-Justin.
 
Da sempre ho aspettato di avere diciotto anni.
Ho sempre immaginato i diciotto anni come libertà, no problemi, tranquillità. E così almeno per adesso è. Sono ‘scappato’ di casa, vivevo in Canada, a Stratford. Adesso sono in una cittadina di New York. Ho una casa, mi sono già iscritto a scuola, devo ripetere il quarto anno. Ma non mi faccio problemi, non sono uno di quelli che odia la scuola, mi è indifferente. I miei problemi stanno nei miei genitori. Il motivo per cui me ne sono andato. Non erano le persone più affidabili, e io non ne potevo più di subire.
Adesso sono libero e inizierò una nuova vita. Sarò tutto perfetto.
 
 
Il giorno dopo.
 
 
Ecco la mia nuova scuola. Ero davanti a quell’edificio enorme, totalmente diverso dalla mia vecchia scuola. Centinaia di studenti erano accalcati da ogni parte di quel parcheggio, per il primo impatto non era male. Sembrava tutto così felice, senza problemi. Ma appunto, sembrava.
Appena inizia ad avvicinarmi al portone della scuola, sentivo già i primi commenti della gente. ‘ma chi è?’ ‘da dove è sbucato?’ ‘che ci fa uno nuovo? odio i nuovi.’
Dovevo abituarmici, i nuovi sono sempre presi di mira. Comunque non sono mai stato un tipo che dava importanza ai commenti della gente, che pensino quello che gli pare.
Entrai e suonò la campanella, quindi mi sveltii per non essere travolto dalla massa che sarebbe entrata, quasi mi misi a correre e mi avvicinai alla segreteria.
Non c’era nessuno.
Bene. Non era un problema, più aspettavo più tempo levavo alle lezioni, quindi.
Okay, l’attesa era interminabile. Era passata mezzora almeno. Ma il corridoio era ancora pieno di persone che girondolavano, o gente in ritardo che se la prendeva con comodo. Stavo cercando anche di chiedere aiuto, per trovare classe, armadietto e le varie altre cose, ma da stupido non avevo ancora realizzato di essere invisibile.
Sarebbe stata una lunga attesa.
 
 
-Jessica  http://www.polyvore.com/senza_titolo_108/set?id=56002033#stream_box
 
Come sempre ero in ritardo, ascoltate. ho i miei tempi, voglio dormire, quindi il ritardo è assicurato u.u il bello è che mai ero in ansia per i ritardi, chissene. Io mi prendo tutto con calma. Ammettendo anche che odiando la scuola, non mi è affatto difficile. C:
Un momento.
Wow, il ragazzo che era davanti a me. Un meraviglioso ragazzo, un po’ spaesato e annoiato. Occhi color nocciola. Era la perfezione, madonna.
JESSSICA. Sveglia.
No, era meglio stare nel mio mondo dei sogni (più che altro sogni mlmlmlmlmlml) sul ragazzo perfezione. *-*
JESSSSICA. Sveglia.
Okay, adesso vado da lui e l’aiuto io. Povero, se aspetta qualcuno alla segreteria ci fa notte. MERAVIGLIA ARRIVOO. lol
-ehi, se stai aspettando qualcuno della segreteria è meglio che perdi le speranze, non c’è mai nessuno.-
Si girò verso me. quello sguardo mi fece sorridere, era davvero perfetto.
-ah, grazie di avermelo detto, sarei stato qui tutto il giorno.-
-tranquillo, comunque se vuoi ti aiuto io.- sorrisi così tanto, non l’avevo mai fatto. Ma era un sorriso spontaneo, quel ragazzo mi faceva uno strano effetto, almeno, per essere la prima volta che lo vedevo.
 
 
-Justin
 
Quella ragazza era bellissima. Il suo sorriso mi fece stare bene.