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Autore: ImAya    24/06/2007    4 recensioni
L’amore può lasciare ferite difficili da rimarginare ma a volte basta poco per trovare un nuovo percorso e credendo di solcare vie già segnate, finiamo in posti dove non avremmo mai creduto di poter arrivare.
La storia di due ragazza : Angela, che ha trovato l'amore, l'ha abbracciato ma le è scivolato tra le mani e l'ha perso per sempre; Serena che lo cerca ma sempre nei posti sbagliati. Ma quando la prima proporrà alla seconda di partire per Las Vegas, apparentemente senza motivo, riscopriranno la loro amicizia, se stesse ed impareranno a crescere.
Mia Fan Fiction sui Panic at the disco che putroppo per voi, appariranno solo dal 2-3 capitolo, nella quale ho voluto mischiare un po di tutto : amore, amicizia, alternando pezzi divertenti a emozioni raffiorate trasportate dei ricordi ed a volte anche un po di mistero.
Hope You Like!!
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 2

 

Uhh grazie per i commenti che avete pensato bene di lasciare al primo capitolo anche se avete letto il secondo XD Un bacioooooo


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Angela e Serena .... 30 minuti dopo, via del corso, all'ospadale

< Cioè ma ti pareeeeeeeee???? > urlò Angela

< Signorina cerchi di stare calma sennò non riusciamo a metterle bene i punti. >

< Ma tu dimmi se devo avere un'amica così idiota come te!! > continuò imperterrita senza prestare attenzione alla giovane donna che la stava medicando < Ma tu dimmi: facendo paracadutismo, sciando sulle piste nere, ho fatto anche un corso per acrobati a cavallo!!!! e niente, non sono MAI finita in ospedale: mai un naso rotto, mai una distorzione, MAIIIIII e tu guarda se devo finirci stando seduta su una panchinaaaaaaa!!!! >

Serena stava dall'altro lato della stanza con un braccio ingessato. La sua espressione era indecifrabile, a tratti sembrava stesse ridendo ma allo stesso tempo aveva un'aria dispiaciuta stampata in faccia dovuta un po ai punti che stavano mettendo alla sua amica, un po al suo braccio dolorante ma soprattuto perchè si era accorta che, anche volando, era impossibile prendere l'aereo: ormai avevano perso il volo.

< Seeeeeeeeeeeeereeeeee!! Sere cazzo ascoltamiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!! Cioè mi potresti spiegare, ancora una volta come hai fatto a cappottarti con un risciò?? > aggiunse quando le due infermiere si allonanarono dalla stanza.

< Veramente è successo che... >

< Ma non mi avevi visto oppure hai pensato bene di giocare al tiro al bersaglio utilizzando me??? >

< ... ti avevo scambiata per un puffo... sai per la fretta ho dimenticato le lenti. >

< Un puffo??? >

< Beh si, cioè da lontano pensavo che eri un lampione ma poi avvicinandomi eri troppo tappa e poi eri vestita di blu. > Concluse come se il suo discorso fosse più che ovvio.

< E tu hai pensato bene di investire Grande Puffo, >

< No.. è che... beh pensavo fosse un'allucinazione dovuta ad un'eccessiva dose di Coca Cola, adrenalina e dolcetti di Jolly Pop nel sangue e poi.. dai non fare quella faccia!!John Lennon diceva: "La vita ti sorprende quando sei impegnato a fare altre cose" >

< Sì, e gli hanno sparato. >

Si guardarono per un attimo e tutta la tensione accumulata e finora sfociata in rabbia, si trasformò in una grossa risata. Le infermiere, una volta entrate nella stanza, rimasero sconvolte da questo cambiamento e provarono ad accennare di fare una tac al cervello ma le due, se possibile ancora più amiche di prima, se ne andarono una, zoppicando e l'altra reggendosi il braccio dolorante.

Appena uscite lo squillo di un cellulare interruppe la nuova armonia che si era creata tra loro.

Era il cell di Sere. Numero privato. Non era sua abitudine rispondere se non sapeva chi era a chiamarla anche perchè vi erano solo tre possibilità: il maniaco che ormai l'aveva presa di mira e adorava alitarle al telefono, il suo non-ragazzo Conan o sua mamma. Nessuno, chi per un verso chi per un altro, era ben accetto ma quel pomeriggio la nostra eroina accettò la chiamata senza neanche accorgersene.

 

Serena

< Pronto??>

< Teeeeeesorooooooooo?? > Mamma: oddio, forse faccio ancora in tempo ad attaccare.

< Teeeeeeeeeeeeeeesoro??? Mi dispiace tantissimo. > mi disse la voce al telefono. Stavo già per chiudere la conversazione quando la curiosità ebba la prevalenza : per cosa doveva dispiacersi? Non l'avevo certo avvertita del "piccolo incidente" troppo spaventata di essere rincorsa per tutto l'ospadale dalla sua vocina squillante. Guardai Angela con un’ espressione interrogativa dipinta sul volto: forse l'aveva avvertita lei, ma la mia amica, come se mi avesse letto nel pensiero, scuotè la testa dissipando ogni mio possibile dubbio.

< Teeeesorooooo ci sei???? >

< Si, si mamma ma ... dispiacerti per cosa? >

< Beh per il volo. Avevo chiamato l'aeroporto di Fiumicino perchè Giacomo, sai il mio collega, mi aveva chiesto di spostargli il volo e già che c'ero ho chiesto se era già partito il tuo così avrei potuto sgridarti perchè non ti eri ricordata di farmi lo squillo prima di salire sull'aereo e invece mi hanno detto che a causa delle condizioni climatiche la partenza è rimandata alle 20 o a stanotte. >

< Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii > urlai con tutto il fiato che avevo ma poi mi accorsi che, per mia mamma, io mi trovavo già all'aeroporto e sicuramente, la notizia non mi avrebbe dovuto rendere felice quindi continuai dicendo < siiiiiiiiiiiiiii hai proprio ragione mamma!!!! GRAZIE VERAMENTE PER ESSERTI INTERESSATA!!!!! >

La conversazione proseguì, mio malgrado, per altri cinque-dieci minuti prima che, con difficoltà, riuscii ad attaccare.

1 ora dopo, all'aeroporto, Angela

Osservavo serena che con la sua parlantina sputava fuori parole su parole alla signorina che sedeva, ora agitata e confusa, dietro al bancone . A quanto pare non c'erano più biglietti per il volo successivo e, a causa di uno sciopero, se non fossimo riuscite a partire entro quella sera, avremmo dovuto rimandare il viaggio di altri 5 giorni. La mia amica non sembrava capire per quale assurdo motivo mi ostinassi a voler lasciare la città al più presto e d' altronde non potevo darle torto: mi ero comportata come una vegetale per sei mesi cosa mi costava aspettare un'altra settimana?

Durante il tragitto da piazza San Silvestro a qui non avevo fatto altro che rimuginare a come raccontarle tutte le cose che le avevo taciuto, ma più mi sforzavo e più non riuscivo a trovare un buon motivo, una scusa valida, per non averla informata. e ..

< Angyyyyyyyyyyyyyyyyyyy!!! Abbiamo i biglietti!!! We have the tichets o come cavolo si chiamano. we haveeeeeee themmmmmmmmmmmmmmmmmm. > e fui anche io travolsa dalle sue mille parole fino a che, prosciugata anche lei, mi informò che aveva solo cinque minuti di autonomia dal bagno -.- e quindi si allontanò e scomparve girando l'angolo guidata dai vari cartelli indicanti " WC".

 

30 minuti dopo, all'aereoporto , Serena

Ma non capisco, non che la cosa mi stupisca più di tanto: nonostante il mio sviluppato senso dell'orientamento riesco a perdermi continuamente, cioè mi faccio distrarre da ciò che mi circonda, magari sento una musica in lontananza, mi entra dentro e l'unica cosa che posso fare è lasciamri trasportare da essa e così.......così mi ritrovo a vagare in un aeroporto alla ricerca di un bagno che, seguendo i cartelli, doveva trovarsi a due minuti dalla sala di attesa ma ovviamente io dovevo fare l’"alternativa" e cercare una scorciatoia. C'erano tante persone che camminavano intorno a me ma, essendo una stupida testarda che preferisce vagare a vuoto anche per giorni pur di ammettere di non capisce un ca**o, non chiesi informazioni a nessuno.

 

Altri 20 minuti dopo, all'aereoporto, Angela

"Si è persa!" pensavo continuando a guardare l'orologio. " Si è persa, ovviamente, infondo cosa potevo aspettarmi da una persona che è riuscita a cadere in un tombino mentre leggeva un giornale????? ... L'avrei dovuta accompagnare!!! Scema scema scema che scema che sono" continuavo a ripetere a me stessa finchè una voce femminile invase tutta la sala

< Informiamo i signori passeggeri che il volo per las vegas partirà tra un ora. Tutti coloro che non hanno ancora effettuato il check in sono pregati di recarsi nella zona quattro. Ripeto informiamo che... > e il messaggio fu ripetutto poi due volte per ogni lingua.

Davanti a me sedeva un signore sulla sessantina che, come scoprii in seguito, aspettava sua moglie per partire col nostro stesso volo. Mi sporsi in modo tale da essere il più vicina possibile a lui e gli dissi a voce alta e scandendo bene le parole, per cercare di far risaltare la mia voce in mezzo al frastuono generale, di avvisare la mia amica che ero andata nella zona quattro dovunque essa sia.

Feci per alzarmi quando mi accorsi di un piccolo, grande dettaglio che avevamo trascurato. Merda!!!

 

Contemporanemante, in bagno (oserei dire "finalmente") Serena

Il mio istino e la mia grandissima capacità di orientamento mi fecero giungere sana e salva alla toilet ( ok ok la verità è che avevo girato tutto l'aeroporto due volte fino a che non ero andata a sbattere contro la porta del bagno dei maschi). Persi tempo ad osservare il mio viso allo specchio cercando di rendermi il più possibile presentabile. Aprii la borsetta di Emily che portavo con me per prendere la matita nera quando mi sembrò di vedere qualcosa cadere all'interno del water. Mi voltai.

"Merdaaaaaaaaaaaaaa" imprecai con tutto il fiato che avevo in corpo. ( in questo caso devo ammettere che non ci fu un'imprecazione pù adatta per la situazione XD).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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