Trecentonovantuno
Finché vivrò, lui
non ti avrà
L’Assedio di Aliarto
(395 a.C.)
Whisper words of wisdom, let it be
Sussurrando parole di saggezza, lascia che sia
A
goddess on a mountain top
Burning
like a silver flame
A
summit of beauty and love
And
Venus was her name
Her
weapons were her crystal eyes
Making
every man mad
Black
as the dark night she was
Got
what no one else had
She's
got it
Yeah,
baby, she's got it
I'm
your Venus
I'm
your fire at your desire
Una dea sulla cima di una montagna
Ardente come una fiamma d’argento
Un vertice di bellezza e amore
E Venere era il suo nome
Le sue armi erano i suoi occhi di
cristallo
Che facevano impazzire ogni uomo
Lei era nera come la notte più scura
Lei aveva quello che nessun altro
aveva
Lei ce l’ha
Sì, tesoro, lei ce l’ha
Io sono la tua Venere
Io sono il fuoco del tuo desiderio
(Venus, Shocking Blue)
-Riferito
a Natal’ja e Geórgos-
Sparta, sera dell’8 Aprile 1844
Sessantesimo compleanno di Anželika
Andreevna Valadìna Zirovskaja
Uno, non tradirlo mai
Ha fede in te
Due, non lo deludere
Lui crede in te
Tre, non farlo piangere
Vive per te
Quattro, non l’abbandonare
Ti mancherà
E la sera cercherà
Fra le braccia tue
Tutte le promesse
Tutte le speranze
Per un mondo d’amore
(Un mondo d’amore, Gianni Morandi)
-Riferito
a Natal’ja e Geórgos-
-Lo giuro, non ho mai ricevuto così tanti insulti
tutti in una volta!-
George finì di sbottonarsi
la camicia, se la tolse e la lanciò sulla solita sedia accanto al letto, dunque
si sdraiò su quest’ultimo, sopra le lenzuola, ovviamente dopo aver spostato la Vita Parallela di Lisandro e Silla del
suo adorato Plutarco sul comodino, accanto a quella di Licurgo e Numa.
Quelle due erano le sue
preferite, e le teneva sempre a portata di mano.
Nei nove mesi che avevano
preceduto la nascita di Lisandro, il loro
Lisandro, Céline gli chiedeva sempre di leggerle dell’Assedio di Aliarto, e
quando arrivavano all’ultima riga, “Τά μέν
ουν περί
Λύσανδρος
ουτως ιστορήσαμεν
έχοντα”, “Queste,
dunque, sono le notizie che abbiamo trovato su Lisandro”, prima che Gee
soffiasse sulla candela, ripeteva come una sorta di preghiera: “Speriamo che lui non diventi bastardo quanto Lisandro
di Aristocrito Eraclide”.
Perché era bastardo quanto
eroico, Lisandro di Aristocrito Eraclide, l’antico omonimo del suo futuro
fratellino.
L’ipotesi che potesse
essere una femmina non l’aveva mai contemplata nemmeno per un secondo.
Non poteva essere e basta, replicava ad ogni osservazione al riguardo,
categorica.
E poi infatti era nato
lui, e Céline l’aveva adorato con tutta la sua anima, ma dal 27 Febbraio non
chiedeva più a Gee di leggerle dell’Assedio di Aliarto, e allora, quasi per
riflesso condizionato, suo padre quel passo di Plutarco se lo leggeva da solo,
e piangeva ogni volta, perché Lisandro di Aristocrito Eraclide almeno era morto
a cinquantacinque anni, ma il loro Lisandro,
Lisandro di Geórgos Zemekis, aveva solo un mese, un mese esatto, e non era
stato colpito alle spalle da Neocoro di Aliarto, il soldato beota dal serpente
sullo scudo, facendo avverare un oracolo, ma scagliato dal Taigeto di Sparta da
un assassino ancora sconosciuto.
Così, anche quella sera,
nello spostare quel libro sul comodino George sentì un brivido lungo la
schiena, un maledettissimo brivido che gli ricordò il sangue di suo figlio, ma
quella volta non lo aprì e non lo lesse, perché davvero, almeno per una volta, non ci voleva pensare.
Finì di sfilarsi gli
stivali e si sdraiò sul letto, per poi lanciare a Natal’ja, che proprio in quel
momento aveva lasciato cadere il vestito ai suoi piedi per indossare la camicia
da notte, uno sguardo scintillante d’ammirazione.
Lei sorrise, in risposta
alle sue parole.
-Beh, cosa ti aspettavi?
L’hai pugnalato due volte, Georgij...
E certe cose non si
perdonano neanche ad uno come te-
Sembrava molto stanca, o
forse solo molto triste.
Guardava George con due
occhi limpidissimi e colmi di speranza, speranza che lui potesse strapparla a
quella malsana malinconia.
Poi gli si avvicinò con
quel modo di fare che per lui era un po' un sogno e un po' un veleno, gli
accarezzò una guancia con la punta delle dita e infine gli posò un dolce bacio
sulla fronte.
-Mi aiuti?- gli sussurrò, indicandosi la lunghissima treccia dorata.
Dunque si sdraiò accanto a
lui e gli diede le spalle.
Gee le sciolse il nastro
turchino, lentamente, lasciandolo scivolare sulle lenzuola, e poi la treccia,
piano piano, liberando quel fiume di capelli che avevano gli stessi bagliori delle
spighe di grano e dei raggi di sole, passandovi le dita e accarezzandoli in
tutta la loro vertiginosa lunghezza, fino ad arrivare alle punte, per farle
capire che aveva fatto.
Lei allora si voltò con un
sorriso e uno sguardo di nuovo radioso, e gli circondò il collo con le nivee
braccia, per poi posare la testa sulla sua spalla abbronzata, la stessa della
cicatrice di Alessandria d'Egitto, sulla quale, da quando era stata con lui in
quel letto per la prima volta, aveva posato mille baci.
I capelli le scivolarono
ovunque, e Gee glieli scostò con una mano tutti da un lato, per poterla
stringere a sé senza farle male.
-Cosa c'è,
μου ζοή? Non ti senti bene?-
Lys non rispose, si limitò
ad inspirare il profumo della sua pelle e a stringerlo tanto forte da farsi e
fargli mancare il respiro.
-Ja... Czuję się
dobrze. Myślę- rispose lei,
in polacco.
Io... Sto bene. Credo.
Gee non le chiese
cos’aveva detto, lo intuì.
Lo capì, che non ne era
poi tanto sicura.
-Che Theo ti abbia
avvelenato il pettine?- ipotizzò, facendola sorridere.
-Allora non lo so... Sei
stanca?-
-Un po’-
-Ma se la cosa più
impegnativa che hai fatto oggi è stata pettinarti!-
Alja alzò gli occhi al
soffitto, rassegnata.
Era mai possibile che suo marito o prendeva a
pugnalate qualcuno o diceva cavolate?
Un attimo dopo, però,
scoppiò a ridere.
-In effetti...-
Poi si accoccolò sul suo
petto e, dopo avergli lasciato un bacio sul collo, chiuse gli occhi.
-Non fa niente. Passerà-
Per abitudine, infilò una
mano sotto il cuscino in cerca di qualcosa che non c'era più, e sussultò nel
ricordarlo.
Ritrasse la mano come se
scottata, in realtà scottata dal ricordo.
Geórgos se ne accorse, e
bruciò anch'egli.
Non poteva essere vero.
Non poteva davvero aver cercato quel ritratto.
Quel pensiero gli diede
alla testa, e afferrò brutalmente Natal'ja per i capelli.
-Giurami che non stai pensando a lui- sussurrò, percorrendo il bel viso della Siberiana
con due occhi ch'erano schegge di pietra e fiamme, uno sguardo limpido di
fiamme mai viste, neanche prima con Lisarco.
Perché prima voleva impedire
Lisarco di rubargli la moglie...
Adesso voleva impedire a sua moglie di strappargli
il cuore.
-Нет,
Георгий, нет...-
Njét, Georgij, njét...
No, Georgij, no...
-Ricordatelo sempre, Lys. Tu sei mia, e lui non ti deve nemmeno
pensare-
-Non puoi impedirglielo...-
-Ma posso impedirgli di
vederti... Finché vivrò-
Era già passato un anno.
Un anno lontano da Krasnojarsk.
Un anno lontano da
Forradalom.
Un anno lontano da Feri, un anno lontano dalla
Rivoluzione.
Ma c'erano suo marito e i
suoi figli, lì dove stava adesso.
Come le aveva sputato in
faccia Feri l'anno prima, aveva preferito
l'amore alla libertà.
Ma non era vero.
Gee era il suo amore e la sua libertà.
No, non crederle
Tu per lei sei un giocattolo
Il capriccio di un attimo
(Non crederle, Mina)
[...]
Poi strapperò dalle mie labbra
Le cose che non osavo dire
Per cancellare tutti i suoi dubbi
E le sue paure
(Per lei, Riccardo Cocciante)
-Io ho lasciato la Russia per te... E il suo ritratto... Io l'ho lasciato cadere. Sono stata io.
Tu non me l'avevi chiesto... Io non lo so, cos'altro devo fare... Però farò tutto quello che vuoi.
Я
тебя люблю,
мой Георгий. Solo te-
Ya tebya lyublyu, moy
Georgij.
Io ti amo, mio Georgij.
Negli occhi di Natal’ja,
lui troppe volte aveva perso il cuore.
Alle parole di Natal’ja,
lui troppe volte aveva intrecciato le sue illusioni.
Una delle prime cose che
Theo aveva detto ad Alja era stata: “Vuoi
sposare l’eroe di Sparta senza il consenso di Sparta? Almeno cerca di non dare
problemi”.
Natal’ja, i problemi, li
dava al cuore.
Ai cuori di tutti, in modo
diverso.
-Ho fatto di tutto per sposarti... Ti ho seguito, ti ho perdonato, ti ho guarito, ti
ho difeso...
E poi ti ho tradito, sì, ti ho spezzato il cuore, non ti ho
rispettato...
Ma non puoi dire che non
ti ami. Non puoi. Io sono qui... Sono qui per te!
E qualsiasi cosa tu possa
pensare, qualsiasi dubbio tu possa avere...
Non c'è niente di quello che ho fatto con te e per
te che non ho fatto per amore.
E se qualche volta penso a
Feri, non vuol dire che vorrei essere con
lui…Non per davvero.
Io ti ho sposato... E
c'era un motivo... E c'è ancora!
Io in questa maledetta fede ci credo più che nella
Rivoluzione!
Io... Io sono troppo
egoista per fingere. Per questo ho lasciato Feri. Per questo non ti lascerei mai-
Gee inarcò un
sopracciglio.
-In questa maledetta fede?-
-Oh... Gee!-
Lys aveva le lacrime agli
occhi, e lui le alzò il mento con una mano, guardandola dritta in quelle sue
splendide iridi cristalline.
-Non farlo-
Lei sgranò gli occhi,
confusa.
-Non piangere per me-
Le accarezzò il viso con
gli occhi che gli brillavano, e lei posò una mano sulla sua fermando una
carezza a metà.
Stavolta fu lui a
guardarla interrogativo, ma Lys non gli rispose, non a parole, almeno.
Gli sfiorò le labbra con le sue, e poi posò la testa sul suo petto.
-Sei sempre stato tu a piangere per me...-
-Non pensarci. Non pensarci, adesso- le sussurrò Gee,
accarezzandole i capelli.
-Ti giuro che non importa.
Non più. Se sei stata in grado di far
piangere uno Spartano...
Vuol dire che sei davvero straordinaria, ragazzina-
-Vuol dire semplicemente
che tu mi ami in modo straordinario-
Lui sorrise.
-Anche-
Lys gli passò una mano tra
i folti capelli nerissimi, guardandolo con tutta la dolcezza del mondo e una
languida luce nei limpidi occhi argentei.
-Καληνύχτα,
мой любовь...-
Kalinýchta, moy lyubov’...
Buonanotte, amore mio...
Gee le diede un ultimo
bacio, con lo stesso ardore della piccola Siberiana, ugualmente trepidante
d’emozione.
-Спокойной
ночи, μου ζωή-
Spokoynoy noči, mou zoí.
Buonanotte, vita mia.
Lei gli strinse la mano e
se la portò al cuore.
-До
завтра,
Георгий...- Do zavtra, Georgij, A domani, Georgij, furono le ultime parole di
quella notte.
Gee le accarezzò i capelli
finché Lys non si addormentò.
-Finché vivrò, lui non ti avrà- le sussurrò dolcemente, prima di lasciarla ai suoi
sogni.
E avrebbe mantenuto la promessa.
E se lei già sta dormendo
Io non posso riposare
Farò in modo che al risveglio
Non mi possa più scordare
(Margherita, Riccardo Cocciante)
Lui non aveva tanto sonno,
quella notte.
Forse avrebbe letto un
po’...
Non l’Assedio di Aliarto, però.
La Battaglia di Nozio e
l’Assedio di Atene, magari.
Lo Spartano occhieggiò Le Elleniche di Senofonte sul comodino, ma
prima ancora di allungare una mano per prenderlo un leggero scalpiccio di passi
spostò la sua attenzione verso la porta socchiusa.
Assottigliò lo sguardo, e
pochi attimi dopo la testolina bruna e gli occhioni azzurri di Nikolaj fecero
la loro adorabile comparsa.
Gee abbozzò un sorriso, e
Niko ricambiò.
Gee gli chiese con gli occhi
se intendeva entrare, e Niko scrollò le spalle, come a dire che avrebbe potuto
anche darsi.
Sì, avrebbe potuto entrare.
Gee sorrise di nuovo, e
ancora una volta Niko ricambiò.
Gee gli fece cenno di fare
piano, Natal’ja dormiva.
Niko annuì solennemente.
Non l’avrebbe svegliata.
Quando fu davanti al
letto, poi, lanciò al padre uno sguardo di sfida.
Gee inarcò un
sopracciglio.
-Ebbene?-
-Non so cosa fare-
George sostenne lo sguardo
del figlio, anche se vagamente perplesso.
Perché mai avrebbe dovuto fare qualcosa?
Era notte fonda.
Di notte si dormiva.
-Potresti dormire- rispose infatti, ma Niko storse il naso, scettico.
-Nah. Non è il caso. Non
stanotte-
Un’altra risposta che
richiedeva non poco sangue freddo, perché quel discorso cominciava a diventare
inquietante.
Ma Gee era uno Spartano, e, soprattutto, era suo
padre.
Anche se quel discorso era terribilmente da Lys.
-Potresti farti leggere
qualcosa da Aiace-
-Sta dormendo, Aiace. Io
l’avrei anche svegliato, eh, ma lui una volta mi ha detto che voi di notte non dormite mai... Così ho
pensato che facevo prima a venire qui-
-Aiace ti ha detto...
Aspetta un secondo... Cosa ti ha detto?-
-Ma sì, non è che sia
entrato nei dettagli... Mi ha detto solo: “Insomma, capiscilo, pa’...
Vuoi che si limiti ad adorarla platonicamente, una come Lys?”-
-Ah... Ma tu cos’hai
capito?-
-Ho capito- mormorò il ragazzino, criptico
-Ho capito molto più di quanto tu possa immaginare.
Però poi non ero sicuro di
aver capito bene, così ho chiesto a Line...
Lei allora mi ha spiegato
tutto, ma stai tranquillo, per me non è un problema...
Non puoi certo limitarti ad adorarla
platonicamente, una come Lys-
Gee era un attimino
sconvolto.
-Céline ti ha spiegato tutto?-
-Certo. Céline è intelligente, sai. Intelligente
ed intuitiva. Molto più di te-
Il ventitreenne Spartano
sorrise, annuendo.
-Papà?-
-Eh?-
-Perché sorridi come un
cretino?-
-Come un cretino, dici?-
-Già-
Gee respirò profondamente,
cercando di mantenere la calma.
-Perché non vai a farti un
giro?- propose poi.
-Ѐ notte- osservò Niko.
-Ѐ un problema?-
domandò Gee.
-Ѐ notte- ripeté Niko.
-Ѐ un problema-
constatò allora Gee.
-Perché non mi leggi
qualcosa?-
-Perché io voglio dormire-
Nikolaj non si scompose.
-Perché?-
-Io... Va bene. Cosa vuoi che ti legga?-
In fondo anche lui aveva
intenzione di leggere qualche pagina prima di dormire
-L’Ελληνικά
di Ξενοφων. La battaglia di Mantinea e la morte di
Epaminonda-
Gee
annuì, soddisfatto della scelta del figlio, e si mise a sfogliare le Elleniche fino alle ultime pagine del Libro Settimo, dove c’era l’episodio
richiesto da Niko, ma il ragazzino scosse la testa, molto contrariato.
I
suoi occhi azzurri non erano mai stati più gelidi e severi.
-Non
da lì. Dall’inizio-
-Dall’inizio
del Libro Settimo?-
-Cosa
accidenti hai capito, pa’? Dal Libro Primo!-
George
sbarrò gli occhi.
Nel
Libro Primo c’era la fine della
Guerra del Peloponneso, e quindi anche la Battaglia di Nozio e l’Assedio di
Atene, ma...
-Niko,
sono quasi quattrocento pagine-
-Abbiamo tutta la
notte-
-Niko...-
-Hai
qualcosa di meglio da fare?- sibilò Nikolaj, fulminandolo con lo sguardo.
Era pur sempre
Austriaco di nascita, lui.
-No,
figurati-
Gee
avrebbe davvero letto per tutta la notte.
E
Niko l’avrebbe ascoltato attentamente, senza mai addormentarsi, senza perdersi
neanche una parola.
All’alba
Gee avrebbe sussurrato l’ultima parola dell’ultima riga e si sarebbe
addormentato con la testa ancora immersa nelle Elleniche.
Niko
gli avrebbe rimboccato le coperte e poi sarebbe uscito, con un sorriso sulle
labbra e un buonumore invidiabile.
Senofonte
era un grand’uomo, un grande soldato e un grande storico.
Suo
padre era sostanzialmente un cretino, però leggeva bene.
Note
Whisper words of wisdom, let it be: Sussurrando
parole di saggezza, lascia che sia.
Let it Be, The Beatles. Riferito alla morte di
Lisandro.
Добрий
день!
Qui
a Crema nevica che è una meraviglia, ed io sono felicissima, ma mia mamma e
soprattutto mio papà che lavora fuori città un po’ meno...
Sono
l’unica che aspetta con ansia che la temperatura scenda sotto lo zero ;)
Passando
al capitolo, cominciamo con le note storiche: secondo Plutarco, Lisandro aveva
ricevuto un oracolo che diceva: “Dall’Oplita impetuoso ti esorto a stare in
guardia e dall’infido serpente, figlio della terra, che ti attacca alle
spalle”.
E
infatti è stato ucciso da Neocoro, un soldato di Aliarto che aveva un serpente
come emblema dello scudo, dopo aver oltrepassato con le sue schiere il fiume
Oplita.
Per
Alja e Gee l’Assedio di Aliarto è un po’ il “nome in codice” della morte del loro Lisandro.
Poi,
il discorso di Alja e Gee...
Gee
non è particolarmente lucido, in questo capitolo, e lo si può anche capire, e
il pensiero che Lys potesse ancora pensare a Feri gli ha completamente fatto
perdere la testa.
Ma
lei non ha nessuna intenzione di ferirlo un’altra volta, e gliel’ha detto,
gliel’ha detto a modo suo, gliel’ha detto e gliel’ha dimostrato.
Non
sono poi molto frequenti, le dichiarazioni di Lys, ma stavolta gli ha davvero
detto tutto, e non avrebbe potuto essere più sincera.
L’ultima
parte è forse la mia preferita, era da un po’ che immaginavo quella scena con
Gee, Niko -che, ricordo, ha quattro anni, anche se ne dimostra ventitré come Gee ;)- e Senofonte ;)
Spero
davvero che vi sia piaciuto!
A
presto ;)
Marty