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Autore: pollama    07/12/2012    5 recensioni
Hermione sta tornando dal lavoro decisa a fare una sorpresa a Ron, ma anche lui ha preparato una sorpresa per lei.
[cit. dalla ff]: "Inserì le chiavi tintinnanti nella serratura e, appena aperta la porta, fu investita dal calore del camino acceso. Sospirando chiamò Ron che le rispose di raggiungerlo nella stanza accanto. Sembrava esaltato."
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Questa storia partecipa al BANANA contest di risaslytherin.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Titolo della storia: Saltadrago e Libellula
Coppia o personaggi scelti: Ron Weasley e Hermione Granger
Rating: verde
Genere: romantico, slice of life
Avvertimenti: one-shot
Introduzione: Hermione sta tornando dal lavoro decisa a fare una sorpresa a Ron, ma anche lui ha preparato una sorpresa per lei.
NdA: qualche rigo iniziale è stato preso dalla mia long, ma questa è una ff a sé. Questa shot partecipa al banana contest di risaslytherin.




Saltadrago e Libellula
 

Le stradine erano illuminate da lucine intermittenti che viravano di colore: dal giallo passavano al rosso, da blu divenivano verdi e alcune emettevano anche delle tipiche canzoncine natalizie.
La gente correva avanti e indietro per fare gli ultimi acquisti; per entrare in alcuni negozi si doveva perfino fare la fila.

Hermione camminava con un sorriso calmo, tra le vie di Hogsmade, mentre infilava nella borsa da lavoro una cartellina bianca.
Non vedeva l’ora di arrivare a casa e starsene un po’ rilassata sul divano ed ascoltare il marito mentre le raccontava la sua mattinata di lavoro.
Inserì le chiavi tintinnanti nella serratura e appena aperta la porta fu investita dal calore del camino acceso. Sospirando chiamò Ron che le rispose di raggiungerlo nella stanza accanto. Sembrava esaltato.
«Ron, cos’ è quello? E’ un abete?» chiese Hermione entrando nel salone.
«Ehm… tu credi? Pensavo fosse un orchidea per questo l’ho comprato» rispose lui con un tono ironico e aggrottando la fronte le porse una pallina d’oro.
«So cos’è! Volevo solo dire che sono sorpresa»
Mancava una settimana a Natale e ormai Hermione non sperava più di avere un albero di Natale in casa. Era sempre così occupata in ufficio che aveva delegato la maggior parte delle cose a suo marito con un po’ di timore, ma non poteva fare altrimenti.
«Volevi un albero di Natale e così ho esaudito il tuo desiderio… ti piace?» chiese con aria soddisfatta ponendo una stellina sbilenca su di un ramo.
«Sì, è molto bello» Hermione posò la borsa che aveva ancora in mano ed iniziò anche lei ad addobbare il grosso abete che sprigionava con forza il suo profumo pungente.
Pallina dopo pallina, l’albero iniziò a ricoprirsi di colori.
«Sai cosa penso?» Hermione, che stava in ginocchio, si rialzò incrociando le braccia al petto per un improvviso brivido.
«Penso che ho bisogno di una bella doccia calda e di un bel dolce»
«Va bene. Io finisco di mettere gli addobbi e poi verrò anche io a fare una doccia» ammiccò scherzosamente baciandole le labbra.

Quella sera fu speciale per Hermione, perché Ron la ricoprì di attenzioni: coccole, baci.  Le preparò persino un frullato alla banana.
«Perché il frullato alla banana? » chiese lei, distesa accanto a Ron sul divano e annodando i ciuffi rossi di lui tra le dita.
«Non lo so… in verità non mi piace nemmeno» Ron si passò la punta della lingua sul labbro superiore e posò pesantemente il bicchiere sul tavolino da tè ai loro piedi.
«A me sì! E’ dolce ed era da un po’ che non ne bevevo uno» Hermione frugò con il cucchiaino sul fondo del bicchiere in cerca di altre scaglie di cioccolato bianco che prima tempestavano la superficie del frullato, poi si accoccolò sul suo petto cingendosi le spalle con un pesante plaid alla Weasley.
«Hermione, prima di andare a togliere le bucce di banana dal tavolo in cucina… vorrei un po’ di coccole… sai ho bisogno di forze per raggiungere quella stanza»
Hermione lo guardò di sbieco, poi sorrise e gli diede un grosso bacio sulla guancia. Sentì la pelle di Ron fremere per un brivido e poi sentì la voglia di avere per sé il suo uomo per l’eternità.

Il salone era come immerso in un sogno. La luce fioca e colorata delle lampadine dell’albero rendeva tutto più romantico, come se tutto fosse sospeso mentre i loro respiri volteggiavano nel salone, mentre i loro corpi si univano in un abbraccio infinito, mentre i loro sguardi si parlavano d’amore.
Ad un certo punto, Ron, con il fiato corto sollevò il maglione color banana di lei sfiorandole delicatamente la pelle. Hermione lo guardò negli occhi e scosse la testa prendendogli la mano.
«Perché no?» chiese senza dare importanza alla cosa, visto che molte volte sua moglie gli diceva di no, ma alla fine cedeva.
«Perché dobbiamo parlare»
«Pa- Parlare?» Ron si scostò velocemente, aveva il viso colorato da una nota di preoccupazione.
«Sì, c’è… una cosa importante che devo dirti» Hermione si aggiustò il maglione e si alzò dal divano schiarendosi la gola.
Era giunto il momento, non poteva tenerglielo nascosto, pensava legandosi i ricci in un elastico blu.
Ron si sentiva il cuore che martellava nel petto e le mani divenire sudaticce; la seguiva con lo sguardo mentre si allontanava per accendere le luci e per prendere qualcosa dalla borsa.
Una volta tornata a sedersi accanto a lui, gli porse una cartellina bianca e quasi con un sussurro gli disse: «Auguri Ron! Diventerai presto papà»
Il ragazzo sbiancò di colpo e con un sorriso nervoso iniziò a balbettare «Da-Davvero? Io… cioè… miseriaccia!»
Hermione sapeva controllare meglio le sue emozioni, ma quella volta si lasciò trasportare dall’incredulità e dalla felicità di Ron che con gli occhi sgranati osservava la foto dell’ecografia.
«Come… come lo chiameremo?»
«O la chiameremo» lo corresse con lo sguardo fintamente imbronciato.
Così iniziarono a buttare giù tremila nomi, i più terribili furono: Saltadrago, che propose Ron in onore di un domatore di draghi, protagonista di una favola che gli raccontava Molly quando lui era piccolo e Libellula, proposto invece da Hermione per ricordare una grande scrittrice di romanzi magici.
«Tornando seri» disse Hermione tra una risata soffocata e l’altra «Io avevo pensato a Rose»
«E’… è un bel nome. Rose Weasley, suona bene. Dà l’idea di essere un nome da cervellona come la mamma» sorrise e le baciò la fronte.
«Per il maschietto scegli tu il nome» Hermione lo guardò concentrarsi, lo amava tanto e renderlo partecipe in questo nuovo viaggio era importante per lei.
«Hugo… Hugo Weasley, che ne dici?» Ron la guardò con aria interrogativa e con un grosso sorriso.
«Mi piace» sussurrò, si sentiva leggermente stanca e non vedeva l’ora di addormentarsi. Tutte quelle emozioni in una sera l’aveva portata ad essere piacevolmente stanca di felicità.

Non aveva mai pensato che lei e Ron, potessero avere un regalo di Natale così magnifico e speciale ed era sicura che questo lo pensava anche suo marito, non l’aveva mai visto così beatamente allegro.
Rimasero ancora un po’ a chiacchierare sul da farsi, guardando le lucine dell’abete che inondavano di serenità la stanza e sussurrandosi pensieri dolci tra carezze e baci.

  
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