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Autore: ToscaSam    07/12/2012    1 recensioni
inconsapevolmente Belle e Rumpelstiltskin stanno prendendo entrambi appunti sulle loro sensazioni. Pagine tormentate del Signore Oscuro e pagine tormentate di una giovane fanciulla che è stata reclusa in ospedale per 28 anni, legati da un amore smisurato l'uno per l'altra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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“Piove. Il vento e le gocce d’acqua sbattono forte sui vetri del negozio. Ho scoperto che provo molto piacere a scrivere quando sono qui, solo. Belle si è addormentata sul divano mentre stava leggendo un libro che ha preso dal suo scaffale. È misterioso e magico come tutto adesso combaci perfettamente, sembra di vivere in una strana rete di ragno, dove ogni filo è strettamente collegato ad un altro che a sua volta lo è con il resto della tela. Tutto è stranamente stabile. Eppure è soltanto passato un giorno da quando ho ritrovato la creatura che adesso è accovacciata sui cuscini del divano.
E io continuo ad essere inabile di resisterle. Qualunque cosa desideri io glie la procurerò, qualunque richiesta abbia io farò ciò che è in mio potere per soddisfarla.
È una debolezza, questa? L’esperienza mi suggerisce che è invece un grande potere: pensare a quanto immenso è stato l’effetto del filtro che ho ricavato dai capelli del Principe Azzurro e di Biancaneve è estremamente promettente. Ho dunque in mano questo potere?
Eppure con Belle nelle vicinanze mi è difficile pensare a cose come “magia” o “potere”, non ne ho la facoltà. Con lei accanto c’è solo “Belle” nella mia mente. Che sia il prezzo per possedere la forza immane del vero amore? Devo dunque rinunciare alla consapevolezza di avere sotto mano tutto ciò di cui potrei aver bisogno? Sarei più forte sia di Regina, sia del me stesso precedente.
Ogni mia certezza sta vacillando, non so cosa voglio, non so cosa dovrei volere. Voglio Belle. Di questo ne sono estrinsecamente certo. Ho giurato a me stesso che non lascerò a niente o a nessuno di portarmela via di nuovo. Il suo sguardo è diventato la mia aria per vivere in solo una notte e un giorno che è qui con me.”

 
 
“Ho scoperto di essere di nuovo sola. Questo è un dispiacere per me, certamente, ma è anche fonte di gioia perché so che ora posso scrivere sul mio bel quaderno. Non è una belle giornata, piove. Eppure io sento la gioia e l’elettricità scorrermi da ogni parte del corpo. Mi ero assopita sul divano, appoggiata a Tremotino. Sentire la mia testa poggiata sulle sue gambe e soprattutto avere la sua mano che mi scorreva fra i capelli è stata la più bella sensazione da qui a ventotto anni. Come ho fatto a vivere per ventotto anni scordandomi completamente chi ero io e chi era lui ? Dopo il tormento degli anni passati in prigionia prima del sortilegio, in cui ho creduto tutto quello che potevo credere … cose da stracciarmi il cuore ogni minuto che passava, e dopo il tormento dell’ospedale, in cui non sapevo assolutamente nulla di nulla … essere adesso in una casa bellissima e confortevole ed avere Tremotino accanto a lisciarmi i capelli è stato un momento sublime e meraviglioso che meritava di essere scritto.
Penso che sia un’ora piuttosto tarda, perché quando mi sono addormentata avevamo cenato da poco (che cose assolutamente divertenti si mangiano qui!). Adesso comincia a venirmi di nuovo l’angoscia. Non riesco a stare sola, ho paura.
La casa è tutta buia, anche l’ultimo barlume di luce solare è scomparso. Sono accovacciata adesso accanto ad una finestra e catturo tutta la luce che posso dalle strane lanterne rotonde sui pali che illuminano la strada.
Il buio. Il terrore. Non posso più scrivere.
Sono abbandonata.
Sono sola.
Mi sento stringere lo stomaco.
Dove sei Tremotino? Dove sei amore mio? Non lasciarmi sola. Non farlo, ti prego.“

 

 
Tremotino ritornò in casa dopo essere stato in negozio. Notò che tutte le luci erano spente. “o è sempre sul divano, addormentata, oppure non si ricordava come si fa ad accendere la luce” pensò il signor Gold, un po’ preoccupato.
Salì le ultime scale con un po’ più di fretta, poi si fermò a riposare la gamba dolorante per pochi secondi. Si guardò intorno: tutto era buio e tutto taceva.
Iniziò lievemente a preoccuparsi e raggiunse il divano. Quando lo vide vuoto fu preso dal panico.
Non voleva gridare, non gli era venuto nemmeno in mente. Si avvicinò velocemente alla stanza di Belle: vuota.
È andata via, pensò. È andata via, oppure non c’è mai stata. Se l’era immaginata soltanto, era morta tanti anni fa, non era mai entrata in quella casa né tantomeno in quella stanza.
Disperato, si precipitò verso camera sua per prendere la giacca; l’avrebbe cercata per tutta la città, sarebbe impazzito ma non c’era tempo da perdere in pensieri.
Poi si fermò.
Si rilassò.
Tutto ritornò tranquillo.
Belle era sul suo letto, accovacciata con un libro fra le braccia e una penna in mano.
Il signor Gold rimase un istante col fiato mozzato, sulla porta, e regolò il suo respiro. Deglutì, poi si avvicinò: la fanciulla dormiva.
Le passò una mano sui capelli, sulla guancia …. Completamente addormentata.
Si sedette dalla parte opposta del letto e la osservò per un po’, mentre cercava di capire le dinamiche di quello che era successo.
Accese l’ abat jour e una luce tenue illuminò il bellissimo volto della ragazza: era corrugato e le guance erano rosse, così come la punta del naso.
Aveva pianto?
Tremotino si guardò intorno, come se ci fossero dei testimoni in grado di rivelare quello che stava facendo. Sentiva che non era giusto fare quello che effettivamente aveva in mente, però dopo pochi minuti si ritrovò comunque con il diario di Belle tra le mani, fremente di indecisione.
Decise che avrebbe letto solo l’ultimo paragrafo, perché se c’era qualcosa che non andava doveva averlo appuntato poco prima di addormentarsi.
Aprì l’oggetto al punto desiderato e dopo aver letto con molta attenzione sentì il suo stomaco brulicare e un grande senso di colpa avvampò dentro di lui.
L’aveva lasciata sola.
Era stata tantissimi anni chiusa in luoghi oscuri e lui l’aveva lasciata sola.
Accidenti, si può essere così stupidi? Sola, sola senza nessuno a cui rivolgersi. Sola in un luogo a lei estraneo dove non era nemmeno riuscita ad accendere la luce.
Doveva aver trovato a stento il corridoio con le camere ed era entrata in quella di Tremotino nella speranza che lui tornasse presto, o comunque perché era il luogo più confortevole per lei.
Dovunque ci fosse stato un briciolo di lui, Belle si sarebbe sentita al sicuro.
Deciso a rimediare l’offesa gravissima, il signor Gold posò il diario e la penna delicatamente sulla scrivania della camera accanto, poi con estrema dolcezza e attenzione sollevò la dormiente Belle dal letto, tenendosela tra le braccia; con un piccolo movimento delle dita usò la magia per alzare le coperte e infine vi sistemò la ragazza.
L’espressione sul volto di lei era adesso distesa, tranquilla; lasciò sprofondare la testa sul cuscino e sorrise nel sonno.
Il signor Gold era adesso combattuto: dove dormire? Il letto era perfettamente grande, come ogni altro letto in casa sua era, e arredato con eleganti coperte.
Si preparò per andare a dormire rimandando la decisione più che poteva.
Quando tornò in camera Belle era sempre nella stessa angelica posizione e sorrideva ancora.  Il signor Gold decise di non invadere troppo la privacy della sua amata, quindi si accomodò sulla poltrona che era abbastanza comoda anche per dormire, si disse fra sé.
La avvicinò il più possibile al capezzale del letto, per stare vicino a Belle.
La poltrona era molto larga e morbida e presto il Signore Oscuro si addormentò.
Qualcosa lo svegliò nel cuore della notte; sentì un peso calarsi sul suo corpo e frastornato aprì gli occhi: Belle si era alzata e adesso si era sistemata in grembo a lui, appoggiando la testa sul suo petto, accovacciandosi sulle sue gambe.
Tremotino la cinse, la abbracciò, e cedendo alla troppa stanchezza, si riaddormentò.
  
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