Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: _itsnickymine    07/12/2012    10 recensioni
“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.
“e allora?” chiese il riccio interrogativo
“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo”
“non la conosci” si difese il ragazzo
“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello
“..forse hai ragione”
“ho ragione, nessun forse” disse Joseph soddisfatto finendo di bere la sua birra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                          'Do you believe in destiny?'


 

Chapter 23.

 

“ciao Samantha, posso parlarti?” chiese Krystal entrando in camera sua.

“sono quasi le otto, Krystal. Possiamo parlare più tardi?” chiese Samantha finendo di riposare i libri nella sua borsa

“frequentiamo due licei diversi.. ed il pomeriggio qui non ci sei mai” ammise la ragazza

Samantha sbuffò. Cosa voleva adesso?

“okay.. cinque minuti. Dimmi tutto” ammise la ragazza entrando nella sua cabina armadio per prendere una giacca.

“ecco… io..in realtà.. volevo”

Krystal cominciò a balbettare mentre Samantha andava avanti ed indietro per la stanza preparandosi.

“potresti fermarti un minuto e guardarmi per favore?” le chiese Krystal stizzita

Samantha si fermò a guardarla per poi sospirare.

“okay.. parla, ti ascolto” cominciò poi.

“c’è una donna.. che.. che vorrebbe parlarti” ammise la ragazza

“una donna? Parlare con me?” chiese Samantha curiosa

“s..si.. Non so come si chiama, so solo che lei mi ha cercato e mi ha chiesto di te, sapeva che abitavano sotto lo stesso tetto e mi ha chiesto se poteva incontrarti.. Quasi non mi minacciava e sinceramente ho avuto paura, per questo te lo sto dicendo, non avrei perso tempo, lo sai” ammise Krystal

“ti avevo chiesto di non dire a nessuno che abitavamo assieme” si lamentò Sam

“ed io ti avevo chiesto lo stesso.. sai come cambierebbe la mia reputazione se tutti sapessero che abitiamo assieme?” domandò nervosa Krystal

“se tu non lo hai detto a nessuno e nemmeno io, come faceva questa a saperlo?” chiese Samantha

“non..non lo so..e poi sapeva moltissime cose su di te. Quando mi ha fermato ha cominciato ad elencarmi tutto su di te, ho avuto sul serio paura. È una stalker” disse Krystal sarcastica

Sam rise.

“e quando dovrei incontrarla?” Chiese poi la mora

“stasera alle 8pm vicino la quinta panchina di central park” ammise la ragazza

“okay, se ho tempo ci vado” disse Samantha

“no, non hai capito. Devi andarci per forza, quasi non mi minacciava, non voglio più essere importunata dalle tue stupide fan”

Samantha sbuffò

“okay, ora devo proprio andare, ciao Krystal” disse la mora prendendo la borsa e uscendo dalla stanza.

Chi era quella donna? E cosa voleva da lei? Era davvero curiosa di saperlo.

Decise di andare a scuola a piedi, così poteva passare fuori l’ospedale di Nicholas.

Era più forte di lei, aveva bisogno di vederlo, aveva così tanto bisogno di lui che quasi le mancava il respiro.

Orami era passato quasi un mese da quella domenica, dal quel orrendo giorno in cui l’aveva lasciata.

Non lo vedeva da allora ed aveva tanto bisogno di vederlo, non per capire cosa provava anche perché lei era ancora innamorata di lui, aveva bisogno di vederlo perché aveva bisogno di lui, non c’era una spiegazione plausibile.

Passò fuori l’ospedale, ma di lui nulla. Non c’era nemmeno la sua auto nel suo solito posto, dove la parcheggiava sempre.

Sospirò. Doveva andare avanti, le sue amiche avevano ragione. Orami quella storia era finita, lui non era tornato indietro, non lo aveva fatto e non l’avrebbe mai fatto anche se sperava con tutta se stessa che lui tornasse da lei, che tornasse con il suo solito sorriso stampato sul volto che tanto amava e le dicesse che era ancora innamorato di lui, che l’amava.

Sospirò ancora per poi andare via e dirigersi verso la sua scuola.

Proprio mentre lei si allontanava, Nicholas parcheggiò l’auto al suo solito posto per poi prendere la sua cartellina con i suoi documenti e scendere dalla sua auto.

Da lontano vide una ragazza che somigliava tantissimo a Samantha, in realtà era ancora lei, ma lui scosse la testa.

Erano giorni che non faceva altro che pensare a lei tutto il tempo e aveva strani incubi la notte.

Aveva bisogno di una pausa, si, forse era troppo stressato e vedeva Samantha ovunque.

Era assolutamente così.

Entrò in ospedale, salendo nel suo reparto ed entrando nel suo ufficio per poi indossare il camice e chiamare la sua segretaria.

“buongiorno dottor jonas, la prima visita è alle nove, aveva ancora qualche minuti libero” disse la donna al telefono

“oh, benissimo, allora vado a prendermi un caffè, al terso piano, non faccia salire nessuno fino al mio rientro” disse il ragazzo per poi attaccare ed uscire dal suo ufficio.

“nicholas”

Elenoire, una donna di ventiquattro anni che lavorava in ospedale da più o meno un anno, lo chiamò ed il riccio si voltò sorridendole.

“hey, ciao Elenoire, come va?” chiese il riccio

“tutto bene..a te? Sono mesi che non ti trovo mai un ufficio, o sei impegnato con le visite oppure non ci sei proprio” ammise la ragazza

“ehm.. sono stato molto impegnato.. mai tornerò di nuovo come prima” ammise il riccio

“impegnato con tuo figlio?” chiese la donna sorridendole

Ormai a lavoro tutti sapevano che nicholas avesse un figlio.

“mm.. anche” ammise il riccio “sto andando a prendermi un caffè, ti va?” chiese poi il riccio

Elenoire esultò dentro di se, finalmente dopo quasi un anno che lo cercava, Nicholas la invitava a prendere un caffè.

“ma certo, il mio turno comincia tra dieci minuti” disse la ragazza sorridendo

Si diressero verso il distributore del terzo piano.

“allora.. come va qui? Ti trovi bene?” chiese il riccio

Forse se usciva con un’altra ragazza, avrebbe dimenticato Sam una volte per tutte.

“si.. bene.. ormai sono affezionata a tutti qui dentro.. Ammetto che all’inizio sono stata…un po’ insicura ed impaurita ma fortunatamente ho legato con tutti” ammise la ragazza sorridendo.

Che cazzo ci aveva da sorridere ogni minuto? Si chiese il riccio fra se.

“mi fa piacere, in fondo qui.. si sta bene” disse il ragazzo digitando sul display del distributore, scegliendo due caffè.

“già.. un giorno mi piacerebbe prendere il tuo posto” ammise la ragazza

“oh.. salva la vita di qualcuno e vedrai che ti avanzano di posto.. io per la mia età non dovrei essere già pediatra ma mia madre era ossessionata da questa ambizione e non so come conosce tutti i medici di new york… un giorno poi casualmente ho aiutato un bambino che stava per perdere la vita.. così mi hanno promosso e sono diventato pediatra di quest’ospedale” ammise il riccio prendendo un bicchierino di caffè e porgendolo a lei.

“oh.. io non sono brava come te, non credo di poterlo mai fare” ammise la ragazza bevendo un po’ di caffè.

“almeno provaci” disse il riccio prendendo il so di caffè e bevendolo tutto d’un sorso, come se fosse un po’ di whisky .

Un qualcosa nella sua tasca cominciò a vibrare, il suo cercapersone stava vibrando.

La segretaria lo stava chiamando, forse era arrivata la prima visita.

“ora devo proprio scappare, alla pross-” la ragazza non lo fece finire

“domani ho lo spacco all’ora di pranzo, ti va di pranzare on me?” chiese Elenoire sorridendo

“oh.. ma certo.. a domani allora” disse il riccio per poi andare via.

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano le otto e cinque di sera, era buio ormai ma Central Park era come sempre piena di gente.

Si strinse nel suo cappotto, poiché faceva davvero molto freddo e si diresse verso la quinta panchina del parco.

Era tutta la giornata che continuava a chiedersi chi era quella donna e cosa voleva da lei.

Si avvicinò alla panchina e notò che una donna bionda era già seduta.

Forse era quella.

Era avvolta in un lungo cappotto nero e aveva in mano una pochette rossa con il marchio di uno dei suoi stilisti preferiti, louis vuitton.

Inoltre era bionda, magra e davvero molto bella.

A Samantha parve avere l’impressione di averla già vista, solo che ricordava poco di lei.

“ciao” disse la donna facendola quasi sussultare una volta che lei si era avvicinata.

“ciao” disse la mora imbarazzata

“sei Samantha, giusto?” chiese la donna sedendosi meglio sulla panchina e guardandola negli occhi.

“si, sono io… solo che io non vi conosco” ammise la mora

“oh.. guardami meglio mi hai già vista una volta” disse la donna sicura di se, con uno strano sorriso stampato sul suo viso.

Samantha cercò di ricordarla ma niente, davvero non riusciva a capire chi era quella donna e cosa voleva da lei.

“nicholas? Ti dice qualcosa?” chiese la donna e Samantha sgranò gli occhi.

Quella era la sorella della madre di Nate, era venuta a casa di Nicholas quando avevano fatto l’amore, si era proprio lei.

“cosa vuoi da me?” chiese Samantha sfacciata

“mi sono informata su di te e.. da come tutti dicono sei una ragazzina davvero molto intelligente e sono sicura che tu riuscirai a convincere Nicholas” cominciò la bionda

“convincere Nicholas?” chiese la mora curiosa

“non fare la finta tonta, sai bene di cosa sto parlando, c’eri anche tu quando sono venuta a casa di Nick e sai cosa voglio” ammise Serena

“se mi parli con questi toni non avrai proprio niente” disse la mora stizzita

“quindi tu.. puoi darmi quello che sto cercando?” chiese Serena guardandola attentamente

“no, non posso” ammise sam

“per favore, non chiedo tanto, io… vorrei tanto passare del tempo con lui e anche i miei genitori lo vorrebbero”

“io e Nicholas non stiamo assieme, non più.. quindi non..non capisco come io possa aiutarti” disse Samantha

“vi siete lasciati?” chiese la donna

Samantha annuì

“finalmente Nicholas ha capito ed ha seguito i consigli dei suoi parenti” ammise la donna soddisfatta

“che vuoi dire?” chiese Samantha

“hai capito bene, Samantha.. Nicholas è troppo impegnato a nate ed alla sua vita non può perdere tempo dietro una ragazzina” si lamentò Serena

“con me non perdeva tempo, lui ci teneva a me” urlò la ragazza

“e allora come mai non state più assieme?” chiese Serena “l’hai lasciato tu?” chiese ancora

“sai una cosa? quando ti sei presentata a casa sua, quella mattina, ho cercato di far cambiare idea a Nick perché mi sembravi davvero pentita.. ma adesso se mai dovessi incontrarlo gli direi di allontanarti per sempre da lui e da nate, che aveva ragione, sei spregevole e nate non conoscerà mai né te né la tua famiglia” disse la ragazza per poi andare via.

 

 

 


 Saaaaalve belle<3 so che questo capitolo è proprio noioso çç e quindi vi chiedo perdono, il prossimo sarà migliore.. anzi è migliore visto che l'ho già scritto.. ora tocca a voi u.u lasciatemi taaaaante belle recensioni ed io aggionerò preeestissimo :3

GRAZIE INFINITE A CHI HA AGGIUNTO LA STORIA TRA LE PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE E CHI HA RECENSITO, siete meravigliose<3

ricordo che se volete parlarmi (?) su twitter sono: @_itsnickymine :)

Al prossimo capitolo bellissime<3

 



SPOILER.

Mentre camminava aveva lo sguardo fisso su Nicholas che sentendosi osservato alzò lo sguardo e gli occhi del riccio si mischiarono con quelli della mora.

A Samantha quasi non venne qualcosa, tanto da farla fermare e non riusciva quasi a reggersi in piedi.

Si morse il labbro cercando di non piangere e automaticamente si voltò correndo via, lasciando lì il cameriere, lasciando lì Nicholas con la sua nuova ragazza.

 

 

 

 

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: _itsnickymine