Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Thilwen    07/07/2004    14 recensioni
Basato sul bellissimo VCarme di Catullo, i pensieri di Draco Malfoy sulla sua segreta storia d'amore con Ginny Weasley. Ed una scelta che bisogna assolutamente fare...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ante-fiction

Ante-fiction

 

Una ragazza dai capelli rossi osserva  distratta un foglio bianco priva d’ispirazione, smozzicando fra i denti una tipica imprecazione siciliana. (diciamo pure che inizia con la “M”)

Incautamente il suo sguardo si posa sullo scaffale dove c’è l’adorato libro di classico latino.

E poi, dal nulla, un fulmine cade sul già provato cervello della quasi diciassettenne scrittrice siciliana…

E fa una cosa che, a suo sapere, nessuno ha mai fatto.

---------------------------------------------------------------------------------------

Disclaimer: Harry Potter and co. appartengono a JK Rowling o a chiunque altro né detiene i diritti, io non li sto assolutamente usando a scopo lucro il mio è solo un modo per divertirmi e dare sfogo alla mia mente perversa.

 

 

Note: Questa fan fiction è nata da una mia ispirazione sullo splendido quinto carme del divino Catullo. So che di solito si scrivono songfic e dubito che qualcuno abbia mai scritto una ehm… “carmefic” (!), ma non sono riuscita a frenare questa idea schizofrenica, chiedo già umilmente perdono ai lettori.

È ambientata dopo che Ginny ha  concluso i suoi studi ad Hogwarts e vive ancora con i genitori. Ha una storia con Malfoy dal suo sesto anno ed adesso le cose sembrano cambiare….

Ho usato il nome intero di Ginny, Ginevra, come la Rowling ha detto che si chiama.

La traduzione della poesia non è letterale, in più punti l’ho adattata perché la trasposizione dal latino all’italiano poteva venire banale, nonostante in lingua originale questi siano versi di lirica altissima. Volevo inserire delle note sulla traduzione, ma poi ho pensato che avrei appesantito di brutto il testo. Chiunque voglia chiedermi qualcosa mi mandi un’e-mail o la scriva nell’area commenti.

Accidenti quanto sono logorroica! Sono più lunghe le note che la ff!

Chiunque volesse contattarmi, al solito, sono gradite e-mail all’indirizzo thilwen87@yahoo.it

 

--------------------------------------------------------------------------------------

 

Soles occidere et redire possunt.

 

*

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus,

rumoresque senum severiorum

omnes unius aestimemus assis!

 

Viviamo, mia Lesbia, ed amiamoci,

e stimiamo di un unico asse

tutte le chiacchiere dei più severi vecchi!

*

 

Viviamo, mia Ginevra, ed amiamoci.

È questo quello che penso adesso, è questo quello che ho pensato negli ultimi mesi, anni, ogni qual volta ci siamo incontrati su letti sconosciuti, in silenzio, come due assassini o due terroristi prima di compiere una terribile azione suicida.

Ci nascondiamo dagli altri come se ci fosse qualche atrocità nell’amare.  E per anni abbiamo nascosto a noi stessi i nostri sentimenti, quella forma di attrazione pericolosa che correva ad ogni nostro insulto, ogni qual volta ci soffermavamo a guardarci negli occhi.

Ho sempre creduto che non avrei potuto amare. Sono Draco Malfoy. Nelle mie vene scorre il puro sangue di una famiglia che per anni ha esplorato i più occulti lati della magia.

E tu sei Ginevra Weasley. Povera, piccola, inutile settima figlia di una famiglia di morti di fame.

Mi viene da ridere Ginevra. Siamo due sciocchi che hanno fatto la più grande cazzata della loro vita: innamorarsi.

Eppure abbiamo provato a fare finta di nulla. Per quanto tempo abbiamo costruito fra noi torrioni e palazzi?

E poi tu, un bel giorno, fai la stupidata di venire da me, di prosciugare il mio immenso lago di dolore e solitudine. Se mia avessi lasciato a soffrire, quella sera del mio  settimo anno ad Hogwarts, se mi avessi lasciato solo a guardare la macchia scura della foresta proibita, se non ti fossi seduta al mio fianco, se non mi avessi accarezzato, se non….

Ormai non c’è più nulla da fare Ginevra, lo sai?  Sarebbe da idioti finirla qui,  ci distruggeremmo a vicenda.

E poi io non mi vergogno più di amarti. Ed adesso voglio anche vivere, vivere allo scoperto, anche se questo vorrà dire distruggere le nostre vite passate.

T’importa di quello che penserà la gente? T’importa quello che diranno i tuoi genitori, o gli sciocchi amici dei tuoi fratelli?

Ed a me importerà essere diseredato ed odiato dalla mia famiglia?

Mettiamo tutto sulla bilancia della vita. Mettiamo da un lato tutte le ciarle di chi ci sta attorno e dall’altro il nostro amore. Da che lato pensi che penderà l’ago?

Ed allora Ginevra  freghiamocene di tutto. Beviamo dal  calice della felicità e scappiamo via da questa vita di segreti.

 

*

Soles occidere et redire possunt :

nobis cum semel occidit  brevis lux,

nox est perpetua una dormienda.

 

Possano morire e risorgere i giorni:

ma una volta morta la flebile luce del sole,

da noi deve essere dormita  una notte perpetua.

*

 

Ogni tanto mi sento come l’eroe di uno di quei fumetti che leggono i Babbani. Di giorno un perfetto nonnulla, di notte il paladino della giustizia. Chi è di giorno Draco Malfoy se non un’ipocrita imbecille che finge di essere come il padre ed invece rifugge dalla sua orma?

E la notte, Ginevra, chi è la notte Draco Malfoy? Un ragazzo innamorato che s’incontra in segreto con la ragazza innamorata, un ragazzo che fa l’amore con chi, secondo gl’insegnamenti del padre, meriterebbe solo lo stupro.

Io prego il Sole di tramontare, osservo i suoi odiosi raggi declinare dietro i monti. Con quanto ardore chiederei alla Luna di restare nel cielo e coprirci per sempre!

Mi sento un poeta anch’io Ginevra,  io che potrei essere tutto nella mia vita tranne che un poeta. Sono incapace di capirli i miei sentimenti, figurarci trasportarli su carta!

Ma io voglio amarti anche di giorno. Voglio potere andare in giro per strada con te, baciarti davanti ad un gelato al bar, accarezzare i riflessi del sole sui tuoi capelli.

Io non ho nulla da perdere lasciandomi alle spalle questa vita. La mia è un’esistenza infelice.

Ma c’è chi ti ama, Ginevra. Ti mancheranno, tua madre ed i tuoi fratelli, quel babbanofilo di tuo padre e perfino i pessimi amici che hai.

Ma io devo chiedertelo Ginevra. Lascia tutto, da un bacio a tua madre ed una carezza al tuo gatto, lascia tutto e vieni con me. Viviamo, amore mio, ed amiamoci. Si possono fare entrambe le cose allo stesso tempo.

Quando te l’ho chiesto, stretti in un letto di motel, mi hai guardata spaventata.

Spaventata di dover mollare una vita e gettarti a capofitto verso l’ignoto.

Spaventata di poter essere, per una volta, pienamente felice.

«Draco» mi hai detto, con la voce che vibrava «sei sicuro di quello che dici? »

Il nocciola delle tue iridi tremava.

«Anche subito, Ginevra. Tu pensaci ».

E poi abbiamo continuato ad amarci, dimenticandoci e strappando al tempo i nostri minuti di gioia.

 

*

Da mi basia mille, deinde centum,

dein  altera mille, dein seconda centum,

deinde usque altera mille, deinde centum.

 

Dammi mille baci, e poi cento.

Poi dammene altri mille, ed ancora nuovi secondi cento.

E allora altri mille, ma non smettere mai, e poi cento.

*

 

Ricordo ancora quello che è successo dopo la tua sfuggevole carezza, quella sera ad Hogwarts.

Non dovevi farlo Ginevra. Non dovevi darmene l’occasione.

Le tue labbra erano morbide ed io le baciavo ancor prima di rendermene conto.

Sei rimasta rigida, spaventata.

Poi hai fatto qualcosa. Qualcosa che forse rimpiangerai per il resto della tua vita.

Ti sei sciolta ed hai permesso alla tua lingua di scivolare nella mia bocca.

E dopo è iniziato tutto. I nostri cuori si sono sincronizzati ed hanno cominciato a battere insieme.

Ci siamo nascosti in una macchia di bosco mentre la sera ci copriva.

Le nostre carezze ed i nostri baci sono diventati audaci.

Sei un’ingenua Ginevra. Non dovevi sprecarti così. Non dovevi darti a me senza pensarci neanche un po’.

Non dovevi permettere che ti sfilassi la camicia ed alzassi la gonna.  Non dovevi permettere che ti bloccassi con il mio peso sotto di me.

Non dovevi permetterti di amarmi. È tutto sbagliato Ginevra. Noi due non dovremmo stare insieme. Siamo diversi. Amandomi hai distrutto la tua vita, farai del male a coloro che ti vogliono bene.

Siamo ritornati nel castello in silenzio, con la notte che ci fischiava nelle orecchie. Ci nascondevamo nelle ombre, forse consapevoli che in futuro sarebbero diventate nostre complici, e che saremmo stati dei fuggiaschi d’amore.

Ci siamo separati senza una parola. Ho visto la macchia del tuo sangue sulla tua divisa. Ed ho capito che  ti avevo rubato qualcosa. Ma quello era solo l’inizio. Ti ho rubato molto più della verginità, Ginevra.

Ma ormai io vivo dei tuoi baci e del tuo amore. Nulla è più importante che respirare il tuo respiro e vedere il fuoco dei tuoi capelli spegnersi sulla mia pelle, mentre la passione si accende dentro di te.

E forse amore mio, in fondo, molto in fondo, siamo anche fortunati.

 

*

Dein, cum milia multa fecerimus,

conturbabimus illa, ne sciamus,

aut ne quis malus invidere possit,

cum tantum sciat esse basiorum.

 

Poi, avendone raccolte molte migliaia,

rimescoliamone il numero, per non saperlo

e per non permettere che alcun malvagio possa invidiarci

sapendo che esiste un sì tanto alto numero di baci.

*

 

Attendo qui, vicino casa tua. Attendo di sapere cosa hai deciso.

Spero che possiamo andare via con il nostro amore, ridendo davanti allo sbigottimento del mondo che guarda un Malfoy ed una Weasley amarsi alla luce del sole.

È impossibile che in un mondo di tante belle prediche, l’odio è accettato e l’amore aborrito.

Ed aspetto così, guardando in faccia il cielo con il mio solito sguardo di sfida, come per dire: se vuoi cadere bello mio, fa’ pure, ormai non me ne frega nulla di ciò che pensano gli altri.

Perché io al mondo ho solo una persona che conta. È quella è Ginevra.

Cosa faremo se andremo via ? Vivremo di pane ed amore in un altro paese, insegneremo inglese ai poveri maghi stranieri, ci guadagneremo la pagnotta prostituendo il nostro sapere?

Non m’importa. Ed è strano. Per una volta nella vita non m’importa di quello che pensa la gente, non m’importa del mio onore e non m’importa di dover faticare per procurarmi qualcosa.

Accidenti. Che direbbe mio padre se sapesse tutto ciò?

Non me ne frega nulla.

Sento un rumore di passi sulla strada e mi alzo dal muretto dove mi ero seduto.

Ginevra sei lì, davanti a me, magra e lentigginosa, con il tuo volto da bambina incorniciato dalla furia rossa dei tuoi capelli.

 Nella tua mano destra c’è una grossa borsa rattoppata, strapiena di chissà quanta roba.

Ed è questa la tua risposta.

Corro verso di te come non ho corso verso nessuno.

Bacio quelle labbra morbide e tremanti senza curarmi del fatto che qualcuno può vedermi.

Le due nocciole dei tuoi occhi luccicano di lacrime. Quanto è stato duro per te amore mio?

 Le tue dita affusolate accarezzano la mia guancia.

Afferro la tua mano e sorridendo la intreccio con la mia, mentre libero l’altra del peso della tua borsa.

Sorridi anche tu e mentre lo fai le lacrime imprigionate nei tuoi occhi fuggono via, scorrendo sulle tue guance.

«Dove andiamo, Draco?»  chiedi liberando un sospiro.

Ti guardo ancora in viso rendendomi conto che non sei mai stata così bella.

Non ho dubbi su cosa risponderti.

«Verso la vita».

E barcollando mano nella mano, ci avviamo verso le strade del mondo.

  

  
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Thilwen