronte, come qualcuno che cerca di individuare un pensiero che sta per sfuggirgli.
-Lui... E' morto?-
-Sì.-
-E perché tu non l'hai salvato?-
Naruto distolse un momento lo sguardo, sospirando di nuovo. I bambini sanno essere tremendi, con la loro innocente spontaneità, con la loro semplicità, con la loro maledettissima e sacrosanta curiosità.
Nell'altra stanza, chi stava lavando i piatti si stava probabilmente riposando, perché il rumore dell'acqua e delle stoviglie non si udiva più.
-Forse perché non voleva essere salvato. O forse perché non sono stato abbastanza forte.-
-Oh.- Soffiò, per poi tornare a concentrarsi sul filo delle sue riflessioni.
Dal suo viso traspariva l'insicurezza di chi non sa quante domande ha ancora a disposizione prima di venir sgridato per la troppa insolenza, e si trova a dover scegliere quale tra quelle merita davvero di ricevere una risposta.
-Come si chiamava?-
Naruto esitò. Sembrò scandagliare la memoria alla ricerca di quell'informazione, lentamente.
-Non me lo ricordo più. E' passato così tanto tempo...- Sorrise, scompigliando ancora una volta i capelli del figlio.
-Sasuke!- Sakura era improvvisamente apparsa sulla soglia della stanza.
-Sì, kaa-san?-
-E' ora di andare a letto, caro.-
Sasuke baciò affettuosamente la guancia del padre, poi corse dalla mamma, che lo prese in braccio.
-Buonanotte, tou-san.-
-Sogni d'oro, Sasuke.-
* * *
Da dove è uscito questo orrore? Chi può dirlo!
L'ho tenuto a marcire nel computer per diversi giorni, ma ora è davvero tempo che me ne liberi.
Per quanto io la rilegga e cerchi di correggerla, non riesco a renderla come avrei voluto.
Sono molto lontana dall'essere soddisfatta.
Il titolo non è un granché ma è molto meglio di quello che avevo pensato precedentemente. Comunque è il titolo di una canzone dei Guns and Roses o Guns 'n' Roses, non mi ricordo mai come diavolo si scrivono.
Per chi segue Spezie e Ballate per piccole iene: aggiornerò dopo il 28 giugno, quando avrò finito gli esami.
Ah, ho messo tou-san perché "babbo" non mi piaceva, "papooone" era fuori luogo, "papà" lo aborro. Di conseguenza anche per "mamma" ho usato kaa-san .
Alla prossima, Tinebrella