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Autore: Princess of Dark    07/12/2012    5 recensioni
Incontrare Johnny Depp è il sogno di tutte noi donne, o almeno era il sogno di Denise.
E lei credeva di stare veramente sognando quando lo incontrò.
Denise ha un lavoro noioso, una migliore amica un po' pazzerella, una vocina maligna nel suo cervello, un "fidanzato" e un sogno nel cassetto. Johnny sarà lì per renderlo vero.
ATTENZIONE:Johnny Depp dovrebbe essere illegale, ma visto che non lo è, va preso come minimo preso a piccole dosi. E' veramente rischioso per la vostra salute una meraviglia così!
Se anche voi lo amate, questa è la ff giusta per voi...aspetto le vostre recensioni!!
Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=rLHOJc3yhPM
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bip bip bip!
 
«Pronto?». Sentii la voce assonnata di Johnny poco distante da me e mi rigirai tra le lenzuola fredde: Johnny doveva essere già fuori dal letto. Sospirai, aprendo leggermente gli occhi. Mi dava le spalle con il viso verso la finestra, si stava abbottonando la camicia con le mani mentre teneva fermo il cellulare sulla spalla con l’orecchio.
«Uh cosa vuoi?», disse un secondo dopo, afferrando i pantaloni che non aveva ancora indossato.
E potrebbe anche non indossarli: è uno dei pochi che può permetterselo!!
Sono d’accordo con te, Ginevra!

Dopo un paio di tentativi realizzò che non sarebbe riuscito ad infilarli senza l’aiuto delle mani e gettò il pantalone nero sulla sedia, ritornando ad afferrare il cellulare con le mani. Mi voltai per vedere l’ora: sette e quarantacinque. E come mai Johnny era già sveglio?!
 
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Denise, per fortuna, stava probabilmente dormendo ancora. Era iniziato tutto così magicamente: avevo aperto gli occhi e –per la prima volta- mi ero trovato dinanzi la donna che desideravo da tempo come mia. L’avevo osservata a lungo: il suo viso angelico mentre dormiva, i suoi capelli arruffati, il suo corpo nudo sotto le coperte che si sollevavano leggermente ad ogni suo respiro. Era stata una vera tortura alzarsi da quel letto ma il lavoro chiama. Stavo anche riflettendo su una bella sorpresa da fare a Denise al suo risveglio, magari potevo improvvisarle una colazione senza l’aiuto di uno chef che l’avrebbe servita già bella e fatta. Poi arriva una chiamata: conoscevo quel numero a memoria, ma feci ugualmente finta di non sapere di chi fosse.
Megasfuriata di Vanessa tra tre… due… uno…
«Sei un bastardo! Johnny io lo sapevo! Ma cosa ti passa per la testa?! Mettersi con una ragazzina… sei già su tutti i giornali, non fanno altro che parlare di voi e sono appena le otto di mattina! Ora inizieranno a rompere le scatole a me e ai miei figli e ci butterai nella merda. E poi mi spieghi cosa cazzo ci hai trovato in lei? E voglio sapere anche cos’ha che io non ho o che non ti abbia mai dato! Quando mi hai lasciata non mi avevi detto che l’avevi fatto per scoparti quella troia!». Feci una smorfia, allontanando leggermente il mio cellulare dall’orecchio per risparmiarmi al volo quattro o cinque insulti –stavolta in francese-. Ma con che razza di mostro in forma umana ero restato gli ultimi quattordici anni?!
«Uno: se sono sui giornali è un mio problema e di certo i miei figli non saranno MAI nella merda. Due: non hai il diritto di parlare di lei in questo modo né devo darti delle spiegazioni. Ho quarantanove anni e credo di essere abbastanza grande per fare quello che cavolo mi pare!», esclamai, abbassando poi la voce per non far svegliare Denise.
«Questa me la paghi, Johnny»
«La mia vita non di riguarda più. Ho fatto le mie scelte, lo so ho sbagliato ad essere arrivato a farle così tardi e mi dispiace ma-»
«I tuoi figli cosa penseranno di te quando l’avranno saputo?!»
«Jack e Lily non c’entrano nulla in questa storia e non metterli in mezzo! Spiegherò loro come stanno le cose…»
«Vous êtes juste égoïste!». Staccò la chiamata. Dunque, dando una rinfrescatina al mio francese… sei solo un egoista, uhm, me lo aspettavo che se ne sarebbe uscita con un esclamazione del genere. Posai il cellulare sul tavolo e sbuffai voltandomi verso Denise. Mi guardava accigliata, seduta in mezzo al letto con il seno coperto dal lenzuolo, seguendomi con lo sguardo mentre mi sedevo accanto a lei.
 
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Era Vanessa.
Quella grandissima… brava donna!
«Cosa voleva?», farfugliai confusa. Lui si sedette con le ginocchia sul letto, affondandoci.
«Solo ricattarmi un po’», sorrise, stampandomi un bacio sulla fronte. «Mi dispiace di averti svegliata»
«Ma perché sei già vestito a quest’ora?»
«Sono le otto, principessa!», esclamò ironico. Lo guardai, ancora confusa o forse solo a causa del sonno. Sentii le sue mani scavalcare le coperte per poi posarsi sui miei fianchi. Johnny si avvicinò con il suo corpo a me, cospargendomi di baci sul collo e sulle spalle. Il paradiso, quello era il paradiso.
«Il lavoro mi ha tirato giù dal letto. Sarei rimasto volentieri accanto a te», sussurrò ancora con il viso sul mio collo. Risi, riportando il suo viso davanti al mio per guardarlo negli occhi.
«Lavoro?»
«Un colloquio con Robert e alcuni produttori… non ho idea di cosa sia, Rob si ha detto che me l’avrebbe spiegato più tardi»
«E mi lasci da sola?». Ok, dopo avergli fatto la mia faccina coccolosa migliore, lo ammetto, sono una stronza. Lui mi guardò esitante.
«E chi ti molla più», farfugliò, accarezzandomi il volto. «Sarò qui per pranzare insieme», aggiunse. Annuii poco convinta.
«Ok, buona fortuna allora». Uscì da quella stanza portandosi dietro una scia di profumo maschile. Sospirai, trovandomi in quella camera gigante da sola. Mi alzai dal letto e mi infilai sotto alla doccia. Quasi mi parve di sentire ancora le mani di Johnny su di me. Chiusi gli occhi, lasciandomi coccolare dall’acqua calda e il bagnoschiuma alla lavanda. Le sue labbra, la sua stessa pelle contro la mia. Non avevo mai fatto l’amore così divinamente, c’era da ammetterlo. Sospirai, rivestendomi ed incontrando Keira e Marylin per i corridoi.
«Ehi buongiorno»
«’Giorno ragazze!»
«Dove vai di tutta fretta?», sorrise Keira.
«In realtà non sono di fretta… pensavo di andare a casa mia per sistemare alcune cose… Ho intenzione di ricominciare da capo: nuova vita, nuova casa!», esclamai e loro risero.
«Hai bisogno di una mano?»
«Non preoccuparti, magari ti faccio uno squillo», le feci l’occhiolino e chiesi gentilmente un taxi alla reception dell’hotel.
«Le conviene usare di nuovo l’uscita sul retro, miss Cooper: ci sono ancora una marea di giornalisti qui fuori», m’intimò l’uomo. L’idea di stare lì in mezzo ai flash da sola senza Johnny che poteva aiutarmi di spaventò ed annuii frettolosamente, seguendo il consiglio del signore. Presi il taxi e andai alla mia dolce casa, quella che tra poco sarebbe diventata anche la casa di Johnny. La serratura scattò ed entrai. Uno strano odore di fumo aleggiava lì dentro rendendo l’aria irrespirabile. Tossii leggermente, avendo lo strano presentimento che qualcosa fosse andato storto. E c’era anche una maglia maschile sulla poltrona che non era mia.
Oh Dio ti prego fa che non sia quello che penso…
Purtroppo le alternative non sono molte, Gin.
«Cosa cazzo ci fai qui?», ringhai, vedendo comparire Fred a petto nudo in cucina. Lui sorrise, noncurante, squadrandomi.
«I soldi e la popolarità ti hanno resa ancora più bella, tesoro»
«Non chiamarmi tesoro». Era sorprendente quanto mi facesse innervosire il solo fatto di avercelo davanti. Era strano, avrei preferito non vederlo per il resto dei miei giorni. Alzò gli occhi al cielo, avanzando spavaldo verso di me come se fosse ancora in suo potere farlo.
«Questa è casa mia, Fred», aggiunsi. Lui sorrise afferrando la maglia e allargando il collo per infilarsela.
«Lo so. Avevo solo nostalgia…»
«Dovevi pensarci prima, mi dispiace»
«Andiamo, Den, ricominciamo tutto da zero: facciamo finta che non sia successo nulla. Ti amo più della mia vita, non è questo che conta?», sussurrò avvicinandosi a me a grossi passi. Trattenni il respiro quando poggiò la mano sul mio viso. Scossi il capo, scostandola da me.
«No, non conta invece. Era destino Fred, da quando te ne sei andato dalla mia vita… sono la donna più felice del mondo. Ho trovato nuovi amici che non mi fanno sentire sola, un lavoro che mi ha reso senz’altro ricca e popolare ma –cosa più importate di tutti- mi fa star bene! E poi… ho incontrato l’uomo della mia vita. Ora, con lui, posso dire di essere felice. Con te non lo ero». Fred scoppiò a ridere.
«Guardati: prima non eri così. Frequentare quella gente ti ha cambiata: quanto stavi con me eri una ragazza semplice, quella che volevo sposare»
«La ragazza alla quale avevi messo l’anello al dito era solamente spaventata», sussurrai a voce bassa, con le lacrime agli occhi. «Era solo una stupida ragazza che si era accontentata di ciò che la vita poteva offrirle». Lui restò immobile a fissarmi, scuotendo il capo e infilandosi una mano nei pantaloni. Estrasse l’anello di fidanzamento, quello che gli avevo sbattuto in faccia dopo averlo lasciato. Mi afferrò con forza la mano, infilandomelo di nuovo.
«Questo l’ho tenuto conservato per te, nonostante tutto. Sono disposto a cancellare gli errori che hai fatto…»
«Che IO ho fatto?! Io?! Ma sentitelo! Non sono stata io a scoparmi un altro mentre stavo per sposarmi, Fred!». Non disse nulla, non aveva niente da dire, non POTEVA dir nulla perché non c’erano scuse.
«Sì, ma tu mi hai lasciato per stare con quello lì… Johnny…»
«Io ti ho lasciata per una mia dignità personale. Johnny non c’entra nulla»
«Te lo sei scopato?», disse amaramente.
«Sì», risposi orgogliosa, in segno di sfida. Di nuovo non disse nulla.
«Bene», tossì. «E ora… sei felice? Intendo… di aver approfittato di lui, di aver rovinato la sua famiglia». Si stava rivolgendo a Johnny, ovviamente. Il fatto era che lui non aveva manco il diritto di citare il suo nome. E la cosa mi stava dando sui nervi!
«Cosa c’entra ora?!». Si voltò e allungò la mano verso il tavolo, afferrando una rivista.
«Leggi attentamente…». La prima pagina di copertina ci raffigurava. Mentre ci baciavamo. Grandioso!!
Cosa ti aspettavi Denise?! Era prevedibile, idiota!
E volete sapere cosa c’era scritto?...
“ULTIMISSIME: Sembra che il famoso sex simbol americano, Johnny Depp, sia caduto nella trappola di un diavolo tentatore: la bellissima Denise Cooper. Pare che la relazione con la sua nuova fiamma sia iniziata sul set, quando Depp era ancora assieme a Vanessa Paradis. Ma Johnny è solo ceduto agli occhi dolci di una donna che cerca fama o si può parlare di vero amore? I fan la adorano, Vanessa un po’ meno. Cosa ne sarà della famiglia Depp?”. Sospirai, trattenendo le lacrime.
Coraggio Denise, Johnny l’aveva detto che avrebbero cominciato a parlare tutti… vogliono solo farti crollare. Devi esser forte. Che te ne frega di quello che pensano?? Mi sfilai l’anello che mi aveva infilato.
«Sai, non capisco dove tu voglia andare a parare ma non ho intenzione di sentire ancora i tuoi insulti o le tue insensate richieste. Tutto questo rancore lo trovo anche inutile, perciò restituiscimi le chiavi dell’appartamento, vai via e fatti una vita come sto cercando di fare anch’io», mormorai con tono smorzato da un groppo alla gola, mettendogli l’anello tra le mani. Fred scoppiò a ridere.
«Tranquilla, non mi ritroverai più a casa tua. Ma non credere che sia  così facile liberarsi dell’uomo con cui hai condiviso per anni la tua vita», mormorò quasi con tono minaccioso. Scagliò bruscamente le chiavi sul tavolo, afferrò il giubbino e scomparve, sbattendo la porta alle sue spalle quando uscì. La casa tremò. Crollai sul divano, sospirando con una mano alla fronte e andai a pagina tre, quella dedicata al nostro scoop. Due parole mi lodavano di quà, tre mi screditavano di là… non sapevano neanche loro che posizione prendere! Foto, foto e ancora foto, commenti su commenti, interviste e pezzi della nostra vita immortalati in una pagina di giornale. Come si permettevano di osservare e commentare la mia vita? Che ne sapevano loro di quello che era successo?. Occhi dolci di una donna che cerca fama… davvero starei con Johnny per la popolarità? E a cosa mi servirebbe?!
Stupido mondo. Mi tirai su, facendomi coraggio, buttai il giornale nella pattumiera, spalancai tutte le finestre per far prendere aria alla casa. Cambiai le lenzuola, diedi una sistematina in giro, mi soffermai con un sorriso malinconico all’angolino “di Johnny”. Come poteva non essere amore? Accennai una risatina, afferrando una foto di Johnny che quando ero ragazzina avevo cosparso di baci rossi col rossetto. Cavolo, la vita non poteva offrirmi di meglio ed io ero con il broncio? Questo era da ingrati!
«Posso…?». Una voce mi fece trasalire, mi voltai, ancora accovacciata a terra, e sorrisi a Johnny. «Mary mi ha detto che eri passata di qui», aggiunse. Annuii, tirandomi su, sistemando tutto come prima.
«Cos’è quella faccia triste, tesoro?»
«Hai dato un’occhiata ai giornali?»
«Si», disse ridendo. Mi afferrò per le braccia e mi portò all’altezza del suo viso. «Sei il mio diavolo tentatore», aggiunse divertito. Sorrisi anch’io, stretta a lui. Johnny non ci aveva dato peso?
«Mmh… così dicono», farfugliai mordicchiando le sue labbra.
«L’hai presa piuttosto bene…», accennò sorpreso.
«In realtà prima stavo peggio», ammisi ridendo. «Ma ho visto che tu…»
«Ci sono abituato. Tu lasciali parlare, a noi non importa nulla di quello che pensa la gente. Tra un paio di settimane saremo la coppia più bella del mondo!», esclamò entusiasta. Ridacchiai, sentendo le sue mani sul mio collo per scostarmi i capelli. Stavo per aprir bocca ma ingoiai di nuovo l’aria che avevo preso, sospirando. Volevo dirgli di Fred, ma decisi che era meglio non farlo: non volevo rovinare una splendida giornata!
«Pranziamo fuori?», mi propose lui. Lo guardai perplessa.
«In realtà… preferisco non uscire», mormorai a testa bassa. Mi diressi in cucina, sperando che ci fosse qualcosa. Pasta, sale, olio, passata di pomodoro, salsicce.
«Ti va di mangiare delle pennette al sugo fresco?», sorrisi, mostrandogli i pomodori. Lui rise, scorciandosi le maniche. «Mmh ti do una mano». Mettemmo la pentola sul fuoco e iniziammo a cucinare.
«Ah, ma… cos’hai fatto poi questa mattina?»
«C’erano alcune cose che dovevo sistemare con Robert, nulla d’importante… mi ha fatto perdere mezza giornata davanti ad un caffè a parlare del più e del meno», sorrise, assaggiando con la punta delle dita il sugo. «Dov’è il sale?»
«Nella dispensa, in alto a destra»
«Ricevuto capitano!». Risi.
«Quando hai imparato a cucinare?»
«Parecchio tempo fa… c’è stato un periodo di tempo, dopo la mia relazione con… Winona… in cui cucinare mi rilassava», mi spiegò. Annuii.
«L’hai più rivista lei?»
«No, da anni ormai», borbottò, facendo spallucce. Un lampo di fece sobbalzare, seguito da un tuono. Spensi il fuoco e mi affacciai dalla finestra.
«Cavolo qui si sta preparando una bella tempesta», osservai. Johnny schioccò la lingua.
«Merda. Stamattina ho fatto lavare la macchina!», bofonchiò contrariato. Stesi la tovaglia sul tavolo e iniziammo a mangiare. La finestra si spalancò di colpo e la pioggia insistente iniziò ad entrare dentro.
«Ma cos-?». Corsi a richiuderla prima di tornarmi a sedere. «L’inverno sta arrivando», sospirai malinconica.
«Ah… la mia stagione preferita», sorrise.
«Io odio l’inverno. Tutta questa pioggia, freddo, neve…»
«Però quando sei a casa, sotto le coperte, e fuori piove è bellissimo», commentò. Finimmo di pranzare, sparecchiammo e ci fiondammo sul divano con tanto di coperta, cuscini e telecomando. Strinsi le gambe al petto e Johnny ci avvolse con il suo abbraccio.
«Che sonno», farfugliai ad occhi socchiusi mentre facevo zapping con i canali.
«Aspetta… ferma un attimo!». Il canale ventisei stava trasmettendo “Pirati dei Caraibi: la maledizione della prima luna”
«Aaah! Oddio da quanto tempo non lo vedo!», esclamai entusiasta. Johnny si portò una mano alla fronte e sospirò.
«Oh no, per favore», sussurrò implorante. Risi, rifiutando ogni esitazione a cambiare canale. Alla fine ci addormentammo. Quando aprii gli occhi ero avvolta dalle coperte. Johnny mi sorrise, seduto al tavolo con un giornale tra le mani.
«Mi sono preso la libertà di preparare un po’ di cioccolata calda: era nella dispensa», mi fece l’occhiolino.
«Ottima idea», sorrisi sbadigliando. Pioveva a dirotto, oramai. Così tanto che se si sussurrava qualcosa, non la si poteva sentire per il rumore della pioggia. La grandine picchiettava contro il vetro della finestra che Johnny aveva appena richiuso. Indossava una maglia a mezze maniche e mi chiesi come facesse a non sentire freddo: aveva addosso una maglia a lunghe maniche io!
«Certo che un freddo così di questi tempi non si è mai visto…», sussurrai, sfregandomi energeticamente  le braccia con le mani, raggomitolata sul divano. Lui si voltò e mi venne vicino.
«Hai freddo?»
«Un po’», mormorai. Mi fu accanto in un secondo e si gettò addosso a me.
«Ti scaldo io», mi sussurrò all’orecchio, mettendosi carponi sopra di me. Risi, attirandolo verso il basso per farmi baciare e lui stramazzò su di me, ridendo prima di baciarmi. Con fatica riuscì a sfilarmi la maglia.
«Se continui di questo passo, per l’inverno dovrò passare i primi dieci minuti a spogliarti, prima di fare l’amore con te», scherzò, baciandomi il collo. Mugolai qualcosa contro le sue labbra ma non mi ascoltò, continuando a baciarmi dappertutto.
«Mmh… amore… Joh?!». Finalmente si fermò per guardarmi dritto negli occhi, quegli occhi che luccicavano quando era eccitato. «Non la senti questa puzza di… bruciato?». Annusò l’aria e piccole rughe comparvero sulla sua fronte aggrottata.
«La cioccolata!», esclamò ad un tratto, staccandosi bruscamente da me. Scomparve in cucina ed io rimasi immobile, perplessa, seminuda. Non avevo mai odiato la cioccolata come ora. Ritornò con un sorriso sornione.
«L’ho recuperata in tempo», mi comunicò. Risi, stringendomi le gambe al petto, lanciandogli uno sguardo carico di malizia.
«Sì ma… ora non m’interessa della cioccolata», sussurrai imbarazzata. Lui mi si avvicinò, mordendo la mia guancia mentre mi abbassava anche i pantaloni. Le mie mani scivolarono nei suoi jeans e lui si ritrasse gemendo.
«Hai le mani ghiacciate!», si lamentò.
«Ops…», sussurrai divertita, spogliandolo.
Credetemi, nessuna tempesta può portare freddo quando si è tra le braccia di Johnny. Mi accoccolai al suo petto e lui mi sorrise, accarezzandomi le braccia.
«La cioccolata però ora la voglio», farfugliai infine e lui rise, infilandosi i boxer e scomparendo in cucina per tornare con due tazze di cioccolata calda. Feci un primo sorso, anche se quella non si poteva proprio definire cioccolata: sapeva più di bruciato che di cacao! Anche lui l’assaggiò, poi mi guardò.
«Fa schifo eh?». Lo guardai esitante, senza dir nulla. Si alzò e afferrò il cellulare. «Chiamiamo il bar», sorrise, facendomi l’occhiolino. Risi, afferrando i miei vestiti. Lui mi incenerì con lo sguardo.
«Non osare rivestirti», sussurrò, puntandomi un dito contro.
«Parlè!», esclamai, alzando le mani in alto in segna di arresa. Scoppiammo di nuovo a ridere.



Ok, dopo aver pubblicato questo DISASTROSO capitolo, mi ritiro in un angolino a meditare...
Consideratelo un capitolo di transizione (ogni tanto ci devono stare questi cosi inutili xD) l'ho dovuto pubblicare solo per Fred v.v
A me non piace per niente, sarà che non succede nulla in particolare ma...non vi convince >.<" In realtà dovevo pubblicarlo assieme ad un'altro pezzo ma dopo risultava di essere eccessivamente LUNGO e non era il caso xD Però pubblicherò presto il prossimo capitolo perché è già pronto!! E vi prometto che sarà cariniissimo :3
Se volete insultarmi fatelo pure, lo so che questo capitolo fa schifo! sarà anche colpa dell'amore u.u
A proposito... un ringraziamento particolare vaalla mia cara Aishia che mi ha sopportato le mie crisi ^^' grazie mille sei una psicologa coi fiocchi<3
E grazie anche a voi altri che continuate a seguire questa sotria....105 recensioni... è un sogno :')

Bacii :*



  
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